Redazione Notizie D'Abruzzo

Abruzzo. Appello di due medici: formiamo una task force di medici e infermieri “riservisti”. Aiutiamo chi ha urgente bisogno


Sono pronti a dare un prezioso aiuto, determinati a unirsi a quanti tra medici e infermieri sono in prima linea nella lotta contro il coronavirus. A lanciarsi con determinazione nel progetto/appello chiamato “i riservisti”, sono due esponenti di lungo corso della medicina abruzzese, il dottor Walter Palumbo e il professor Raffaele Tenaglia che scrivono al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio che in questi giorni ha lanciato un allarme sulla necessità di più medici per dare sostegno in corsia a chi da giorni si sottopone a turni lunghi e massacranti.
“Egregio Presidente
siamo un gruppo di operatori sanitari tra medici e infermieri”, spiegano Palumbo e Tenaglia, “e di operatori socio-sanitari, per lo più pensionati abituati a vivere in Ospedale, in sala Operatoria e in Rianimazione., che hanno deciso di organizzare fra di loro una task force volta a condividere un percorso comune per dare una mano a coloro che in questo momento di emergenza sanitaria sono in prima linea negli ospedali della nostra Regione.
Abbiamo deciso di chiamarci “I riservisti” perché nel passato in periodo di guerra, e questa lotta contro il Coronavirus è una guerra, il Paese per aumentare la sua forza combattiva richiamava in servizio coloro i quali avevano lasciato il servizio militare attivo”. Nel merito Walter Palumbo e Raffaele Tenaglia, chiariscono come intendono raccogliere, unire e gestire il gruppo di supporto tra chi ha già aderito e a quanti risponderanno all’iniziativa. Un progetto di coinvolgimento che per ora unico in Italia.
“Abbiamo voglia, anticipando anche le richieste dei Presidenti delle Regioni Lombardia e Puglia in particolare, di far trovare pronto questo ‘gruppo di supporto’. Come?”, spiegano i due medici, “Facendo e selezionando chi può fare cosa, con la guida determinante di rianimatori che potrebbero avere sostituti e soprattutto, aprendo nuovi spazi (un reparto di almeno 50 posti di Intensiva, Sub-intensiva e di Medicina Generale) avrebbero quei giusti rapporti professionali per farlo. Non spetta a noi indicare dove, ma cominciare a fare delle prove di preparazione, sarebbe opportuno e potrebbe dimostrarsi determinante per affrontare questa terribile fase.
Le chiediamo quindi di utilizzare queste competenze e di far presto a trovare le soluzioni logistiche per l’aumento di posti letto, specialmente quelli per la terapia intensiva, per non doverci trovare impreparati a un aumento spropositato di richieste di ricovero come purtroppo sta avvenendo nelle Regioni del nord Italia.
Crediamo che la cosa migliore che possiamo aspettarci noi che viviamo in Abruzzo e Molise, è saper che si sta allestendo un nuovo reparto di 100-150 posti letto di Terapia Intensiva, Sub-intensiva e di ricovero cautelare.
Ci permettiamo”, continua la lettera dei due medici, “di suggerire che ci sono strutture sanitarie, per lo più Ospedali riconvertiti per altre esigenze assistenziali pronti per questa esigenza, in pochi giorni, dove potremmo cominciare subito una fase di simulazione.
Fra questi gli Ospedali di Atessa, Casoli, Gissi, Guardiagrele, Pescina e Tagliacozzo che, unitamente agli Ospedali di Atri, Penne e Popoli potrebbero essere destinati al ricovero di pazienti non affetti da Coronavirus lasciando agli ospedali di Avezzano, Chieti, Giulianova, Lanciano, L’Aquila, Pescara, Penne, Sant’Omero, Sulmona, Teramo e Vasto la cura dei pazienti affetti da Coronavirus.
Ascolti al riguardo anche gli appelli dei Sindaci che le hanno fatto già richieste, specie il Sindaco di Guardiagrele e quello di Atessa”. Infine la richiesta di un incontro urgente,
“In attesa di ricevere Sue notizie”, concludono Walter Palumbo e Raffaele Tenaglia, “e, magari di incontrarla per condividere il nostro progetto, La salutiamo caldamente”.

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Abruzzo. Appello di due medici: formiamo una task force di medici e infermieri “riservisti”. Aiutiamo chi ha urgente bisogno

Abruzzo. Appello di due medici: formiamo una task force di medici e infermieri “riservisti”. Aiutiamo chi ha urgente bisogno

I promotori Palumbo e Tenaglia: necessari nuovi reparti di terapia intensiva e sub intensiva. Siamo a disposizione del presidente della Regione.

Sono pronti a dare un prezioso aiuto, determinati a unirsi a quanti tra medici e infermieri sono in prima linea nella lotta contro il coronavirus. A lanciarsi con determinazione nel progetto/appello chiamato “i riservisti”, sono due esponenti di lungo corso della medicina abruzzese, il dottor Walter Palumbo e il professor Raffaele Tenaglia che scrivono al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio che in questi giorni ha lanciato un allarme sulla necessità di più medici per dare sostegno in corsia a chi da giorni si sottopone a turni lunghi e massacranti.
“Egregio Presidente
siamo un gruppo di operatori sanitari tra medici e infermieri”, spiegano Palumbo e Tenaglia, “e di operatori socio-sanitari, per lo più pensionati abituati a vivere in Ospedale, in sala Operatoria e in Rianimazione., che hanno deciso di organizzare fra di loro una task force volta a condividere un percorso comune per dare una mano a coloro che in questo momento di emergenza sanitaria sono in prima linea negli ospedali della nostra Regione.
Abbiamo deciso di chiamarci “I riservisti” perché nel passato in periodo di guerra, e questa lotta contro il Coronavirus è una guerra, il Paese per aumentare la sua forza combattiva richiamava in servizio coloro i quali avevano lasciato il servizio militare attivo”. Nel merito Walter Palumbo e Raffaele Tenaglia, chiariscono come intendono raccogliere, unire e gestire il gruppo di supporto tra chi ha già aderito e a quanti risponderanno all’iniziativa. Un progetto di coinvolgimento che per ora unico in Italia.
“Abbiamo voglia, anticipando anche le richieste dei Presidenti delle Regioni Lombardia e Puglia in particolare, di far trovare pronto questo ‘gruppo di supporto’. Come?”, spiegano i due medici, “Facendo e selezionando chi può fare cosa, con la guida determinante di rianimatori che potrebbero avere sostituti e soprattutto, aprendo nuovi spazi (un reparto di almeno 50 posti di Intensiva, Sub-intensiva e di Medicina Generale) avrebbero quei giusti rapporti professionali per farlo. Non spetta a noi indicare dove, ma cominciare a fare delle prove di preparazione, sarebbe opportuno e potrebbe dimostrarsi determinante per affrontare questa terribile fase.
Le chiediamo quindi di utilizzare queste competenze e di far presto a trovare le soluzioni logistiche per l’aumento di posti letto, specialmente quelli per la terapia intensiva, per non doverci trovare impreparati a un aumento spropositato di richieste di ricovero come purtroppo sta avvenendo nelle Regioni del nord Italia.
Crediamo che la cosa migliore che possiamo aspettarci noi che viviamo in Abruzzo e Molise, è saper che si sta allestendo un nuovo reparto di 100-150 posti letto di Terapia Intensiva, Sub-intensiva e di ricovero cautelare.
Ci permettiamo”, continua la lettera dei due medici, “di suggerire che ci sono strutture sanitarie, per lo più Ospedali riconvertiti per altre esigenze assistenziali pronti per questa esigenza, in pochi giorni, dove potremmo cominciare subito una fase di simulazione.
Fra questi gli Ospedali di Atessa, Casoli, Gissi, Guardiagrele, Pescina e Tagliacozzo che, unitamente agli Ospedali di Atri, Penne e Popoli potrebbero essere destinati al ricovero di pazienti non affetti da Coronavirus lasciando agli ospedali di Avezzano, Chieti, Giulianova, Lanciano, L’Aquila, Pescara, Penne, Sant’Omero, Sulmona, Teramo e Vasto la cura dei pazienti affetti da Coronavirus.
Ascolti al riguardo anche gli appelli dei Sindaci che le hanno fatto già richieste, specie il Sindaco di Guardiagrele e quello di Atessa”. Infine la richiesta di un incontro urgente,
“In attesa di ricevere Sue notizie”, concludono Walter Palumbo e Raffaele Tenaglia, “e, magari di incontrarla per condividere il nostro progetto, La salutiamo caldamente”.

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Coronavirus, dalla Sanità privata 1.300 posti letto di terapia intensiva

Gli ospedali di diritto privato hanno messo a disposizione del Paese 1.300 posti letto di terapia intensiva, che corrispondono al 16% della rete complessiva di questo genere di cure del Sistema sanitario nazionale, e circa 40mila posti per acuti (il 22% del totale dei posti letto italiani) per "decongestionare l'afflusso e la gestione" dei pazienti "che non riescono a trovare assistenza nelle strutture di diritto pubblico". A dirlo e' Barbara Cittadini, presidente di Aiop, l'Associazione italiana ospedalita' privata. "E' con grande serieta' e senso di responsabilita', in quanto parte del Servizio sanitario nazionale - continua Cittadini - che tutte le nostre strutture sanitarie stanno fornendo un pieno e deciso contributo nell'ambito dei Piani di Emergenza predisposti dalle singole Regioni, a seconda dello stato emergenziale e delle specifiche esigenze territoriali, per la gestione dei pazienti Covid e per garantire la continuita' delle cure ed assistenza a tutti quei pazienti non-Covid". Per arrivare a cio', prosegue, "molte delle nostre strutture sanitarie hanno completamente stravolto la propria organizzazione per operare in sinergia con gli ospedali pubblici, accogliendo i pazienti contagiati o non contagiati". Secondo alcuni dati di Aiop, del totale dei posti letto di terapia intensiva, quelli degli ospedali di diritto privato sono il 36,3% nel Lazio, il 32,7% in Molise, il 28,6% in Puglia, il 28,5% in Lombardia, il 17,1% in Liguria, il 15% in Emilia-Romagna, il 14,9% in Campania, il 12,3% in Sicilia, il 91,% in Abruzzo, il 7,9% in Piemonte e Friuli Venezia Giulia, il 7,4% in Calabria, il 7,5% in Veneto, lo 0,7% in Toscana. Per quanto riguarda, invece, i posti letto per acuti, quelli dell'ospedalita' privata sono il 42,4% del totale dei posti letto per acuti nel Lazio, il 33,9% di quelli del Molise, il 32,4% della Campania, il 28% della Lombardia, il 26,8% della Sicilia, il 23,2% della Puglia, il 22,5% della Calabria, il 17,2% dell'Emilia-Romagna, il 15% del Veneto, il 14,9 della Sardegna e dell'Abruzzo, il 14,8 della Provincia autonoma di Trento, il 13,8% della Liguria, l'11,5% del Piemonte, il 10,6% della Toscana, il 9,9% delle Marche, il 9,3% del Friuli-Venezia Giulia, il 9,1% dell'Umbria, il 3% della Valle d'Aosta, l'1,3% della Provincia autonoma di Bolzano

 

immagine di repertorio

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Coronavirus, Ruzzo Reti monitora sorgenti e serbatoi

La Ruzzo Reti, societa' acquedottistica che gestisce il servizio idrico integrato per 39 dei 40 comuni dell'Ente d'ambito Teramano, ha effettuato un'attenta analisi mediante monitoraggio delle portate delle sorgenti e dei serbatoi di accumulo. "Da due anni non nevica e le stagioni sono sempre piu' secche. In questo periodo dell'anno - si legge in una nota - diminuisce sempre l'approvvigionamento idrico e ora l'emergenza Covid-19, con conseguente permanenza in casa dell'intera popolazione e una piu' attenta igiene di ogni cittadino, sono concause di una diminuzione della portata dell'acqua, come avvenuto in tutte le altre zone d'Abruzzo. Per garantire l'efficienza e la continuita' dei servizi erogati, Ruzzo Reti ha deciso di adottare alcune misure, tra le quali il potenziamento del monitoraggio di siti e impianti aziendali (sorgenti, partitori, serbatoi). Saranno chiusi i fontanini pubblici nelle zone periferiche perche' difficilmente controllabili. Ruzzo Reti intanto ricorda le buone prassi per un corretto uso dell'acqua, tra le quali non annaffiare orti e giardini con acqua potabile; evitare di lavare la macchina, preferire la doccia alla vasca da bagno.

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Coronavirus, l’ateneo d’Annunzio paga il rientro per il rientro degli studenti Erasmus

 L'universita' 'G. d'Annunzio' di Chieti-Pescara, prima in Italia, ha deciso di sostenere, con un contributo economico straordinario, studenti e dottorandi che si trovano all'estero e intendano tornare a casa: l'ateneo si fara' carico del costo dei biglietti di ritorno e di eventuali spese legate al disagio dell'emergenza. "A tutti gli studenti interessati - recita una nota - sono state inviate le disposizioni del caso insieme alla modulistica per poter accedere al contributo che va richiesto entro il prossimo 24 marzo. Gli uffici competenti, sia quelli dei servizi generali sia quelli del 'Settore Erasmus/International Partnership and Cooperation Office', sono a disposizione di quanti avessero necessita' di chiarimenti, trattandosi di un provvedimento assolutamente straordinario rispetto a quelli che ordinariamente sostengono la mobilita' studentesca a livello internazionale". Nell'ambito delle iniziative legate all'emergenza Covid 19 la 'd'Annunzio' aveva gia' attivato servizi per la teledidattica garantendo le lezioni a distanza. 

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Coronavirus, 6 denunciati per una festa di Spoltore

I Carabinieri di Spoltore hanno interrotto ieri sera una festa e hanno denunciato sei persone. Hanno violato le misure introdotte per rallentare la diffusione del Covid-19 e adesso rischiano tutti l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 206 euro. Ma se tra i denunciati dovessero venir fuori casi di positivita' al virus e notizia di aver causato ulteriori contagi, le conseguenze potrebbero essere ancora piu' gravi. Sul territorio di Spoltore sono 20 le persone denunciate finora, anche se non sempre i controlli si sono conclusi con la segnalazione all'autorita' giudiziaria. Ma in diversi casi, non si e' chiuso un'occhio neppure in favore di chi passeggiava con il cane. 

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Coronavirus, a Chieti aumentano i posti letto dedicati alla cura dei pazienti

 Anche all'ospedale di Chieti aumentano i posti letto dedicati alla cura dei pazienti affetti da Coronavirus. Il nosocomio si prepara ad attivare 317 posti letto, mentre sono saliti da 6 a 12 quelli di terapia intensiva. La stessa direzione sanitaria ha chiesto 13 ventilatori polmonari alla Protezione civile e alla Regione. Da ieri sera sono stati accolti i primi pazienti trasferiti dall'ospedale di Pescara

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Coronavirus, la Regione Abruzzo attiva Unita’ speciali di continuita’ assistenziale

La Regione Abruzzo crea delle apposite unita', denominate Unita' speciali di continuita' assistenziale (Usca), 16 in totale, che gestiranno i pazienti Covid-19 in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl, liberando cosi' i medici di base, che continueranno a svolgere l'attivita' regolare, anche in considerazione del fatto che negli ospedali sono state sospese tutte le prestazioni non urgenti. L'istituzione delle Usca - una ogni 50mila abitanti - e' prevista in un'ordinanza firmata in serata dal governatore Marco Marsilio. Il Medico U.S.C.A. viene attivato direttamente dal medico di medicina generale, di assistenza primaria o continuita' assistenziale o dal pediatra e dopo che questi abbiano fatto attivita' di triage, per evitare che i pazienti con sintomatologia, si rechino presso gli ambulatori dei medici, dei pediatri, dei medici di continuita' assistenziale o nei Pronto Soccorso

Il provvedimento in questione stabilisce "che le aziende Usl avviino immediatamente, dall'adozione del presente atto, procedure per acquisire la disponibilita' di personale medico interessato, provvedano alla pianificazione e attivazione delle Usca; che ogni Usca e' costituita di norma da un numero di medici pari a quelli gia' attivi nella sede di continuita' assistenziale prescelta o da un numero congruo rispetto alla casistica del territorio interessato, e che pertanto le Aziende Usl devono provvedere alla dotazione di personale necessaria alle Usca attive tenendo conto che le stesse devono garantire il servizio attivo sette giorni su sette dalle ore 8:00 alle ore 20:00". Entro tre giorni le Asl dovranno definire le Usca da attivare nel territorio di competenza e la logistica.

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Coronavirus, positivo anche il sindaco di Castiglione Messer Raimondo

Anche il sindaco di Castiglione Messer Raimondo - paese del Teramano di poco piu' di duemila abitanti - e' risultato positivo al Covid-19. A darne notizia è lo stesso primo cittadino, Vincenzo D'Ercole - il piu' giovane sindaco del Teramano, tra i piu' giovani d'Abruzzo e d'Italia - attraverso Facebook. "Cari concittadini, come ben sapete, nella nostra Vallata il rischio del contagio e' il piu' alto di tutta la Regione - scrive sul suo profilo Facebook - motivo per il quale e' stata definita zona rossa. Sono giorni difficili, in cui ognuno di noi se non resta a casa rischia di prendere il coronavirus. Purtroppo, neanche io sono stato risparmiato e proprio questa mattina ho avuto l'esito del tampone che e' risultato positivo". "I miei spostamenti sul territorio - aggiunge il sindaco - sono stati fatti con tutti i dispositivi di protezione individuale, ma d'ora in avanti continuero' ad occuparmi di questa emergenza sul mio territorio da casa, evitando di esporre al rischio contagio altre persone. Sto bene ma e' necessaria la quarantena. Vi mando un caloroso saluto ricordandovi, oggi piu' di ieri, che e' fondamentale restare a casa". 

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