Riforma fiscale, primo scaglione ampliato e niente Iva per beni primari e prodotti per infanzia

Ampliamento del primo scaglione Irpef per includere i lavoratori dipendenti e rivisitazione dell’Iva con l’azzeramento per beni primari e prodotti per l’infanzia con un taglio delle detrazioni e sconto d’imposta ai redditi più bassi.

Dentro la cornice dalla delega, appena approvata dal consiglio dei ministri, prendono forma i primi dettagli della riforma con cui il governo vuole cambiare il volto del sistema tributario. Le indicazioni arrivano direttamente dalla premier Giorgia Meloni dal palco del congresso della Cgil.

Il primo passo sarà l’Irpef. L’altro fronte d’azione sono le tax expenditures: una selva di oltre 600 tra deduzioni, detrazioni e crediti di imposta che il governo intende sottoporre ad un “dimagrimento generale”. Si farà un “lavoro selettivo”, una “potatura intelligente” per scartare le tante voci “anacronistiche” e lasciare in piedi quelle che “hanno ancora ragion d’essere”. Saranno salvaguardate le detrazioni su interessi sui mutui, spese sanitarie e istruzione. Per quelle che si salveranno, comunque, l’idea è di “calibrarle sulle fasce di reddito, assicurandole ai più bassi”. Un’operazione da cui il governo conta di ricavare le risorse per finanziare in parte la riforma. La rivisitazione dell’Iva non toccherà l’aliquota al 4% ma quelle del 5 e 10%, spiega Leo, che pensa all’Iva zero per prodotti per l’infanzia e beni primari. Per le imprese verrà introdotta l’Iri, l’imposta sul reddito delle imprese, con un’aliquota flat se il reddito non viene distribuito, altrimenti scatta la tassazione progressiva come per le società di capitale. L’Ires sarà abbassata (“non sotto il 15%”, puntualizza il sottosegretario Maurizio Leo), ma la riduzione va finalizzata all’occupazione o agli investimenti soprattutto innovativi. Una cosa che il governo intende fare subito è anche ridisegnare il rapporto accertativo, “lavorando ex ante anziché ex post”, spiega Leo, che invece sul fronte delle sanzioni chiarisce: quelle penali restano solo nei “casi gravi”, ma non per il contribuente che ha dichiarato tutto ma non ce l’ha fatta a pagare.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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