Ritornano le contaminazioni culinarie con i cuochi agricoli all'interno del terzo Festival dell'Agriturismo Italiano promosso da Cia-Agricoltori Italiani e Turismo Verde. Il format rimane lo stesso, per l'occasione a cambiare e' la location. Il primo appuntamento con gli Agrichef dopo la pausa estiva si terra', infatti, con un Fuori Salone all'inaugurazione della XVII edizione di Pane Nostrum, la quattro giorni sull'arte della panificazione organizzata da Comune di Senigallia, Confcommercio Marche Centrali e Cia, con il contributo della Camera di Commercio di Ancona. Domani sera andra' in scena il mash-up di sapori tra la cucina marchigiana e pugliese. L'agriturismo Cadabo' di Montecarotto ospitera' gli Agrichef della masseria Chinunno di Altamura, per una cena con la partecipazione del Consorzio per la tutela e la valorizzazione del pane di Altamura Dop. Le aziende agrituristiche daranno vita, insieme, a menu' e degustazioni riservati agli appassionati della cucina secondo campagna. La Fiera internazionale del pane proseguira' fino al 24 settembre nel centro storico di Senigallia, tra laboratori e forni a cielo aperto, degustazioni e attivita' per tutti, dai semplici curiosi a noti chef pronti per lezioni e masterclass. Mentre gli appuntamenti con gli Agrichef della Cia continueranno il 14 ottobre nelle zone colpite dal sisma, con l'agriturismo Capodacqua (Teramo) che accogliera' a cena l'agriturismo Sante Muse (Lecce) in occasione dell'evento "ballo della pizzica" organizzato nella piazza del comune di Civitella del Tronto
Leggi Tutto »Meduse dannose per la pesca invadono l’alto Adriatico
Non sono urticanti come le meduse, ma hanno un impatto negativo sull'ecosistema e il settore ittico: sono le noci di mare, organismi gelatinosi, quasi trasparenti e luminescenti. Lo spiega lo studio pubblicato sul Journal of Sea Research, da un gruppo di ricercatori tra cui quelli dell'Osservatorio nazionale di oceonografia e geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste. Dal 14 al 17 settembre saranno sulla nave Ogs Explora, per una spedizione nell'Alto Adriatico. Le noci di mare "sono animali marini planctonici carnivori, originari delle coste atlantiche americane e comparsi per la prima volta in Europa all'inizio degli anni '80, trasportate dalle navi attraverso le acque di zavorra" spiega Paola Del Negro, direttrice della sezione di Oceanografia dell'Ogs. Sono poi proliferate a tal punto da creare gravi danni al settore della pesca "perche' sono un vorace predatore di zooplancton, uova e piccole larve di pesci, soprattutto di acciuga", continua Del Negro. Nel Golfo di Trieste sono state segnalate per la prima volta nel 2005, ma solo nell'estate 2016 c'e' stata una vera e propria esplosione demografica, con presenze massicce nella Laguna di Marano e Grado, lungo la costa occidentale dell'Istria, e tutte le coste adriatiche italiane, fino ad Ancona e Pescara. Questi organismi alterano lo sviluppo della catena alimentare, perche' sottraggono cibo a molti pesci, come acciughe e sardine, e ne predano uova e larve. Si adattano a tutti gli ambienti e hanno un'impressionante capacita' riproduttiva. Questi organismi sono dannosi anche per alcuni sistemi di pesca tipici delle lagune alto adriatiche. "In Mar Nero hanno provocato un crollo della pesca vertiginoso. In Adriatico speriamo di frenarle con il loro principale predatore, Beroe ovata".
Leggi Tutto »Scuole, i consigli di Coldiretti Abruzzo per una merenda sana e fresca
Gallette al farro da abbinare alla marmellata di uva o al miele, ma anche la tradizionale frutta e lo yogurt a km zero, fino ai biscotti di grani antichi. Sono questi i consigli di Coldiretti Abruzzo in occasione della riapertura della scuola ai genitori più attenti, invitandoli ad “equipaggiare” i propri figli di una merenda fresca e possibilmente “locale”.
“L’obiettivo – dice Coldiretti Abruzzo - è sensibilizzare genitori e figli sull’importanza di una sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell'agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. Ci sono cibi facili da consumare che, oltre ad essere gustosi ed invitanti, sono freschi e genuini. Si va dal semplice e tradizionale panino con olio e prosciutto locale, che è fonte di carboidrati e proteine, agli alimenti più sfiziosi ed elaborati, prodotti e venduti oggi da tante aziende agricole”. Tra i prodotti più nuovi e gettonati spiccano le gallette di farro o ai cereali, i biscotti di grano saraceno, i dolcetti tipici con miele e confetture (magari a base di uva o frutta delle campagne abruzzesi) per arrivare fino al semplice e vitaminico succo di frutta a chilometro zero. “Una merenda diversa dal solito ma sana e fresca che le famiglie - ricorda Coldiretti Abruzzo - potranno acquistare nella rete dei mercati o dei punti vendita di Campagna amica, direttamente dagli agricoltori”. Coldiretti Abruzzo ricorda inoltre che ci sono scuole che hanno attivato con gli Agriturismi di Campagna Amica la ricreazione a chilometro zero per gli studenti più grandi.
Bilancio più che positivo del mercato di Campagna amica di Vasto
Si chiude con un bilancio più che positivo la stagione estiva del mercato di Campagna amica di Vasto Marina, che ha accolto sul Lungomare Cordella turisti e residenti da metà luglio fino alla fine di agosto - per due sere a settimana, il mercoledì e il sabato dalle 19 alle 24.
Un appuntamento con il chilometro zero che – ormai consolidato – ha riscosso anche quest’anno un grande successo con un aumento dei clienti grazie all’offerta dei 15 stand di ogni genere di prodotto agricolo. Dall’olio extravergine al pane, dalle confetture alla frutta passando per miele e ortaggi che, anche forse a causa del calo di produzione dovuto dalla siccità, sono stati particolarmente richiesti dai consumatori. Tra i prodotti che hanno suscitato più appeal sicuramente le “percoche” (pesche gialle) e i pomodori “mezzitempi”, ma anche la Ventricina vastese, miele, sottaceti e confetture e le spremute di frutta che hanno attirato migliaia di persone tra clienti e visitatori tra cui soprattutto turisti che hanno potuto apprezzare attraverso la genuinità dei prodotti venduti la bellezza del territorio abruzzese.
Ieri sera, la chiusura ufficiale del mercato con la cena sociale dei produttori nell’agriturismo Fonte Maggio di Scerni, alla presenza del segretario di zona Giuseppe Di Pietro e del direttore provinciale di Coldiretti Chieti Luca Canala. “Si chiude una stagione con grandi risultati e se ne apre subito un’altra – dice Canala – i produttori tornano ufficialmente a Vasto Centro con il mercato del venerdì in piazza Brigata Maiella che verrà ulteriormente potenziato. Ringraziamo pertanto l’amministrazione comunale che ancora una volta ha creduto al nostro progetto a Vasto Marina e annunciamo che, in riferimento ai mercati di Campagna Amica, stiamo lavorando ad altre novità che riguarderanno a brevissimo tutta la provincia”.
Incendi: Coldiretti Abruzzo, almeno 15 anni per ricostruire i boschi perduti
Oltre 120mila ettari a fuoco in tutta Italia con l’Abruzzo che esce veramente martoriato da questa “infernale” estate 2017, che verrà ricordata per il clima pazzo, la forte siccità e le temperature altissime, oltre che per gli innumerevoli roghi che hanno letteralmente raso al suolo centinaia e centinaia di ettari di terreno boschivo che ricopre il 41% della superficie regionale. Per Coldiretti Abruzzo ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ed un costo per la collettività stimabile in circa diecimila euro all’ettaro percorso dalle fiamme.
"Gli incendi – sostiene la Coldiretti – hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco – sostiene la Coldiretti - saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna e dei tartufi. Una situazione difficile che riguarda anche il resto del Paese, con oltre 120mila ettari andati a fuoco nel 2017 con incendi praticamente triplicati rispetto alla media dei 10 anni precedenti, spinti dalla siccita’, dall’incuria e dall’abbandono dei boschi divenuti facile preda dei piromani. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – sostiene la Coldiretti - è mancata l’opera di prevenzione con 12 miliardi di alberi dei boschi italiani che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili soggette ai piromani.
“Anche nella nostra regione è praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia la superficie coperta da boschi che oggi in Abruzzo interessa 400mila ettari (Pari al 41% del territorio) ma, come è ormai evidente, sono alla mercé dei piromani la maggioranza dei boschi che, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirle – dice Coldiretti Abruzzo - “Per difendere il bosco italiano e abruzzese occorre creare le condizioni affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli nonché cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.
I DANNI DEGLI INCENDI
1) Costo degli interventi per emergenza
2) Perdita di biodiversità per danni alla fauna e alla flora con boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro ma anche funghi ed erbe aromatiche.
3) Impedite nelle aree a fuoco tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati.
4) Difficoltà per turismo e agriturismo per calo delle presenze nelle aree coinvolte
5) Danni diretti alle coltivazioni, perdite di animali, distruzione di fabbricati rurali
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
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Coldiretti, 15 anni per ricostruire i boschi perduti
Oltre 120 mila ettari a fuoco in tutta Italia con l'Abruzzo che esce veramente martoriato da questa 'infernale' estate 2017, che verra' ricordata per il clima pazzo, la forte siccita' e le temperature altissime, oltre che per gli innumerevoli roghi che hanno letteralmente raso al suolo centinaia e centinaia di ettari di terreno boschivo che ricopre il 41% della superficie regionale. Per Coldiretti Abruzzo ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo ed un costo per la collettivita' stimabile in circa diecimila euro all'ettaro percorso dalle fiamme.
"Gli incendi - sostiene la Coldiretti - hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversita' (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l'anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco - sostiene la Coldiretti - saranno impedite anche tutte le attivita' umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna e dei tartufi. Una situazione difficile che riguarda anche il resto del Paese, con oltre 120 mila ettari andati a fuoco nel 2017 con incendi praticamente triplicati rispetto alla media dei 10 anni precedenti, spinti dalla siccita', dall'incuria e dall'abbandono dei boschi divenuti facile preda dei piromani. Un costo drammatico che l'Italia e' costretta ad affrontare perche' - sostiene la Coldiretti - e' mancata l'opera di prevenzione con 12 miliardi di alberi dei boschi italiani che, a causa dell'incuria e dell'abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili soggette ai piromani". "Anche nella nostra regione e' praticamente raddoppiata rispetto all'Unita' d'Italia la superficie coperta da boschi che oggi in Abruzzo interessa 400mila ettari (Pari al 41% del territorio) ma, come e' ormai evidente, sono alla merce' dei piromani la maggioranza dei boschi che, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirle - dice Coldiretti Abruzzo.
Leggi Tutto »Cia, vendemmia con produzione di vino in calo
La vendemmia 2017 in Basilicata "dovrebbe produrre tra i 22 e i 25 ettolitri di vino in meno per effetto, principalmente, del caldo e della siccita'": e' la previsione della Confederazione italiana agricoltori. Citando dati dell'Istat, la Cia ha spiegato che in Basilicata la produzione 2015-2016 si e' "stabilizzata tra gli 86-87 mila ettolitri, con una crescente esposizione ai vini rossi (da circa l'80% all'83%), una produzione doc di circa 30 mila ettolitri (contro un picco di 40 mila del 2012), igt di 27 mila ettolitri (non distante dai picchi del passato di 30 mila) e una produzione di vini comuni quasi scomparsa: 29 mila ettolitri contro un livello medio degli ultimi dieci anni di oltre 100 mila. Una previsione che e' in attesa di conferme a partire dalle prossime settimane e che e' seguita con una certa apprensione, solo per la quantita' e non certo per la qualita' del vino che non e' in discussione, da parte dei produttori dei sei vini a denominazione riconosciuta (quattro doc, una docg e una igt) mentre per i vini comuni e venduti sfusi la situazione permane incerta e con bassi margini di remunerazione. Un raffronto: il ricavo medio annuo del vigneto in Basilicata e' poco inferiore ai tremila euro ad ettaro per il dop, di poco superiore ai tremila euro a ettaro per l'igp e circa 2.400 euro ad ettaro per il vino comune". Nel rilevare che "siamo molto lontani" dal valore medio per ettaro che si registra in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche e Molise, la Cia ha sottolineato che "una caratteristica invece della produzione vinicola lucana e' il peso della produzione cooperativa sul totale regionale pari al 45 per cento che colloca la la Basilicata al secondo posto della graduatoria regionale preceduta da Abruzzo (82%). Sono dati fondamentali - ha concluso l'organizzazione di categoria - per determinare le prossime scelte relative al comparto e un punto di vista significativo per capire come e dove si sta muovendo uno dei settori piu' interessanti dell'agroalimentare made in Italy e comunitario. In particolare la progressione dell'export che per il vino lucano continua ad essere una caratteristica di nicchia, con l'aglianico del Vulture che fa da battistrada sui mercati europei e mondiali, incide positivamente anche sulle quotazioni dei vini nel mercato interno, segno che la catena del valore del vino sta portando risultati positivi su tutti gli anelli della filiera".
Leggi Tutto »Sisma, crolla del 15% il raccolto di grano
Nelle aree colpite dal terremoto crolla del 15% il raccolto di grano per effetto congiunto delle condizioni climatiche e della riduzione dei terreni seminati dopo le scosse mentre la produzione di latte è calata addirittura del 20% anche per stress, decessi e chiusura delle stalle crollate. E' quanto stima la Coldiretti nel fare un bilancio della situazione nelle campagne a distanza di un anno dalla prime scosse. Le difficoltà - sottolinea la Coldiretti - non ha però scoraggiato agricoltori e allevatori i quali, al prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle zone terremotate. Il caldo e la siccità hanno tagliato del 20% la produzione della lenticchia di Castelluccio seminata dopo le scosse che, salvata dalle difficoltà provocate dal terremoto, ha dovuto fare i conti con le bizzarrie del clima secondo la Coldiretti che stima, tuttavia, una produzione di ottima qualità per un totale stimato in circa 3.000 quintali. E sulle tavole rimane anche il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, seppur con un calo di produzione stimato nel 15%, a causa del crollo dei laboratori di trasformazione. Lo stesso discorso vale per il pecorino dei Sibillini, per il quale le quantità sono ridotte del 10-15% a causa soprattutto della diminuzione nella produzione di latte determinata dallo stress al quale sono stati sottoposti gli animali rimasti per lunghi mesi all'aperto. Ma non mancano all'appello neppure altre specialità, come la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia. Sono 292mila ettari i terreni agricoli coltivati nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, soprattutto a seminativi e prati e pascoli, da imprese per la quasi totalità a gestione familiare (96,5%), secondo le elaborazioni Coldiretti sull'ultimo censimento Istat. Quasi la metà del terreno agricolo per un totale di circa 140mila ettari è coltivato - precisa la Coldiretti - a seminativi, dal grano duro per la pasta all'orzo per la birra artigianale, dal farro all'avena, dai girasoli alle lenticchie e agli altri legumi.
Significativa la presenza di allevamenti con quasi 65 mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali dai quali scaturisce anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi che garantiscono specialità di pregio famose in tutto il mondo. Il crollo di stalle, fienili, caseifici e la strage di animali hanno limitato l'attività produttiva nelle campagne, ma a pesare sono anche le difficoltà di mercato. L'abbandono forzato delle popolazioni, trasferite sulla costa, e la fuga dei turisti - spiega la Coldiretti - hanno fatto venir meno la clientela, mettendo in grave difficoltà le aziende agricole che non hanno più un mercato locale per i propri prodotti. Un aiuto determinante per la commercializzazione - continua la Coldiretti - è garantito dalla più grande rete di vendita diretta dell'Unione Europea realizzata dagli agricoltori di Campagna Amica che ospita nei mercati, dalla Capitale a tutta la Penisola, i prodotti degli agricoltori terremotati rimasti senza possibilità di vendita, garantendo l'originalità dell'offerta e il rapporto diretto tra produttore e consumatore.
Leggi Tutto »Caldo, il ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso non c’e’ piu’
L'estate piu' calda del decennio ha fatto un'altra vittima: il ghiacciaio del Calderone, il piu' meridionale d'Europa, sul Gran Sasso in Abruzzo. A meta' agosto e' sparito. La conca fra i 2650 e i 2850 metri d'altezza, circondata dalle tre cime del Corno Grande del Gran Sasso, anche durante l'estate mantiene il suo manto bianco. E' il ghiacciaio piu' a sud del continente. Ma quest'anno, dopo una primavera secca e un'estate rovente, la conca e' soltanto una pietraia, con tre minuscole chiazze di ghiaccio superstiti. Se ne sono accorti subito al rifugio Franchetti, il piu' alto d'Abruzzo, posto proprio sotto il Calderone e i due Corni del Gran Sasso. Il 14 agosto la sorgente d'acqua alimentata dal ghiacciaio si e' esaurita, lasciando la struttura a secco in piena stagione turistica. "Cosa mai successa in questi ultimi 30 anni", commenta sconsolato su Facebook il gestore, Luca Mazzoleni. Sul social network, le foto degli alpinisti che scalano le cime del Gran Sasso confermano la sparizione del ghiacciaio, e si moltiplicano i commenti afflitti degli habitue's di quei monti. Per l'alpinista aquilano Paolo Boccabella, "la situazione quest'anno e' drammatica: il ghiacciaio e' sparito non alla fine dell'estate, ma gia' a meta' agosto". Quest'anno sul Gran Sasso e' nevicato abbastanza poco, salvo l'evento eccezionale del 18 gennaio (quello che ha provocato la tragedia di Rigopiano).
La primavera poi e' stata secca, e l'estate particolarmente calda ha dato il colpo di grazia al Calderone. In realta', spiegano i meteorologi, a sparire e' stata la copertura superficiale di neve, quella che di solito resiste tutta l'estate. Sotto il ghiaione, rimane uno strato di 15 metri di "ghiaccio fossile", depositato li' da decenni, che arriva a uno spessore di 25 metri nell'inghiottitoio centrale. "Il nevaio superficiale si consuma completamente d'estate in media una volta ogni cinque anni - spiega il meteorologo Marco Scozzafava dell'associazione "L'Aquila Caput Frigoris" -. Lo ha fatto nel 2001, nel 2007 e nel 2012. La sparizione del ghiacciaio non e' un evento eccezionale, ma la situazione va tenuta sotto controllo. Sarebbe allarmante se la cosa si ripetesse tutti gli anni". Tuttavia, negli ultimi vent'anni anche il ghiaccio sotto il ghiaione si e' ridotto. "Dal 1992 al 2015 - spiega Scozzafava - lo strato di ghiaccio sotto i detriti si e' ridotto di quasi 1 metro, da 26 a 25 metri".
foto: wikipedia -Iphabio del settembre 2011
Leggi Tutto »Coldiretti Abruzzo, caldo stravolge consumi +3% per ortofrutta
Il caldo record non incide solo sulla produzione agricola ma stravolge anche i consumi degli italiani con aumenti che vanno dal +3% per l’ortofrutta al +17% per l’acqua non gassata con un incremento del 19% anche per i gelati in vaschetta. Lo dice Coldiretti sulla base dei dati Nielsen relativi al giugno 2017 che si è classificato al secondo posto tra i piu’ caldi dal 1800 secondo il Cnr. Ad aumentare sono anche i consumi di mozzarella con un +13% e, come risulta da una indagine effettuata da Coldiretti Abruzzo sulla rete locale di Campagna Amica, nella nostra regione vanno a ruba anche latticini quali ricotte, primo sale e formaggi freschi, seguiti dall’incremento delle vendite di ceci e di farro che diventano protagonisti di insalate estive e contorni proteici, insieme alle più tradizionali ricette “fredde” come la panzanella a base di pomodoro, basilico e olio extravergine, immancabile sulle tavole degli abruzzesi e della stragrande parte delle famiglie italiane che chiudono il pasto con frutta rigorosamente di stagione come cocomero, meloni e pesche noci, spuntino preferito per i vacanzieri da spiaggia.
“L’anomalia climatica – sostiene la Coldiretti - ha influenzato comportamenti e consumi con gli Italiani che non escono di casa, cucinano meno e fanno aumentare gli acquisti di cibi pronti e rinfrescanti oltre che di bibite e frutta che ha fatto registrare nel 2017 il record degli acquisti degli ultimi 17 anni. Un andamento influenzato dalle condizioni meteorologiche, ma anche da uno stile di vita piu’ salutistico con il ritorno della dieta mediterranea”. Un vero boom con l’affermarsi di smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar, in spiaggia o anche a casa di frutta e verdura che - precisa la Coldiretti - soddisfa molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l'apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all'azione dei radicali liberi prodotti nell'organismo dall'esposizione al sole, nel modo più naturale e appetitoso possibile. Antiossidanti “naturali” sono infatti le vitamine A, C ed E che - precisa la Coldiretti - sono contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca.
“Quest’anno poi – aggiunge Coldiretti Abruzzo – a fronte di una diminuzione della produzione dovuta alla siccità, che ha colpito soprattutto frutta e ortaggi, riscontriamo un aumento del grado zuccherino di alcune produzioni, che risultano perciò dolcissime e particolarmente apprezzate dai consumatori. Questo tuttavia – dice Coldiretti Abruzzo – non compensa le difficoltà del settore che soffre anche per i prezzi in calo che non coprono i costi di produzione per effetto delle distorsioni del mercato”.
Coldiretti Abruzzo consiglia quindi, per gli acquisti estivi, di recarsi nei mercati di Campagna amica per comprare prodotti agricoli freschi e locali e aiutare, così, anche l’economia locale segnata da questa lunga e siccitosa stagione e ricorda che, per tutto il mese di agosto, i turisti che risalgono dal mare potranno acquistare direttamente nei mercati estivi “di lido” situati a Vasto Marina (Lungomare Cordella, di fronte alla guardia medica turistica, ogni mercoledì e sabato dalle 18 alle 24) e a Giulianova Lido (Piazza Dalmazia, aperto tutto l’anno ogni giovedì, dalle 8 alle 13).
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