Economia

Riforma per il testo unico del commercio

Un lavoro comune tra Giunta e forze di maggioranza in Consiglio regionale ha permesso di elaborare un organico documento di riforma al vigente “Testo Unico in materia di commercio”, contenuto nella legge regionale n. 23 del 2018. Una iniziativa legislativa dell’assessore alle attività produttive Mauro Febbo che ha raccolto tutta una serie di indicazioni fornite dal vertice dell’Assemblea regionale, il presidente Lorenzo Sospiri. Al centro della proposta di modifica il riordino delle norme dedicate al commercio sulle aree pubbliche con particolare riferimento alle attività in forma itinerante. Il riassetto del settore è reso necessario dalle novità introdotte con la nuova legge di bilancio dello Stato. Inoltre il progetto di legge regionale include la regolamentazione dei “negozi a tempo”, l’introduzione di agevolazioni finanziarie per i negozi storici e altre modifiche sugli impianti di carburante. Ulteriore importante principio che viene sancito è quello della concertazione, già presente nel precedente testo, ma che ora si vuole estendere alle organizzazioni imprenditoriali del commercio maggiormente rappresentative a livello regionale. Sulle novità introdotte per gli ambulanti cambiano le regole per l’assegnazione dei posteggi dedicati alla vendita. Si confermano i 12 anni per le concessioni del posteggio nei mercati o nelle fiere, è però esclusa ogni discrezionalità del Comune nel modificare al ribasso tale periodo e si prevede la possibilità di rinnovare la concessione solo se l’impresa è in regola con il pagamento del suolo pubblico e dei contributi. Si precisano inoltre i limiti delle concessioni sullo stesso mercato e nei posteggi isolati fuori mercato. “Per la prima volta la Regione - spiega Febbo - su impulso del presidente Sospiri, con cui ho dialogato incessantemente su questi temi, riconosce e regolamenta quelle nuove forme di commercio al dettaglio in linea con le nuove formule di mercato e con le rinnovate esigenze dei consumatori. Parliamo dei cosiddetti ‘temporary shop’, negozi che propongono prodotti alimentari e non per un periodo di tempo che può variare da pochi giorni a trenta giorni l’anno. La nostra proposta, oltre a disciplinare le aperture e stabilirne i principi, prevede alcuni limiti: nello specifico introduciamo il divieto di vendita dei negozi a tempo nei trenta giorni antecedenti i saldi di fine stagione e nei trenta giorni antecedenti Natale e Pasqua”.

Tra le novità che la proposta normativa intende introdurre quelle dedicate ai negozi storici. “Sempre in accordo con Sospiri e le forze di maggioranza – continua Febbo – abbiamo previsto un sistema di agevolazioni finanziare per i negozi che coltivano tradizione, storia e cultura regionale. Introduciamo contributi in conto capitale per ristrutturazione e ammodernamento fino al 50 per cento degli investimenti non superiori alle 30 mila euro. In più incentiviamo politiche di comunicazione, promozione e pubblicità con una copertura dell’investimento fino al 70 per cento per spese non superiori alle 10 mila euro”.

Per negozi storici si intendono quelle “attività commerciali che costituiscono testimonianza della storia, dell'arte, della cultura e della tradizione imprenditoriale locale e che si svolgono in locali o aree aventi valore storico, artistico, architettonico ed ambientale” (art. 66, comma 1, Legge regionale 23/2018). Infine si apre alla realizzazione di impianti GPL (Gas di Petrolio Liquefatto), GNC (Gas Naturale Compresso) e GNL (Gas Naturale Liquefatto) nei territori di competenza dell’ARAP e del Consorzio per lo Sviluppo Industriale dell’area Chieti-Pescara, allo scopo di venire incontro a tanti gestori che erano stati danneggiati dallo sproporzionato allargamento della aree urbane di alcuni comuni.

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Coronavirus, per Coldiretti è a rischio un quarto dei raccolti stagionali

Con il blocco delle frontiere è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, con l’inizio delle campagne di lavorazione delle primizie, nel sottolineare gli effetti disastrosi della chiusura dei confini anche verso l’Europa dell’est da dove vengono la maggioranza dei braccianti agricoli. Emergenza che riguarda anche l’Abruzzo in cui a breve si raccoglieranno le prime fragole, gli asparagi ma ci sono i problemi anche per la semina delle patate ed il trapianto di ortaggi quali  finocchi, radicchio e insalate varie, soprattutto nella zona del Fucino, in cui il trapianto viene generalmente fatto manualmente con l’ausilio di lavoratori stranieri.

Per Coldiretti, occorre subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus da alcuni Paesi europei, dalla Romania alla Polonia fino alla Bulgaria.

 In Abruzzo, la comunità di lavoratori agricoli stranieri è costituita da rumeni, marocchini, indiani ma non mancano albanesi e senegalesi.

Occorre intervenire al più presto - sottolinea Coldiretti - per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati rimasti aperti come previsto dall’ultimo provvedimento del Governo. Una emergenza esplosa in un inverno caldo che – riferisce la Coldiretti - ha fatto partire in anticipo la raccolta a marzo con le primizie e continuerà d’estate con la frutta come pesche, albicocche e susine per finire a ottobre con la vendemmia.

Si tratta di decisioni che stanno provocando le disdette degli impegni di lavoro da parte di decine di migliaia di lavoratori stranieri che in Italia trovano regolarmente occupazione stagionale in agricoltura fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti. 

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D’Intino (Ance) consiglia la chiusura delle imprese per l’emergenza Coronavirus

 Il presidente dell'Ance Abruzzo, Antonio D'Intino, ha scritto una lettera agli associati per consigliare la chiusura delle imprese per l'emergenza Coronavirus. "In data odierna, dando seguito alle disposizioni emanate dalle Autorita' Governative, regionali e agli appelli pervenuti dalle Autorita' Sanitarie di attuare ogni misura ordinaria e straordinaria per contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, consiglio a tutti di 'Fare la propria parte' disponendo la chiusura della propria impresa, con riserva di valutare la riapertura appena possibile, pertanto nei limiti del possibile vi esorto - ha detto agli iscritti D'Intino - a chiudere i cantieri, lasciando tutto in estrema sicurezza in modo da non creare disagi e possibili problemi tecnici. Una scelta complessa, ma doverosa e responsabile, per tutelare la salute dell'intera collettivita', dei nostri collaboratori, dei nostri clienti e per il futuro del nostro Paese, che crediamo possa essere da ulteriore stimolo per ognuno a preservare quei comportamenti che ci permettono di rientrare, con celerita' in una situazione di 'normalità'".

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Coronavirus, rifornimenti garantiti nei supermercati Oasi, Tigre e Tigre Amico del Gruppo Gabrielli

Rifornimenti garantiti in maniera costante in tutti i punti di vendita Oasi, Tigre e Tigre Amico del Gruppo Gabrielli presenti in Marche, Abruzzo, Umbria, Molise e Lazio. ''Anche la nostra azienda - ha detto l'amministratore delegati del Gruppo Gabrielli, Mauro Carbonetti - in ottemperanza del dpcm ha adeguato modalità di accesso ed erogazione dei servizi per far sì che tutto prosegua secondo regolarità e i nostri punti vendita funzionano a pieno ritmo a partire dal monitoraggio delle referenze maggiormente richieste e dall'assortimento costante e capillare dei nostri prodotti''. ''Non sono giustificati quindi - spiega - gli accaparramenti di merci considerando che saremo aperti tutti i giorni della settimana ampliando ulteriormente l'orario di tutti i punti vendita ove possibile. I nostri dipendenti e collaboratori sono a disposizione della clientela per fornire tutte le indicazioni e informazioni. Sarà nostra premura informare costantemente la clientela sull'evoluzione della situazione''. "Inoltre, come già specificato abbiamo dotato punti di vendita e collaboratori di ulteriori sistemi igienizzanti per tutelare clienti e maestranze. Nei nostri punti vendita, infatti, sono disponibili da giorni presidi sanitari a disposizione della clientela come ad esempio le salviette igienizzanti per pulire i carrelli e i dispenser per la pulizia delle mani. Ad ognuno è chiesto di fare la propria parte e insieme fronteggeremo la situazione nel rispetto di tutti restando in ascolto delle necessità che si presenteranno'', conclude.

 

immagine di repertorio

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Aeroporto d’Abruzzo, Paolini: rischio chiusura

"Le conseguenze della cancellazione dei voli sono devastanti per noi come per tutti gli aeroporti italiani. Noi abbiamo tenuto per gennaio e febbraio, ma ora siamo a passeggeri azzerati come numero e abbiamo enormi problemi. L'azienda, che e' regionale, esce devastata ovviamente. Io immagino che ci saranno provvedimento della Regione e del Governo,per ripianare i bilanci, anche perche' noi solo per mancati incassi da biglietti, passeggeri, parcheggio, negozi e altro, perdiamo qualche milione di euro che quest'anno in qualche modo dovra' essere ristorato dalla Regione e dal Governo, in qualche modo. Diversamente questo, come altri aeroporti, rischierebbe davvero tanto e addirittura la chiusura". Lo ha dichiarato il presidente della Saga Enrico Paolini, commentando quello che sta accadendo all'aeroporto d'Abruzzo di Pescara come agli altri scali, per le misure previste per l'emergenza Coronavirus con la cancellazione dei voli, che a Pescara e' quasi totale. "Abbiamo cancellazioni di Ryanair e Alitalia a partire da sabato. Non avremo voli commerciali e dunque di linea dal 14 marzo al 3 aprile, ma ovviamente rimarra' aperto per i voli degli elicotteri delle forze dell'ordine, del 118 de eventuali aeroplani privati che avrebbero la deroga per atterrare e per eventuali atterraggi di emergenza, e dunque i servizi essenziali che noi garantiremo con il personale ridotto, fra Smart Working, ferie e altro, ma con l'aeroporto che per i servizi essenziali restera' ovviamente aperto". 

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Coronavirus, boom della spesa a domicilio in Abruzzo

Le richieste di consegna della spesa a domicilio, in Abruzzo, nelle ultime ore, sono aumentate in maniera esponenziale, arrivando a toccare un incremento di circa il 2.000% rispetto all'ordinario". Cosi' Michael Englezakis, direttore commerciale di Gospesa.it, il sistema che in Abruzzo gestisce la raccolta di ordini telefonici ed online per conto di circa 40 punti vendita della piccola, media e grande distribuzione.

"Normalmente siamo in grado di consegnare la spesa nel giro di un'ora - spiega Englezakis - mentre attualmente, a causa dell'impennata delle richieste, molti ordini possono essere evasi solo dopo un arco temporale che va dalle 24 alle 48 ore, nonostante abbiamo assunto altro personale e rinforzato la presenza di collaboratori per il numero verde".

Il manager di Gospesa.it spiega che "questo trend e' iniziato gia' sabato scorso ed ha raggiunto una vera e propria esplosione in seguito all'ultimo decereto del Governo. Inizialmente le richieste andavano di pari passo con le zone interessate dai contagi - aggiunge Englezakis - mentre ora riguardano tutto l'Abruzzo, con in testa Vasto, Lanciano, Ortona, ma anche Pescara".

Quanto alla merce acquistata, "in una prima fase c'e' stata una caccia ai beni rifugio, quindi scatolame, pasta, farina e caffe' - osserva il direttore commerciale - ma ora si ordina davvero di tutto". In conclusione Englezakis tiene a far sapere che "i dipendenti di Gospesa.it consegnano nella massima sicurezza, per se' stessi e per gli altri, indossando guanti e mascherine", e invita i cittadini "che non presentano particolari problemi di eta', salute o mobilita' ad evitare questa inutile corsa all'accaparramento, dal momento che i supermercati sono aperti, attivi e ben riforniti".

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Coronavirus, gli agriturismi aderenti a Coldiretti resteranno chiusi

Anche in Abruzzo, come in tutta Italia, gli agriturismi della Coldiretti resteranno chiusi volontariamente nelle prossime due settimane per aderire alla campagna #iorestoacasa. Una decisione assunta dal Consiglio Nazionale della Coldiretti riunito in seduta straordinaria dal Presidente Ettore Prandini in videoconferenza per affrontare l’emergenza Coronavirus.  Verranno comunque garantite – sottolinea la Coldiretti - le consegne a domicilio con iniziative di sostegno alle fasce piu’ deboli della popolazione in alcune realtà come il servizio Caro nonno ti cibo!” rivolto agli anziani che offre la possibilità di prenotare e ritirare i piatti pronti della tradizione contadina, già caldi e confezionati in un apposito packaging salva freschezza.

Sono oltre 13 milioni le presenze stimate nell’ultimo anno nelle 23mila strutture agrituristiche diffuse su tutto il territorio nazionale con 253mila posti letto e quasi 442 mila coperti per il ristoro, sulla base di una analisi Coldiretti su dati Istat. Se la cucina è una delle ragioni principali per scegliere l’agriturismo, sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking, ma non mancano – continua la Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. 

 

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Acea acquista il 51% del capitale di Alto Sangro Distribuzione Gas

Acea ha sottoscritto oggi un accordo con le società Alma C.I.S. srl e Mediterranea Energia Soc. Cons.a.r.l. per l'acquisizione del 51% del capitale da loro detenuto nella società Alto Sangro Distribuzione Gas srl, attiva nella distribuzione di gas metano. Le due società venditrici, che manterranno il 49% del capitale, parteciperanno in sinergia con Acea alla gestione industriale dell'infrastruttura. La società Alto Sangro Distribuzione Gas è presente in ventiquattro comuni della Provincia dell'Aquila, appartenenti prevalentemente all'Atem Aquila 3, ed è proprietaria di quasi la totalità dell'infrastruttura di distribuzione gas, costituita da 537 Km di rete e circa 34 mila Pdr. Il valore economico dell'operazione, in termini di enterprise value per il 100% della società, è di 40 milioni di Euro, a fronte di una Rab 2019 del Gestore di circa 38 milioni di Euro. La società, a seguito dell'operazione, verrà consolidata integralmente da Acea. Il closing dell'accordo è atteso entro metà anno. 

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Cresce il part-time, sempre piu’ spesso involontario

Cresce il part-time, sempre piu' spesso involontario, ossia non per scelta ma perche' unica alternativa rispetto ad un orario di lavoro standard. E' quanto sottolinea il rapporto annuale di ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal sul mercato del lavoro 2019, evidenziando le "forti differenze" che esistono tra Italia ed Ue nel suo utilizzo. In Italia tra il 2008 e il 2018 (quando gli occupati part-time erano 4,3 milioni) "la quota di occupati a tempo parziale che dichiara di non aver trovato un lavoro a tempo pieno e' passata dal 40,2% al 64,1% mentre in Europa e' scesa dal 24,5% al 23,4%". Difatti, si legge nel rapporto, "in Italia il ricorso al part-time si lega piu' a strategie delle imprese che a esigenze degli individui e ha rivestito un ruolo di sostegno all'occupazione nei periodi di forte calo del tempo pieno"

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Al via il piano per salvare l’export agroalimentare

Al via il piano per salvare l'export alimentare che vale 44,6 miliardi di euro e rappresenta un elemento di traino per l’intero Made in Italy, in difficoltà sui mercati esteri per l’emergenza coronavirus. Lo rende noto la Confederazione nazionale Coldiretti in riferimento dell’incontro alla Farnesina per la campagna di comunicazione strategica a sostegno del settore agroalimentare nel Piano Straordinario 2020 per la Promozione del Made in Italy. Una azienda su due (53%) che esporta nell’agroalimentare ha ricevuto disdette negli ordini dall’estero secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

La campagna è dunque necessaria per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale che ha portato alcuni Paesi – denuncia la Coldiretti – a richiedere addirittura insensate certificazioni sanitarie “virus free” su merci alimentari provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, ma ci sono state anche assurde disdette per vino e cibi provenienti da tutta la Penisola sotto la spinta di una diffidenza spesso alimentata ad arte con fake news, tanto da far attivare al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale una casella di posta elettronica dove segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani le difficoltà riscontrate nelle esportazioni.

Si dovrà tenere conto del fatto che quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane – continua la Coldiretti – interessano i Paesi dell’Unione Europea dove la crescita nel 2019 è stata del 3,6%. Il principale partner è la Germania dove l’export cresce del 2,9% e raggiunge i 7,2 miliardi, mentre le vendite sono praticamente stagnanti in Gran Bretagna con la Brexit e volano negli Stati Uniti (+11%) che con 4,7 miliardi di export, nonostante gli effetti negativi dei dazi, restano il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari ed il quarto dopo Germania, Francia e Gran Bretagna.

 

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