Presentato a Pescara, a Palazzo di Citta’, il lungometraggio “Le Brigantesse”, prodotto dalla Adriatica Production Arts e ambientato in diverse localita’ abruzzesi. Il regista napoletano Bruno Tarallo ha illustrato la genesi del film. “Gran parte del merito va a Gabriella Rapposelli, appassionata di storia meridionalista, che mi parlo’ di queste 55 brigantesse diverso tempo addietro – spiega Tarallo -. La cosa mi affascino’ fin da subito ed e’ cosi’ che e’ iniziato questo percorso. Originariamente avevamo pensato di realizzare un corto – ha rimarcato il regista – ma poi, alla luce di riprese belle, piacevoli e stancanti, abbiamo pensato fosse un peccato tagliare e quindi ne e’ uscito film di un’ora e dieci, ambientato in diversi luoghi incantati di questa regione, che probabilmente neanche molti abruzzesi conoscono”. Tarallo ha poi evidenziato che “si tratta di un lavoro autoprodotto e senza alcun contributo pubblico”. La stessa Gabriella Rapposelli, ispiratrice del progetto, recita nel film, che e’ basato su notizie e documenti tratti dagli archivi di Stato e in particolare da quello di Chieti. Il lungometraggio, a meta’ tra finzione cinematografica e ricostruzione storiografica, e’ incentrato sulla vicenda di 55 brigantesse che nel marzo del 1861, a cavallo della caduta definitiva del Regno delle due Sicilie e dei Borboni, portarono avanti in terra d’Abruzzo un’ideale di liberta’ e di ferrea e drammatica opposizione a quella che ai loro occhi era un’invasione da parte dei Savoia e dei poteri forti delle diplomazie europee, di quella inglese in particolare. Le scene sono state girate a Chieti, Francavilla al Mare, Cisterna di Bolognano, Bosco di S.Antonio, Parco Lavinio di Scafa, Badia di S.Liberatore a Majella e Cascata di Serramonacesca, Pretoro, Piana del Legname di Manoppello.
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