Olio, in Abruzzo stimato un calo tra il 20 e il 30 per cento della produzione

Cresce l’attesa per il primo olio nuovo Made in Abruzzo del 2020. In base a un’analisi di Coldiretti Abruzzo la produzione di olio extravergine d’oliva in regione vede finora un calo stimato tra il 20% e il 30% (in base alla zona) e causato principalmente dalle anomalie climatiche. Molto meglio comunque che nelle regioni del Sud, a partire dalla Puglia, dove si concentra circa la metà dell’intera produzione nazionale e si stima un vero e proprio crollo delle quantità di prodotto finale.

Il calo produttivo colpisce un settore che ha già pagato un conto salatissimo all’emergenza Covid. A pesare è stato soprattutto il crollo delle vendite per la chiusura del canale della ristorazione, che rappresenta uno sbocco importante per l’olio Made in Italy in generale. Ma la pandemia ha fatto sentire i suoi effetti anche con la necessità di garantire una raccolta sicura con il rispetto rigoroso delle norme anti contagio. A incidere sulle imprese olivicole italiane è stato anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi che non si registravano dal 2014. Un trend causato dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio “vecchio” spagnolo.

I pericoli arrivano anche a livello internazionale dalla diffusione di sistemi di etichettatura fuorviante, discriminatori ed incompleti, dal traffic light inglese al nutriscore francese, che finiscono per mettere il bollino rosso ed escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea.

“Per sostenere la ripresa del settore servono provvedimenti immediati con massicci investimenti pubblici e privati – dice Coldiretti Abruzzo – a partire da un piano straordinario di comunicazione sull’olio che rappresenta da sempre all’estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea. Le previsioni per la campagna appena avviata sono di una flessione produttiva accompagnata però da un buon livello qualitativo del prodotto. La minore disponibilità di prodotto nazionale e la contrazione delle scorte stimata dalla Ue, potrebbero aiutare un recupero dei prezzi, fortemente penalizzati per tutta la campagna 2019-2020”.

Coldiretti Abruzzo ricorda inoltre che il comparto olivicolo conta in regione circa 6 milioni di piante su circa 46mila ettari che rappresentano circa il 50% della superficie agricola arborea utilizzata, un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e tre Dop presenti nelle province di Chieti (Colline Teatine), Pescara (Aprutino Pescarese) e Teramo (Pretuziano delle colline teramane). La produzione media abruzzese è di circa 14mila tonnellate di olio negli anni di carica.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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