Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio interviene in merito al tema dell’aumento dei prezzi del caffe’, che “negli ultimi giorni e’ stato portato all’attenzione dagli organi di stampa attraverso stime a volte inesatte e distanti dalla realta’”. A questo proposito, Fipe rileva che a fronte di un tasso di inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%. Anche sulla tazzina di espresso gli aumenti sono al di sotto dell’inflazione, continuando a mantenerne il prezzo tra i piu’ bassi d’Europa. Fipe specifica inoltre che i dati ufficiali su cui si basano le analisi della Federazione mostrano aumenti a livello di singole citta’ considerevolmente piu’ contenuti rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa: l’aumento registrato, per esempio, a Bolzano, infatti, e’ pari al 6% sul 2022 (12% sul 2021), mentre a Pescara e’ del 13%. Da ultimo, si segnala che negli ultimi 10 anni il numero delle imprese che svolgono attivita’ esclusivamente di bar e’ diminuito di oltre 22mila unita’.
“Condividiamo le preoccupazioni che riguardano un probabile ulteriore forte aumento della tazzina del caffe’ al bar, aumento finora contenuto dalla responsabilita’ dei Pubblici Esercizi italiani che stanno assorbendo i fortissimi aumenti delle miscele causati dagli incrementi dei prezzi all’origine. La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture, l’esplosione dei noli marittimi, sono le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all’origine alle borse merci di Londra e New York, con l’Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%”. ha detto Stoppani.