Zuppi all’Aquila: “La pace non si impone, si costruisce con giustizia e perdono”

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana è intervenuto all’Aquila sul tema del dialogo e della risoluzione dei conflitti, a dialogo con il giovane autore Riccardo Pedicone. Secondo Zuppi, la pace non può essere frutto di un diktat. “La pace non si impone. Si costruisce, pezzo per pezzo. Con creatività, giustizia e perdono. La pace imposta dura poco – spiega – I motivi del conflitto, se non vengono affrontati, tornano a esplodere”. Per questo, afferma, servono tre elementi indissolubili: pace, giustizia e perdono.
Il cardinale insiste su un concetto: per rendere credibile un processo di pace servono garanzie. “Uno dei problemi più grandi è la fiducia – spiega alla platea dell’Auditorium – Come può un palestinese fidarsi di un israeliano dopo tutto quello che è successo? E un israeliano fidarsi di un palestinese dopo il 7 ottobre, con tutte quelle persone uccise a sangue freddo?”. Il ragionamento si estende anche alla guerra tra Russia e Ucraina: territori occupati, identità contrapposte, pressioni internazionali. “È complicato capire come se ne uscirà – aggiunge – Ma non possiamo accettare che un aggressore ridisegni i confini con la forza”.

“La parola pace all’Aquila è un impegno quotidiano, – ha affermato Roberto Santangelo, assessore regionale tal Cultura – è la capacità di ricominciare insieme, di rialzarsi e andare avanti senza lasciare indietro nessuno, superando anche i momenti più difficili”.

“Il nostro impegno culturale e sociale è far sì che ogni nostro gesto, nelle istituzioni, nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, sia coerente con questo spirito. – Continua Santangelo – L’aumento del 38% registrato nei reati commessi, nell’epoca post Covid, è compiuto dai giovani sotto i 30 anni. Il nostro compito, quello degli adulti, quello delle istituzioni, è dare la possibilità di poter comprendere cosa sia il bene e cosa il male. Non sempre un cellulare è una porta sul mondo, questo strumento va governato, noi vogliamo dare ai giovani gli strumenti per costruirsi quel senso critico che consentirà loro di decidere cosa sia giusto e cosa sbagliato e attraverso la partecipazione a incontri come questo cerchiamo di dare i modelli per capirlo”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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