Lidia Menapace: una vita da partigiana. Il ricordo di Maurizio Acerbo

“La compagna Lidia Menapace non ce l’ha fatta. Abbiamo sperato in questi giorni che ci sorprendesse per l’ennesima volta con la sua inesauribile vitalità. Il suo nome si aggiunge al lungo elenco delle vittime del maledetto covid. Perdiamo non solo una compagna del nostro partito ma un punto di riferimento imprescindibile per tutta l’Italia democratica e antifascista. Lidia è stata una delle personalità più belle della storia della nostra Repubblica. Partigiana, comunista, femminista, pacifista Lidia ha dato un contributo straordinario alle lotte e all’elaborazione teorica, è stata un esempio di gioia, curiosità, spirito critico, di militanza intelligente, appassionata, instancabile. Quando facemmo insieme nel 2006 la campagna elettorale in Abruzzo, io capolista alla Camera e lei al Senato, non ebbe mai un momento di cedimento per l stanchezza neanche a ora tarda quando in auto tornavamo a casa.  A Pescara è sempre stata di casa, invitata spesso per iniziative fin dagli anni ’70, invitata dal Manifesto, dal Pdup poi da Rifondazione e da associazioni e movimenti. Non è mai diventata una reduce. Ha girato tutta Italia, in lungo e largo fino a poco tempo fa”. Lo afferma Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

“Non si è mai risparmiata e ha distribuito ovunque la sua disponibilità all’incontro, al dialogo, al racconto, a socializzare le sue riflessioni, le sue storie, la sua intelligenza e la sua gioia nel condividere pensieri e bicchieri di vino. Scherzava sempre sulla via alcolica al socialismo.
Ammirazione, stima, amicizia, riconoscenza nei suoi confronti sono sentimenti condivisi e autentici. E ripensando alla sua biografia appaiono davvero dei miserabili quei parlamentari che complottarono nel 2007 per impedirle di diventare presidente della commissione Difesa del Senato. Una pacifista avrebbe rappresentato un’offesa alla sovranità limitata di un paese in cui classi dirigenti hanno chiuso in un armadio della vergogna l’articolo 11 della Costituzione e fanno a gara nell’acquistare armi e far finta di non accorgersi che siamo pieni di bombe atomiche. E ancor più infelice la mancata nomina a senatrice a vita da parte di un Presidente della Repubblica che fu comunista.
Forse Lidia non garantiva affidabilità verso le forze armate, la Nato, l’ordoliberismo dell’Unione Europea e la finanza internazionale ma semplicemente quella alla Costituzione per la quale aveva rischiato la vita nella Resistenza. Ma in queste giornate in cui siamo sommersi dai messaggi e dalle telefonate possiamo dirlo forte che Lidia Menapace è stata nominata da lungo tempo senatrice a vita dall’altra Italia, quella di sinistra, antifascista, femminista, pacifista, ambientalista oggi dispersa e sconfitta ma che le vuole un gran bene e ha condiviso con lei migliaia di incontri, manifestazioni, lotte. E credo che tutte e tutti in queste ore speriamo che la nostra compagna Lidia ci sorprenda di nuovo, come ha fatto tante volte. Pasolini definì quello della Resistenza “stile tutta luce, memorabile coscienza di sole”. Sono parole che ben descrivono la maniera con cui Lidia Menapace ci ha dimostrato che si può far politica, anzi si deve fare e pensare la politica.
Senza mai cedere sul piano della radicalità, dell’onestà intellettuale, del rigore. Avendo consapevolezza della complessità e cercando di non perdere il contatto con la vita e la realtà inseguendo formule astratte. Con gioia e ironia (una volta mi disse che la politica l’aveva salvata dalla depressione in un momento assai difficile della sua vita). Comunismo, femminismo, antifascismo, pacifismo, tutti i nostri ismi nel ragionare e discorrere di Lidia si trasformano in parole fresche di semplice buonsenso, mai noiose sempre illuminanti, capaci di comunicare anche con chi non ha condiviso i vocabolari del Novecento. Lo scrivo senza retorica e con assoluta convinzione: Lidia è stata davvero una compagna che la rifondazione comunista l’ha fatta e praticata. Forse per questo non è mai diventata una reduce.  E’ stata per tutta la vita una partigiana della lotta contro ogni forma di oppressione.  Grazie Lidia per tutto quello che ci hai insegnato”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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