Ispettorato nazionale del lavoro, su 62710 ispezioni il 62 per cento delle aziende è irregolare

L’Ispettorato nazionale del lavoro nella relazione annuale mostra come il rapporto tra numero di ispezioni e irregolarita’ riscontrate evidenzi un tasso elevato. Al contempo crescono i controlli: su 62.710 ispezioni definite soltanto da Inl nell’anno 2021, oltre il 62 per cento e’ risultato irregolare: 39.052 (numero totale nei settori terziario, edilizia, industria e agricoltura) hanno comportato l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti

La percentuale dei controlli sulle aziende da parte dell’Inl raggiunge il 78 per cento dei controlli complessivamente svolti; l’aumento di tali controlli (+ 9,7 per cento) ha avuto un notevole effetto di trascinamento verso l’alto delle ispezioni definite in materia previdenziale (+ 14 per cento) e in materia assicurativa (+ 33 per cento). Su 84.679 ispezioni definite complessivamente da Inl-Inps-Inail, il 69 per cento e’ risultato complessivamente irregolare, con un incremento in materia previdenziale (+ 17 per cento) e assicurativa (+42 per cento). Gli indici di irregolarita’ piu’ elevati si riscontrano nell’edilizia e nel terziario laddove, in particolare, si rileva un tasso di irregolarita’ notevole nelle attivita’ dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarita’ sono riconducibili, in primo luogo, ad esternalizzazioni e interposizioni illecite. Il totale dei lavoratori tutelati da Inl (151.742) comprende, oltre ai 59.362 lavoratori tutelati a seguito di illeciti contestati, anche quelli tutelati con l’adozione di provvedimenti come la diffida accertativa (12.720), la disposizione (74.705) o l’esito positivo di conciliazioni monocratiche (4.955).

La presenza di lavoratori occupati “in nero” costituisce circa il 26 per cento (15.150) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati da Inl ed e’ stata rilevata nel 39 per cento delle 39.052 ispezioni con esito irregolare. Altra importante costante riguarda il quadro geografico dei controlli avviati sul territorio nazionale, che sono stati distribuiti interessando in particolare il sud (con il 30 per cento) – ad esclusione della Sicilia che, per lo Statuto regionale, si avvale di un proprio autonomo Ispettorato – il centro (con il 29 per cento) e a seguire il nord ovest e nordest (con il 21 per cento e 20 per cento), con l’eccezione, in quest’ultima area geografica, delle province autonome di Trento e Bolzano, che si avvalgono di propri Ispettorati in ragione della loro autonomia speciale. A fronte di tale omogeneita’ di controlli sul territorio nazionale appare significativa la distribuzione dei tassi di irregolarita’ su base interregionale: nel nord est si registra il tasso massimo di irregolarita’ di oltre il 70 per cento, che scende al 61,48 per cento circa nel nord ovest, a quasi il 60 per cento al centro e al sud. Nel rapporto tra il numero lavoratori in nero e quello delle ispezioni con esito irregolare, le percentuali piu’ elevate a livello regionale sono state rilevate in Campania (60 lavoratori in nero per 100 ispezioni con esito irregolare), seguita da Toscana (52 per cento) e Calabria (48 per cento). Si conferma la tendenza a una diminuzione generale del lavoro nero per le donne, determinando una riduzione della quota femminile che dal 40 per cento del 2019 passa al 30 per cento del 2021, e si assiste conseguentemente ad una crescita della quota maschile di lavoro nero, che va dal 60 per cento del 2019 al 70 per cento nel 2021.Su 3.971 provvedimenti di sospensione dell’attivita’ imprenditoriale, 3641 sono per lavoratori “in nero” e 330 per violazioni sulla salute e sicurezza.

Nella tutela dei lavoratori vittime di caporalato e sfruttamento lavorativo e’ stato confermato, con 2.192 vittime di sfruttamento, l’incremento del 18 per cento rispetto al 2020.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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