Servizi pubblici, Cnel: costi elevati e aumenta il divario nord-sud

 I servizi delle pubbliche amministrazioni centrali e locali a cittadini e imprese hanno un elevato peso economico rispetto alla qualità delle prestazioni erogate. Il divario Nord-Sud, tranne poche eccezioni, è sempre più accentuato. Il costo maggiore che pesa su cittadini e imprese riguarda i servizi amministrativi (205 euro pro capite, con un aumento del +0,6%), i servizi legati all’istruzione impegnano mediamente 681 euro per ciascun residente sui bilanci degli enti comunali, i servizi del sociale costano 77 euro pro capite (-1%). Sono alcuni dei dati che emergono dalla Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini, realizzata dal Cnel. Il dato più critico è rappresentato è rappresentato dagli asili nido, che, tranne pochi casi virtuosi, sono ancora sottodimensionati rispetto alle reali esigenze delle famiglie e vedono diminuire gli investimenti, rappresentando anche uno dei maggiori ostacoli alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle donne

Lo studio verrà presentato mercoledì 15 gennaio 2020 (ore 10), a Roma, al Cnel, apriranno i lavori Tiziano Treu, presidente del Cnel e Fabiana Dadone, ministra per la Pubblica Amministrazione, insieme ai vicepresidenti Gianna Fracassi ed Elio Catania. Il quadro complessivo che emerge è sempre quello di un’amministrazione “in movimento” soprattutto grazie al graduale diffondersi dei processi di digitalizzazione all’interno dell’amministrazione pubblica che risulta però ancora troppo appesantita, come continuano a segnalare gli indicatori della Banca Mondiale da una eccessiva complessità di regole e di percorsi procedurali che si traducono non solo in meri aspetti di inefficienza della gestione amministrativa ma, soprattutto, in oneri significativi sulla vita delle imprese e dei cittadini. Sul fronte sanitario, si legge, l’Italia si colloca tra i Paesi più virtuosi anche se i risultati ottenuti in termini di salute e di efficienza sanitaria sono inficiati nel loro valore dal peso delle disparità che si registrano nell’offerta di servizi, nei tempi di attesa e nelle differenze territoriali. Per la propria salute i cittadini spendono mediamente 655 euro all’anno. L’Italia è il Paese europeo con le più grandi differenze tra regioni

 – Il nostro Paese non eccelle neanche in termini di innovazione tecnologica. Il livello di digitalizzazione è medio-basso che pone l’Italia tra gli stati non-consolidated eGov, cioè coloro che non sfruttano appieno le opportunità fornite dalle tecnologie digitali. Situazione opposta per le amministrazioni centrali dello Stato ch hanno raggiunto punte di eccellenza e consentono la gestione online della quasi totalità dei procedimenti amministrativi di propria pertinenza: come nel caso dell’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’Agenzia delle Dogane che rappresentano esempi concreti di un’efficace interazione con cittadini e imprese attraverso i propri siti web. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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