America First, di nuovo: la sfida dei dazi

Di Francesco Piccinino Camboni

I dazi
Nel 2025, il ritorno della dottrina “America First” torna a far sentire il suo peso sul commercio globale. La Casa Bianca, spinta da esigenze elettorali e da una linea sempre più assertiva, ha annunciato una serie di dazi contro l’Unione Europea. Una manovra che segna una rottura con i toni diplomatici degli ultimi anni e che riporta al centro una strategia ormai nota: ridurre la dipendenza dagli scambi esterni e riportare lavoro e produzione “a casa”.

L’Europa si prepara
Gli Stati Uniti accusano l’Europa di pratiche scorrette, di approfittare del mercato americano senza garantire reciprocità e, soprattutto, di non allinearsi agli interessi di Washington.
Dall’altra parte dell’Atlantico, le istituzioni europee si muovono con cautela. Bruxelles non ha ancora attivato contromisure, ma prepara una lista di prodotti americani da colpire in caso di escalation. Intanto, crescono le pressioni interne da parte delle industrie, preoccupate di perdere competitività e capitali. I margini per una risposta unitaria, però, non sono larghi: ogni Stato membro ha interessi diversi da difendere.

Bruxelles
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso il suo disappunto per la decisione americana, definendo le tariffe “tasse dannose per le imprese e i consumatori”. Ha sottolineato che l’UE non rimarrà inerte di fronte a queste misure e che sono previste contromisure ferme e proporzionate per salvaguardare gli interessi economici europei .

Roma
In Italia, la premier Giorgia Meloni ha adottato un approccio pragmatico, riconoscendo le preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo al surplus commerciale europeo. Ha dichiarato che il dialogo e una soluzione equilibrata sono fondamentali per affrontare la questione dei dazi e ha espresso la volontà di collaborare con l’amministrazione americana per trovare soluzioni condivise .

Tra bilaterale ed unità europea
Proprio ultimamente, la presidente Ursula von der Leyen pare aver voluto richiamare l’Italia a non muoversi “in solitaria” sulle questioni commerciali. Attraverso la portavoce Arianna Podestà, la Commissione ha ribadito che “la competenza per i negoziati sui dazi spetta esclusivamente all’UE” e che iniziative bilaterali non concordate rischiano di indebolire l’intero blocco europeo.

La sfida
La partita è aperta. Ma più che di dazi, si tratta di scelte di modello. L’Europa deve decidere se inseguire le logiche protezionistiche americane o difendere un’idea diversa di economia, fondata su apertura e cooperazione. Con il rischio, però, di trovarsi isolata in un mondo che cambia rotta.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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