Gli italiani hanno pagato in un anno multe per 1,535 milioni di euro, con una crescita del 6,4% sull’anno precedente e del 23,7% rispetto al 2019, prima dell’arrivo del Covid-19. A calcolare l’impatto è stato il Sole 24 Ore che ha rielaborato i dati degli incassi del sistema telematico del ministero dell’Economia, con una classifica che di fatto dipende da molti fattori. Non solo dal maggior numero di spostamenti, dai controlli o dalle infrazioni commesse ma anche dall’inflazione e dalla capacità di riscuotere velocemente.
In alcuni comuni gli incassi, se confrontati con il numero degli abitanti, fa registrare importi pro capite superiori a 100 euro l’anno. E’ così a Firenze (198,6 euro) dove a pagare sono anche i molti turisti, ma anche a Rieti (151,3 euro), Siena (133,5 euro), Potenza (120,7 euro) Milano (108,1 euro), Padova (103,2 euro).
A Pescara sono stati incassati 9,4 milioni, con un incremento del 57,1% rispetto all’anno precedente e un costo per persone di 79,2 euro. A Chieti gli incassi sono stati 1,2 milioni, con un leggero aumento (+0.1%) e un costo a persona di 24,7 euro.
La geografia delle multe vede in testa il Centro Nord: nel complesso ‘pesa’ per l’84,3% del totale pagato. Il tasso di riscossione – ad esempio – è al 63,7% a Bologna che è la citta al centro delle polemiche per il limite a 30 km orari e che ha 81,5 euro di multe pro-capite. Lo stesso indicatore crolla invece al 14% di Napoli e al 12,2% di Palermo. Se si guarda invece agli incrementi è chiaro che le multe sono in rapida crescita nei municipi più piccoli. Quelli che non arrivano a 10mila abitanti, hanno riscosso lo scorso anno 238,6 milioni di euro in multe, con impennate che in quattro anni viaggiano intorno al +50% per arrivare al +59,7% nella fascia fra 2 e 5mila abitanti. A pesare, soprattutto nei comuni più piccoli, non sono le multe per i divieti di sosta, fenomeno ovviamente marginale nei centri minori, ma gli autovelox.