Redazione Notizie D'Abruzzo

Pastore dona il ricavato della vendita dei prodotti per Pasqua a terapia intensiva

Ha deciso di donare l'intero ricavato della vendita dei prodotti per Pasqua ai reparti di terapia intensiva. L'ennesimo anello della solidarieta' in tempo di coronavirus ha il nome e il volto di Leonardo Angelucci, un giovane che ha scelto di fare il pastore ne lla sua piccola fattoria 'Casetta Bianca'' sulle alture di Lettopalena, sulla Majella.

''In questi giorni drammatici di emergenza Coronavirus sto seguendo con apprensione le notizie che arrivano fin qui, sulle montagne, nei pascoli che mi ospitano - racconta Leonardo - e mi sono chiesto come fare la mia parte per aiutare la comunita' a fronteggiare questo terribile momento, io che, come pastore, ho l'enorme privilegio di potermi non fermare. Ho deciso allora di donare l'intero ricavato della vendita dei prodotti per Pasqua ai reparti di terapia intensiva. Pertanto versero' la somma sul conto corrente dedicato all'Emergenza Covid-19 della Asl Lanciano Vasto Chieti, per supportare l'assistenza di tipo intensivo di cui i malati hanno bisogno''. Leonardo, che oggi ha cento capre, ha scelto di lasciare Roma e vivere nella terra dei suoi nonni dopo aver conseguito la laurea in zootecnia. ''Ho studiato, approfondito le tecniche di lavorazione del latte, conosciuto i pastori locali, ascoltato le loro storie, ricomposto tutti i pezzi e maturato la mia decisione - dice ripercorrendo gli ultimi cinque anni - Qui ho il mio gregge, i pascoli, il caseificio dove trasformo solo il latte delle mie capre, rigorosamente crudo, senza l'aggiunta di coadiuvanti ne' di fermenti. Mi piace l'idea di far rivivere la tradizione casearia abruzzese in luoghi nei quali la figura del pastore sta scomparendo e dove, invece, e' stata una figura che ha contribuito all'economia e alla storia di questo territorio''

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Coronavirus, Marsilio: risorse scarse dal Governo

La Regione Abruzzo ha espresso parere negativo sullo schema di Ordinanza del Capo della Protezione Civile con il quale si distribuiscono ai Comuni 400 milioni per distribuire beni alimentari alle fasce deboli della popolazione. Per il presidente Marco Marsilio si tratta di "risorse scarse, distribuite tramite i Comuni (che si vedranno aggravare il carico delle attività amministrative e burocratiche in un momento in cui la maggior parte dei Comuni è già messa a dura prova) e con modalità che rischiano di essere persino umilianti. Non è il tempo di distribuire buoni-spesa o pacchi alimentari. Penso che le risorse debbano essere accreditate direttamente sui conti correnti delle famiglie in difficoltà, di tutti quei soggetti costretti a rimanere senza lavoro e senza reddito, senza burocrazia e senza indugio. Anche il fondo di 4,3 miliardi girato 'subito' da Conte ai Comuni è in verità una somma già esistente in Bilancio, che lo scorso anno venne accreditato nelle stesse modalità e negli stessi tempi ai Comuni stessi, con il quale i Comuni già affrontano la 'normale' marginalità sociale. La crisi apocalittica che stiamo vivendo ha bisogno di nuove risorse e di numeri imponenti, non si combatte con piccoli interventi e timide anticipazioni"

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Coronavirus, oltre 450 mila euro di donazioni alla Regione Abruzzo

 Sono arrivate a 461.807,77 euro le donazioni effettuate a supporto del sistema sanitario regionale attraverso il conto corrente attivato dalla Regione Abruzzo. Lo fa sapere l'assessore regionale al Bilancio e al Patrimonio, Guido Liris. "Il cuore oltre l'ostacolo, grazie amici abruzzesi e non, per il vostro prezioso e importante gesto di solidarieta'" dichiara in una nota. Per chi volesse effettuare una donazione, il codice IBAN e': IT 48 V 05387 12917000000040300 intestato a: Regione Abruzzo - Giunta regionale. Causale: Erogazione liberale emergenza Coronavirus.

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Coronavirus, tre decessi in poche ore a Castiglione Messer Raimondo

Nel giro di poche ore si contano altri tre morti a Castiglione Messer Raimondo, comune inserito in una zona rossa per il numero di contagi da covid-19 e dove sono stati 45 casi di coronavirus su poco piu' di duemila abitanti. Complessivamente, in una decina di giorni, sono morte 11 persone. I nuovi decessi sono relativi a una donna di 86 anni, un uomo di 90 e uno di 51, vittima piu' giovane registrata in paese. La donna era ricoverata all'ospedale di Teramo, i due uomini invece in quello di Atri. Castiglione Messer Raimondo e' il centro piu' colpito in Abruzzo in proporzione al numero degli abitanti.

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Sono 2.678.264 le persone indigenti a rischio fame in Italia, in Abruzzo 44.988

Sono 2.678.264 le persone indigenti a rischio fame in Italia. Il calcolo e' di Coldiretti che ha condotto un'elaborazione sui dati contenuti nella Relazione annuale Fead di giugno 2019. Le maggiori difficolta' alimentari si registrano nel mezzogiorno con oltre 530.000 persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare in Campania, oltre 364.000 in Sicilia e quasi 283.000 in Calabria. Ma situazioni diffuse di bisogno, rileva la confederazione, si registrano anche nel Lazio, con oltre 263.000 persone, e in Lombardia, con 235.000. Tra le persone piu' in sofferenza, sottolinea la Coldiretti, ci sono quasi 113.000 senza fissa dimora, oltre 225.000 anziani sopra i 65 anni, e 455.000 bambini di eta' inferiore ai 15 anni, che ricevono aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), grazie ad associazioni come Banco alimentare Roma, Banco delle opere di Carita', Caritas Italiana, Comunita' di S. Egidio, Croce rossa italiana, Fondazione banco alimentare e Associazione sempre insieme per la pace. 

REGIONE                              QUOTA NUMERO INDIGENTI

CAMPANIA                          20%                530.222

SICILIA                                 14%                364.156

CALABRIA                           11%                282.974

LAZIO                                   10%                260.472

LOMBARDIA                       9%                  235.231

PUGLIA                                 7%                  175.684

PIEMONTE                           5%                  135.943

EMILIA ROMAGNA            5%                  130.202

TOSCANA                            4%                  103.398

VENETO                               4%                  97.109

MARCHE                              3%                  67.907

LIGURIA                               2%                  66.580

SARDEGNA                         2%                  54.900

FVG                                       2%                  49.810

ABRUZZO                           2%                  44.988

BASILICATA                       1%                  30.767

TRENTINO A.A.                  1%                  22.258

UMBRIA                               1%                  20.614

MOLISE                                0%                  5.049

TOTALE                                100%              2.678.264

 

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Economia pastorale e di montagna, Marcelli: si affronti emergenza partendo da sblocco fondi AGEA

L'economia pastorale e di montagna è stata colpita dal COVID-19, certamente. Ma aveva le difese immunitarie già basse, e ora rischia definitivamente di scomparire, a causa di un malanno ben più grave, che risponde al nome di AGEA. L'Agenzia nazionale che riceve miliardi dall'Europa per sostenere la nostra agricoltura, che persino durante questa emergenza ha rilasciato tronfie dichiarazioni di aver erogato milioni di fondi, e che ha ancora in pancia i contributi del 2018 e 2019". Lo afferma Nunzio Marcelli, Presidente Associazione allevatori Ovino-caprini d'Abruzzo (ARPO).

 "L'AGEA, che dovrebbe sostenere l'agricoltura, e in particolare quella delle aree interne, invece di versare i pagamenti previsti, li blocca, e uccide un intero settore.  Si può essere penalizzati per una “anomalia” di cui non si riuscirà mai a capire chi è colpevole, come sanarla, quando sarà rimossa; si può essere bloccati e non riuscire a parlare con un funzionario o un impiegato per mesi. Intanto la crisi che colpisce tutta la nostra economia in conseguenza dell'emergenza sanitaria, danneggia aziende che non possono interrompere la produzione: le pecore non si fermano, e i prodotti restano invenduti. Le filiere corte, che potrebbero oggi essere una risorsa anche in termini di sicurezza, perchè muovono molto meno le persone e i trasporti, riducendo i rischi di diffusione del contagio, non sono mai state sostenute; la grande distribuzione ignora i prodotti locali, e alimenta catene lunghe di forniture, incrementando i contatti con le aree ad alto contagio.  Dopo aver lasciato che i nostri pascoli fossero predati da società che hanno sottratto i terreni e munto i soldi dei contributi europei, oggi siamo due volte penalizzati, perchè quelle stesse società, che non hanno mai avuto animali né produzioni, oggi non hanno il problema del prodotto invenduto. Hanno incassato i fondi europei, svuotato il territorio, e lasciato dietro il deserto. Il Governo con il decreto emergenza obbliga la pubblica amministrazione a procedere con tutti i pagamenti: ma in Regione chi doveva avere i danni da cinghiali non ha incassato nulla, e a livello nazionale l'AGEA fa grandi proclami, ma i soldi non arrivano mai, neanche in piena emergenza. E' questo il virus che ci sta uccidendo - conclude  Marcelli".

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Coronavirus: a Montesilvano i casi positivi salgono a 76, le vittime salgono a 11

Anche nella giornata di oggi si registra una vittima, si tratta di uomo di 71 anni, deceduto all'ospedale di Pescara. 2 sono i nuovi casi positivi al Covid-19 per un totale di 76. 11 invece sono le vittime a Montesilvano dall’inizio dell’emergenza.

Il sindaco De Martinis, sulla vittima di oggi molto conosciuta in città e suo amico personale ha espresso un pensiero di vicinanza alla famiglia. “Nei giorni scorsi ho mantenuto massimo riserbo relativamente all’identità dei defunti – afferma il sindaco Ottavio De Martinis - ma oggi mi sento di raccontare una storia. La storia è purtroppo quella del mio, nostro caro amico Giuliano Centorami, una persona davvero buona e sempre solare che ha lottato con tutte le forze, ma non ce l’ha fatta, raggiungendo la moglie Antonietta, scomparsa per lo stesso motivo qualche giorno fa. Ho ancora i suoi messaggi sul cellulare, con i quali dall’ospedale, nonostante le critiche condizioni, mi chiedeva di aiutare la moglie e i suoi due cognati diversamente abili, che con loro convivevano e ai quali era molto legato. Ho pregato in questi giorni affinché potesse farcela. Purtroppo non è andata come speravo, da sindaco e da amico rivolgo a lui un affettuoso pensiero e mi unisco, a nome della città tutta, al dolore della famiglia che vive da giorni momenti davvero terribili”.

Al Centro operativo comunale oggi sono state circa 20 le chiamate per la spesa e i farmaci consegnati a domicilio dai volontari della Protezione civile e della Croce rossa.

Oggi il personale dalla polizia locale ha effettuato 100 controlli nei supermercati e tabacchini, rilevati 10 trasgressori.

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San Salvo, chiusura domenicale del 29/3 estesa anche alle attività di generi non alimentari

Dopo l’ordinanza emanata ieri dal ministero degli Interni, che ha riaperto nei prefestivi e nei festivi le attività di commercio ritenute essenziali, il Comune di San Salvo, che aveva già predisposto per domenica 29 marzo la chiusura delle attività commerciali al dettaglio di generi alimentari, ora estende la chiusura domenicale anche alle attività commerciali al dettaglio di generi non alimentari e di prima necessità, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai, sia esercizi di vicinato che medie strutture di vendita, anche ricomprese nei centri commerciali.
“Un provvedimento che ha lo scopo di contenere il contagio da Covid-19 cercando di ridurre le uscite da casa attraverso minori opportunità di relazioni sociali – dice il sindaco Tiziana Magnacca – perché in questo momento è l’unica cosa che conta nell’interesse di tutti i cittadini. Con l’ordinanza che oggi ho firmato abbiamo esteso la chiusura anche alle attività commerciali al dettaglio di generi non alimentari e di prima necessità, con alcune doverose eccezioni come le farmacie e le parafarmacie, le edicole e i tabaccai di vicinato e media struttura”.
Per ora la validità della ordinanza è limitata al 3 aprile salvo che il Governo proroghi le misure restrittive.

Credit foto: Ansa

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CORONAVIRUS I SINDACI RACCONTANO L’EMERGENZA DEI LORO COMUNI: RIPA TEATINA

Notizie d’Abruzzo ha posto tre domande uguali ai sindaci per conoscere come viene affrontata l’emergenza sanitaria e quella economica nei loro Comuni. Ecco le risposte di Ignazio Rucci, Sindaco di Ripa Teatina (Ch).

Sindaco la sua città lotta con due inaspettate emergenze una sanitaria e una economica. Quale teme di più?
L’emergenza sanitaria è pericolosa e bisogna necessariamente evitare che si espanda nel Centro -Sud del nostro paese, dove le strutture sanitarie non hanno la medesima capacità di reazione di quelle del Nord. Da amministratore, quella che mi preoccupa di più è la crisi economica, perché durerà molto a lungo prima di poter recuperare le perdite e cambierà anche l’assetto sociale, con la nascita di una nuova fascia di povertà. Noi Sindaci dovremo affrontarla stretti tra le direttive e i paletti che imporrà il Governo centrale e le necessità delle nostre popolazioni. Sarà nostra la porta dove i cittadini verranno a bussare in cerca di aiuto e di risposte. Pertanto, sarà necessario implementare le attività dei servizi sociali per gestire al meglio le richieste delle fasce sociali più disagiate. Infine, si dovrà gestire la transizione verso il ritorno alla normalità, che non sarà più la stessa di prima, con il persistere del distanziamento sociale ancora per mesi, attraverso l’organizzazione di incontri informativi e formativi della cittadinanza.

Quali sono la richieste più pressanti che arrivano dalla sua comunità di cittadini?
 Nell’immediato arrivano richieste di beni di prima necessità da parte di quei cittadini che versavano in condizione di parziale indigenza già prima della pandemia e che ora hanno perso anche piccoli lavori, spesso sommersi, che davano loro una fonte, seppur minima, di sussistenza. Un’altra fetta di popolazione inizia a preoccuparsi del pagamento dei tributi e chiede se sono previste dilazioni. Sicuramente assisteremo ad un’impennata di richieste di rateizzazioni degli stessi e si farà più lunga la fila di chi verrà a chiedere lavoro.

Può dirci cosa metterà in cantiere per il rilancio della sua città?
L’Amministrazione Comunale, per quanto in suo potere, sosterrà le attività tipiche del territorio, a vocazione prettamente agricola, sia esistenti sia intraprese ex novo o per riconversione, attraverso gravi fiscali e abbassamento delle aliquote tributarie. Un altro strumento può essere l’istituzione di punti di ascolto per piccoli imprenditori e artigiani, dove trovare esperti che li aiutino a districarsi tra gli strumenti che saranno messi in atto, per consentire la ripartenza economica. L’Amministrazione continuerà a lavorare per incentivare il turismo e rendere Ripa Teatina fruibile tutto l’anno, stabilmente presente sia nei circuiti turistici regionali sia nelle iniziative di Associazioni di settore, cosicché la presenza di turisti possa favorire le attività commerciali del territorio. Infine, sarà fondamentale la collaborazione fattiva con i Comuni limitrofi, accomunati dalle medesime caratteristiche territoriali e socioeconomiche, per azioni condivise ed ottimizzazione delle risorse.

 

 

 

 

 

 

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Studio Cgia, burocrazia e normative bloccano 115 miliardi di euro

A causa dell'emergenza coronavirus restano bloccati dallo Stato 115 miliardi: è l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre. "Tra i debiti commerciali non ancora onorati (53 miliardi di euro) e la mancata apertura di tantissimi cantieri relativi a infrastrutture strategiche e a opere pubbliche minori distribuite lungo il Paese (per un valore di 62 miliardi), la nostra Pubblica amministrazione blocca complessivamente 115 miliardi di spesa che sarebbero indispensabili per fronteggiare l'attuale situazione economica", è la denuncia sollevata dalla Cgia. "Mentre aspettiamo che i 27 Paesi dell'Ue trovino un accordo per consentire l'utilizzo dei coronabond - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi dell'associazione degli artigiani, Paolo Zabeo - nel frattempo sarebbe opportuno che la nostra Pa pagasse i propri fornitori e fosse in grado di avviare le tante opere pubbliche che, ironia della sorte, sono in buona parte quasi tutte finanziate. Se sbloccate, queste misure darebbero una prima importante iniezione di liquidità al sistema economico del Paese, invece, la cattiva burocrazia e il malfunzionamento della macchina pubblica continuano a rappresentare un problema molto serio, quanto la rovinosa caduta che l'economia italiana si appresta a subire nei prossimi mesi".Mai come in questo momento, infatti, sottolinea la Cgia, le famiglie e le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, avrebbero bisogno di liquidità e "nonostante le misure messe in campo dal Governo si continua a non affrontare il cuore del problema".

Inoltre, sottolinea la Cgia, stando al monitoraggio realizzato dall’Ance attraverso il sito sbloccacantieri.it, sarebbero quasi 750 le opere pubbliche ferme nel nostro Paese che non consentono di investire 62 miliardi di euro. Oltre a scuole, strade, ospedali ci sono "anche una trentina di grandi opere infrastrutturali strategiche, la quasi totalità già finanziate, che non decollano a causa degli intoppi burocratici relativi alle procedure amministrativo-progettuali richieste, alle guerre giudiziarie in atto tra le imprese o a seguito del tira e molla in corso tra la politica centrale e quella locale". 

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