La programmazione in sanità al tempo delle “tutele”

“L’Agenzia Sanitaria Abruzzo viene individuata quale “tecnostruttura” del sistema sanitario regionale che concorre, a livello centrale, alla definizione delle politiche per la salute e alla pianificazione programmazione strategica sanitaria e, a livello periferico, contribuisce al perseguimento degli obiettivi strategici e regionali garantendo il supporto tecnico -metodologico e formativo alle aziende sanitarie e alle altre componenti “sistema salute” (istituzioni, enti pubblici e privati, espressioni organizzate della comunità)”.

Così sul sito dell’Agenzia.
E’ proprio come tecnostruttura, nel 2010-2011 all’Agenzia viene affidato dal mitico duo Chiodi-Baraldi il compito di redigere il report “Bacini d’utenza degli ospedali abruzzesi: analisi per comune. Report 2010 2011”. All’epoca era in atto l’ambizioso programma di ristrutturazione-rivoluzione del servizio sanitario regionale e il documento, nelle intenzioni dei decisori, doveva fornire lo strumento di valutazione scientifica della realtà per poterla opportunamente riformare. Osservando i principali dati di struttura dei presidi ospedalieri nel 2011, intanto notiamo che, per le frequenti vicende di giustizia amministrativa, i presidi sono 29, in quanto, dopo la cancellazione di Gissi, Casoli e Pescina,
resistono Guardiagrele e Tagliacozzo.

Nel 2017, sulla Rivista Geogr. Ital. appare, a firma di V.  Vangelista, lo studio
“ I bacini di utenza nel sistema ospedaliero della Regione Abruzzo: un
quadro gerarchico-funzionale per le politiche di riassetto della rete di
offerta“, studio basato proprio sul report del 2011.

Misurando gli indici di attrattività/accessibilità dei presidi, fissando
l’eigenvector e costruendo una gerarchia funzionale secondo il metodo Burt,
secondo l’algoritmo Concor, (tutti gli strumenti diabolici che la virtuosa
politica abruzzese evita di utilizzare) viene fuori questa classifica:

1) Santo Spirito Pescara,
2) Santissima Annunziata Chieti,
3) Pierangeli, Pescara,
4) Mazzini Teramo,
5) Villa Serena Città S.Angelo,
6) San Salvatore L’Aquila,
7) Spatocco Chieti,
8) Villa Pini Chieti,
9) Bernabeo Ortona,
10) Renzetti Lanciano
11) Dell’Annunziata Sulmona,
12) San Filippo e Nicola Avezzano,
13) Santissima Trinità Popoli,
14) Vittorio Emanuele Atessa,
15) Santissima Immacolata Guardiagrele,
16) San Massimo Penne,
17) Provinciale Vasto,
18) Provinciale Castel di Sangro,
19) Di Lorenzo, Avezzano,
20) San Liberatore Atri,
21) Provinciale Sant’Omero,
22) INI Canistro,
23) Maria dello Splendore Giulianova,
24) San Raffaele Sulmona,
25) Villa Letizia L’Aquila,
26) San Francesco Vasto,
27) L’Immacolata Celano,
28) Umberto I Tagliacozzo,
29) Nova Salus Trasacco.

Evidentemente, però, l’algoritmo che ha determinato questa classifica è
sostanzialmente diverso da quelli rintracciabili nelle menti dei riformatori
abruzzesi, anche se, per superare gli ostacoli posti dai ricorsi di Guardiagrele
e accolti dalla giustizia amministrativa, un algoritmo è stato usato per
stabilire quanta neve scendesse in inverno su Guardiagrele e quanto tempo
restasse a terra.
Ma, nel 2011, con la l. 111, il governo Berlusconi IV regala alla Giunta di
centrodestra e al Presidente-commissario la possibilità di superare qualsiasi
scoglio della giustizia amministrativa, sanando con decreto le “……..” del
giovanotto abruzzese.
L’estrema resistenza, materializzata nell’ennesimo ricorso al Tar Abruzzo,
l’unico baluardo della legge, viene infine travolta, dalla Corte Costituzionale
nel 2013, con due distinte ordinanze, il modello è la 173/2013, dopo
discussioni alle quali partecipa anche la professoressa Cartabia.
Adesso la strada è libera per la grande riforma, con un trionfo di acronimi,
PTA, PPI, ODC….e con ridimensionamenti feroci che colpiscono, ad
esempio, anche Atri e Penne.
Ma questa grande riforma genera, soprattutto in provincia di Chieti, lacrime e
sangue.
La vittima prediletta di questa riforma è, però, solo la sanità pubblica.
Guardiamo alla situazione che viene a crearsi nell’Asl Lanciano Vasto Chieti,
icona dello squilibrio a favore del privato .
Una prova? Eccola:
2003 :
presidio ospedaliero pubblico di Atessa 121 posti letto e 6 reparti,
Il gemello privato, la casa di cura Spatocco 129 posti letto e 8 reparti;
2010 :
Atessa 73 posti letto e 5 specialistiche,
la Casa di cura Spatocco 99 posti letto e 10 specialistiche.
oggi :
Atessa 87 posti letto ordinari ( ma 67 di questi sono destinati al recupero
riabilitazione e alla riabilitazione cardio polmonare post COVID!)
la Casa di cura Spatocco 108 posti letto e 5 specialistiche;
secondo confronto:
2003
presidio ospedaliero pubblico di Ortona 150 posti letto e 10 reparti,
Casa di cura Pierangeli 152 posti letto e 10 reparti;
2010
Ortona 88 posti letto e 15 specialistiche,
Casa di cura Pierangeli 109 posti letto e 9 specialistiche (le Case di cura
private avevano presentato ricorso contro i tagli previsti dalla legge regionale
6/2007, ma la Corte Costituzionale, con la sentenza 289/2010 aveva rigettato
i ricorsi).
Oggi (dopo le cure del commissariamento e del Piano di rientro):
Ortona 113 posti letto 8 specialistiche ( 44 posti letto sono per riabilitazione
e lungodegenza)
Casa di cura Pierangeli 148 posti letto ordinari e 9 specialistiche.(è bene
ricordare, poi, che le case di cura private non hanno Pronto soccorso e il
Pronto soccorso per il pubblico incide dal 10 al 15% dei costi generali di un
presidio pubblico e che nel mondo privato ci sono state acquisizioni)
Qualcuno è in grado adesso di riscrivere la graduatoria, soprattutto dopo che
in Abruzzo più di un grande gruppo privato ha iniziato una brillante
operazione di colonizzazione?

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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