Un viaggio in immagini e parole che racconta come una malattia infantile entri a sconvolgere la vita delle famiglie. A parlare sono i fratelli e le sorelle dei piccoli che devono sottoporsi alle cure, raccontando il loro punto di vista. Tutto questo è I Guerrieri del Regno di Oep – il reparto di Onco-ematologia pediatrica, documentario girato da Francesco Calandra con la sceneggiatura di Maria Grazia Liguori. Un lavoro nato da un’esperienza che entrambi hanno vissuto in prima persona. Il lavoro è stato presentato per la prima volta attraverso un teaser, in occasione della scorsa edizione della Notte europea dei ricercatori a Chieti.
Appuntamento per la prima del documentario giovedì 28 novembre alle 21 al cinema Massimo (Sala 2), alla presenza degli autori, con dibattito finale moderato da Roberta Mancinelli del TGR Abruzzo. Interverranno i rappresentanti Metamer, fornitore di gas e luce che ha scelto di supportare questa importante causa, sostenendo la realizzazione del documentario.
“Siamo convinti che una società che sviluppa la propria attività economica su un territorio, abbia la responsabilità di contribuire alla sua crescita anche sociale e culturale” commenta Nicola Fabrizio, amministratore delegato di Metamer. Con queste parole si sottolinea l’impegno che l’azienda sta concretizzando sempre di più nel porsi come promotore di iniziative importanti e di rilievo, in termini di responsabilità sociale.
“Nel Regno di Oep capiti all’improvviso e senza preparazione, si entra in apnea, è difficile respirare – come recita la voce narrante dell’attore Luigi Lo Cascio -. Si precipita in un mondo parallelo, non sembra vero che dall’altra parte tutto continui a scorrere incurante. La malattia lacera la madre, soffocandola nel manto della paura, ruba al padre la capacità di proteggere la famiglia, ma la malattia sconvolge anche i fratelli e le sorelle”.
“Osservando la realtà nella quale siamo entrati – commentano gli autori del documentario Francesco Calandra e Maria Grazia Liguori – abbiamo notato come la malattia sconvolga le vite non solo dei ragazzi ricoverati, ma anche dei fratelli e delle sorelle, che si trovano in un mondo, loro malgrado, fatto di sofferenze e privazioni, anche di gelosie. Abbiamo pensato che fosse interessante far raccontare a loro questa realtà, più che ai pazienti stessi o ai genitori”.