Economia

Studio Cgia, burocrazia e normative bloccano 115 miliardi di euro

A causa dell'emergenza coronavirus restano bloccati dallo Stato 115 miliardi: è l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre. "Tra i debiti commerciali non ancora onorati (53 miliardi di euro) e la mancata apertura di tantissimi cantieri relativi a infrastrutture strategiche e a opere pubbliche minori distribuite lungo il Paese (per un valore di 62 miliardi), la nostra Pubblica amministrazione blocca complessivamente 115 miliardi di spesa che sarebbero indispensabili per fronteggiare l'attuale situazione economica", è la denuncia sollevata dalla Cgia. "Mentre aspettiamo che i 27 Paesi dell'Ue trovino un accordo per consentire l'utilizzo dei coronabond - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi dell'associazione degli artigiani, Paolo Zabeo - nel frattempo sarebbe opportuno che la nostra Pa pagasse i propri fornitori e fosse in grado di avviare le tante opere pubbliche che, ironia della sorte, sono in buona parte quasi tutte finanziate. Se sbloccate, queste misure darebbero una prima importante iniezione di liquidità al sistema economico del Paese, invece, la cattiva burocrazia e il malfunzionamento della macchina pubblica continuano a rappresentare un problema molto serio, quanto la rovinosa caduta che l'economia italiana si appresta a subire nei prossimi mesi".Mai come in questo momento, infatti, sottolinea la Cgia, le famiglie e le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, avrebbero bisogno di liquidità e "nonostante le misure messe in campo dal Governo si continua a non affrontare il cuore del problema".

Inoltre, sottolinea la Cgia, stando al monitoraggio realizzato dall’Ance attraverso il sito sbloccacantieri.it, sarebbero quasi 750 le opere pubbliche ferme nel nostro Paese che non consentono di investire 62 miliardi di euro. Oltre a scuole, strade, ospedali ci sono "anche una trentina di grandi opere infrastrutturali strategiche, la quasi totalità già finanziate, che non decollano a causa degli intoppi burocratici relativi alle procedure amministrativo-progettuali richieste, alle guerre giudiziarie in atto tra le imprese o a seguito del tira e molla in corso tra la politica centrale e quella locale". 

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Via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai

“Abbiamo ottenuto finalmente il chiarimento dal Governo sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai”. Lo rende noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte nel sottolineare che sul sito del Governo è stata pubblicata la Faq nella quale si precisa che “la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita”.

Una notizia importante anche per l’Abruzzo, in cui il florovivaismo – dice il presidente di Coldiretti regionale di Coldiretti Silvano  Di Primio “è un settore strategico che fornisce una Plv di circa 50milioni di euro annui su 385 ettari dedicati tra serre e piano campo per un totale di circa 250 aziende specializzate. Allo stato attuale sono circa 2.500 gli addetti in Abruzzo che ruotano intorno a questo settore e che, come gli altri settori, si trovano in gravissime difficoltà”.

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Borgia: serve un altro Piano Marshall per infrastrutture

"Faremo tutto quello che potremo per dare sollievo alle attivita' produttive messe in crisi da questa vicenda. Anche perche' le banche sono piene di liquidita' e questo in sostanza non e' denaro privato ma pubblico grazie agli interventi della Bce. Vorremmo aiutare le filiere in difficolta', a patto che non siano pannicelli caldi: quel denaro dovra' servire a fare fatturato, non ad indebitare nuovamente le imprese, se no poi si finisce in crisi per credito. Quindi serve un piano serio, un altro Piano Marshall per infrastrutture, insistente, serio". Interviene cosi' Michele Borgia, docente universitario e presidente della Bcc di Cappelle sul Tavo.

La Banca, 25 mila clienti nell'area metropolitana di Pescara, un bacino di 400 mila persone dove viene generato il 35% del pil abruzzese, e che gestisce il 10% dei prestiti erogati in tutta la regione, e' uno degli istituti piu' a contatto con la piccola media realta' economica locale.  "Ora che i vincoli di bilancio si sono allentati - prosegue il docente - ci sono condizioni favorevoli per quel tipo di rilancio: la politica ci aiuti pero'". Dal territorio intanto arrivano i primi segnali: "al momento grosse difficolta' da parte delle ''partite Iva" non ne abbiamo, ma riceviamo questo si' tante telefonate di chi teme ripercussioni. Noi siamo una banca etica, siamo sul territorio e dobbiamo dare beneficio a quelle attivita', ristoratori, commercianti, edili ecc, che operano a stretto contatto col territorio. Ma vorrei tranquillizzare tutti: anche noi regoleremo la nostra attivita' e correggeremo il tiro strada facendo se riterremo di doverlo fare. Non siamo i medici dell'economia, non ci poniamo sul loro nobile livello, ma non abbiamo certezze precostituite, questo voglio dirlo", chiude Borgia.

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Coronavirus, 120 agenzie di viaggio chiedono a Marsilio l’annullamento dei tributi

Annullamento dei contributi previdenziali per almeno 8 mesi, istituzione di un fondo di emergenza, sospensione ed annullamento di tributi locali e tasse regionali (Ires, Irpef, Imu, Tasi), nonche' del pagamento delle utenze, istituzione di un tavolo di crisi presso la Regione con tutti gli operatori turistici, al fine di studiare ed attuare una serie di misure per salvare le imprese turistiche, che contano migliaia di addetti. Sono le richieste che un gruppo di oltre 120 titolari di agenzie di viaggio, di aziende del settore privato di noleggio pullman ed NCC abruzzesi hanno inviato in una missiva al presidente della Regione Marco Marsilio, all'assessore al turismo e alle attivita' produttive Mauro Febbo e a tutti i consiglieri regionali.

Il settore che ruota intorno ad agenzie di viaggio e noleggio di pullman ed Ncc, che conta un migliaio di addetti, ha completamente azzerato i fatturati di marzo e dei mesi precedenti nel giro di poche settimane, a seguito delle tante richieste di annullamenti e di rimborsi di pratiche presenti e future. Per le agenzie di viaggio l'impatto negativo e' a doppio senso, anche a causa delle innumerevoli restrizioni che hanno posto in essere i vari Paesi del mondo, per cui oggi piu' che mai esiste la fondata preoccupazione che neanche dopo l'emergenza saranno in grado di svolgere la loro attivita' lavorativa. "Chiediamo - continuano nella lettera le 120 agenzie di viaggio - misure dirette di sostegno nei confronti del nostro settore duramente, tra i piu' colpiti dalla diffusione del Coronavirus e di rappresentare al Governo le nostre richieste, affinche' modifichi le misure prese, e si arrivi ad un'azione congiunta anche con l'istituto di previdenza sociale per richiedere annullamento e non sospensione dei contributi previdenziali per almeno 8 mesi, un fondo di emergenza per il comparto e' un tavolo tecnico per il rilancio del settore in ginocchio, che rischia di lasciare senza lavoro un migliaio di addetti. Speriamo che le nostre istanze possano essere poste tra le priorita' dell'agenda politica regionale". 

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Coronavirus, dalla Camera di Commercio di Chieti – Pescara 200 mila euro per le imprese

Nuove risorse, messe in campo dalla Camera di Commercio di Chieti Pescara, nella battaglia contro il coronavirus. Dopo un contributo straordinario di 5 milioni di euro, l'ente camerale abruzzese ha stanziato altri 200mila euro a favore delle strutture ospedaliere Covid-19 di Atessa e Penne, raccogliendo gli accorati appelli lanciati dalle Asl locali. Il denaro servira' per attivare, nell'arco di tre settimane, 20 posti di terapia sub intensiva nei locali occupati in precedenza dai reparti di Ginecologia e Riabilitazione dell'ospedale di Atessa e realizzare, in soli 15 giorni, 30 posti letto Covid, a bassa intensita' di cura, presso il reparto di Medicina del presidio ospedaliero di Penne. "Stiamo continuando a lavorare giorno e notte per contrastare questa emergenza - commenta il presidente Gennaro Strever - Di fronte a un vacillamento del sistema sanitario nazionale e regionale e' giusto che, laddove possibile, si intervenga subito e con risorse economiche e organizzative concrete".

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Coronavirus, il settore ortoflorovivaistico abruzzese chiede sostegni alla Regione

 Un intervento della Regione per contrastare una situazione a dir poco catastrofica per il settore ortoflorovivaistico abruzzese. È quanto chiede Assoflora, l’associazione dei produttori florovivaisti abruzzesi, in una lettera rivolta all’assessore regionale all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, e al governatore Marco Marsilio. Il settore in Abruzzo conta circa 250 aziende, distribuite in prevalenza lungo la fascia costiera, che dà lavoro a 2.500 persone con un giro di affari pari a circa 50 milioni di euro.

“Le aziende abruzzesi – scrive Guido Caravaggio, presidente dell’associazione - sono in ginocchio per l’emergenza sanitaria. La situazione è gravissima: con il blocco delle vendite, i vivai che producono vasetteria fiorita non possono commercializzare i loro prodotti, che trovano collocazione sul mercato proprio nei mesi primaverili. Si stimano perdite dell’80 per cento del fatturato, con ingenti somme investite nell’acquisto delle materie prime e nella manodopera. Molti operatori saranno costretti a chiudere le proprie attività ed a lasciare senza lavoro tanti collaboratori. Danni importanti anche per i produttori di piante da orto, di piante da frutta, di piante ornamentali, per le aziende che operano nella produzione di fiori e fronde recise. Oltre a queste perdite, che le nostre aziende non sono in grado di affrontare con le proprie risorse, c sono anche i costi elevati e le problematiche legate allo smaltimento delle piante invendute, operazione necessaria per permettere di iniziare il ciclo produttivo autunnale. Le attività commerciali legate al settore vivaistico – prosegue il presidente -, i garden center, i vivai con vendita al pubblico, i centri giardinaggio e le rivendite agricole, stanno subendo danni per la paralisi delle vendite a privati, anche se il danno è minore, perché sospendendo gli acquisti, riescono perlomeno a ridurre le perdite”.

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Restart, dieci milioni di euro per le imprese del cratere

 Con il programma 'Restart' in arrivo 10 milioni di euro a sostegno delle micro, piccole e medie imprese del cratere. E' quanto deliberato ieri nel corso della Giunta della Regione Abruzzo e a darne notizia sono l'assessore alle Aree interne, Guido Quintino Liris, e quello alle Attivita' produttive, Mauro Febbo. Si tratta di uno stanziamento deciso, spiegano, per far fronte all'emergenza in corso in un territorio dove ancora si sentono le conseguenze del terremoto 2009. "In particolare la delibera dispone un duplice canale di intervento: da un lato un'azione di agevolazione per l'accesso al credito bancario, attraverso la costituzione di un apposito Fondo di garanzia, e dall'altro, la concessione diretta da parte della Regione Abruzzo di contributi a fondo perduto. Una misura- aggiungono gli assessori- su cui stiamo lavorando da mesi e che ha richiesto una attenta analisi. Ancora una volta la Giunta Marsilio dimostra di essere efficace e pronta in piena emergenza, con un provvedimento rapido e specifico. Il blocco delle tante imprese causato Coronavirus- concludono Liris e Febbo- avra' un impatto economico molto vasto e assicurare da subito credito alle Pmi significa sostenere quella che e' l'ossatura dell'economia abruzzese, gia' colpita da una crisi da cui non e' mai uscita"

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Coronavirus, Uiltemp: riconoscere l’impegno dei lavoratori atipici

Il segretario regionale della Uiltemp Abruzzo, Maurizio Sacchetta, accende i riflettori sui lavoratori cosiddetti atipici. “In questo momento così difficile che stiamo vivendo – dice Sacchetta - ci sono lavoratori che non hanno un posto stabile, e a cui non è permesso di scegliere tra andare al lavoro o restare a casa e tutelare la propria salute e quella dei propri familiari, anche godendo delle tutele messe in campo dai vari DPCM come congedi, ferie, permessi e via dicendo: parlo delle migliaia di lavoratori e lavoratrici in somministrazione nei vari settori del privato e del pubblico, di quelli che hanno un contratto a tempo determinato e di quelli che aspettano di essere chiamati in sostituzione anche per pochi giorni, per coprire molte volte le assenze di altri lavoratori che restano a casa utilizzando gli strumenti previsti dai vari DPCM. Si tratta di lavoratori che in questo scenario apocalittico senza precedenti stanno facendo il loro dovere, pur avendo le stesse paure di tutti noi, e senza lamentarsi e aspettando un rinnovo di contratto”.

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Ammortizzatori, intesa Confcommercio-sindacati

Confcommercio, Fisascat e Uiltucs "al fine di rendere un servizio alle imprese, alle lavoratrici ed ai lavoratori", hanno "responsabilmente sottoscritto un accordo regionale per facilitare l'adesione delle imprese agli ammortizzatori sociali istituiti per affrontare l'emergenza da Covid 19 DL. 17 marzo 2020". A renderlo noto e' il presidente di Confcommercio Abruzzo, Roberto Donatelli. "Lo strumento prevede - si legge in una nota di Confcommercio Abruzzo - procedure di snellimento per le condivisioni delle organizzazioni sindacali, quanto mai essenziale in questo delicato momento. Le parti sociali sottoscrittrici (Confcommercio, Fisascat e Uiltucs) ritengono essenziale e strategico l'Utilizzo degli Enti Bilaterali in tal senso e auspicano che gli Ordini Professionali apprezzino lo sforzo, dando opportuna comunicazione ai propri associati". "Questo accordo - sottolinea il presidente Donatelli - pone l'Abruzzo tra le prime regioni italiane nel segnare un passo in avanti rispetto a queste materia un segnale, questo, di maturita' e' responsabilita' espresso dai sottoscrittori circa la necessita' di evolvere ed adeguate le relazioni Sociali al bisogno del momento critico che tutti stiamo vivendo convinti del fatto che tutti assieme supereremo".

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Coronavirus, in provincia dell’Aquila Confindustria stima possibile perdita di 2 miliardi di fatturato

"Le previsioni non sono rassicuranti. Qualora l'emergenza coronavirus dovesse prolungarsi nel tempo, in provincia dell'Aquila si stima una perdita, per il settore industriale, pari a circa 2 miliardi di euro di fatturato". A dichiararlo e' il direttore di Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno, Francesco De Bartolomeis, alla luce del Dpcm approvato dal Governo il 22 marzo. "Le aziende del territorio stanno vivendo un momento di confusione assoluta", dichiara De Bartolomeis, "dovuta al susseguirsi frenetico di provvedimenti normativi che mutano in continuazione il quadro di riferimento. Il fermo produttivo, decretato dal Governo, avra' delle inevitabili ripercussioni, soprattutto in termini di liquidita', con il rischio che molte delle attivita' produttive, specie di minore dimensione, costrette a bloccare i cicli di lavorazione, non riapriranno piu' i battenti. Come Confindustria siamo in prima linea nell'assistenza e nel sostegno alle imprese che stanno attivando gli ammortizzatori sociali e per orientarle ad una corretta interpretazione e applicazione delle numerosissime norme, molte delle quali poco chiare, contenute nel decreto Cura".

Confindustria teme ripercussioni pesanti sul piano economico, che potrebbero incidere negativamente sull'ossatura produttiva della provincia dell'Aquila. Il 70 per cento delle aziende ha registrato, gia' nei giorni scorsi, forti rallentamenti del comparto produttivo. Colpito al 100 per cento il settore del turismo, completamente fermo. "Siamo di fronte ad uno scenario inedito e, fino a qualche giorno fa, assolutamente inimmaginabile", prosegue De Bartolomeis, "che potrebbe portarci ad una perdita economica, in termini di fatturato, di 2 miliardi di euro, considerando il fermo dei grandi gruppi industriali e di tutto l'apparato della piccola e medie industria e dell'indotto. La variabile tempo incidera' notevolemte sul tipo di scenario che dovremo affrontare nei prossimi mesi e sulle conseguenze economiche prodotte dall'emergenza sanitaria in atto. Occorre subito", incalza De Bartolomeis, "un piano di politica industriale in grado di imprimere un'accelerazione ai percorsi virtuosi di crescita legati a infrastrutture, Industria 4.0 e internazionalizzazione delle imprese, che devono poter restare, seppure in questa fase critica, agganciate al mercato mondiale". Confindustria evidenzia, inoltre, "la necessita' di un'inizione poderosa di liquidita', soprattutto per tamponare i vuoti di mancato reddito da parte delle imprese".

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