Matteo Messina Denaro detenuto nel carcere dell’Aquila

Matteo Messina Denaro è stato scortato in auto verso il carcere dell’Aquila, dove sorge il penitenziario italiano con il maggior numero di detenuti al 41 bis. L’ormai ex latitante più ricercato d’Italia è stato affidato alle cure dei medici della Asl che operano all’interno dell’istituto. A breve comincerà anche la chemioterapia in una stanza ad hoc allestita nel carcere. Ad assistere il boss sarà il primario Luciano Mutti che terrà sotto controllo eventuali reazioni negative o effetti collaterali della terapia.

Messina Denaro “riceverà lo stesso trattamento di tutti gli altri detenuti con patologie sanitarie – spiega il Garante dei detenuti dell’Abruzzo, Gianmarco Cifaldi -. Garantiremo il suo diritto alla salute”.

La sua cella non differisce per nulla da quelle degli altri, con un letto saldato a terra, un gabinetto e una televisione con i canali bloccati. Non è possibile infatti avere accesso alle emittenti regionali, per evitare il rischio che possano in qualche modo essere trasmessi messaggi in codice destinati ai boss.

Sul muro della cella è installata una videocamera che registra minuto per minuto ogni movimento del boss. Immagini che poi vengono vagliate e analizzate dai poliziotti del Gom, il Gruppo Operativo Mobile. Si tratta di agenti penitenziari gestiti non dal Provveditorato regionale, ma direttamente dal Dap e i cui turni vengono cambiati casualmente ogni giorno, anche tra penitenziari diversi. Le telecamere sono presenti, inoltre, in ogni corridoio o sezione del carcere, senza lasciare alcun angolo scoperto o spazi dove potersi nascondere. E’ previsto per i detenuti l’assoluto divieto di socialità o di incontro, con appena un paio di ore d’aria al mese ma si può accedere alla biblioteca o di leggere i giornali, in alcuni casi censurati se riportano fatti o articoli riguardanti processi nei quali siano coinvolti, anche indirettamente, i detenuti stessi.

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Matteo Messina Denaro, il boss della mafia catturato dopo oltre trent’anni di latitanza, ha trascorso la prima notte in carcere, nella struttura di massima sicurezza dell’Aquila, “Le Costarelle” di Preturo.  All’Aquila e’ arrivato a notte inoltrata dopo il trasferimento a bordo di un C-130 dell’Aeronautica atterrato all’aeroporto di Pescara. Da qui il viaggio verso L’Aquila, scortato dai carabinieri. Il carcere dell’Aquila è già attrezzato con una cella adibita a infermeria: qui Messina Denaro sarà curato, ma va chiarito che la stanza è a disposizione di tutti gli altri detenuti che necessitano di interventi medici, non si tratta, insomma, di un trattamento particolare. Non ci saranno, insomma, almeno in questa fase, trasferimenti verso l’ospedale San Salvatore del capoluogo.

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E’ atterrato ieri sera con un volo militare all’aeroporto di Pescara il boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo l’arresto avvenuto a Palermo. L’ipotesi più accreditata, come anticipato dai quotidiani La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell’Aquila poiché è una struttura di massima sicurezza, ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perché nell’ospedale del capoluogo è presente un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni sarebbero state allertate. Il supercarcere aquilano accoglie reclusi in regime di 41 bis, il “carcere duro” .All’Aquila sono stati ospitati detenuti “eccellenti” condannati per reati di mafia, come Leoluca Bagarella – sta scontando l’ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo della nuova camorra organizzata, Francesco Schiavone detto Sandokan (esponente dei Casalesi), esponenti del clan siciliano dei Madonia e, in ultimo, Felice Maniero della cosiddetta Mala del Brenta, detto “faccia d’angelo”, all’Aquila in regime di semilibertà. All’Aquila ha fatto tappa in alcune occasioni anche Totò Riina.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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