Valpescara. Identità per lo sviluppo

di Alessandro D’Ascanio*

La storia economica d’Abruzzo nell’età contemporanea, in una lunga e articolata stratificazione temporale – dai primordi degli ultimi decenni del XIX° secolo fino al boom degli anni Sessanta del Novecento e oltre – ha conosciuto, tra altri casi locali di particolare significato, una vicenda di sviluppo economico del tutto originale e forte nella strategica e centrale Valpescara. Dal carattere pionieristico dei primi capitani d’industria ottocenteschi, spesse volte, ad un tempo, sperimentatori di tecnologie, organizzatori d’impresa e patrioti risorgimentali e poi in seguito strenuamente impegnati nel processo di modernizzazione del Mezzogiorno d’Italia, al ruolo del capitale straniero; dal settore minerario-asfaltifero a quello idroelettrico a quello chimico; dalle prime nazionalizzazioni al tempo della Grande Guerra ai tentativi di razionalizzazione del Regime fascista degli anni Trenta, al ruolo della Cassa del Mezzogiorno: un’epopea, articolata nelle specifiche caratteristiche dei vari periodi, volta allo sviluppo industriale e alla crescita civile di un territorio. Localizzazione geografica, progressivo impianto di infrastrutture di collegamento, successione cronologica di differenti modelli di rappresentanza politico-territoriale: dal ruolo di mediazione tra centro e periferia dei notabili liberali di età giolittiana, al dominio dei ras fascisti nella dicotomia tra nostalgie ruraliste e velleità di presenza dello Stato fascista; al ruolo, insieme clientelare e “sviluppista”, della classe dirigente democristiana, rappresentano tutti fattori specifici, diversi e successivi, di uno sviluppo certo segnato dalle fasi e dai contesti della congiunture generali succedutesi, ma incardinato su robuste e imprescindibili elementi di forza locale! E ora? Venuta meno la funzione di aggregazione e di espressione programmatica e organizzata degli interessi da parte dei partiti politici, assottigliata la capacità di vasta rappresentanza sociale del sindacato, constatato, al netto di lodevoli eccezioni individuali, il progressivo dilatarsi del legame tra eletti e comunità di riferimento, quale soggetto politico collettivo potrebbe assumere su di sé l’onere di rappresentare, nel senso più pregante e conseguente del termine, le attuali esigenze di ripresa economica e di volontà di accelerazione di un territorio dalla così spiccata identità storica eppure invischiato in una crisi ormai di lungo periodo? In altre parole, esiste un legame tra le contestazioni a Rete Ferroviaria Italiana sul progetto di raddoppio del tratto Brecciarola-Alanno, le ricorrenti crisi industriali della vallata, l’esigenza di riportare a nuova vita aree ex industriali (ad esempio gli spazi Italcementi di Scafa), la necessità di ripensare il Distretto sanitario di vallata alla luce delle risorse finanziarie ricomprese nel Pnrr per la territorializzazione dell’assistenza e della prevenzione, il fallimento delle Terme di Caramanico, lo stallo dell’implementazione dei Fondi Masterplan della Regione sul Bacino sciistico della Maiella, l’esigenza di ammodernare attrezzare gli assi collegamento tra comunità montane e valle, le questioni complesse della collina casauriense e quelle dirimenti dell’area di Popoli e Bussi?

E se esiste, è opportuno lasciare ai soli Comuni, monadi volenterose, ma fragili sul panorama ampio del sistema politico il ruolo di soggetto aggregatore di un progetto politico di rilancio? Si avverte la difficoltà di individuare un canale di espressione istituzionale e politica di una comunità policentrica, ma dall’identità definita, dal passato importante, ma dal presente complesso e dal futuro incerto. E allora, in attesa di una risposta da parte delle istituzioni anche sul piano della riforma degli Enti locali — in particolare dell’Ente Provincia – occorrerà partire da un progetto e dalla partecipazione tematica di rappresentanti dei Comuni, delle associazioni, dei saperi professionali, del mondo della ricerca scientifica alla elaborazione di scenari realistici di sviluppo alla luce di una nuova contingenza di spesa pubblica consistente e di una coscienza unitaria da rafforzare e far emergere! Al lavoro!

*sindaco di Roccamorice, Consigliere Provincia di Pescara

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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