Redazione Notizie D'Abruzzo

Santangelo: sostegni alle piccole imprese

"Le micro imprese attive in diversi settori del turismo, del commercio o di servizi alla persona operanti nella Regione Abruzzo non possono piu' attendere i tempi del Governo nazionale secondo il quale queste attivita' potranno riaprire a giugno quando ormai la situazione a seguito dello shock economico sara' definitivamente compromessa. Pertanto, con il progetto di legge regionale presentato, frutto del lavoro a piu' mani dei alcuni consiglieri regionali, abbiamo voluto dare un sostegno economico a fondo perduto a queste attivita' obbligate alla chiusura o alla sospensione per le misure restrittive derivanti dall'emergenza sanitaria in atto." Ad annunciarlo e' stato Roberto Santangelo, vice presidente vicario del Consiglio regionale, tra i presentatori della proposta. "Insieme con il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e alla consigliera Sabrina Bocchino abbiamo messo in campo 20 milioni di euro che integrano e completano altri specifici strumenti gia' posti in essere in vari settori dell'economia regionale in difficolta' per lo stop delle attivita' dovuto al coronavirus." "Le tipologie di aiuto, contemplate in questo progetto di legge, fanno riferimento ad una logica integrata che tiene conto dell'esigenza di liquidita' immediata, della copertura delle spese di funzionamento, di una spinta al rilancio a favore di piccoli investimenti utili alla ripresa dell'attivita' nonche' di un indennizzo per garantire la liquidita' venuta a mancare a causa dell'assenza di ricavi e fatturato", ha proseguito Santangelo. "Il pacchetto di misure, contenute in questa nuova proposta, e' riferito specificatamente alle sole micro imprese, che non superano i limiti dei 10 dipendenti, e quello di un fatturato annuo di 2 Ml di euro, perche' sono quelle che spesso non riescono a sfruttare appieno altri strumenti piu' ampi, pensati per un diverso dimensionamento delle imprese."
"Nello specifico sono previsti aiuti ulteriori, che si aggiungono ad altri strumenti come ad esempio il de minimis, alle micro imprese dei servizi legati al turismo: alberghi, alloggi per vacanze, aree di campeggio, per camper, ristorazione. Aiuti anche per il commercio al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli, per le agenzie di viaggio, tour operator, palestre, parrucchieri e per servizi alla bellezza." "Per queste imprese abbiamo disposto una sovvenzione diretta a fondo perduto, per la copertura delle normali spese di funzionamento a decorrere dal 19 marzo 2020 e per il trimestre successivo, derivante dallo squilibrio fra le entrate e le uscite, entro il limite massimo di 2.000 euro (bollette e affitti). Cosi' come indennizzi per la ricostruzione dei flussi di liquidita' interrotti a causa dei mancati ricavi dimostrabili, previa stima dell'impresa e successiva perizia di esperto indipendente in fase di rendicontazione, a decorrere dal 19 marzo 2020 e per il trimestre successivo, fino al 100% dei mancati ricavi, rilevati rispetto ai dati dell'anno 2019, dovute dalla sospensione temporanea, sia totale che parziale, dell'attivita', entro il limite massimo di 10.000 euro." "Nel nostro progetto di legge - ha proseguito Santangelo - sono inclusi intervenuti, inoltre, a sostegno dell'istruzione, con contributi agli enti ed associazioni che operano nel settore dell'istruzione pubblica, limitatamente ai nidi ed alle scuole dell'infanzia, per le spese di funzionamento sostenute nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, fino l'importo massimo di euro 2.000 per ciascun ente." "Non abbiamo dimenticato gli studenti fuori sede che abbiano dovuto, comunque, pagare i canoni di locazione, anche in termini di coabitazione nel periodo marzo, aprile, maggio 2020, per i quali e' previsto un sostegno massimo di euro 500,00 ciascuno."

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Tre comuni d’Abruzzo si accendono per ringraziare la Russia per gli aiuti ricevuti

Si è svolta la manifestazione denominata “luci della speranza nella lotta al coronavirus”: evento fortemente voluto ed organizzato dall’Associazione degli italiani amici della Russia per ringraziare, con un gesto simbolico, il Cremlino per l'intervento operato, nel nostro Paese, in occasione dell’emergenza Covid-19. Infatti la Russia ha trasportato oltre 120 medici militari attrezzati di tutto punto e, come ha ricordato il Presidented ell’Associazione degli Italiani amici della Russia, Lorenzo Valloreja: «Mosca non ha lesinato il proprio aiuto al nostro Paese, che, al di là di tutte le polemiche, rimane pur sempre il partner privilegiato all’interno del blocco occidentale. È sembrato quindi doveroso, da parte nostra, omaggiare il popolo russo con un piccolo gesto, altamente simbolico, per tutto quanto fin qui fatto nei confronti del popolo italiano: cioè l’illuminare, per una notte, nell’arco di tre giorni diversi, alcuni monumenti con i colori della bandiera russa, quindi con il bianco, il blu ed il rosso. Ad accettare il nostro invito sono state alcune Amministrazioni Comunali abruzzesi, vicine all’Associazione degli italiani amici della Russia, già da tempo legate, per motivi culturali e turistici, a Mosca, in particolare i Comuni di Silvi, Loreto Aprutino e Città Sant’Angelo». Sua Eccellenza Sergey Razov, Ambasciatore Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia ha ringraziato a sua volta gli organizzatori della manifestazione: «Siamo sicuri che il lavoro congiunto dei nostri specialisti permetterà di salvare le vite di molte persone e contribuirà al rafforzamento dell’amicizia edella cooperazione tra la Russia e l’Italia. Vorrei pertanto ringraziare gli organizzatori per l’iniziativa che indubbiamente favorirà lo sviluppo delle proficue relazioni russo-italiane».

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Emergenza Covid19, Meritocrazia Italia: non solo calcio e grandi eventi sportivi, ultimo grido catastrofe preannunciata.

"Mentre i professionisti dello sport attendono le disposizioni che permetteranno loro di riprendere a dare
spettacolo, centri minori (quali palestre, piscine, centri di aggregazione, nidi per l’infanzia, centri di socialità,
cultura ed arte e similari) dovranno fare i conti con un tracollo economico, derivante non solo dai mancati
guadagni (attuali e potenziali), ma anche dal fatto che sono luoghi in cui non sarà possibile non creare
assembramenti e/o garantire il distanziamento sociale". Lo affermano i responsabili di Meritocrazia Italia.
"Infatti, tra i requisiti probabili per poter riaprire, sarà sicuramente indispensabile mantenere il divieto delle
attività e delle lezioni di gruppo (ritenuto uno dei maggiori introiti), disporre igienizzazioni e pulizie costanti
dei locali, attrezzi e spogliatoi, prevedere l'utilizzo obbligatorio di mascherine e guanti monouso e,
soprattutto, garantire l’accesso a pochissime persone negli spazi comuni; tutto questo renderà
antieconomica la riapertura, in virtù anche delle ingenti spese che normalmente vengono sostenute, come
il pagamento dei canoni di locazione, personale, luce e gas, ecc.
A ciò, inoltre, si aggiunga la drastica considerazione per cui i mesi intercorrenti tra marzo e giugno,
coincidenti proprio con la chiusura forzata, sono notoriamente quelli con maggiore attività, mentre quelli
da luglio a settembre, periodo in cui probabilmente sarà consentita la riapertura, sono sempre risultati
quelli con minor affluenza.
Lo scenario che si prospetta, dunque, è di tracollo totale e gli eventuali incassi non consentiranno neanche
di coprire i costi di gestione, e quindi, la semplice sopravvivenza dell’attività. Per tutte queste realtà, una
vera ripartenza economica potrà essere prevista solo a conclusione di ogni ipotesi di contagio.
Questo è un problema di enorme rilevanza, che investe questa come altre numerose categorie che
svolgono attività prevalentemente di aggregazione come i nidi per l’infanzia, i centri di socialità, di cultura,
di apprendimento di arti, biblioteche, musei, attività artistiche e molte altre.
Meritocrazia ritiene, dunque, necessari alcuni interventi normativi immediati a tutela di tale comparto e di
tutti quelli fortemente penalizzati dalla inevitabile necessità di prolungare la chiusura fino alla data del
contagio zero e pertanto propone alcuni suggerimenti indispensabili se si vuole evitare il fallimento di tante
associazioni ed imprese.
In particolare, Meritocrazia Italia auspica:
 che vengano rese detraibili, nella dichiarazione dei redditi, le spese per le suddette attività senza
limiti di età o di spesa;
 che vengano estesi e potenziati, fino al momento della riapertura dei centri, gli ammortizzatori
sociali per i collaboratori delle aziende in ogni forma: dipendenti, partite IVA, contratti;
 che vengano previsti contributi a “fondo perduto” (e non solo semplice prestiti), per far fronte alle
necessarie disposizioni sanitarie anti-contagio ed alle necessità di ripresa ed avviamento;
 che vengano estese al settore finanziamenti/prestiti con un tasso quasi prossimo allo zero e con
ammortamenti per un periodo non inferiore ai 10 anni, al fine di consentire investimenti in
formazione dei collaboratori, in innovazione tecnologica ed in consulenza;
 che venga disposto un forte intervento per aiutare tale settore in relazione al pagamento delle
utenze e dei canoni di locazione per i mesi di chiusura forzata, anche magari mediante concessione
ai proprietari degli immobili di poter beneficiare di una detassazione di tutti gli oneri fiscali relativi
alla propria proprietà;
In tale prospettiva, allora, Meritocrazia Italia chiede l'attuazione di adeguate politiche di sostegno in ambito
economico, fiscale e finanche organizzativo, trattandosi di attività di fondamentale importanza per la vita
del Paese che meritano attenzione e valorizzazione".

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Montesilvano, il sindaco De Martinis accoglie le richieste dei commercianti

Il sindaco Ottavio De Martinis e l’assessore allo Sviluppo ecnonomico Anthony Aliano, oggi nel corso di una video conferenza, hanno incontrato i rappresentanti della categoria dei commercianti di Montesilvano. Presenti: Gianni Taucci di Confesercenti, Carmine Salce di Cna e Gianluca Di Domizio dell’Associazione Montesilvano nel cuore i quali, per la ripartenza della fase 2, hanno stilato un documento con undici azioni urgenti proposte all’amministrazione comunale. Il sindaco De Martinis ha accolto la maggior parte delle richieste, rinviando alcune decisoni all’uscita dei provvedimenti del governo e mostrando la massima attenzione per la categoria. Stop a Tari e Tosap per tre mesi, estensione degli spazi esterni per il distanziamento e una piattaforma online proposta dalla categoria per la consegna della merce entro poche ore, invitando così i residenti alla scelta del commercio locale. La piattaforma sarà inglobata dall’applicazione promossa dal Comune di Montesilvano per mettere in rete la città.

“Il piano comunale per il rilancio del commercio cittadino passa attraverso l’eliminazione di tributi per almeno tre mesi – afferma il sindaco De Martinis – , in attesa delle intenzioni del governo sui fondi previsti per i Comuni e la sospensione della tassa dell’occupazione di suolo pubblico e rifiuti: la Tari e la Tosap. A giugno, alla riapertura anche di ristoranti e bar, l’intenzione della nostra amministrazione è di estendere gli spazi esterni, riservati a tavolini e ombrelloni, senza costi aggiuntivi per non penalizzare le attività dalla necessità di rispettare le distanze prescritte. Tutto dovrà svolgersi però in perfetta armonia del contesto dell’esercizio commerciale e rispettando i parametri estetici. Abbiamo pensato alla pedonalizzazione di corso Umberto e di altri tratti una volta alla settimana e del lungomare in più giorni, azioni favorite anche dall’impiego della micromobilità (monoppattini e bici elettriche) e dal difficile utilizzo dei mezzi pubblici, almeno in questa fase. Inoltre, abbiamo proposto una premialità fiscale ai balneatori, che sceglieranno di restare aperti anche di sera. Infine, cercheremo di snellire gli aspetti burocratici per agevolare la categoria”.

Il sindaco ha comunicato alla categoria, che tra due settimane inizieranno i lavori di asfalto su corso Umberto, l’intervento sarebbe dovuto partire lo scorso marzo.

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Coldiretti, a rischio 500 pescherecci per la chiusura dei ristoranti

"Con oltre la metà del pescato in Italia (55%) che viene consumato fuori casa la chiusura prolungata dei ristoranti è allarme per la flotta abruzzese per effetto del lockdown prolungato al primo giugno". A dirlo con una nota è Coldiretti Abruzzo evidenziando che lo stop forzato alla ristorazione fino alla vigilia dell’estate è un duro colpo per il settore ittico che coinvolge anche la chiusura a cascata delle pescherie e dei mercati ittici all’ingrosso e alla produzione. In Abruzzo sono interessati circa 500 pescherecci tra piccola pesca, strascico, circuizione e draghe idrauliche.

"Ad aggravare la paralisi del settore sono i limiti agli spostamenti che – spiega Coldiretti – hanno causato anche il crollo della domanda di pesce fresco per consumo casalingo con la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni, per evitare di doversi recare spesso al supermercato, che ha portato i consumatori ad orientarsi verso conservati e surgelati, considerando che il consumo pro capite di pesci, molluschi e crostacei in Italia si aggiorna attorno ai 30 chili all’anno".

"La possibilità di vendita a domicilio e dell’asporto – sostiene la Coldiretti - è una importante opportunità anche se non sufficiente ad aiutare il settore soprattutto alla luce del crack turistico. In queste condizioni è necessario sostenere un settore sul quale pesa già un forte dipendenza dall’estero da dove viene l’80% del pesce consumato in Italia anche per la mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy".

“La chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi – dice Coldiretti Abruzzo - ha dunque un effetto a valanga sull’agroalimentare regionale ed, oltre al pesce, ad essere colpiti sono anche vino, birra, carne, frutta e verdura ma anche salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

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Circa 472 euro (36%) e’ la perdita media mensile dei lavoratori italiani in Cassa integrazione

Circa 472 euro (36%) e' la perdita media mensile in busta paga dei lavoratori italiani che beneficeranno di cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, per l'emergenza Coronavirus. Una perdita che tende a salire piu' e' alta la retribuzione del lavoratore interessato dal trattamento. Si va, dunque, da una decurtazione media del 25% per le professioni non qualificate ad una del 45% per professioni scientifiche e di elevata specializzazione. I calcoli sono stati forniti nel nuovo studio 'Cassa integrazione: quanto ci rimettono i lavoratori' elaborato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, a partire dai dati Istat - Indagine sulle Forze Lavoro, che mette in luce come 'solo' il 39% dei cassintegrati ricevera' una decurtazione minima del 20%. Ma per tanti lavoratori la perdita sara' piu' alta: per il 22%, infatti, la riduzione del proprio stipendio netto sara' di fatto tra il 21% e 30%; per il 18% tra il 31% e il 40%; e per il 21% addirittura superiore al 40%. A farne le spese saranno soprattutto le professioni ad elevata specializzazione (764 euro in meno rispetto alla retribuzione netta di base); figure tecniche (646 euro in meno, pari a una riduzione del 41%); professioni esecutive nel lavoro d'ufficio (428 euro in meno, pari a una riduzione del 33%). Stando ai dati contenuti nell'indagine, il quadro risulta molto differenziato anche da un punto di vista territoriale, rispecchiando le caratteristiche di una struttura occupazionale che varia nella geografia nazionale. Con un 'taglio' medio della busta paga che va dal 37% al Nord (pari a circa 512 euro) al 36% del Centro (469 euro in meno), per arrivare poi al Sud dove la maggior concentrazione di lavoratori con profili professionali e retributivi medio-bassi porta ad un taglio pari al 33% (396 euro).

L'analisi dei Consulenti del Lavoro conferma la criticita' dell'attuale situazione economica, in cui si trovano tanti lavoratori dipendenti. Ovvero, stando agli ultimi dati Inps diffusi il 27 aprile 2020, sono circa 7,3 milioni i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali (Cig e assegno ordinario) che, dopo aver atteso a lungo per avere il sostegno al reddito, finiranno per percepire un assegno di molto inferiore alla propria retribuzione netta. Si tratta di una decurtazione che interessera' tutti, anche quei redditi da lavoro gia' bassi, a cui saranno chiesti ulteriori sacrifici e che prevedibilmente non avranno neanche dei risparmi sufficienti per sopperire alle mancate entrate. A fronte di una spesa importante dello Stato (6,2 mld) per sostenere e supportare i tanti lavoratori italiani colpiti dall'emergenza economica conseguente a quella sanitaria, non va scordato che a questa platea di lavoratori verranno a mancare circa 3,5 miliardi al mese. Insomma, un volume molto importante di risorse, conclude il Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro.  

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Ammonta a quasi 13,5 miliardi nel 2019 la spesa per indennità di disoccupazione

Ammonta a quasi 13,5 miliardi, nel 2019, la spesa per indennità di disoccupazione, e cassa integrazione. Una spesa destinata a salire nel 2020 per effetto dei decreti legati all'emergenza Covid-19. E' la fotografia scattata dall'Istat nel report "La protezione sociale in Italia e in Europa" Le liquidazioni per fine rapporto di lavoro e, soprattutto, le indennità di disoccupazione, hanno raggiunto il livello massimo di spesa nel 2019 (12,6 miliardi), mentre la spesa per la Cassa integrazione guadagni (Cig) è ritornata a livelli molto bassi, analoghi a quelli precedenti la crisi economica del 2009 (849 milioni). Le indennità di disoccupazione e le spese per la Cig "sono destinate a crescere nel 2020 per effetto dei decreti emanati per il sostegno al reddito dei lavoratori a seguito della chiusura delle attività economiche per l'emergenza Covid-19".

Sempre l'Istat ha diffuso i dati sulla spesa sanitaria che nel 2019 e' stata pari al 22,7% del totale degli esborsi per prestazioni sociali erogate dal settore pubblico. "A partire dal 2008 il peso della componente sanitaria si e' gradualmente ridotto fino a tornare nel 2019 ai livelli degli anni '90" rileva l'Istat in un Report dedicato al tema. La sanita' ha presentato l'incidenza piu' elevata nel primo decennio degli anni 2000, quando assorbiva circa un quarto della spesa totale, con un picco massimo del 26,8% nel 2006, afferma il report dell'Istat. Inoltre, si rileva, e' in calo la quota di spesa per l'assistenza sanitaria ospedaliera: le prestazioni sanitarie fornite direttamente da strutture pubbliche costano poco meno di 68 miliardi, si afferma, "ma l'assistenza ospedaliera ha perso rilevanza nel tempo a favore di altre tipologie di servizi sanitari". In particolare, indica ancora l'Istituto, la previdenza ha sempre rappresentato la prima voce di spesa ma ha visto ridurre il suo peso nel tempo (-4 punti percentuali nell'ultimo anno rispetto al 1995). Nel 2019 ha assorbito il 66,3% delle risorse destinate alle prestazioni sociali (317,5 miliardi di euro, il 39,2% della spesa corrente). Alla sanita' e' andato invece il 22,7% (108,5 miliardi di euro, il 13,4% della spesa corrente) e alle prestazioni di tipo assistenziale solo l'11% (52,7 miliardi di euro, il 6,5% della spesa corrente). L'assistenza ha visto crescere il suo peso relativo solo negli ultimi dieci anni. Nel 2014 ha superato per la prima volta la soglia del 9% delle prestazioni erogate (dal 7,1% degli anni '90) per giungere all'11% nel 2019.

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L’Aquila, in carcere per i maltrattamenti alla moglie

I carabinieri della stazione di Paganica hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare per il reato di maltrattamenti in famiglia di un uomo residente a L’Aquila. Circa un anno fa una giovane donna, stanca di subire vessazioni fisiche e psicologiche alle quali veniva sottoposta ormai da anni dal marito, ha deciso di denunciarlo. Ne è scaturito l’allontanamento del marito dalla casa familiare. L’uomo però, nel corso degli ultimi mesi, ha violato le prescrizioni imposte dal giudice continuando a molestare la moglie, che però ha chiamato il 112. I numerosi interventi eseguiti dai militari hanno consentito di documentare le violazioni commesse dall’uomo, che ora è stato portato in carcere. 

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Di Giannantonio: lo stress da Covid-19 e’ come quello dei soldati in Vietnam

 "Per chi e' in prima linea lo stress da Covid-19 e' come quello dei soldati in Vietnam e dobbiamo evitare i reduci di questa guerra". Ad affermarlo e' Massimo Di Giannantonio, direttore del dipartimento salute mentale della Asl Lanciano Vasto Chieti e docente ordinario di Psichiatria all'universita' 'Gabriele d'Annunzio', che tramite il suo sportello da giorni ascolta le voci dei sanitari che l'emergenza la vivono quotidianamente. "Secondo i dati della Societa' Italiana di Psichiatria- aggiunge- l'ansia, la frustrazione, i disturbi del sonno a causa dei lutti multipli e della paura di non avere fatto abbastanza per i propri pazienti riguardano il 50% degli operatori sanitari. Questa percentuale sale al 70% per il timore e l'ansia di contrarre il virus e all'85% per l'angoscia di essere veicolo dell'infezione per i propri cari. Elevatissimo, dunque, il rischio di arrivare al burnout, cioe' alla sindrome da esaurimento- sottolinea- Un indicatore indiretto di questa situazione e' l'incremento di almeno il 30% del consumo di ansiolitici dall'inizio della pandemia. È bene ricordare che chiedere aiuto non e' un segnale di debolezza, ma di forza, per evitare domani l'ondata di sindromi post traumatiche da stress". Un bilancio tratto grazie al lavoro che lo sportello di ascolto di Di Giannantonio svolge con il numero verde 800.042.999 attivo dal lunedi' al sabato dalle ore 15 alle 19, messo a disposizione da Tim nell'ambito di 'Operazione Risorgimento Digitale' e realizzato in collaborazione con 'Emergenza Sorrisi', organizzazione non governativa che si occupa di bambini affetti da traumi di guerra e altre patologie invalidanti nei Paesi in via di sviluppo.

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Coop Alleanza 3.0 dona 50mila euro per 45 case rifugio

Coop Alleanza 3.0 ha donato a 45 case rifugio nelle nove regioni in cui e' presente (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Sicilia) 50.000 euro per sostenere e potenziare il servizio dei centri contro la violenza sulle donne.

In questo modo la cooperativa risponde all'appello 'Non sei sola!' lanciato della rete dei centri antiviolenza e delle associazioni che si occupano di donne vittime di abusi, sostenendo le diverse attivita' di questi spazi con cui collabora tutto l'anno. "Con l'emergenza Coronavirus #iorestoacasa e' diventato un dovere, ma per tante donne restare a casa significa convivere ogni giorno sotto la minaccia della violenza domestica", scrive in una nota Coop Alleanza, motivando il suo contributo. Con la donazione ogni singola associazione potra' decidere come usare il sostegno, se potenziare i servizi di supporto telefonico ma anche per acquisti necessari alle case rifugio, come ad esempio, dispositivi digitali per consentire la didattica a distanza ai bambini ospiti. A Bologna le realta' locali destinatarie sono il centro Casa delle Donne per non subire violenza e Mondo Donna onlus

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