Redazione Notizie D'Abruzzo

Pescara, presentato un progetto di odontoiatria sociale

Pazienti fragili dal punto di vista della salute odontoiatrica ovvero pazienti non collaboranti con particolari problemi di salute e che presentino disabilita' e instabilita' psicologica, difficili da trattare in ambulatorio e che quindi necessitano di una struttura ospedaliera per poter essere trattati usando forme di sedazione profonda o di anestesia generale. Per loro la Direzione generale della Asl di Pescara ha allestito il 'Programma aziendale di Odontoiatria Sociale". Le prime visite saranno espletate nell'ambulatorio di Odontoiatria del presidio ospedaliero di Pescara. Il trattamento delle patologie del cavo orale avverra' nell'ambulatorio odontoiatrico dell'Ospedale di Pescara e, ove necessario, in sala operatoria, in anestesia generale, nel Presidio Ospedaliero di Popoli (Pescara) con sedute operatorie programmate ogni 15 giorni in regime di day surgery. Il servizio in anestesia generale e' svolto con la collaborazione del personale medico e infermieristico afferente all'Unita' Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) di Chirurgia Generale, diretto dal dottor Vincenzo Vittorini, e all'Unita' Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) di Terapia Intensiva post-operatoria del Presidio Ospedaliero di Popoli del dottor Vincenzo Gargano.

 

immagine di repertorio

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Autostrada A14, già presentato il piano emergenza del viadotto del Cerrano

Parere favorevole al ripristino della circolazione dei mezzi pesanti sul viadotto Cerrano dell'autostrada A14. Questo il contenuto della relazione dell'Ufficio Ispettivo territoriale, UIT, del ministero Infrastrutture e Trasporti al concessionario Autostrade per l'Italia che ne ha fatto richiesta. La riapertura del ponte, in ogni caso, dovra' essere autorizzata dall'autorita' giudiziaria, recita una nota del Mit. Dalle verifiche svolte dall'Istituto nazionale delle saldature e dalla "modellazione" della frana, eseguita dall'Universita' di Roma "La Sapienza", il Mit - prosegue la nota - ritiene necessario un sistema di monitoraggio "dinamico della frana" sulle parti sensibili delle fondazioni e delle sottofondazioni del viadotto, in modo continuativo, attraverso sensori e rilievi topografici dei pali maggiormente sollecitati.

Autostrade per l'Italia - prosegue la nota del Mit - dovra' poi definire un piano adeguato di gestione delle emergenze da attivare oltre determinate soglie di allerta, essenziali per l'uso in sicurezza dell'infrastruttura che, se superate, comporteranno la chiusura del viadotto. In conclusione, il Mit esprime parere favorevole al transito dei Tir, purche' vengano rispettati l'obbligo di interdistanza non inferiore ai 100 metri, il limite di velocita' a 60Km/h e il divieto di sorpasso.

La Direzione di tronco di Pescara di Autostrade per l'Italia ha già presentato al ministero delle infrastrutture "un piano di emergenza in essere sul viadotto Cerrano". Lo afferma Aspi, sottolineando che, "preso atto del parere favorevole del ministero alla riapertura del viadotto Cerrano ai mezzi pesanti, ha inviato un pronto riscontro allo stesso dicastero per informarlo che è già in essere una procedura interna di gestione delle eventuali emergenze". Questa procedura "deriva dal sistema di monitoraggio tramite sensori già attivo sul viadotto, che prevede l'acquisizione continuativa h24 di dati, trasmessi da estensimetri, clinometri e sonde fisse installati sulla struttura. Il piano di emergenza viene attivato al superamento di determinate soglie di attenzione, validate dalla società specializzata Speri". La Direzione di tronco, come richiesto dal ministero, "darà immediato avvio alla condivisione della procedura con gli enti territoriali interessati rendendosi disponibile a eventuali modifiche o integrazioni". Nella lettera la Direzione di tronco "informa inoltre di aver dato avvio a una ulteriore campagna di indagine con lo scopo di installare gli ulteriori strumenti di misura dei movimenti del terreno richiesti dal ministero e già indicati nelle analisi tecniche svolte dai professionisti incaricati". "Sulla base delle evidenze condivise - aggiunge Aspi - la Direzione di tronco presenterà a stretto giro nuova istanza all'autorità giudiziaria per la rimozione del divieto di transito al traffico pesante sul viadotto, ferme restando le altre limitazioni in atto"

 Un Tir intanto ha percorso contromano la rampa di uscita, rischiando un incidente. E' quanto accaduto al casello di Atri Pineto, dove i veicoli con peso superiore a 35 tonnellate sono costretti a entrare o a uscire. Fortunatamente non ci sono state conseguenze: il mezzo e' stato subito notato dalla Polizia Stradale e prontamente bloccato. Il camionista, nell'entrare in A14, forse per distrazione, stava per percorrere la rampa di uscita dall'autostrada. Una volta intercettato dalla Polizia stradale della sottosezione autostradale di Pescara Nord e' stato identificato e multato.

Rimborsi

Gli automobilisti che nelle giornate del 20, 21, 22 e 23 dicembre 2019 sono transitati sull'autostrada A14, subendo significativi ritardi nei tempi di percorrenza, potranno richiedere il rimborso del pedaggio. In particolare, e' possibile presentare la richiesta per i transiti avvenuti tra le ore 12.00 di venerdi' 20 dicembre e le 24:00 di lunedi' 23 dicembre 2019. Si tratta di una estensione della misura gia' adottata da Autostrade per l'Italia per i transiti nei giorni del contro-esodo natalizio. Il rimborso sara' riferito al pedaggio corrisposto per la porzione di tratta percorsa tra Loreto e Val di Sangro verso Pescara e pari al 100% dell'importo se il transito e' avvenuto nelle fasce orarie in cui la velocita' media registrata dai sensori presenti su strada e' stata inferiore ai 50 km/h o del 50% se inferiore a 60 km/h. Tali soglie sono state fissate in considerazione delle velocita' medie registrate nei giorni omologhi di anni precedenti in assenza di restringimenti per lavori, risultate pari a circa 70 km/h. 

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Sanità, Paolucci: Una Giunta totalmente assente sui nuovi ospedali

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci punta il dito contro la giunta di centrodestra sul tema dei nuovi ospedali. «La Giunta è totalmente assente sul tema, pur avendo centinaia di milioni di euro di risorse. Si parla di circa 428 milioni di euro di risorse dal trasferimento statale. Nonostante ciò in 11 mesi non c'è traccia di alcun tipo di intervento, di nota, di corrispondenza col Ministero e le emergenze dei diversi ospedali sono sempre più nette». 

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Giornate della cultura russa con StanislavChernyshov al Liceo G. Marconi di Pescara

Stanislav Chernyshov, uno dei massimi esperti di lingua russa, protagonista delle "Giornate della cultura russa", venerdì 17 gennaio e sabato 18 gennaio, presso il Liceo G. Marconi di Pescara. Si tratta di un evento straordinario rivolto a studenti e docenti, ma anche a quanti amano la lingua e la cultura russa.  Stanislav Chernyshov, docente dell'Università di Graz, centro linguistico "Extra Class" di San Pietroburgo è autore dei manuali di lingua russa "Poechali!", testi tra i più diffusi al mondo per l’apprendimento del russo. Inoltre si distingue per una didattica mai banale capace di coinvolgere in maniera empatica, oltre che competente, il proprio pubblico.

Le "Giornate della cultura russa" si apriranno la mattina di venerdì 17 gennaio con il laboratorio, riservato agli alunni del Liceo G. Marconi, "Una lingua coinvolgente! Impariamo il russo con  Stanislav Chernyshov"dalle 10 alle 13 presso l'Aula Magna. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30, sempre in aula magna: "Perchè studiare la lingua russa?" con gli alunni che avranno la possibilità di fare domande a Florideo Matricciano ("Liceo Marconi", Pescara), Stanislav Chernyshov (Università di Graz, Centro Linguistico "Extra Class", San Pietroburgo), Lorena Savini ("Università D’Annunzio", Pescara), Francesca Guazzelli ("Università D’Annunzio", Pescara), Marina Di Filippo (Università ‘"L’Orientale", Napoli), Liudmila Mamonka (Università "L’Orientale", Napoli), Tatiana Burobina ("SGBA"  di Togliatti, Istituto di cultura italiana della regione del Volga "Dante Alighieri"), Pompeo Nunziato ("Liceo Marconi", "Università D’Annunzio", Pescara), Elvira Del Vecchio ("Liceo Marconi", Pescara).

Sabato mattina  Stanislav Chernyshov sarà il relatore dell'innovativo "Seminario formativo per docenti, studenti ed appassionati della cultura russa"in aula magna dalle 10 alle 13. L'ingresso è gratuito e sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Si consiglia comunque l'iscrizione attraverso il link  https://forms.gle/7YQRUVH9LgFsAfK47.

Info enzainv@yahoo.it.

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Chieti, Fratelli d’Italia si prepara alle elezioni e si riorganizza

Si è svolta ieri sera a Chieti la riunione dell’esecutivo cittadino di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni amministrative di primavera che interesseranno il capoluogo teatino. Il coordinatore provinciale del partito, Antonio Tavani ha chiesto a tutta la classe dirigente di offrire la disponibilità a candidarsi per costruire una lista forte, rappresentativa e competente. Stesso invito per l'assessore Di Biase e per i consiglieri uscenti.

Per garantire la gestione di questa fase fino alle votazioni in maniera equilibrata e trasparente - su proposta del portavoce cittadino Roberto Miscia che ha peraltro accettato di candidarsi e correre come consigliere comunale - i presenti hanno deciso di affidare al vicecoordinatore provinciale Luca Faccenda - responsabile del partito a San Giovanni Teatino - il ruolo di commissario elettorale.  

«Roberto Miscia ha fatto un lavoro politico straordinario a Chieti, dove siamo partiti da zero e siamo cresciuti ogni volta, fino alla costituzione del gruppo consigliare nel capoluogo e ad esprimere anche un Assessore. Oggi abbiamo scelto una figura nel segno della continuità della nostra azione sul territorio – ha spiegato Antonio Tavani – e ci metteremo subito tutti al lavoro per far crescere il nostro partito e definire una larga lista di possibili candidati, aprendoci a tutte le esperienze e continuando quel lavoro di inclusione più volte sottolineato dal presidente Giorgia Meloni».

Pronto Luca Faccenda che ha aggiunto: «Non potevo che rispondere presente e sarò al lavoro da subito per aiutare la costruzione di un progetto che metta in campo per Chieti le migliori esperienze degli uomini e delle donne che si riconoscono nei valori e nei princìpi del partito».

 

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La bella storia di vita di Aquilino: dal sabotaggio delle linee tedesche nella seconda guerra mondiale, a minatore in Belgio, a operaio edile, a uomo di fiducia

La bella storia di vita di Aquilino: dal sabotaggio delle linee tedesche nella seconda guerra mondiale, a minatore in Belgio, a operaio edile, a uomo di fiducia

 

“Ho fatto una vita bellissima”. Queste parole rappresentano la esemplare conclusione della conversazione con COLASANTE AQUILINIO, classe 1931, pensionato iscritto al Sindacato Pensionati della CGIL e componente il direttivo provinciale del SUNIA, il sindacato degli inquilini ed assegnatari vivendo nel quartiere popolare di San Donato a Pescara. Tantissimi anni portati splendidamente. Ci incontriamo nella sede zonale del Sunia e della Cgil in Via Aldo Moro che lui frequenta assiduamente. Ci conosciamo, quindi, bene essendoci incontrati in questo ufficio numerose volte. Ma questa volta è diverso: ci vediamo perché mi vuole raccontare gli episodi salienti della sua vita che, a suo dire, è stata certamente felice, ma ugualmente sofferta e difficile.

L’idea mi è venuta qualche giorno fa avendolo ascoltato in un intervento alla riunione provinciale del Sunia dove, con molto calore, ha affermato la attualità dei valori della Resistenza e della lotta partigiana. “Io non ho sparato contro i tedeschi, ma la guerra l’ho vissuta da ragazzo in montagna ed ho fatto un atto di sabotaggio contro l’occupazione tedesca della mia zona.”

 

Aquilino Colasante è originario di Montebello di Bertona, ultimo di sei figli. “Durante la guerra, mi dice, non c’era niente….se volevi sopravvivere dovevi solo zappare la terra...c’era la fame nera….”

La madre muore nel 1946 e la situazione familiare si rende ancora più difficile. In questo periodo Aquilino vive l’occupazione tedesca dell’area vestina e di Montebello di Bertona. Le truppe tedesche nella loro ritirata provvedono a fare saltare i ponti, minare le strade per rendere difficoltosa l’avanzata delle truppe alleate ed avevano stabilito il comando militare proprio a Montebello di Bertona.

 

“Un giorno – racconta - portando a pascolare le pecore, insieme ad alcuni miei coetanei, vediamo nel verde del bosco dei fili elettrici, di colore bianco, rosso e verde. Non ci abbiamo pensato due volte ed abbiamo provveduto a tagliare questi fili non rendendoci perfettamente conto che così facendo avevamo tagliato la rete telefonica del comando tedesco, le cui comunicazioni rimasero bloccate per un lungo tempo. La reazione tedesca fu furente, ma i responsabili di questo sabotaggio non furono individuati.”

 

“Io mi ricordo i rastrellamenti tedeschi per cercare nella nostra montagna i partigiani, aggiunge Aquilino, ai quali, personalmente, con notevole rischio e pericolo, nonostante il periodo di grande fame, portavo da mangiare della pagnotte di pane dividendole con quelle necessarie per alimentare la mia famiglia”.

 

Colasante ha avuto un fratello prigioniero dei tedeschi in Germania ed un altro che ha fatto la resistenza in Grecia di cui ha il vivo ricordo di quando nell’inverno del 1944 tornò in Italia, sbarcò a Brindisi e solo dopo molti giorni, in maniera davvero avventurosa, tornò a Montebello di Bertona, dove aveva abbondantemente nevicato, con abiti leggeri ed avendo ai piedi non le scarpe, ma zoccoli di legno. Quindi è stato un miracolo che sia sopravvissuto al lungo viaggio ed alle proibitive condizioni climatiche.

 

Subito dopo la guerra il lavoro scarseggiava. Al di là delle opere di ripristino dei ponti e delle strade distrutti dai tedeschi in ritirata l’attività produttiva principale era la raccolta dei tronchi in mezzo al bosco che venivano trasportati, per la lavorazione, con gli asini a Penne.

Quindi le condizioni di vita continuarono ad essere particolarmente dure e difficili per un giovane, come Aquilino, che voleva, comunque, costruirsi un futuro.

 

Nel 1955 viene diffuso il bando del Governo De Gasperi per chi voleva andare in Belgio a fare il minatore. Colasante decide di emigrare in Belgio, facendo la domanda tramite il sindacato. La sua destinazione, nel giugno del 1955 la miniera di Cherat vicino a Liegi. Lì troverà molti conterranei provenienti da Farindola, Penne, Manoppello. Venne ospitato in una casa che i belgi chiamavo hotel, per modo di dire, data la sua modestia. Certamente non erano le baracche che ospitavano gli italiani a Marcinelle.”Lavorare in miniera era difficilissimo, ma ci si abituava”, mi dice Aquilino.

 

Appena arrivato ho mangiato per la prima volta, in vita mia, una bistecca...Per me fu una grandissima cosa! Nel 2011 sono tornato in Belgio con mia figlia che, nel vedere il tunnel della miniera dove ho lavorato, rimase impressionata, e mi ha detto:”ma papà, come hai fatto a lavorare lì sotto...”.

 

Colasante ha vivo il ricordo della tragedia di Marcinelle, dove dice di aver perso un amico che lavorava con lui, originario di Penne, che aveva fatto domanda di assere trasferito da Liegi a Marcinelle. La sera del 7 agosto del 1956 partì per Marcinelle, la mattina dell’8 prese servizio al Bois du Cazier e, purtroppo, non è più tornato. “Quando nell’elenco delle vittime ho letto il suo nome mi sono sentito male”mi dice.

I minatori in Belgio non venivano chiamati con il loro nome e cognome, ma a loro era dato un numero….Aquilino Colasante per sette anni ha lavorato la pietra in galleria raggiungendo, per quei tempi, una grande specializzazione professionale….parlava bene il francese e si era integrato bene.

C’è stato un periodo in cui aveva pensato addirittura di andare in Sudafrica a lavorare nelle miniere d’oro allettato da importanti offerte economiche. Invece il destino aveva stabilito diversamente. Tornato per un periodo in Italia si sposa con Galante Valeriana, il 29 settembre 1957, porta la moglie in Belgio ed arrivano due figli. “Il matrimonio per me – mi precisa Aquilino – ha rappresentato una scelta fondamentale e tante volte mi sono interrogato sulle mie capacità di riuscire a formare una famiglia. Ma oggi posso dirmi soddisfatto anche se purtroppo mia moglie è morta nel 2011.”

 

Ai primi di luglio del 1964 Colasante decide, insieme alla famiglia, di tornare in Italia. La direzione della miniera lo invita a rimanere; non vogliono che vada via sia per la sua preparazione professionale che per la sua serietà ed affidabilità. Ma lui torna a Pescara dove per circa 8 mesi fa il muratore nel cantiere del centro della città in ricostruzione alle dipendenze della azienda edile Di Gennaro e Severino. Aquilino, sorridendo, mi dice che deve l’aver trovato lavoro ad una visita che fece, subito dopo che era tornato a Pescara, all’ufficio dell’on.Aldo Cetrullo, storico leader socialdemocratico pescarese e personaggio molto influente. Avendo fatto una buona impressione trovò subito lavoro. Come edile la paga era buona: 120 mila lire al mese. Che Aquilino pensò di arrotondare facendo il guardiano notturno. Poichè vicino al cantiere c’era un garage, in Via Teramo, per sei anni ha lavorato lì come sorvegliante di giorno e la notte lavava le macchine poiché vi era anche il lavaggio.

Aveva raggiunto – possiamo dire – una condizione di relativa tranquillità economica nella Italia del dopoguerra ed all’inizio di quello che è stato il boom economico del secolo scorso, quando la sua vita cambiò nuovamente.

 

“Un giorno, mi dice, viene in garage un signore che arriva con un Pagodino Mercedes a due posti, una vettura bellissima ed unica per quel periodo. Parcheggia e va via a casa abitando vicino al garage. Quando riprende la sua autovettura, nel salire in macchina non si accorge che gli cadono dalla tasca un pacchetto di soldi. Aquilino prontamente gli corre dietro e gli restituisce i soldi, che rappresentavano una bella cifra! Questo gesto, ovviamente, colpisce molto favorevolmente il proprietario dei soldi. Si tratta di un importante industriale petrolifero Pietro Nostrani proprietario di 78 impianti che subito provvede a dare ad Aquilino un ricompensa di 10 mila lire( a quei tempi erano davvero tanti soldi!) e poi gli propone di diventare il suo autista e factotum, come persona di fiducia, con uno stipendio di 200 mila lire al mese.

 

“La sua fiducia nei miei confronti era totale – aggiunge Colasante – avevo, ad esempio, anche le chiavi delle cassette di sicurezza dove c’erano i gioielli di famiglia e la mia firma depositata in tre banche per le operazioni bancarie. Per me è stata una grande esperienza professionale ed umana. Purtroppo la situazione economica del sig, Nostrani nel tempo mutò in negativo. Dopo aver ceduto 38 impianti alla società Italpetroli, nel 1986 mi chiamò e mi disse che non mi poteva tenere più alle dipendenze e mi diede, come prova della sua grande generosità e stima, un importo della liquidazione tre volte superiore a quanto spettantomi.”

 

Aquilino mi dice che ha incontrato il sindacato, la Cgil nel 1970 all’epoca della diatriba e della lotta con l’Aquila per il capoluogo di regione. Ricorda di aver conosciuto Tonino Corneli che all’epoca era il massimo dirigente della Cgil di Pescara nel corso di una trattativa nel cantiere edile dove ha lavorato. E ricorda che Corneli ad un certo punto gli disse:” Vuoi venire a fare il sindacalista con me?” Lui rispose che non se la sentiva, ma da allora il suo legame con il sindacato è sempre stato molto forte. Oggi è pensionato dal 1991 con una pensione di poco superiore al minimo, una altra piccola pensioncina dal Belgio ed una piccola rendita dall’Inail.

 

Aquilino Colasante ha indubbiamente vissuto una bella vita: nella Resistenza contro i tedeschi, in miniera in Belgio, lavoratore edile, uomo che ha avuto su di sé grandi responsabilità. Ma la sua è soprattutto una bella storia che deve essere conosciuta perché contiene in sé quei valori etici e morali, di lotta per la democrazia, la giustizia sociale, la responsabilità, la serietà e l’affidabilità che devono essere anche oggi, per i più giovani, i punti di riferimento per costruire un nuovo domani in una Italia più giusta e solidale.

 

di Nicola Primavera

 

 

 

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Scontrini elettronici: quale futuro per gli operatori di piccola pesca?

"La domanda che molti piccoli imprenditori ittici si stanno ponendo in questi giorni è la seguente: Potremo continuare a vendere il nostro prodotto come abitualmente accade in molte marinerie d’Italia alla fine della giornata di pesca?". Lo afferma la referente abruzzese di FedAgriPesca Paola D’Angelo.

"Il decreto Legislativo n. 127/2015 all’art. 2 (trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi) impone la sostituzione degli scontrini e delle ricevute fiscali con i corrispettivi elettronici. Tale obbligo già decorre da luglio per le imprese con volumi d’affari superiori a 400 mila euro, mentre per le restanti l’obbligo è scattato dal primo gennaio 2020. Unica eccezione alla regola, quella che riguarda le categorie esonerate individuate con decreto del Ministero dell’Economia e Finanze del 10/05/2019. Il decreto in questione all’art. 1 recita “l’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri di cui all’art.2, comma1, del decreto legislativo 5/08/2015 n. 127 non si applica”: a)alle operazioni non soggette all’obbligo di certificazione dei corrispettivi, ai sensi dell’articolo 2 del DPR 21/12/96 n. 696, e successive modificazioni ed integrazioni, e dei decreti del Ministero dell’economia e Finanze 12/02/2015 e 27/10/2015; Il DPR n. 696 del 21/12/1996 all’art.2 richiama espressamente al punto c)la cessione di prodotti agricoli effettuati dai produttori agricoli cui si applica il regime speciale previsto dall’articolo 34, comma 1 del DPR 26/10/1972 n.633… ovvero “I produttori agricoli che nell'anno solare precedente hanno realizzato o, in caso di inizio di attività prevedono di realizzare, un volume d'affari non superiore a 7.000 euro, costituito per almeno due terzi da cessioni di prodotti di cui al comma 1, sono esonerati dal versamento dell'imposta e da tutti gli obblighi ...” e al punto pp) le cessioni di prodotti agricoli effettuate dalle persone fisiche di cui all’art.2 della legge 09/02/63 n.59, se rientranti nel regime di esonero degli adempimenti di cui all’art.34, quarto comma, del DPR26/10/72 n. 633. Per prodotti agricoli si intendono “i prodotti del suolo, dell’allevamento e della pesca, come pure i prodotti di prima trasformazione che sono in diretta connessione con tali prodotti“. L’imprenditore ittico è il titolare della licenza di pesca, di cui all’art. 4 del Decreto legislativo 26/05/2004 n.153, che esercita, professionalmente e in forma singola, associata o societaria, l’attività di pesca professionale di cui all’art.2 del Decreto legislativo del 09/01/2012 n. 4 e le relative attività connesse. La vendita diretta, in quanto consente all’imprenditore ittico di valorizzare la propria produzione, viene considerata ai sensi dell’art. 2 del decreto legislativo n. 4/2012 parte delle normali attività degli imprenditori ittici e in quanto tale non soggetta ai requisiti che si applicano alle attività di vendita di prodotti alimentati, pur nel rispetto di normative precise in materia igienico-sanitaria e tracciabilità. A tale scopo corre l’obbligo di precisare che il DM 10/11/2011 all’art.3 comma 2 dispone che il decreto in parola non si applica agli imprenditori ittici che vendono direttamente dal peschereccio al consumatore piccoli quantitativi di prodotti della pesca di valore non superiore a € 50 al giorno per consumatore finale. Lo stesso decreto all’art.5 comma 39 esonera dagli obblighi in esso contenuti, gli acquirenti di prodotti della pesca di peso non superiore a 30 Kg che non vengono successivamente immessi sul mercato ma sono esclusivamente destinati al consumo privato. In buona sostanza, non tutti i produttori ittici sono uguali e le regole non possono essere applicate indistintamente senza tenere in considerazione la tipologia e la specificità dell’attività. Stiamo parlando della “piccola pesca”, quella per intenderci effettuata con sistemi di pesca altamente selettivi, senza l’uso del motore, che abitualmente vende il proprio pescato direttamente dal peschereccio. Allora la domanda è la seguente: sono questi operatori nelle condizioni oggettive di mettere in pratica tale obbligo? Va fatta una riflessione e soprattutto va fatta chiarezza, altrimenti un’altra caratteristica delle nostre marinerie sarà cancellata per sempre. Spero si possano mettere in atto misure idonee per preservare questo mestiere. Altrimenti diventerà sono un ricordo e allora diremo: c’era una volta".

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Lorenzo Mazzocchetti Trio al SanGiò Jazz Festival

Domenica 19 gennaio torna il Sangiò Jazz Festival, con il quarto appuntamento in calendario. Dopo lo straordinario successo dei primi tre eventi in cartellone, stavolta toccherà al Lorenzo Mazzocchetti Trio scaldare la platea dell’Auditorium della Scuola Civica Musicale di San Giovanni Teatino, a partire come sempre dalle 18.30.

 

Il Sangiò Jazz Festival, finora, ha fatto registrare sempre il tutto esaurito – dichiara il Sindaco Luciano Marinucci – e con il Lorenzo Mazzocchetti Trio puntiamo ad aprire il nuovo anno con lo stesso successo di pubblico che ha accompagnato le prime tre esibizioni”.

 

Il SanGiò Jazz Festival nasce da un'idea dell'assessore alla Cultura Simona Cinosi, sviluppata in collaborazione con Cristian Caprarese (ideatore e direttore del Festival), affiancato da Luigi Blasioli e Giacomo Parone nell'organizzazione. 

 

"L’obiettivo di riportare a San Giovanni Teatino il jazz di qualità - spiega l'assessore alla Cultura Simona Cinosi – è stato ben accolto dalla cittadinanza e dai tanti appassionati del genere che, nei primi tre appuntamenti, hanno affollato l’Auditorium della Scuola Civica Musicale. Il SanGiò Jazz Festival intende rinverdire la tradizione di FBJazz, che tanto riscontro di pubblico e di critica ha avuto in passato. Inoltre, nelle intenzioni dell'Amministrazione Comunale, il Festival si propone di valorizzare la nostra Scuola Civica Musicale quale polo della musica jazz e luogo di promozione per musicisti e artisti locali".

 

Il Lorenzo Mazzocchetti Trio vede la luce grazie all’incontro di tre musicisti attivi nel panorama bolognese: Lorenzo Mazzocchetti (pianoforte), Daniele Marrone (contrabbasso) e Dario Rossi (batteria). Concettualmente, si colloca sulla strada tracciata da formazioni come quelle di Bill Evans, Keith Jarret e Bobo Stenson. La musica del Trio risente, inoltre, di compositori come Kenny Wheeler, Maurice Ravel e Igor Stravinsky, collocandosi sulla scia delle armonie e degli stilemi della musica “colta” del Novecento. Il repertorio si compone di original, standard, omaggi alla musica del Novecento e brani di musica antica e popolare.

 

Il SanGiò Jazz Festival è promosso dal Comune di San Giovanni Teatino (Assessorato alla Cultura), dalla Provincia di Chieti e dall'associazione "Alterazioni Culturali". Dopo il 19 gennaio, il prossimo appuntamento è per il 16 febbraio, con il Luigi Blasioli Trio.

 

 

 

  • Seguono presentazioni artisti e prossimi appuntamenti del SanGiò Jazz Festival

 

 

Lorenzo Mazzocchetti si avvicina al pianoforte all’età di 10 anni, appassionandosi poi al jazz e alle musiche improvvisate intorno ai 17 anni.

Studia con alcuni dei più importanti musicisti e teorici italiani (Greg Burk, Diana Torto, Roberto Rossi, etc.) e consegue il diploma in pianoforte jazz presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna con il voto di 110 e lode con una tesi sul Keith Jarrett’s American Quartet curata da Stefano Zenni.

Ha avuto modo di suonare con la big band del conservatorio diretta da Michele Corcella condividendo il palco con importanti personalità musicali (Pasquale Mirra, Piero Odorici, Jimmy Villotti, Massimo Greco, Diana Torto, etc.) e si è esibito in festival jazz e rassegne di rilevanza nazionale e importanti jazz club (Bologna Jazz Festival, Jazzit Fest, Teate Winter Festival, Cantina Bentivoglio, etc).

 

Daniele Marronne, nato a Napoli, classe ’89, dapprima inizia gli studi classici diplomandosi in contrabbasso presso il conservatorio di Avellino, e poi studia presso il Siena Jazz University. Proprio con l’orchestra di quest’istituzione ha modo di suonare con alcuni dei più importanti jazzisti sul panorama nazionale ed internazionale (D. Liebman, C. Fasoli, M. Giammarco, etc.).

Ha suonato in numerosi festival e jazz club (Vittoria Jazz 2016, DIvino Jazz 2017 Napoli, Siena Jazz 2017, Nardis Jazz Club di Istanbul) e attualmente collabora come bassista con il Bologna Jazz Collettive.

 

 

Dario Rossi inizia a studiare la batteria all’età di 5 anni. Dopo le scuole superiori, si iscrive al triennio universitario di Siena Jazz dove si laurea con 110 e lode. Qui ha avuto la possibilità di studiare e suonare con importanti jazzisti del panorama italiano e non solo (Achille Succi, Giovanni Falzone, Mirco Mariottini, Stefano Battaglia, Maurizio Gianmarco, Claudio Fasoli, Dave Liebman, Justin di Cioccio..). Ora sta frequentanto il biennio superiore  di jazz presso il conservatorio ‘F.Venezze’ di Rovigo. Ha studiato batteria con Fabrizio Sferra, Francesco Petreni, Walter Paoli, Paolo Corsi, Stefano Paolini. Da qualche anno, alla carriera da musicista, ha affiancato quella da insegnante di strumento nelle scuole di musica.

 

 

Prossimi appuntamenti del SanGiò Jazz Festival:

 

 

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020: LUIGI BLASIOLI Trio con il nuovo lavoro discografico del contrabbassista e autore Abruzzese “Mestieri d’oltremare e favole di jazz” pubblicato con la DodiciluneRecords/IRD.  Luigi Blasioli contrabbasso, Cristian Caprarese piano, Giacomo Parone batteria.

 

DOMENICA 8 MARZO 2020: “Il Jazz è donna” EMANUELA DI BENEDETTO & GIULIO GENTILE Duo.   Emanuela Di Benedetto voce, Giulio Gentile piano.

 

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Febbo: nessun contenzioso con Ryanair

 Relativamente alle notizie apparse sui media di un contenzioso tra la Regione Abruzzo e la compagnia aerea low cost irlandese, Ryanair, sono a smentire categoricamente detta congettura. Lo afferma l'assessore regionale al Turismo Mauro Febbo. "Il tutto nasce da una diversa interpretazione di natura fiscale, 'IVA-INTRA', circa i servizi di promozione eseguiti da Ryanair a seguito dell'aggiudicazione del bando del 2017. Tale problema - prosegue Febbo - e' stato definito in modo condiviso alla fine dello scorso anno e gli atti dirigenziali conseguenti sono stati prontamente emanati, tant'e' che la scorsa settimana e' stata pubblicata la determina di liquidazione, la n DPH001/03, per le prestazioni erogate correttamente rendicontate da Ryanair. Sono a precisare che non si tratta di contributi, bensi' di compensi per attivita' promozionale svolta a bordo dei velivoli di Ryanair a favore delle attivita' promozionali turistiche della Regione Abruzzo". "Ad ogni buon conto - conclude Febbo - temendo un difetto di comunicazione con la compagnia, ho chiesto ed ottenuto un incontro con l'Amministratore Delegato di Ryanair, Bryan O'Connor, per la mattinata di oggi che avrebbe dovuto tenersi a Milano, purtroppo rinviato a causa dello sciopero dei voli, ma che sara' ricandelarizzato a breve".

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Microimprese, contrazione del credito di 73 milioni di euro

Lo studio realizzato da Cna Abruzzo da Aldo Ronci, su dati Bankitalia, conferma che il credito è diventato ormai un miraggio per alcune categorie produttive. A settembre il credito alle micro imprese ha subito, rispetto ai 12 mesi precedenti, una contrazione di 73 milioni di euro. Una diminuzione in aperta controtendenza sia rispetto alle imprese medio-grandi, per cui e' cresciuto di 85 milioni, sia soprattutto per le "famiglie consumatrici", accreditate di 215 milioni di incremento. In valore percentuale, le differenze si notano in maniera ancora piu' netta: cosi', se il credito al mondo delle micro imprese in Abruzzo e' diminuito del 2,7%, contro il 2,3% nazionale, quello erogato alle imprese medio-grandi risulta addirittura di segno opposto con l'aumento registrato in Abruzzo (un punto percentuale in piu') che risulta in netta controtendenza rispetto alla media nazionale (-0,7%). Complessivamente a fine settembre del 2019 il barometro del credito ha segnato in Abruzzo una consistenza (ovvero il valore complessivo del totale degli impieghi effettuati dal sistema bancario a favore di imprese e famiglie, ndr) di 20 miliardi e 727 milioni di euro, registrando, sui 12 mesi precedenti, al netto delle cessioni delle sofferenze, un incremento di 227 milioni. Quanto ai depositi e al risparmio postale, infine, lo stesso periodo registra, rispetto al 2018, un aumento di 394 milioni di euro: 27 miliardi e 121 milioni, contro 26 miliardi e 727 milioni. "La differenza macroscopica tra raccolta del risparmio e impieghi - esordisce il presidente regionale di Cna, Savino Saraceni - fotografa fedelmente l'andamento di una terra che destina altrove una parte consistente dei suoi risparmi, in un momento in cui al contrario l'economia regionale, e soprattutto le imprese di minori dimensioni, avrebbero assoluto bisogno di liquidita'. Lo studio dimostra inoltre, come abbiamo piu' volte denunciato - aggiunge - che le regole che governano il mondo bancario, dominato dagli algoritmi, impatti in modo negativo sul sistema delle piccole imprese, anello debole della catena. Sono loro a pagare in termini di minor concessione di credito i danni prodotti alle banche dall'ammontare enorme di sofferenze prodotte dalla grande clientela piu' strutturata". "Cosi' - conclude Saraceni - diventa impossibile non contare sul sostegno pubblico della Regione nell'accesso al credito, tramite il sistema dei confidi. E in questo contesto diventa impossibile non parlare della difficile situazione che sta vivendo un grande gruppo, come la Banca Popolare di Bari, che in Abruzzo ha acquisito due Casse di Risparmio, con 800 dipendenti, oltre 100 sportelli e impieghi miliardari: gli esiti di questa vicenda, in termini di contrazione nell'erogazione del credito, saranno ancor piu' visibili a breve tempo. Riteniamo giusta dunque l'alleanza tra istituzioni, imprese e sindacati per salvaguardare un patrimonio costruito dagli abruzzesi in decenni di lavoro". 

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