In Abruzzo il carico residuo contabile delle cartelle esattoriali affidate alla riscossione tra il 2000 e il 2024 ammonta a 24,75 miliardi di euro, pari all’1,9% del totale nazionale di 1.272,9 miliardi. Il dato emerge dalla memoria del Dipartimento delle Finanze al Senato, aggiornata al 31 gennaio scorso, ed è stato analizzato dal commercialista Luca Orsini.
Secondo Orsini, le definizioni agevolate introdotte negli ultimi anni hanno offerto ai contribuenti un vantaggio immediato, ma con effetti collaterali sulla regolarità dei pagamenti. Dalla prima rottamazione del 2016 fino alla “pacificazione fiscale” prevista nella legge di bilancio 2026, il meccanismo di sconti su sanzioni e interessi è diventato, osserva il professionista, un elemento “quasi fisiologico” della politica tributaria italiana, capace di generare consenso e gettito rapido, ma anche di ridurre la propensione al pagamento spontaneo.
In Abruzzo tra i soggetti che hanno aderito alla rottamazione-quater figura anche la Regione, che nel 2023 ha estinto le cartelle notificate all’ente e al Ciapi Abruzzo Formazione, chiuso nel 2020, con un risparmio complessivo di oltre 1,8 milioni di euro.
Orsini richiama infine l’allarme della Corte dei Conti, secondo cui la reiterazione delle rottamazioni rischia di “indurre all’inadempimento successivo”. Per il professionista è necessario “un fisco stabile e proporzionato, capace di distinguere tra l’evasore sistematico e chi non riesce a pagare”, poiché “il vero successo di una politica fiscale si misura nella capacità di rendere superflue tali misure”.
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