Ambiente

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Sulle spiagge europee oltre 11mila tonnellate di rifiuti della pesca

Oltre 11mila tonnellate ogni anno recuperate soltanto lungo le coste: circa un terzo dei rifiuti in plastica rinvenuti sulle spiagge europee è rappresentato da attrezzi provenienti da attività di pesca e acquacoltura, persi o abbandonati che contribuiscono in maniera sempre più rilevante all’emergenza del marine litter. E in Italia non va meglio: negli ultimi sei anni Legambiente ha monitorato nel corso dell’indagine Beach litter oltre 10mila retine per la coltivazione dei militi, una media di 31 pezzi ogni 100 metri di arenile, con punte di presenza in alcune spiagge di oltre il 70% dei rifiuti complessivi. E, purtroppo, quello presente sui nostri litorali è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno ben più ampio, come testimoniano anche i numeri dei diversi progetti sperimentali di Fishing for litter realizzati negli ultimi anni, tra cui quello realizzato da Legambiente a Porto Garibaldi (Fe): l’80% dei rifiuti “pescati” in sei mesi è rappresentato da calze in plastica. Progetti che ora potrebbero trovare finalmente applicazione nella legge “SalvaMare” che attende il via libera dal Senato. E se da un lato il settore della pesca e dell’acquacoltura sono responsabili di questo fenomeno, dall’altro subiscono, a loro volta, l’impatto dai rifiuti dispersi nell’ambiente marino. I dati sono stati diffusi da Legambiente.

Numeri, dati e analisi che sono state al centro del convegno Marine litter e blue economy, impatti e soluzioni dal mondo della pesca e dell’acquacoltura che si è svolto questa mattina nell’ambito della 23a edizione di Ecomondo, in corso alla Fiera di Rimini. Un momento di confronto e discussione, con l’obiettivo di fare il punto della situazione e confrontarsi sulle proposte e sulle politiche da attuare, organizzato da Legambiente e promosso dal Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo con Associazione Mediterranea Acquacoltori, Bluemed, Corepla, Enea, IPPR e Clean Sea Life.

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Il clima sempre più caldo minaccia la fertilità maschile

Il clima sempre piu' caldo minaccia la fertilita' maschile. Ad affermarlo sono gli andrologi, che hanno discusso di questa nuova emergenza in occasione del Congresso nazionale 'Natura Ambiente Alimentazione Uomo' della Societa' Italiana di Andrologia (SIA), in corso a Frascati. Neanche 440.000 nuovi nati nel 2018, in calo del 4% dal 2017: un declino demografico ormai evidente che potrebbe almeno in parte, dunque, dipendere proprio dal cambiamento climatico poiche', avvertono gli esperti della SIA, la fertilita' maschile puo' essere messa a dura prova anche dal clima. Molte specie animali sono a rischio estinzione per colpa delle ondate di calore intenso, che compromettono la qualita' e la motilita' degli spermatozoi rendendo infertile il sesso maschile; lo stesso potrebbe accadere all'uomo, il cui apparato genitale, spiegano gli andrologi, e' molto piu' sensibile alla temperatura esterna rispetto a quello femminile. Per questo, un controllo dall'andrologo, soprattutto all'ingresso nell'eta' adulta, afferma il presidente SIA Alessandro Palmieri, "puo' servire a capire come proteggere la salute sessuale maschile anche dalle minacce esterne".

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Progetto Life Floranet per la salvaguardia delle specie vegetali a rischio estinzione in Abruzzo

Presso la sala conferenze A. Picchi nel Parco Torlonia ad Avezzano (Aq), si è tenuto ieri pomeriggio, 24 ottobre, il primo incontro informativo inerente l’azione A.8 del progetto Life Nat/It/000946 “Floranet”.
Il progetto Life Floranet, incentrato sulla salvaguardia e valorizzazione delle specie vegetali di interesse comunitario nelle aree naturali protette dell’Appennino abruzzese, prevede il coinvolgimento delle competenti autorità regionali al fine di attuare le procedure necessarie per l’adeguamento del perimetro dei Sic/Zsc alle specie target del progetto: il Giaggiolo della Marsica (Iris marsica), l’Astragalo Aquilano (Astragalus aquilanus), la “Scarpetta di Venere” (Cypripedium calceolus); l'”Adonide Ricurva” (Adonis distorta); l'”Androsace di Matilde” (Androsace mathildae); la “Serratula” (Klasea lycopifolia) e il “Senecione” dell’Isola di Gotland (Jacobaea vulgaris subsp.gotlandica). L’azione prevede la pianificazione delle procedure amministrative per l’adeguamento delle aree Sic (Sito di Interesse Comunitario) alla distribuzione delle specie di interesse comunitario e prioritario.
Alla presenza del Vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, con l'incarico di Assessore con delega all’Ambiente e ai Parchi e Riserve Naturali, e di alcuni rappresentati dei Comuni interessati, i tecnici del Parco Nazionale della Majella, del Parco Nazionale Lazio e Molise, e del Parco Regionale del Sirente-Velino, è stato presentato il documento A.8 del Life Floranet nel quale sono riportate le motivazioni di carattere naturalistico della proposta di ampliamento dei Sic e le relative cartografie. Con le attività svolte, sono state aggiornate le informazioni relative alla distribuzione e allo status dei popolamenti delle sette specie vegetali interessate dal progetto Floranet, sia all’interno della Rete Natura 2000 che al di fuori di essa, fornendo i presupposti per la nuova delimitazione dei Sic/Zsc.  Inoltre, sono state svolte indagini su dati pregressi o inediti riguardanti la presenza di habitat e di specie animali elencate negli allegati II e IV della Direttiva “Habitat” 92/43/CE e della Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE, al fine di sostenere la proposta di ampliamento dei Sic.
Il responsabile del progetto e direttore del Parco Nazionale della Majella, Dottor  Luciano Di Martino, esprime piena soddisfazione per questa importante procedura tecnico amministrativa che è stata possibile concertare insieme a tutti i partner di progetto ed alla Regione Abruzzo, e che “sicuramente migliorerà il sistema della Rete Natura 2000 in Abruzzo”.

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Pausa pranzo ‘sana’ per lavoratori di 9 paesi Ue

Quasi la meta' dei lavoratori europei che mangiano fuori casa il pasto di mezzogiorno "presta attenzione all'equilibrio nutrizionale del proprio pranzo". In Italia, la percentuale supera il 55%. E' quanto emerge da un'indagine di Edenred, fotografia delle abitudini alimentari dei cittadini di nove Paesi Europei in occasione del World Food Day che si celebra domani. Nell'ambito del programma F.O.O.D. (Fighting obesity through offer and demand), di cui Edenred e' main partner, e' stato effettuato un sondaggio per monitorare l'evoluzione delle abitudini e delle opinioni dei dipendenti e dei ristoratori durante la giornata lavorativa. L'indagine ha coinvolto 47.000 lavoratori dipendenti e piu' di 1.700 proprietari di ristoranti in 9 Paesi Europei: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna. Tra i risultati piu' significativi dell'indagine 2019 emerge che il 47% dei dipendenti europei presta attenzione all'equilibrio nutrizionale del proprio pranzo e che, d'altra parte, l'86% dei proprietari di ristoranti afferma di avere un medio/alto livello di conoscenza sul tema dell'importanza di un'alimentazione equilibrata. 

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Un ‘cestino’ del mare per raccogliere rifiuti in plastica

"Seabin" in un anno dovrebbe portare via dal mare del Porto Turistico Marina di Pescara circa una tonnellata di rifiuti. E' stato inaugurato e presentato oggi il secondo dispositivo LifeGate PlasticLess installato a pochi passi dal Club Nautico: si tratta di un cestello in grado di raccogliere dall'acqua 1,5 chili di rifiuti galleggianti al giorno, comprese le microplastiche da 5 a mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm. Un passo verso il recupero di quei materiali che stanno distruggendo mari e oceani, scaricati per un totale di 90 tonnellate al giorno e 150 milioni di tonnellate l'anno, ha ricordato il communication strategists di LifeGate, Cesare Delaini, che ha sottolineato anche come gli studi piu' recenti stimano entro il 2050 una presenza in acqua di piu' plastica che pesci.

"Siamo molto onorati del fatto che il Marina di Pescara sia stato individuato come sede per ospitare un secondo dispositivo 'Seabin'- ha sottolineato il direttore Bruno Santori- E' avvenuto grazie alla fondamentale iniziativa della Capitaneria di Porto di Pescara ed alla catena alberghiera Best Western che ha creduto all'iniziativa. Siamo l'unico porto turistico in Italia ad ospitare due 'Seabin', a testimonianza del fatto che sventolare la Bandiera Blu fin dal 1990 sta a significare che l'impegno a salvaguardia dell'ambiente, quello marino in particolare, e' un work in progress costante che ci pone di fronte ogni anno a obiettivi sempre piu' ambiziosi". Con Santori e Delaini all'inaugurazione hanno partecipato il sindaco di Pescara , Carlo Masci, la chief marketing officer Best Western Italia, Sara Digiesi, il vicepresidente della Camera di Commercio Chieti Pescara , Carmine Salce, il Capitano di Vascello direttore marittimo della Guardia Costiera di Pescara , Donato De Carolis, e il presidente regionale Sib, Riccardo Padovano. 

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Graminacea della steppa della Mongolia scoperta sui monti dell’Abruzzo

Una specie relitta dalle steppe dell'epoca glaciale ritrovata per la prima volta in Appennino centrale, nella Marsica Fucense e all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La Festuca del Vallese (Festuca valesiaca), e' attualmente una graminacea diffusa nelle steppe dell'Asia centrale, come ad esempio quelle della Mongolia, dove costituisce una delle erbe dominanti. Finora risultava nota in Italia solo in alcune valli aride delle Alpi. E' stata ora individuata intorno al bacino del Fucino nonche' nella Valle del Giovenco. La scoperta e' stata appena pubblicata sulla rivista scientifica "Plant Biosystems" dai botanici del Dipartimento Dafne dell'Universita' della Tuscia (Viterbo), in collaborazione con i colleghi del Centro Ricerche Floristiche dell'Appennino (Barisciano) e del Laboratorio di Geobotanica dell'Universita' di Trier (Germania). A seguito di approfondite esplorazioni botaniche in questi ultimi anni, si sono susseguiti ritrovamenti di specie steppiche - che non esistono altrove in Appennino - nelle conche interne abruzzesi. "La Festuca del Vallese arricchisce ulteriormente la varieta' di specie tipiche delle steppe asiatiche che crescono isolate sui rilievi circostanti le conche del Fucino e dell'Aquila, aree caratterizzate da un clima piu' continentale del resto dell'Appennino" osserva Goffredo Filibeck, docente di geobotanica all'Universita' della Tuscia. Diciottomila anni fa, al culmine dell'ultima glaciazione, vaste aree della penisola italiana erano dominate da una steppa come quella che oggi vediamo in Asia centrale. "La presenza congiunta di differenti specie relitte suggerisce che il clima continentale del Fucino, unitamente alla pastorizia praticata fin da epoca preistorica, ha mantenuto fino ai nostri giorni una sorta di 'isola' di flora della steppa: un museo all'aria aperta che ci rimanda a quando qui correvano i cavalli selvatici cacciati dall'uomo primitivo", chiude Filibeck

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Camminata tra gli olivi nelle terre d’Abruzzo

La storia di un borgo e quella di un frantoio, il paesaggio millenario degli oliveti e il lavoro quotidiano di un’azienda. E intorno arte, cultura, tradizioni, costumi delle terre d’Abruzzo. È il mondo genuino e vero che l’Associazione Nazionale Città dell’olio ci fa scoprire con la terza edizione della Camminata tra gli olivi. L’appuntamento è fissato per domenica 27 ottobre fra colline, sentieri, terrazze e borghi di fascino. Tutta l’Italia sarà in cammino per scoprire nuovi itinerari e nuove suggestive passeggiate nell’Italia dell’olio extravergine e anche per festeggiare i 25 anni delle Città dell’olio. E quasi a celebrare l’importante anniversario dell’associazione la Camminata tra gli olivi quest’anno ha ottenuto un prestigioso riconoscimento dalla Fondazione The Routes of the Olive Tree che ha sede a Kalamata in Grecia: il premio onorario Raccomandato dalle Strade dell’Olivo del Consiglio d’Europa.

Un evento che funziona e sorprende perché coinvolge famiglie, appassionati della buona tavola italiana e turisti alla ricerca di quel viaggio d’esperienza che offra un coinvolgimento diretto nelle attività, che siano trekking o cicloturismo o tour gastronomici”, spiega Enrico Lupi, presidente delle Città dell’Olio.

Atri, Controguerra e Sant’Omero (Teramo), Città Sant’Angelo, Loreto Aprutino, Moscufo e Tocco da Casauria (Pescara), Bucchianico, Casoli, Fossacesia e Rapino (Chieti) hanno selezionato percorsi dove gli olivi e l’olio sono protagonisti con il fascino di una produzione indissolubilmente legata a dimore storiche, luoghi d’arte, frantoi e produzioni doc.

GLI ITINERARI – Colline d’olivi affacciate sull’azzurro del mare, il golfo di Venere e i torrenti che fiancheggiano i filari, i boschi secolari e gli insediamenti romani, le abbazie e il triangolo d’oro dell’olio. Le città dell’olio in Abruzzo offrono 11 itinerari per scoprire la qualità di una produzione che si situa ai vertici italiani e che ancora conserva le tracce di quella cultura contadina che per secoli ha custodito e valorizzato uno dei suoi prodotti d’eccellenza.

Le regioni italiane che hanno aderito al grande evento 2019 sono 17, dalla Lombardia alla Sardegna. In tutta Italia 119 città hanno raccolto l’invito dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e allestito la passeggiata 2019 (dai 2 ai 5 chilometri).

Per scegliere il proprio percorso o solo per saperne di più basta un click. È on line il sito www.camminatatragliolivi.it per scaricare subito il programma della giornata e trovare notizie sul territorio, il paesaggio, la storia. E c’è anche la fan page su Facebook e i canali Instagram e Twitter con l’hashtag #camminatatragliolivi che potrà essere utilizzato anche per postare foto dei luoghi e degli eventi così da creare una vera e propria community della giornata.

L’Associazione Nazionale Città dell’Olio, con i suoi oltre 330 soci tutti enti pubblici (Comuni, Province, CCIAA, Parchi e GAL) tutela il territorio olivicolo e si batte per la valorizzazione dei paesaggi rurali e per l’inserimento di aree territoriali olivicole di valore storico nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Ministero delle Politiche Agricole.

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Parco Nazionale della Majella capofila nel progetto Life Streams: al via il primo meeting

La scorsa settimana, presso la sede del Parco Nazionale della Majella, si è svolto il primo meeting per l’avvio del progetto Life STREAMS (Life18 NAT/IT/000931 - Salmo ceTtii REcovery Actions in Mediterranean Streams) che vede il Parco stesso nel ruolo di Ente capofila.

L'obiettivo principale del progetto è il recupero e la conservazione della trota mediterranea (Salmo cettii o Salmo macrostigma), specie inserita in allegato II della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat), ed endemica dell'area mediterranea.

La trota mediterranea è classificata come specie vulnerabile in Europa e il suo stato di conservazione è considerato "cattivo e sfavorevole" in Italia.

In particolare, attraverso una serie di azioni coordinate, verrà sviluppata una strategia per migliorare lo stato di conservazione di Salmo cettii nelle aree di progetto e non solo. Infatti diverse azioni verranno replicate nelle cosiddette aree di trasferibilità poste fuori dai territori dei partner.

Un progetto lungo quattro anni e molto ambizioso, che mira al miglioramento dello stato di salute delle popolazioni di trota mediterranea attraverso l'eliminazione di fonti di inquinamento genetico, la pesca selettiva su “trote aliene”, l’allevamento e il ripopolamento con trote del ceppo autoctono.

Mediante l’applicazione di un sistema integrato di monitoraggio e di miglioramento della qualità dell'habitat fluviale, basato sul rispetto del deflusso minimo vitale e sulla deframmentazione della continuità idrica dei corsi d’acqua (in accordo con la “direttiva quadro sulle acque”), saranno migliorate le condizioni ambientali dei nostri fiumi.

Le “Linee guida per la conservazione e la gestione di S. cettii“ prevista nel progetto costituirà il principale documento di riferimento per le azioni di conservazione delle specie nel suo intero areale.

Il Direttore Luciano Di Martino sottolinea anche il risvolto sociale di coinvolgimento delle comunità locali, poiché “molte delle azioni verranno pianificate e svolte in collaborazione con le associazioni di pescatori al fine di rafforzare la consapevolezza dell’importanza di un ecosistema fluviale integro e funzionale”.

I partner territoriali sono rappresentati dall’Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell’Ambiente della Sardegna, l’Ente Parco di Montemarcello-Magra-Vara, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale del Pollino.
Il supporto scientifico sarà garantito dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e dal Dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia, mentre Legambiente Onlus si occuperà delle azioni di comunicazione e divulgazione. La gestione generale del progetto sarà invece compito di Noesis snc in qualità di partner di progetto.  

 

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Coldiretti, è boom funghi al nord

Le ultime piogge con l’abbassamento delle temperature hanno creato le condizioni favorevoli alla crescita dei funghi per i quali si preannuncia una stagione da record soprattutto al nord dove la raccolta sta facendo segnare in media un +50% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti sull’inizio della 'vendemmia dei porcini' 2019 lungo la penisola, con le regioni del Sud dove la caccia a porcini, chiodini, finferli e altre varietà non è ancora entrata nel vivo per carenze di pioggia.Le perturbazioni che hanno provocato danni nelle campagne dove è in piena attività la vendemmia, hanno invece favorito la nascita dei funghi che - sottolinea la Coldiretti - per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco.In Veneto, nelle aree del Bellunese e del Vicentino, nei boschi devastati dalla tempesta Vaia, tronchi e alberi abbattuti ostruiscono ancora i sentieri e bisogna muoversi con attenzione, ma i cercatori stanno facendo il pieno raddoppiando le scoperte rispetto allo scorso anno, come anche in Trentino dove c’è chi ha già preso delle maxi multe per aver esagerato nella raccolta. In Lombardia - prosegue la Coldiretti - c’è almeno un 30% in più sul riempimento dei cestini con picchi anche superiori in alcune zone, mentre in Piemonte si viaggia sopra il 20%. Ma se si scende verso il centro sud la nascita dei funghi è ancora ferma in attesa che si creino le condizioni adatte, ossia terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole senza temperature eccessive. E se in Emilia si attende l’avvio della stagione, in Romagna già a luglio si è partiti con i porcini e in Umbria -evidenzia la Coldiretti - le prime indicazioni danno un progresso del 25% in più rispetto allo scorso anno con punte del 40% in provincia di Perugia. In Toscana i porcini sono ancora fermi tranne che nell'Appennino centrale, in Valtiberina, dove c’è stato un assaggio di raccolta dopo le piogge di fine luglio nell’Aretino con un +50% rispetto alla media degli ultimi anni. Mentre in Abruzzo fra luglio e agosto russole e porcini hanno registrato un calo fino al 60% e in Calabria per la scarsità di piogge non è ancora iniziata la raccolta, tranne che per sporadiche eccezioni sulle aree montane della Sila con finferli e porcini.L’attività di ricerca - continua la Coldiretti - non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di 'professionisti' impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. E’ necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che ' sottolinea la Coldiretti ' vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica.E per i meno avventurosi il consiglio è quello di recarsi nei mercati di Campagna Amica dove molto spesso è possibile acquistare anche funghi coltivati. La buona stagione è infatti una opportunità anche per buongustai che preferiscono cercarli sugli scaffali. In questo caso la Coldiretti invita a verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei.

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Cicloturismo, 61% turisti in Italia viene dall’estero

Paesaggi da sogno, clima mite e un sistema di ciclovie turistiche nazionali di quasi 20 mila chilometri. L'Italia dovrebbe investire di piu' sul cicloturismo per attirare molti cicloturisti, specialmente stranieri. "I turisti stranieri amano visitare l'Italia dalla prospettiva della bici: i cicloturisti - commenta il direttore esecutivo dell'Enit Gianni Bastianelli - provenienti dall'estero battono quelli italiani 61 a 39%". A prediligere la visuale "dalla sella" sono tedeschi, austriaci, francesi, belgi, inglesi, svizzeri e americani che puntano sul turismo active. In crescita anche la vendita dei pacchetti turistici dedicati al bike in Italia da Canada e Corea". L'Agenzia nazionale del turismo italiana, annunciando che attivera' un monitoraggio del cicloturismo in Italia, sara' dal 12 maggio al 1 giugno al Giro d'Italia per promuovere il cicloturismo in sella alle bici elettriche del Giro E con una squadra composta da 33 tra operatori turistici, influencer, blogger e giornalisti selezionati dalle 30 sedi estere Enit in tutto il mondo e capitanata dal campione del ciclismo italiano Massimiliano Lelli. "Abbiamo elaborato attraverso le nostre sedi estere il profilo delcicloturista tipo, si tratta di un adulto tra i 40 e i 50 anni con un livello educativo e reddituale medio-alto. A scegliere il senso di liberta' della bici soprattutto donne e coppie" aggiunge Bastianelli. In 18 tappe verranno visitati sulle e-bike 36 Comuni in 12 regioni (Toscana, Lazio, Molise, Puglia, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto), un percorso attraverso cui l'Agenzia Nazionale del Turismo raccontera' le eccellenze italiane, promuovera' il turismo sostenibile ed esportera' la conoscenza anche dei territori meno noti. La E-Bike Giro Experience di tipo amatoriale partira' dall'Unione Comuni Val Bisenzio in Toscana e avra' un percorso simile a quello della Corsa Rosa mentre gli arrivi saranno gli stessi del Giro d'Italia per permettere cosi' ai team di vivere l'emozione di varcare lo storico arco dei professionisti. La tappa conclusiva del Giro d'Italia E sara' la Croce D'Aune-Monte Avena sulle Dolomiti. "Daro' l'anima del cinghialino dunque non sara' facile battermi" promette Max Lelli, capitano della squadra Enit al Giro E, richiamando il soprannome che gli diede Pier Bergonzi al Giro d'Italia del '91 quando si classifico' terzo, vincendo due tappe in Val Gardena e sul Monviso. "Dopo le esperienze classiche un Giro sulle elettriche e' una nuova sfida con uno sguardo sul futuro" conclude il capitano del Team Enit. Sui social attraverso gli hashtag #TeamEnit #ItalytoEnjoy sara' possibile seguire Enit. 

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