Montesilvano celebra la Festa del Majo

«Le tradizioni sono inesauribili, sono opere monumentali fatte di ritualità e credenze. Su questo presupposto si fonda la Festa del Majo, la più antica festa di propiziazione agraria della tradizione abruzzese che si celebrerà il 1 maggio a Montesilvano». A annunciare lo speciale appuntamento è Francesco Stoppa, direttore del C.A.T.A., Centro di Antropologia territoriale degli Abruzzi dell’Università G. d’Annunzio e presidente del CCT, Centro Tradizioni Teatine, insieme all’assessore alle Manifestazioni Ottavio De Martinis e all’assessore al Turismo Ernesto De Vincentiis.

«Questa manifestazione – spiega De Martinis –  nasce dall’incontro dell’Amministrazione Comunale con il professor Stoppa e la Compagnia di Tradizioni Teatine. La manifestazione del 1 maggio che si svolgerà al Parco della Libertà sarà una occasione per vivere una giornata nella natura e fare un tuffo nelle antiche tradizioni della nostra regione. L’obiettivo è quello di strutturare questa tipologia di eventi, avviando un percorso di collaborazione continuativa con il CTT».

La manifestazione che si aprirà a partire dalle 9:30 vedrà il susseguirsi di una serie di riti propiziatori, utilizzati nelle borgate abruzzesi, fino alla Prima Guerra Mondiale, per favorire l’abbondanza del raccolto ma anche della prole.

«La sfida –  dice Stoppa –   è portare in un grande centro urbano i contenuti sociali che seguono il ciclo della natura. Le persone oggi sono molto stressate e questo tipo di riti dà l’opportunità di riconciliarsi con la natura e ottenere benefici per la salute mentale e fisica. Il primo grande rito sarà il Corteo del Majo, che è una figura semidivina vestita di verde con un cappello conico di canna coperto di mazzolini di fiori. Majo è anche detto il maggiociondolo dai bei grappoli di fiori gialli che fiorisce appunti ai primi di maggio, ma Maja è anche la dea Madre da cui prende il nome in nostro monte sacro. Il secondo momento è il canto dei Mesi che si inizia a Carnevale e si conclude appunto col Majo. Dodici personaggi (mesciarule) recanti l’attributo simbolico del periodo dell’anno e mascherati, compreso il Majo, intonano il canto spostandosi di contrada in contrada, lo cantano per le strade e le piazze. Questo canto si svolge in semicerchio con al centro una tredicesima figura che rappresenta l’anno. I 12 mesi descrivono e vantano le proprie caratteristiche mentre l’anno li ammonisce sulla loro caducità ricordandogli che devono lasciar posto uno all’altro senza tregua. La giornata culmina con il consumo della zuppa magica, fatta di un numero fisso di legumi, cereali e verdure che è di tre volte 9 nel chietino (Totemaje) e 3 volte sette nel teramano (le Virtù). La ricetta magica funziona solo se consumata ritualmente e ha la proprietà di portare ricchezza e abbondanza a chi ne mangia. Le altre ritualità sono il ballo del palo intrecciato e infine la bruciatura del majo. Organizzeremo inoltre laboratori sia per adulti che per bambini».

«La festa del Majo –  aggiunge Patrizia Primiterra del CTT –  è un modo per riconnettersi con l’autenticità e la purezza della natura. Quanti parteciperanno non saranno semplici spettatori ma veri attori che interagiranno con queste ritualità, nel contatto con i 4 elementi naturali». «La nostra Amministrazione –  chiude l’assessore De Vincentiis –  tiene particolarmente alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente. Vogliamo che i cittadini si riapproprino degli spazi aperti, che devono diventare luoghi di aggregazione. Crediamo che questa manifestazione possa essere un’ottima occasione e l’auspicio è quella di renderla appuntamento fisso, coinvolgendo tutte le fasce della popolazione, a cominciare dai bambini nelle scuole».  

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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