Un’esposizione che propone, per la prima volta, un confronto tra il pittore Antonio Mancini (1852-1930) e lo scultore Vincenzo Gemito (1852-1929). Un confronto ravvicinato alla presenza di 140 opere, di molteplici materiali e tecniche: dalla pittura su tela e su tavola, alla scultura in terracotta, cera, bronzo e marmo, e al disegno. La mostra ‘Antonio Mancini e Vincenzo Gemito’ verrà presentata sabato 14 ottobre, a Pescara, nella Sala consiliare del Comune alle 10.30, e verrà inaugurata alle 12.30 nel Museo dell’Ottocento-Fondazione Di Persio-Pallotta (Viale G. d’Annunzio, 128). Un percorso espositivo pensato per rivelare affinità e differenze, reciproche contaminazioni, e gli aspetti ancora inediti di entrambi gli artisti che, ispirati dall’adesione al vero, ritrassero senza retorica scugnizzi, saltimbanchi, “prevetarielli”, piccoli malati, testimoni di un’umanità diseredata. Le opere in mostra abbracciano un ampio periodo: dagli anni della formazione napoletana, quando Mancini e Gemito muovono insieme i primi passi nell’ambiente artistico della Napoli della metà degli anni Sessanta, dominato dalle figure di Domenico Morelli, Filippo Palizzi, Stanislao Lista, per arrivare alle opere del periodo parigino, che riflettono un confronto dialettico con l’arte francese contemporanea, fino agli anni della maturità, con le produzioni dell’ultimo ventennio dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, come la serie di autoritratti. L’esposizione è arricchita dalle diciassette opere di Antonio Mancini appartenenti alla collezione permanente del Museo dell’Ottocento Fondazione Di Persio-Pallotta.
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