Vendemmia, fino al 60 per cento in meno della raccolta in Abruzzo

Tra clima e peronospora produzione vitivinicola in calo di circa il 14%, con punte del 50% nel Sud Italia, ma una buona qualità del raccolto, grazie all’assenza di umidità e per le elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte. E’ il quadro della vendemmia 2023 fatto da Coldiretti al termine di una stagione complessa dal punto di vista meteorologico.

In base alle proiezioni, in assenza di ulteriori eventi avversi, per la conquista del primo posto come produttore mondiale di vino si prospetta un testa a testa fra l’Italia e la Francia, che sta facendo i conti con malattie della vite e maltempo, mentre la Spagna dovrebbe restare terza con 36,5 milioni di ettolitri e un calo dell’11% rispetto allo scorso anno. Per il Sud questo è stato un annus horribilis: ci sono regioni importanti come Sicilia e Puglia, che rappresentano oltre 1/5 di tutto il vino italiano, con perdite tra i filari fino al 40%, ricorda Coldiretti.

In alcune zone fra Molise e Abruzzo si registra un crollo anche del 60% dei grappoli da raccogliere.

La raccolta in corso per il Sangiovese, il Montepulciano, i Trebbiani e i Lambrusco si protrarrà fino alla fine di ottobre per le varietà tardive come Cabernet, Aglianico, Nerello, Nebbiolo e nelle zone a quote più elevate come la Valtellina e l’Etna. La produzione italiana, stima la Coldiretti, dovrebbe scendere intorno ai 43 milioni di ettolitri contro i 50 milioni registrati la scorsa stagione, facendo entrare il 2023 fra i peggiori anni della storia del vigneto Italia nell’ultimo secolo insieme al 1948, al 2007 e al 2017. In Italia si attende comunque una produzione di qualità, ma per quanto riguarda i volumi molto dipende dal clima. La situazione è difficile anche in Toscana, ma migliora spostandosi verso Nord, dove le rese sono stabili o crescono leggermente rispetto lo scorso anno. Il Nord quest’anno dovrebbe produrre il 65% di tutto il vino nazionale

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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