L’Italia che invecchia: sempre meno giovani, sempre più sfide

di Francesco Piccinino Camboni

Un Paese che non fa più figli
Nel 2024 le nascite in Italia sono scese a 370 mila, con un tasso di fecondità che tocca il minimo storico di 1,18 figli per donna. Nel frattempo, la struttura della popolazione continua a invecchiare: i bambini e i ragazzi tra 0 e 14 anni rappresentano appena l’11,9% degli abitanti, mentre gli over 65 sono arrivati al 24,7%. L’indice di vecchiaia, ormai vicino a 200 anziani ogni 100 giovani, fotografa in modo netto un Paese dove le generazioni più mature pesano sempre di più. Il sorpasso simbolico, del resto, è già avvenuto: oggi in Italia ci sono più ultra-ottantenni che bambini sotto i dieci anni.

Giovani dimezzati: la sproporzione con i quaranta-cinquantenni
Osservando la piramide per età, il dato balza subito agli occhi: le fasce tra i 40 e i 64 anni costituiscono ormai la parte più ampia della popolazione attiva. Questo significa che i ragazzi sotto i 18 anni sono sempre meno, in numero e in peso demografico. E non è un effetto che resta confinato nelle statistiche: lo si vede nelle scuole con sempre meno classi, nei campi sportivi con meno iscritti, e nei servizi che si stanno adattando a un’utenza sempre più adulta. È una dinamica strutturale, strettamente collegata al calo delle nascite e al progressivo ridursi delle nuove generazioni.

Giovani e stili di vita: miti e verità
Quando si parla di alcol o di altri comportamenti a rischio, il discorso tende a concentrarsi sui più giovani. Eppure i numeri aiutano a capire meglio il quadro. Nel 2023, il 15,7% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni è stato classificato come consumatore a rischio di alcol. Tra gli over 65, però, la percentuale sale al 18,1%. Nel complesso, il 7,8% della popolazione ha dichiarato di aver praticato binge drinking, cioè ubriacature concentrate. Non è un invito a minimizzare il problema tra gli adolescenti, ma un promemoria importante: il consumo a rischio non è un fenomeno solo giovanile, ma un comportamento che attraversa tutte le fasce d’età.

Una società più sedentaria
Accanto al tema dei consumi c’è un’altra tendenza che spesso passa in secondo piano, ma che incide profondamente: la sedentarietà. Sempre nel 2023, il 35% delle persone dai 14 anni in su non ha praticato né sport né alcun tipo di attività fisica. La percentuale è in lieve calo rispetto al 2022, ma resta molto alta sia a livello nazionale che europeo. Solo il 28,8% della popolazione si è mantenuto attivo in modo continuativo con lo sport, mentre il 26,4% si è limitato ad attività leggere come camminate o giri in bicicletta. È una dinamica trasversale a tutte le età, che si somma al calo demografico: sempre meno giovani, ma anche sempre meno movimento per tutti. Non è solo colpa degli smartphone o di abitudini giovanili: riguarda famiglie, adulti, anziani e ha un impatto serio sia sulla salute che sulla socialità.

Uno Stato che si regge su chi è già adulto
Meno coetanei e più adulti attorno: è questo il contesto in cui crescono i giovani di oggi. A scuola significa classi meno affollate, in alcune aree addirittura vuote; nel mondo del lavoro, significa tempi di ingresso più lunghi e più difficili, perché i ruoli vacanti non sempre si aprono ai più giovani; nello sport e nel tempo libero, significa offerte pensate per una popolazione che invecchia, con un adattamento lento alle nuove esigenze. Meno giovani oggi vuol dire anche meno studenti domani, meno ingressi nel mercato del lavoro dopodomani, meno innovazione e meno contributi per sostenere il sistema pensionistico. I giovani non sono la causa di questo scenario: ne sono i primi a subire gli effetti.

E domani? Un Paese sempre più maturo
Le proiezioni demografiche aggiornate al 1° gennaio 2024 mostrano un quadro chiaro: entro il 2050, gli over 65 rappresenteranno il 34,6% della popolazione, mentre i bambini tra 0 e 14 anni scenderanno all’11,2%. È un cambiamento strutturale che richiederà grande lucidità. Scuola, salute pubblica, lavoro e pianificazione urbana dovranno adattarsi a un’Italia in cui i giovani saranno sempre meno e gli anziani sempre di più, per un periodo lungo e senza inversioni di tendenza visibili all’orizzonte.

Capire i giovani per capire la società
I numeri raccontano di nascite sempre più basse, di una quota di giovani che si riduce anno dopo anno, di anziani in costante crescita, di comportamenti a rischio diffusi a tutte le età e di una sedentarietà che resta alta. Se si mettono insieme questi dati con la percezione comune, emerge una realtà più complessa: i ragazzi non sono l’eccezione negativa, ma la parte più vulnerabile di un sistema in trasformazione. Stare dalla loro parte significa pretendere risposte concrete: scuole e impianti sportivi accessibili, prevenzione mirata, spazi che stimolino il movimento, servizi progettati per un Paese che invecchia. È solo così che i numeri possono trasformarsi in opportunità e non restare alibi.

Fonti:

Report Istat “FUMO, ALCOL, ECCESSO DI PESO E SEDENTARIETÀ | ANNO 2023” pubblicato il 17 dicembre 2024: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/12/Fumo_Alcol_eccosso-di-peso_sedentarieta_Anno-2023.pdf?utm_

Comunicato stampa Istat “Indicatori demografici – Anno 2024“: https://www.istat.it/comunicato-stampa/indicatori-demografici-anno-2024/

Report Istat “PREVISIONI DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E DELLE FAMIGLIE | BASE 1/1/2024” pubblicato il 28 luglio 2025: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/07/Report_Previsioni-della-popolazione-residente-e-delle-famiglie_Base-Base-112024.pdf

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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