Dolori senza confini, la riflessione di Adele Di Rocco

Riceviamo e pubblichiamo da Adele Di Rocco una riflessione su due date e due episodi storici che tanto dolore hanno causato. 

«Notte tra il 2 e 3 agosto 1944 Auschwitz e 2 agosto 1980 Bologna. Due date così lontane come lontane sono queste due città, accomunate in questo giorno da terribili ricorrenze. Era la notte del 2 agosto del 1944 quando ad Auschwitz furono sterminate (secondo nuove stime) oltre 4.000 persone di etnia Sinti e Rom, secondo alcune ricostruzioni per lo più donne e bambini, in una sola notte. Il 2 agosto del 1980 a Bologna la guerra era finita da molti anni, si era distanti molti chilometri da Auschwitz, e alle 10 e 25 del mattino in una giornata d’estate l’esplosione di un ordigno uccise 85 persone e ne ferì più di 200. Questo cambiò per sempre la vita di migliaia di persone. Auschwitz e Bologna non son poi così lontane nel dolore di questa giornata. Sinti, Rom e Gagè non sono così lontani e così diversi, quando si viene colpiti e uccisi. Per questo d’un tratto ci ritroviamo uguali nei dolori e nelle stragi che siano commesse in una stazione o in un campo di concentramento cambia poco nel dolore ci ricordiamo di essere tutti esseri umani, perciò vi invito oggi a non ricordare queste date come stragi di sinti o gagè ma stragi di chiunque si consideri libero, stragi di chiunque ami la democrazia, di chiunque ami questo paese, oggi non deve essere solo il ricordo del porrajmos o della strage di Bologna. Oggi deve essere il ricordo di come l’odio e la divisione neghino la libertà altrui. Dobbiamo imparare a ricordare queste stragi come crimini contro l’umanità, perché ricordare è il più potente vaccino contro l’odio e contro la divisione. Chi non ricorda il proprio passato sarà sempre condannato a ripeterlo, e in una situazione ed un paese in cui oggi sembra che nessuno voglia ricordare, uniamoci contro chiunque voglia dividerci contro chiunque calpesti la libertà altrui, che queste storie siano da ammonimento per le generazioni future, per non dimenticare, per non dimenticare le vittime, per non dimenticare noi stessi».

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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