Riflessioni dopo le esequie del senatore Germano De Cinque

Riflessioni dopo le esequie del senatore Germano De Cinque

Il sen. De Cinque ha avuto nella cattedrale di San Giustino le esequie che meritava. La chiesa era stracolma e tutti si sono stretti con affetto alla gentile consorte signora Giulia e alla figlia ,avvocatessa Marianna. Tra le autorità erano presenti il sindaco di Chieti di Primio, il presidente della provincia dott. Pupillo , il sindaco di Casoli, l’avv. On. Giovanni Legnini e molti altri. Coloro che hanno preso la parola hanno illustrato le qualità personali e politiche del senatore con discorsi molto belli che però erano in qualche modo distanti dalle riflessioni che facevo dentro di me e che desidero far conoscere.

Nei giorni della scomparsa di De Cinque era mio ospite un noto accademico statunitense ,il prof. Thomas Wenger . La nostra amicizia è di antica data e risale al tempo in cui iniziammo entrambi gli studi di medicina. A quel tempo venne per la prima volta mio ospite a Gissi. Non c’erano le autostrade ne le università. I nuovi ospedali dei capoluoghi di provincia erano in progettazione o in iniziale costruzione. L’agricoltura era arretrata, l’industrializzazione ed il turismo muovevano i primi passi. Tornato in seguito più volte in Abruzzo si mostrò sorpreso per la velocità e l’ampiezza del progresso economico. E bisogna considerare che su questi argomenti non è facile meravigliare un cittadino di quella nazione che ha vissuto un progresso rapidissimo, se si considera che in meno di cento anni è passata dalla sconfitta di Little Big Horn per mano dei Sioux di Toro Seduto alla conquista della luna. Nelle ultime visite il prof. Wenger ha notato un affievolirsi della crescita e quindi una decrescita niente affatto felice, facilmente osservabile dallo stato di abbandono delle strade e dalla chiusura di alcuni stabilimenti industriali. Ma questo sviluppo economico che ha destato l’interesse anche di economisti stranieri non è caduto dal cielo. E’ stato il frutto della capacità e dell’impegno di uomini come Germano de Cinque. Scomparsi questi uomini dovremmo rassegnarci ad un inevitabile regresso? Io non lo credo. La mano di qualche giovane preparato e determinato solleverà di nuovo quella bandiera tenuta alta da uomini come De Cinque ,che indica la strada per lo sviluppo economico non disgiunto dalle virtù civili perché non esiste vero progresso se alla crescita economica non si coniuga un’etica ferma e una morale intransigente.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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