Crisi dei consumi causata anche dalla mancanza di innovazione

La crisi della classe media e dell’occupazione giovanile non lasciano prevedere sostanziali e stabili incrementi dei redditi, soprattutto per le fasce più basse. Questo comporterà probabilmente una crescente finanziarizzazione del consumo da parte di operatori bancari e non. La crisi del consumo sarebbe anche legata alla crisi dell’offerta che risente di un deficit di innovazione reale nelle offerte di beni e servizi di consumo e delle formule distributive e commerciali. A dirlo l’Osservatorio Cibi, produzioni, territorio (Cpt) Eurispes, Uci e Univesitas Mercatorum che ha raccolto dati, approfondito fenomeni legati al mercato del mondo alimentare, e osservato come cambiano le abitudini dei consumatori nel position paper ‘I consumi alimentari: conoscere per agire’. Fatto 100 il numero dei codici-prodotto nuovi lanciati lo scorso anno nel comparto dei beni di largo consumo, quelli realmente nuovi sono appena il 21,4% del totale. Per il resto, chiamiamo nuovi prodotti quelli che, in realtà, sono estensioni di marca (54,5%) e imitazioni (24,1%). A fronte di un quadro complessivamente statico della spesa per consumi, si ravvisano, tuttavia, notevoli incrementi della spesa per alcune categorie di consumo, che raccontano di un consumatore cambiato. 

Crescono i seguenti tipi di consumo. – Consumi politicamente scorretti (fumo, gioco, alcol, droga, prostituzione) ma, al contempo, quelli politicamente corretti (alimenti salubri, prodotti equi e solidali, biologici, sostenibili). – Consumi di integrazione (parafarmaci, super cibi) e, insieme, quelli di sottrazione (gluten free, sfusi). – I Consumi di protezione (antifurti, assicurazioni, istruzione privata, spese sanitarie all’estero) e, insieme, di esposizione (viaggi, sport estremi). – I Consumi fai da te (cucina, bricolage, distillazione domestica) e, al contempo, quelli del già fatto (cibi pronti, home delivery). In particolare, ad esempio, i prodotti gluten-free valgono oltre 148 mln di euro; gli integrali oltre 343 mln; i sostitutivi del latte crescono di oltre 15 mln di euro a fronte di un calo di oltre 32 mln delle vendite di latte fresco; lo zucchero di canna cresce del 16% a fronte di un calo del 9% di quello da barbabietola. I Consumi italiani sono sostanzialmente stabili nelle quantità, ma vitali nella qualità. Il tratto più evidente appare l’incoerenza

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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