Legambiente, il clima sta cambiando e l’Italia è ancora impreparata

“Il clima sta cambiano e l’Italia è ancora impreparata”: avverte Legambiente commentando l’emergenza maltempo che ha colpito la penisola, da Nord al sud, dalla devastazione delle montagne in Veneto, alle vittime della tromba d’aria di Terracina, ai 12 morti in Sicilia. “L’Italia è sempre più fragile e insicura anche a causa dei cambiamenti climatici”, sottolinea Legambiente, ricordando che “7,5 milioni i cittadini che vivono o lavorano in aree a rischio frane o alluvioni”. “Ora – chiede l’associazione – il governo approvi un piano nazionale di adattamento al clima e una normativa per fermare il consumo di suolo”. Perché “dal Veneto alla Sicilia, dalla Liguria al Lazio, compresa l’isola di Ischia, sono tanti i territori colpiti in questi giorni e in queste ore dal maltempo con frane, esondazioni, trombe d’aria e tutto ciò che ne è conseguito. Da ultimo la strage di alberi nei boschi del Trentino, dell’Alto Adige, Veneto e Friuli e il maltempo che si è abbattuto sulla provincia di Palermo dove si contano al momento dodici morti”, ricorda Legambiente, avvertendo: “Il clima sta cambiando, ormai è un dato di fatto, eppure l’Italia continua ad essere impreparata”. A fronte di questo scenario l’associazione ambientalista ribadisce “l’urgenza di un piano nazionale di adattamento al clima e una normativa che fermi il consumo di suolo, insieme ad un’intensa attività di prevenzione”. Perché “le città non possono essere lasciate da sole a fronteggiare impatti di questa dimensione dovuti in primis ai cambiamenti climatici, che amplificano gli effetti di frane e alluvioni e che stanno causando danni al territorio e alle città mettendo in pericolo la vita e la salute dei cittadini”. Legambiente ricorda che tra il 1944 ed il 2012 sono 61,5 i miliardi di euro spesi solo per i danni provocati dagli eventi estremi nel territorio italiano e l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto con circa 3.5 miliardi all’anno. Ancora oggi, inoltre, “continua soprattutto in ambiente urbano la sottrazione di suolo libero per processi di crescita edilizia. Anche a causa della mancanza di una normativa nazionale che intervenga in questo settore”. Ma “un altro dato è ancora più allarmante e va evidenziato soprattutto alla luce del dibattito sull’ennesimo condono edilizio contenuto nel decreto Genova in discussione in Parlamento in queste settimane”, sottolinea Legambiente, avvertendo: “Il consumo di suolo e le nuove edificazioni continuano a riguardare anche le aree considerate a rischio idrogeologico, nonostante i vincoli esistenti”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Lavoro, Marsilio: dati positivi, siamo sulla buona strada

“Siamo sulla buona strada, i dati certificati da Istat e ANPAL dimostrano che l’Abruzzo ha …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *