Le previsioni dell’Export italiano di beni nel 2019 sono di un +3,2%

 Le previsioni dell’Export italiano di beni nel 2019 sono di un +3,2% (cioe’ +8,6 miliardi di euro, per un totale di 480 miliardi sui 12 mesi), rispetto al +3,4% stimato per l’anno a maggio scorso. Il 2020 vedra’ invece un aumento minore (+2,8%). “L’Export italiano tiene, ma il passo rallenta” ha sintetizzato dunque Alessandro Terzulli, chief economist di Sace, presentando a Milano il Rapporto Export Update 2019-2022 di Sace Simest (gruppo Cdp). La correzione al ribasso e’ stata spiegata col rallentamento dei beni di investimento, in particolare macchinari e mezzi di trasporto, con una frenata dalla Germania. Brillanti farmaceutica (+5,3%) e alimentare e bevande (+1,8%). Pesa pero’ il peggiorare del quadro globale, a partire dall’inasprimento della politica commerciale degli Usa, coi dazi per i prodotti dalla Cina, cosi’ come dall’Europa dopo la controversia Airbus-Boeing, piu’ la minaccia di quelli sull’automotive. Tra le potenziali incertezze una decelerazione dei mercati Usa e una moderata recessione gia’ nel 2020, che Terzulli ha definito pero’ elemento “di uno scenario pessimistico”. Non ultimi le crisi di economie emergenti come l’Argentina, le proteste a Hong Kong e in alcuni Paesi dell’America Latina, fino alle annose tensioni in Medio Oriente. Nei primi 9 mesi l’Export italiano e’ cresciuto intanto del 2,5% (8,6 miliardi), in Francia +4,6% della Francia, in Spagna +1,4%, in Germania +0,3% e nel Regno Unito -0,2%. Pesano col +2,9% gli Usa, col +2,8% la Svizzera, col +1,1% il Regno Unito e col +0,9% il Giappone. Londra ha visto un +6,3%, favorito dalla prospettiva della Brexit, con un effetto scorte su imprese e consumatori per timori legati a barriere tariffarie e non, nel caso di un’uscita senza accordo dall’Ue. “Il dato per dieci mesi del 2019 – ha aggiunto Terzulli, aggiornando il rapporto – e’ +6,6%, trainato da agroalimentare e prosecco”. Per il biennio 2021-2022, secondo il report, le vendite all’estero dovrebbero accelerare fino al 3,7% medio annuo, ipotizzando un progressivo miglioramento del contesto macroeconomico globale. Tra i Paesi piu’ promettenti ci sono Cina per medicinali e preparati farmaceutici, Giappone per il vino, India per creme e prodotti per la cura personale, Filippine per i macchinari per la costruzione di nuove strade e porti, Peru’ per quelli per lavorare tessuti pregiati, ma anche Malesia, Vietnam, Marocco, Qatar, Ucraina, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. La Francia chiede alimenti pronti o congelati per single, l’Indonesia mobili in legno dal design italiano.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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