Sono quasi 2,4 milioni le famiglie italiane in povertà energetica. Stiamo parlando di 5,3 milioni di persone che nel 2023 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati estrapolati dal Rapporto Oipe 2023. I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, che si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione. A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 19,1% delle famiglie, composte da quasi 349mila persone, si trovava in condizioni di povertà energetica. Seguono la Basilicata (17,8%) il Molise (17,6%), la Puglia (17,4%) e la Sicilia (14,2%).
In Abruzzo sono 47.617 le famiglie in povertà energetica, per un totale di 105.923 persone, che rappresentano l’8,4% delle famiglie, sotto la media nazionale del 9%.
Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trova in povertà energetica sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi, sottolinea la Cgia, quando lavora lo fa come autonomo. Va infine sottolineato che i nuclei più a rischio povertà energetica, soprattutto nel Sud, sono quelli che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene, etc.), presentano valori percentuali di rischio più contenuti.