Sanitopoli, la Cassazione annulla parte della condanna e si torna in Appello

Ci sara’ un nuovo processo per l’ex governatore dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco e alcuni degli latri imputati nel processo per la ‘Sanitopoli’ abruzzese: lo ha deciso la Cassazione che ha annullato con rinvio la condanna per Del Turco, e altri 2 imputati, in relazione all’accusa di associazione per delinquere. I giudici di Perugia dovranno rideterminare il trattamento sanzionatorio e rivedere le condanne.

“La montagna di prove che doveva schiacciarmi, si e’ dimostrata per quello che era: una montagna di fango”, ha commentato l’ex governatore. Ma i magistrati che hanno sostenuto l’accusa specificano che “la Cassazione ha confermato definitivamente il reato di corruzione, che era il cuore dell’inchiesta”. “Il passaggio di denaro c’e’ stato, e questo conferma la correttezza del processo”, ha detto l’ex procuratore capo di Pescara, Nicola Trifuoggi. “L’ex capo della Procura esulta per la sentenza della Cassazione. In fondo,  lo apprezzo: sapersi accontentare di poco una virtu'”, ribatte il legale di Del Turco, Giandomenico Caiazza. Ora, dopo la pronuncia della Suprema Corte, gli atti verranno inviati alla Corte di appello di Perugia. Ma la prescrizione maturera’ prima della fine del prossimo anno. I magistrati umbri devono rideterminare il trattamento sanzionatorio per Del Turco e per altri imputati tra i quali l’ex assessore abruzzese alla sanita’, Bernardo Mazzocca, e altri funzionari e componenti della vecchia giunta di centrosinistra, caduta sotto i colpi di questa inchiesta. Un’inchiesta che durante il processo ha molto circoscritto la sua portata: inizialmente le condanne erano state inflitte per 6,2 milioni di euro di presunte mazzette; in appello il giro di denaro si era ridotto a 800 mila euro. In aula, davanti ai giudici della sesta sezione penale della Cassazione, era presente anche Del Turco che ha seguito tutto il dibattimento. Il suo avvocato e le difese degli altri imputati, hanno sottolineato come le accuse siano state mosse da un ‘bancarottiere seriale’, condannato a piu’ di 20 anni di reclusione per una distrazione di fondi pari a 105 milioni di euro”. “Spero che questo incubo termini e che a Del Turco sia restituita piena dignita’: e’ un galantuomo che non ha mai preso nemmeno un euro di tangenti” ha sottolineato Caiazza nella sua arringa. La condanna per associazione a delinquere e’ stata annullata con rinvio anche nei confronti di Camillo Cesarone, ex consigliere regionale, e Lamberto Quarta, ex segretario della  presidenza della Giunta. Dichiarato inammissibile il ricorso dell’ex dirigente della sanita’, Pierluigi Cosenza, contro la prescrizione. Annullate senza rinvio le condanne per gli ex assessori Ennio Marcello Boschetti e Bernardo Mazzocca e l’ex direttore generale della Asl di Chieti, Luigi Conga per via della prescrizione. Per gli altri capi di imputazione invece, le posizioni di Conga e Mazzocca dovranno essere rivalutate dalla Corte di Appello di Perugia per la rideterminazione delle pene. Annullate le condanne al risarcimento delle parti civili a carico di Sabatino Aracu, ex parlamentare di Fi, e rigettato il ricorso di Angelo Bucciarelli, collaboratore di Mazzocca. E’ in sostanza da riscrivere la sentenza d’appello emessa dalla Corte d’Appello dell’Aquila il 20 novembre 2015. Rimane aperta tutta la questione inerente i risarcimenti per le parti civili: Regione Abruzzo, varie Asl e cliniche private. 

“E’ stata confermata l’assoluzione piena per corruzione, sull’altro reato c’e’ prescrizione, per quanto mi riguarda dopo otto anni esco solo con assoluzioni”. Cosi’ Antonio Boschetti, avvocato vastese, ex assessore regionale coinvolto otto anni fa nella bufera dell’inchiesta “Sanitopoli”, commenta la sentenza della Cassazione che ha chiuso i giochi su parte del processo. “Ho affrontato con serenita’ fin dal primo momento questa vicenda, mi sono difeso senza mai andare via, ho accettato quello che mi e’ stato dato con fiducia nella magistratura e nella consapevolezza che non ho mai rubato soldi a nessuno”, aggiunge Boschetti. “Tornero’ a fare politica? E’ una cosa che mi piace, e’ stata ed e’ una passione, ma non significa che tornero’, la politica si puo’ fare in molti modi. La prima cosa e’ continuare a lavorare come avvocato, una professione che mi ha aiutato a rimanere sereno. Mi piacerebbe tornare a rivivere la vita di partito, questo si'”. Poche parole per l’altro ex assessore regionale, alla Sanita’, Bernardo Mazzocca. “Preferisco non commentare la sentenza, anche se non l’ho accolta bene. In questa fase non dico nulla, vedremo piu’ in là”.

“Anche se consideravo la vicenda giudiziaria gia’ conclusa in Appello, fa piacere che alla gioia della mia conferma alla presidenza della federazione si aggiunga la soddisfazione della definizione di un processo che tante sofferenze mi ha creato”. Cosi’ l’ex parlamentare abruzzese di Forza Italia e del Pdl, Sabatino Aracu, commenta la sentenza della Cassazione sul processo alla cosiddetta “Sanitopoli Abruzzo” che, nel 2008, aveva provocato un autentico uragano politico. Ieri, dopo la mezzanotte, la Cassazione ha stabilito per Aracu, la cui vicenda si era conclusa in appello con la prescrizione, che non debba risarcire le parti civili; oggi l’ex parlamentare e’ stato rieletto alla presidenza della Federazione italiana Hockey e Pattinaggio che da stasera si chiama Federazione italiana sport rotellistici (Firs). Aracu e’ alla guida di questo sport dal 1993. Aracu ribadisce che non tornera’ a fare politica. “Non e’ nei miei pensieri e obiettivi ripropormi in politica, credo che un mio ritorno sia una minestra riscaldata, bisogna dare spazio ad altri – chiarisce – In questo momento sono concentrato sullo sport, un’attivita’ che sto affrontando con lo spirito di quando ero bambino” conclude Aracu che in gioventu’ ha ottenuto importanti successi proprio nel pattinaggio.


I commenti

“La Cassazione infatti ha confermato definitivamente il reato di corruzione, che era il cuore dell’inchiesta: “Il passaggio di denaro c’e’ stato, e questo conferma la correttezza del processo”. E’ quanto commenta l’ex procuratore capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, all’epoca capo del pool che insieme ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, diedero il via all’indagine dopo le rivelazioni dell’imprenditore della sanita’ Vincenzo Angelini. “Ora la Corte d’Appello di Perugia dovra’ solo ricalcolare la pena dopo che e’ stato invece cancellato il reato di associazione per delinquere – chiude Trifuoggi – ma si tratta di un argomento tecnico per rimodulare la condanna, condanna che e’ definitiva”.

“Ora chi risarcira’ i cittadini abruzzesi?” E’ quanto si chiede l’ex capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, che commenta quanto dichiarato da Daniele Capezzone sul ‘mancato risarcimento a Del Turco’. “Ottaviano Del Turco e’ stato condannato definitivamente per quella che prima della legge Severino si chiamava concussione – prosegue l’ex pm titolare del processo contro l’ex governatore –  povera anima di Dio, sento che nessuno e’ stato condannato, mentre mi chiedo alla luce della condanna definitiva di Del Turco chi risarcira’ l’intero popolo abruzzese dei danni fatti alla sanita’ regionale. Sento anche che c’e’ gente che si accontenta del fatto che e’ caduto il reato di associazione per delinquere: ma quello non era il reato piu’ grave, visto che e’ un reato che prevede cinque anni, mentre per le tangenti la pena massima e’ a otto anni. Quindi la concussione e’ evidente e definitivamente accertata. Presunte tangenti? – si chiede Trifuoggi – No, chiariamolo una volta per tutte: sono tangenti. E per quanto riguarda le prescrizioni siamo di fronte ad un’ulteriore sconfitta della giustizia”

“Sono tangenti. La Cassazione ha stabilito che Ottaviano Del Turco ha preso 850 mila euro di tangenti. E’ una sentenza definitiva. Se va bene a loro sminuire, si accontentino pure”. E’ la risposta ironica dell’ex pm del processo Del Turco, Giuseppe Bellelli, oggi capo della Procura a Sulmona, che assieme al collega Trifuoggi e Giampiero Di Florio, ha tenuto l’accusa contro Del Turco. “E’ poco 850 mila euro? Contenti loro. Certo e’ che la Cassazione ha mantenuto il reato piu’ grave, quindi la sentenza e’ definitiva e Del Turco e’ colpevole. La vera vittima – conclude Bellelli – e’ il cittadino abruzzese che fa la fila negli ospedali”. Ma e’ sempre l’ex capo del pool Trifuoggi che rincara la dose e che spiega come “da questa sentenza emerge la verita’ di fatti gravissimi e definitivi. Non se ne parli piu’. Sono tangenti. Ora il processo proseguira’ a Perugia in maniera evidente perche’ se hai preso quattro anni per cinque reati e te ne cade uno quella pena va ricalcolata. Ma vorrei dire una cosa all’avvocato Caiazza, il difensore di Del Turco. La verita’ dei fatti non e’ piu’ in discussione, e con quell’inchiesta abbiamo impedito ad un sistema criminale di proseguire il suo lavoro. Si adegui anche lui”

 “L’ex Procuratore di Pescara, dott. Trifuoggi, esulta per la sentenza della Corte di Cassazione nei confronti di Ottaviano Del Turco. In fondo, lo apprezzo: sapersi accontentare di poco è una virtù”. E’ quanto scrive in una nota il legale dell’ex governatore dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco, l’avvocato Giandomenico Caiazza. “La Giustizia italiana, e le connesse risorse pubbliche necessarie, sono state impegnate per anni di processi e migliaia di pagine di verbali ad occuparsi delle strabilianti prove sul falso ideologico nella prima cartolarizzazione; su abusi di ufficio per budget provvisori manipolati, emendamenti legislativi segretamente modificati, documenti indebitamente sottratti alla legittima conoscenza pubblica, ispezioni sanitarie illegittime, ed una congerie di altre simili fandonie. Tutto questo al fine di prendere per ben 21 volte denaro da Angelini, per oltre 6 milioni di euro, dei quali nessuno ha saputo fornire prova nemmeno per un centesimo”. Sottolineando le sentenze della Corte di Appello, della Cassazione, il legale ricorda che “residuano, galleggiando incomprensibilmente in quel mare di assurdita’, tre dazioni di denaro che Del Turco avrebbe richiesto ed ottenuto Dio sola sa perche’. Il dott. Trifuoggi ci si lancia sopra, brandendole per cantare vittoria. E’ il degno finale di questa tragica farsa”.

“Chi risarcira’ Ottaviano Del Turco per il male subìto, per le umiliazioni, per il “trattamento” politico e mediatico? Nove anni di calvario… A sinistra e non solo, in tanti dovrebbero riflettere a lungo”. Cosi’ il deputato di Cor, Daniele Capezzone, commenta la sentenza della Cassazione che ha rivisto in parte la condanna nei confronti di Ottaviano del Turco cancellando il reato di associazione a delinquere. “Non conosco personalmente il dottor Trifuoggi e non ho alcuna ostilita’ nei suoi confronti, ma la sua risposta alle mie parole mostra benissimo la differenza tra le nostre visioni della giustizia: la mia liberale e garantista, la sua non saprei come definirla. Dopo 9 anni e un’inchiesta – la sua –  smontata dalla Cassazione, parla per difendere una tesi a tutti i costi… Non mi sembra una pagina gloriosa”. Cosi’ Daniele Capezzone.

“Se per censurare un libero e legittimo pensiero del collega Capezzone l’ex capo della procura di Pescara Nicola Trifuoggi esclama ‘povera anima di Dio’… Beh il linguaggio dice tutto su queste persone”. Lo dice Francesco Giro senatore di Forza Italia

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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