In Abruzzo si registrano ogni giorno oltre 410mila spostamenti per motivi di lavoro. Circa 132mila, pari al 32,1%, sono diretti verso uno dei quattro capoluoghi. Il dato è inferiore di circa sette punti percentuali rispetto alla media nazionale e conferma che la mobilità lavorativa regionale non gravita esclusivamente sulle città principali. A tracciare il quadro è una ricerca di Abruzzo Openpolis.
La regione conta poco più di 144mila imprese, di cui circa 123mila attive, distribuite su tutto il territorio con una maggiore concentrazione nelle province di Chieti (30%) e Pescara (25,2%). Migliaia di lavoratori si muovono ogni giorno verso questi poli, generando flussi che incidono sulla pianificazione urbanistica, sulla viabilità e sulla gestione dei servizi essenziali.
L’analisi dei movimenti mostra che la prossimità ai capoluoghi incide sul pendolarismo: le polarità individuate secondo la metodologia Gssi rivelano che i comuni con più servizi essenziali registrano quote elevate di spostamenti verso le città principali. Le aree gravitanti sull’Aquila raggiungono l’85,5% degli spostamenti verso il capoluogo, Chieti il 62,4%, Teramo il 59,7% e Pescara il 50,4%. Situazioni differenti emergono nei poli locali: ad Avezzano il pendolarismo verso i capoluoghi si ferma al 10,5%, mentre Vasto resta un polo autonomo di attrazione lavorativa.
Il quadro conferma che, pur mantenendo un ruolo centrale, i capoluoghi non sono gli unici poli di attrazione. La presenza di aree extra-provinciali che catalizzano flussi significativi evidenzia la necessità di una pianificazione dei servizi che tenga conto dei reali movimenti quotidiani dei lavoratori, dalle esigenze di mobilità alla disponibilità di servizi per le famiglie.
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