Pasqua, i riti della Settimana Santa in Abruzzo

Sono tanti i riti che si preparano in Abruzzo per la ‘Settimana Santa’, tra celebrazioni, rievocazioni e processioni che accompagneranno turisti e credenti sino alla domenica di Pasqua.

Si parte al tramonto del mercoledì Santo con il teatro popolare a Gessopalena dove si rievoca la Passione di Cristo tra i ruderi del paese. Tradizione vuole che per i sepolcri del Giovedì Santo, le chiese abruzzesi, aperte sino a tarda notte, abbiano degli altari addobbati con fiori bianchi e semi di grano germogliati al buio a simboleggiare il passaggio dalle tenebre della morte alla resurrezione. Per gli scaramantici occorre inoltre che si visitino, sempre in numero dispari, 3 o più chiese.

Sempre Giovedì Santo a Lanciano   si svolge la ‘Processione degli incappucciati’, celebrata sin dal XVI secolo, organizzata dall’arciconfraternita San Filippo Neri. Al centro della processione il ‘Cireneo’ che cammina scalzo e incappucciato portando sulle spalle la croce del Calvario.

Tra le decine di processioni organizzate nei borghi abruzzesi, il Venerdì Santo, 4 sono le più suggestive: quelle degli Incappucciati a Campli   e l’altra a Chieti. Quest’ultima sarebbe la più antica di tutto l’Abruzzo e le altre 2 a L’Aquila e Sulmona  . Quest’ultima nota per lo ‘struscio’, un passo lento e pesante dei partecipanti alla rappresentazione, si tratta di trinitari e lauretani che si dividono i ruoli nell’organizzazione dei 2 più importanti eventi del venerdì e della domenica di Pasqua. I confratelli sulmonesi indossano lunghe vesti rosso lucido. La processione parte dalla chiesa della santissima Trinità e all’inizio sfila il ‘Tronco’, una grande croce di velluto rosso decorata da foglie e grappoli d’uva in argento. Dietro al tronco seguono i portatori di lampioni, i simulacri del Cristo morto su una lettiga del Settecento e, in coda, oltre all’imponente coro con oltre 100 cantori, la statua della Madonna in nero con un pugnale che le trafigge il cuore a testimonianza del dolore. La marcia più nota interpretata nelle processioni del Venerdì Santo è il Miserere di Francesco Saverio Selecchy (1703-1788) eseguito anche durante la processione del Venerdì Santo all’Aquila. La rappresentazione si distingue per la presenza di simboli e simulacri realizzati da Remo Brindisi, artista contemporaneo.

Il Sabato Santo, a Barreavva in scena una rappresentazione con circa 200 tra attori e figuranti per rivivere la passione di Cristo, dall’ingresso in Gerusalemme alla crocifissione. Insostituibile e ineguagliabile, Domenica di Pasqua la rappresentazione della ‘Madonna che scappa’ su piazza Garibaldi di Sulmona gremita di folla. Bussando all’ingresso chiuso della parrocchia di San Filippo Neri le statue di San Pietro, rette da portatori in tunica bianca con stoffa verde lucida sulle spalle. La statua di Pietro porta in mano delle chiavi, quella di San Giovanni, che convince la Madonna sulla resurrezione del figlio, ha in mano un calice d’orato su cui spunta una biscia. La Madonna, rappresentata da una statua a lutto, dopo 3 tentativi esce dalla chiesa e si avvia al centro della piazza e, una volta scorto il figlio risorto che indossa tunica e mantello bianco con stelle che brillano al sole, prende a correre facendo cadere il manto nero e rimanendo in abito verde splendente da cui escono dei colombi; ad accompagnare la corsa sono anche i botti dei mortaretti. Dalla caduta del manto, dalla corsa del simulacro e dal volo alto delle colombe verranno tratti gli auspici, lieti e negativi, per il territorio, almeno così vuole la tradizione.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Elezioni europee, Meloni: guiderò le liste di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni +++ VIDEO +++

 “Siamo di fronte a una battaglia decisiva un vero e proprio bivio che non consente …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *