Turismo, meno presenze ma spesa maggiore

Il Ciset, Centro Internazionale Studi dell’Economia del Turismo, ha elaborato l’indagine alle frontiere di Banca d’Italia per il 2022. La preoccupazione per il mancato ritorno dei turisti stranieri ai livelli pre-crisi ha tenuto banco tra gli esperti e gli addetti del settore negli ultimi due anni. Il 2022 ha dato segnali importanti di un’inversione di tendenza, soprattutto per alcune destinazioni e tipologie di turismo (come il mare e l’open air). E questo nonostante la perdurante chiusura di alcuni importanti mercati asiatici, come Giappone e Cina, e lo scoppio del conflitto Russia-Ucraina, che hanno influenzato l’evoluzione del turismo internazionale. Una ripresa non sufficiente dei flussi viene, tuttavia, generalmente interpretata come una diminuzione delle entrate turistiche e quindi del fatturato delle imprese, con effetti negativi in termini di occupazione e di impatto economico generale sul territorio. In realtà, i dati pubblicati di recente dalla Banca d’Italia per il 2022 ed elaborati dal Ciset forniscono un risultato diverso: a fronte di un andamento del numero di turisti e dei pernottamenti a livello Italia ancora inferiore a quello del 2019, la spesa turistica incoming ha superato i livelli pre pandemici. Molteplici le motivazioni dietro a tale risultato. Innanzitutto, un leggero aumento della durata media del soggiorno: i turisti che hanno scelto di venire in Italia nel 2022 si sono fermati per più tempo e quindi hanno speso di più. In secondo luogo, il riacutizzarsi dell’inflazione tra 2019 e 2022, causata dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, che si è riflessa sulle tariffe praticate dagli operatori. Infine, una maggiore propensione alla spesa da parte dei turisti stranieri, dopo il “risparmio forzato” del 2020 e 2021. Andando nel dettaglio dei numeri, secondo l’indagine alle frontiere di Banca d’Italia, i turisti internazionali in Italia nel 2022 sono stati poco più di 47 milioni, contro 61 milioni nel 2019 (-22,4%), mentre le presenze quasi 310 milioni contro circa 359 milioni nel 2019 (-13,7%). A fronte di un calo del numero di turisti in ingresso, le notti sono diminuite meno. Quindi – rileva il Ciset – chi ha deciso di trascorrere un soggiorno nel nostro Paese ha effettuato una permanenza leggermente più lunga (6,5 giorni contro 5,9 giorni nel 2019). Inoltre, la spesa media pro capite giornaliera è aumentata di quasi 18 euro, da 110,39 a 128,82 euro (+16,7%). Tale crescita è in parte dovuta all’inflazione (+9,7% tra 2019 e 2022), in parte a un aumento della capacità di spesa dei turisti. Chi ha scelto di venire in Italia nel 2022 aveva un budget destinato alla vacanza più alto, dopo due anni di risparmio “forzato”, oppure lo ha allocato in modo differente tra le diverse voci di spesa. Nel complesso, la spesa totale per turismo incoming nel 2022 ha registrato un incremento del +0,8% rispetto al 2019 (da 39,6 miliardi a 39,9 miliardi di Euro).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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