Bankitalia chiede una riforma del fisco e apre alla patrimoniale

 “Il sistema tributario italiano necessita di una riforma ampia e organica, che tenga conto della complessita’ delle funzioni che esso svolge e della molteplicita’ degli obiettivi che gli sono affidati. La riforma dovrebbe porsi come finalita’ principale quella di sostenere la crescita della nostra economia – fortemente provata non solo dalla grave crisi che stiamo vivendo, ma anche da un lungo periodo di ristagno – incentivando l’offerta di lavoro e l’attivita’ d’impresa”. Cosi’ il capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, Giacomo Ricotti, in audizione presso le commissioni congiunte Finanze di Camera e Senato. “Qualunque intervento di riforma dovrebbe, inoltre, evitare di aumentare il livello complessivo del prelievo fiscale, gia’ alto nel confronto internazionale. Quest’ultimo risente in misura significativa dell’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione, che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole”, ha aggiunto.

“Per favorire la crescita – ha osservato – occorrera’, piuttosto, muovere verso una ricomposizione del prelievo fiscale a beneficio dei fattori produttivi. Interventi in questa direzione consentirebbero di minimizzare le distorsioni indotte dalla tassazione e favorire l’impiego efficiente ed efficace delle risorse”. Parlando della riforma sull’Irpef, Ricotti ha sottolineato come “la struttura attuale presenta diverse criticita’ dal punto di vista dell’efficienza e dell’equita’ della tassazione. Le principali, esaminate di seguito, riguardano l’evasione dell’imposta, l’erosione della base imponibile, il livello e l’andamento delle aliquote marginali effettive e la capacita’ redistributiva dell’imposta. L’evasione relativa all’Irpef ammontava nel 2018 a circa 38 miliardi (il 41% del totale delle imposte evase); piu’ di quattro quinti erano riconducibili a redditi da lavoro autonomo e d’impresa, il resto al lavoro dipendente irregolare”.

Bankitalia  ha inoltre ricordato come dati i vincoli di bilancio, a parita’ di spesa pubblica, “ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerato meno dannoso per la crescita. Il confronto internazionale mostra come il livello di prelievo effettivo sui consumi in Italia sia tra i piu’ bassi in Europa, anche per il limitato apporto dell’Iva. Una ricomposizione del prelievo dai redditi da lavoro ai consumi potrebbe essere ottenuta, oltre che con un rafforzamento degli strumenti di contrasto all’evasione dell’Iva, riducendo l’erosione dell’imposta”. Secondo Ricotti, infine, “un maggiore prelievo sul possesso di immobili per finanziare un minor carico sui fattori produttivi potrebbe rappresentare un’opzione di riforma favorevole alla crescita. Alcune recenti simulazioni mostrano come sia possibile disegnare interventi congiunti di riduzione delle imposte sul lavoro e di revisione della tassazione immobiliare che nel loro insieme consentano di ottenere contestualmente un impatto economico positivo ed effetti redistributivi non avversi”.

“Margini di riforma nell’ambito della tassazione della ricchezza immobiliare possono essere individuati nell’ampliamento della base imponibile dei prelievi esistenti, realizzabile sia attraverso la revisione dei valori catastali, sia con l’inclusione delle abitazioni principali (eventualmente prevedendo una detrazione che riduca l’incidenza dell’imposta per le famiglie a basso reddito). Oltre ai riflessi positivi sul gettito – ha spiegato – interventi in questa direzione consentirebbero di affrontare alcune criticita’ sul piano distributivo. Una revisione del catasto finalizzata all’allineamento dei valori a quelli di mercato migliorerebbe il profilo distributivo di tutte le imposte gravanti sugli immobili, sia di quelle ricorrenti (come l’Imu) che di quelle non ricorrenti (come le imposte d’atto e quella su successioni e donazioni). Inoltre valori catastali aggiornati renderebbero piu’ equa una ipotetica reintroduzione della tassazione sull’abitazione principale, la cui esenzione da ogni forma di imposizione ha effetti distributivi a favore dei decili di reddito piu’ alti”, ha concluso

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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