Acqua, Chieti tra i capoluoghi con le perdite più ingenti sulla rete

 L’Italia – come si legge in uno studio della Fondazione Openpolis su dati Istat – si conferma il secondo paese Ue dopo la Grecia per prelievo di acqua dolce per uso potabile: 155 metri cubi annui per abitante. La Valle d’Aosta è la prima regione italiana per acqua erogata in rapporto alla popolazione (438 litri al giorno). Seguono a distanza Trentino Alto Adige (291) e Calabria (277). Ultima invece la Puglia con 155 litri pro capite.

L’erogazione giornaliera pro capite è mediamente più elevata al Nord. Come rileva Istat, la diffusione dei fontanili, soprattutto nelle zone montane, può in parte spiegare questi valori elevati. Il minore volume di acqua si rileva invece nelle isole, anche se i valori più bassi si registrano in Umbria (166) e Puglia (155). Un altro fattore che differenzia le zone è il distretto idrografico: è soprattutto nell’area del Po che si riportano i volumi maggiori di acqua erogata. Tuttavia l’acqua erogata ed utilizzata non corrisponde al totale di quello che viene immesso nelle reti. La situazione italiana è infatti caratterizzata da una gestione frammentata e inefficiente delle risorse idriche, che causano una forte dispersione di acqua. Un importante investimento del Pnrr pari a 900 milioni di euro prevede proprio di ridurre le perdite e di rendere le infrastrutture maggiormente efficienti. A fronte di 8,1 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile immessi nelle reti comunali nel 2020, complessivamente sono stati erogati appena 4,7 miliardi di metri cubi di acqua per usi autorizzati. Quasi la metà delle risorse immesse quindi non sono arrivate a destinazione. Andando ad analizzare i dati dei capoluoghi, sono 43 i comuni in cui si supera la media nazionale. Di questi, 15 si trovano nell’area del Centro-Nord, i restanti nel Sud. I capoluoghi che sono caratterizzati dalle perdite più ingenti sono Chieti 71,7%), Latina (70,1%), Belluno (68,1%) e Siracusa (67,6%).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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