Ambiente

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Record storico del vino italiano nel 2017, export per 6 miliardi 

Conclusi i brindisi di fine anno è tempo di bilanci per il vino Made in Italy, che aumenta del 7% il valore dell'export e raggiunge il massimo storico di sempre a circa 6 miliardi di euro. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sul 2017, che conferma il successo della prima voce delle esportazioni agroalimentari nazionali. La crescita all'estero, in valore e in volume, è un'ottima premessa dopo una vendemmia che si è classificata tra le più precoci e scarse del dopoguerra, con un taglio della produzione del 26% rispetto allo scorso anno.

Nel 2018 a una bottiglia di vino Made in Italy su quattro, anche se l'Italia mantiene comunque il primato mondiale tra i produttori, davanti alla Francia, con circa 40 milioni di ettolitri, destinati per oltre il 40 per cento ai 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.

Nel 2017 rispetto all'anno precedente le vendite all'estero, rileva la Coldiretti, hanno avuto un incremento in valore del 6% negli Usa, che sono di gran lunga il principale cliente, anche se per il 2018 pesa l'impatto del supereuro, che ha raggiunto il massimo da tre anni. L'aumento è stato del 3% in Germania, al secondo posto, e dell'8% nel Regno Unito, che nonostante i negoziati sulla Brexit resta sul podio dei principali clienti. In termini di aumento percentuale, però, la migliore performance, con un balzo del 47%, viene fatto registrare dalla Russia, dove il vino è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall'embargo. Buona anche la crescita del 25% in Cina, dove tuttavia la presenza rimane limitata rispetto ai concorrenti francesi, che hanno superato quest'anno l'Italia anche sul mercato statunitense.A spingere la crescita del vino italiano sono soprattutto le bollicine, che fanno registrare un aumento delle vendite all'estero del 15% in valore nel 2017, con il record storico delle esportazioni all'estero vicino a 1,2 miliardi.

Tra le novità di quest'anno si registra nell'anno appena passato anche la svolta sulle tavole degli italiani con un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%); dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità, come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%). Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati, toccando il minimo storico dall'Unità di Italia, con una stima di 33 litri a persona all'anno, il calo si è arrestato, anche se i livelli nazionali restano di molto inferiori a quelli della Francia, dove il consumo di attesta sui 45 litri.

 

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Coldiretti, censimento da record con 5047 specialità a tavola

Sono ben 5047 le specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale nel 2017 in Italia che detiene così il record mondiale per varietà e ampiezza del patrimonio agroalimentare. E’ quanto emerge dal nuovo censimento delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti per lo storico appuntamento dell’anno internazionale del cibo italiano nel mondo proclamato nel 2018, all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti sul lungomare Caracciolo, Rotonda Diaz, a Napoli con oltre diecimila agricoltori (www.coldiretti.it) lungo  1,5 km di mercati contadini, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per il primo Black Friday della tavola per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy.

Ai raggi X tutti i diversi tipi di pane, pasta, formaggi, salumi, conserve, frutta e verdura, dolci e liquori tradizionali che compongono il patrimonio enogastronomico nazionale, classificati per regione e tipologia, con gli esempi piu’ curiosi, piu’ rari, piu’ antichi, piu’ ricchi di proprietà salutistiche nella piu’ ampia esposizione della variegata offerta territoriale mai realizzata prima. Grazie all’opera di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari, il numero delle tipicità regionali che l’Italia puo’ offrire è passato – sottolinea la Coldiretti – dalle iniziali 2.188 del primo censimento nel 2000 alle 5.047 attuali con un aumento del 131% dei prodotti salvati dal rischio di estinzione.

Per quanto riguarda le varie categorie si tratta – spiega la Coldiretti – di 1.521 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.424 verdure fresche e lavorate, 791 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 497 formaggi, 253 piatti composti o prodotti della gastronomia, 147 bevande tra analcoliche, birra, liquori e distillati, 167 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 159 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Un’offerta che è stato possibile far tornare sulle tavole degli italiani – rileva Coldiretti – grazie anche alla rete di vendita diretta dei mercati, delle fattorie e degli agriturismi di Campagna Amica.

“Si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che il nostro Paese può oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare che “il primato nei prodotti tradizionali si aggiunge a quello dei prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione europea, che hanno raggiunto quota 292, e ai 523 vini italiani Docg, Doc e Igt”.

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Anche l’Abruzzo al primo Black friday a tavola al villaggio Coldiretti di Napoli

Anche gli agricoltori abruzzesi visiteranno il Villaggio contadino della Coldiretti che sarà inaugurato alle ore 9,30 di Venerdì 24 novembre a Napoli sul lungomare Caracciolo, Rotonda Diaz, dove rimarrà per tutto il week end, in occasione dell’anniversario dello storico riconoscimento Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell'umanità nel novembre 2010.

Con l’inizio dello shopping di Natale per la prima volta in Italia arriva il Black Friday della tavola con la possibilità di scoprire piatti da gourmet che allungano la vita con tutti i menu a 5 euro preparati dagli agrichef contadini. Un ritorno alle radici del Made in Italy, con i sapori antichi della tradizione, dalla pasta di grano Senatore Cappelli al riso Vialone nano, senza dimenticare l’innovazione con la carne 100% italiana servita nelle bracerie e la pizza autenticamente tricolore, dalla farina all’olio, dal pomodoro alla mozzarella, ma anche lo street food green, dal gelato di latte d’asina alle seadas. Spazio anche alla spesa per i regali ed i cenoni di Natale con il piu’ grande mercato a chilometri zero di Campagna Amica e alla solidarietà per salvare le specialità delle aree terremotate che saranno offerte dagli agricoltori colpiti dal sisma. Per l’Abruzzo, oltre a tantissimi visitatori, ci saranno  due aziende agricole espositrici: La Mascionara di Campotosto e Francesco Bilanzola di Pietracamela, che porteranno il pecorino amatriciano e le altre specialità salvate dal terremoto per ricordare che ci sono tantissimi agricoltori e allevatori che si sono rimboccati le maniche per risollevarsi dopo gli eventi sismici.

Un appuntamento per vivere una esperienza unica nell’autentica campagna italiana con la presentazione di indagini, ricerche ed esposizioni in anteprima assoluta e qualificati ed autorevoli interventi nazionali e internazionali, ma #STOCOICONTADINI è anche una occasione unica per scoprire la Fattoria italiana, dalla mastodontica bufala alla rarissima mucca agerolese e alla storica podolica, dal cavallo napoletano all’asino di Martina Franca famoso per essere la  più grande razza italiana del mansueto animale, dalla pecora bagnolese dal manto bianco chiazzato di scuro lungo il dorso all’antico maiale nero casertano protagonista in molte sculture e affreschi di epoca romana e oche, anatre, conigli e galline che animano la campagna.

Agriasilo dove i bambini possono imparare a mungere gli animali, cavalcare asini, fare la pizza e riconoscere l’olio, lezioni nell’area orti e giardini con il tutor, lo spazio dell’economia domestica e dell’agricosmetica con i frutti della terra e quello sportivo in collaborazione con il Coni ma anche i trattori storici e quelli dell’ultima generazione, gli antichi mestieri dei nonni e il villaggio delle idee con i giovani, anche abruzzesi, che discuteranno sul tema cibo e immigrazione in collaborazione con l’Università di Pollenzo e gli studenti dell’Istituto Alberghiero che animeranno l’intera area  in cui sono previste le presenze di esponenti Istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi ed artisti.

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Coldiretti: +12% prezzi della verdura spingono il costo del carrello della spesa

In controtendenza sull'inflazione a spingere il carrello della spesa è il rincaro record dei prezzi al consumo dei vegetali freschi del 12% nel confronto con l'anno precedente, rispetto al quale aumenta anche la frutta fresca del 4,9%. Ad affermarlo è un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull'inflazione ad ottobre che evidenzia gli effetti del clima impazzito in un autunno segnato da una storica siccità su cui si sono abbattuti violenti nubifragi che hanno colpito i raccolti. In questa situazione - riferisce una nota – si sono inserite anche manovre speculative con un aumento della forbice tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo. La situazione resta infatti difficile nei campi dove – conclude Coldiretti – spesso le quotazioni non coprono i costi per effetto delle distorsioni lungo la filiera.

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Glifosato: Coldiretti, ora stop a import in attesa decisione Ue

“In attesa della decisione definitiva è necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”.

E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo da Bruxelles dove gli Stati membri non hanno trovato l'accordo sulla proposta di rinnovo dell'autorizzazione dell'erbicida glifosato per cinque anni. In Italia – sottolinea la Coldiretti è infatti già in vigore il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma vige anche il divieto d’uso in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura” per effetto del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016. Un principio che – continua la Coldiretti – deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa 1,2 miliardi di chili di grano – conclude la Coldiretti sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.

E a proposito del CETA, Coldiretti Abruzzo ricorda che è ancora in corso l’opera di sensibilizzazione anche a livello territoriale contro la ratifica del trattato. Finora, in Abruzzo sono già 175 le amministrazioni comunali che si sono espresse con una apposita delibera contro il trattato di libero scambio e la contrarietà è stata evidenziata anche dalle quattro Province e dalla Regione Abruzzo. Molti parlamentari abruzzesi hanno inoltre aderito all’intergruppo parlamentari #NOCETA in attesa della prossima discussione sull’argomento.

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Halloween del contadino nel mercato di Campagna Amica

Ravioli ripieni, marmellata e torte rustiche, gnocchi, crostate e ciambelloni rigorosamente di zucca. Sarà il tripudio di uno dei più versatili ortaggi delle campagne abruzzesi la Festa della zucca e della frutta secca, prevista venerdì 27 ottobre alle 10.30 nel mercato di Campagna Amica in via Paolucci a Pescara. Una vera e propria celebrazione del prodotto più dolce e colorato dell’orto che verrà esposto, degustato e lavorato dagli agrichef di Campagna Amica e dalle imprenditrici agricole di Coldiretti Donne Impresa con un unico importante obiettivo: far conoscere al consumatore le bontà delle nostre campagne e mostrarne i diversi utilizzi in cucina. Il mercato di via Paolucci, con i suoi 25 produttori agricoli, si vestirà a festa per proporre un “Halloween contadino” e riscoprire un prodotto che affonda le radici nella storia e nelle tradizioni agricole. Ci sarà così l’esposizione delle zucche di diversa varietà e dimensione, la degustazione di dolci “a tema” e l’angolo dei laboratori in cui verranno realizzate in diretta le ricette più diffuse ed apprezzate a base di zucche piacentine o “violine” solo per citarne alcune. “La zucca è una produzione diffusa in tutta la regione ed apprezzata soprattutto per le sue proprietà nutritive in quanto è fonte di fibre, minerali e vitamine – dice Coldiretti Abruzzo -  Nel corso del tempo si sono differenziate principalmente due tipologie di utilizzo, una relativa alla preparazione di tortelli, gnocchi, dolci e pane, l’altra come ingrediente di minestre e minestroni. Nel primo caso le varietà più adatte presentano polpa molto soda, asciutta e dolce; per gli altri utilizzi vanno bene anche zucche meno dolci”.

Ma è indubbio che l’affermarsi della notte delle streghe ha aperto il nuovo “mercato” delle zucche intagliate con le quali si cimentano un numero crescente di italiani per realizzare il caratteristico simbolo di Halloween.  Per intagliare un’autentica zucca di Halloween – suggerisce la Coldiretti – occorre innanzitutto scegliere una bella zucca dal peso compreso tra i cinque e i dieci chili, rotonda e senza imperfezioni perché, più liscia è la superficie, più facile è intagliarla. Con uno scalpello a forma di V poi bisogna tracciare le linee sul volto della zucca e con un coltello da cucina ben affilato e non troppo flessibile occorre scavare per intagliare i tratti del “volto” in modo da ricavare dei fori da dove fuoriesca la luce. Per inserire al suo interno una candela accesa è sufficiente scavare un buco sul fondo della zucca per ricavare una via d’entrata senza rovinare “l’opera d’arte”. Per chi volesse conservare a lungo il ricordo della magica notte delle streghe – continua la Coldiretti – deve una volta alla settimana passare sulla parte esterna un po’ di olio vegetale con un panno morbido e lasciarla in un luogo fresco e asciutto. Successivamente ogni 4-5 giorni immergerla in acqua fresca. In caso di aria particolarmente secca, in casa, di notte è consigliabile – conclude la Coldiretti – coprire la zucca con un panno umido.

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Arrivano gli spaghetti salutistici

Un piatto di spaghetti, che, oltre a gratificare il palato, possa essere in grado di arricchire l'intestino di batteri buoni e di avere effetti positivi sul metabolismo nonché attenuare gli stati infiammatori. E' questo il risultato della ricerca condotta dal Crea, con il suo Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali, nell'ambito di "Passworld-Pasta E Salute Nel Mondo", il progetto triennale, finanziato in parte dal ministero dello Sviluppo Economico, nell'ambito dei bandi "Nuove Tecnologie per il Made in Italy". La notizia viene diffusa alla vigilia del World Pasta Day che si celebra domani. Il Crea di Foggia, in collaborazione con l'Università di Foggia, Parma e Verona, e 6 imprese della filiera pasta (produttori di sementi, mugnai, pastifici) tra cui la Rustichella D'Abruzzo, azienda capofila del progetto, ha messo a punto una pasta funzionale e altamente innovativa, capace di migliorare lo stato di benessere del consumatore, grazie all'aggiunta di ingredienti e componenti che conferiscono una valenza salutistica superiore a quelle già disponibili in commercio. Il nuovo prodotto è stato sviluppato a partire da una innovazione del processo di macinazione, attraverso cui è stato realizzato uno sfarinato funzionale di grano duro, più ricco di vitamine, acidi fenolici e proteine di alta qualità

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Coldiretti, con piante ‘mangiapolveri’ -20 kg all’anno di smog

Un solo ettaro di piante potrebbe mangiare ben 20 chili di polveri all'anno, rompendo l'assedio dello smog alle citta', "favorito da cambiamenti climatici e ridotta disponibilita' di parchi e giardini, considerato che il verde urbano rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia". A denunciarlo e' la Coldiretti dopo i provvedimenti di blocco della circolazione assunti in molte citta' italiane proprio a causa dell'inquinamento. "Senza sperare nella pioggia e nel vento occorre intervenire in modo strutturale potenziando il verde nelle citta' e nelle campagne considerato che una pianta adulta - sottolinea Coldiretti - e' capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili. Una soluzione per le citta' italiane dove la disponibilita' di verde si e' ridotta ad appena 31,1 metri quadrati per abitante sulla base dell'ultimo rilevamento Istat. Tuttavia la situazione - continua Coldiretti - e' profondamente diversa lungo la penisola con il 17,2% delle citta' la cui dotazione pro capite e' pari o superiore ai 50 metri quadrati per abitante, mentre nel 16,4% non si raggiunge la soglia dei 9 metri quadrati pro capite". Matera, Trento, Potenza, Sondrio, Iglesias, Terni, Pordenone, Gorizia, Reggio Calabria e Verbania salgono nella top ten dei capoluoghi con maggiore densita' di verde pubblico per abitante mentre in fondo alla classifica si trovano Caltanissetta e a seguire Crotone, Trani e Taranto, Trapani, Isernia, Olbia, Genova, Chieti, Barletta e L'Aquila. Per quanto riguarda - conclude la Coldiretti - le grandi metropoli a Milano sono disponibili 17,2 metri quadrati per abitante, a Roma 15,9 e a Torino 21,7. 

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Allarme fauna selvatica: piu’ cinghiali meno imprese

“In Abruzzo i danni da fauna selvatica ammontano a circa 3milioni di euro l’anno solo per il settore agrozootecnico. Ma il problema è ben più grande e assume giorno dopo giorno dimensioni incredibili. Sono a rischio l’incolumità delle persone e la sussistenza del patrimonio di biodiversità che caratterizza l’Abruzzo, a partire dal suo prodotto simbolo: lo zafferano”. 

A lanciare ancora una volta l’allarme contro il proliferare dei cinghiali è Coldiretti Abruzzo che torna sull’argomento evidenziando i danni ad uno dei prodotti più apprezzati e conosciuti della regione. “Campi coltivati con la pregiata spezia sono stati fortemente danneggiati dalle incursioni primaverili e ora è a rischio la raccolta – dice Coldiretti Abruzzo – i cinghiali hanno mangiato i bulbi e ora si stima un calo di produzione dal 20 al 30% a seconda delle zone con particolare riferimento, ovviamente, alla provincia aquilana e all’altopiano di Navelli. La situazione è ormai insostenibile. Le aziende non ce la fanno più, rischiano di chiudere. I produttori agricoli si lamentano per la mancanza di misure adeguate e nello stesso tempo di indennizzi troppo effimeri per risolvere una situazione che in alcuni casi porta addirittura a chiudere i battenti. A maggior ragione per aziende dedicate alla pregiata spezia abruzzese, che basano la propria economia sulla raccolta del mese di novembre”. 

Il fenomeno secondo Coldiretti sta generando forte preoccupazione che può determinare in alcuni casi anche l’abbandono delle attività a danno dell’equilibrio ambientale di alcune zone. Otre allo zafferano, i cinghiali mettono ogni anno a dura prova produzioni come lenticchie, mais, sorgo, cereali solo per citarne alcune. “La situazione è diventata ormai insostenibile e non è possibile aspettare ulteriormente. Il problema ungulati ha generato interventi di contenimento, già in vigore, ma  gli abbattimenti sono inefficaci e la gestione della cattura degli ungulati contiene molte falle. I metodi adottati, come ribadito in più  occasioni, fanno discutere e la fauna selvatica si è letteralmente impadronita di campagne, boschi e strade mettendo a  repentaglio il diritto di fare impresa degli agricoltori che, molto spesso, decidono di abbandonare la lavorazione dei campi con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della manutenzione del territorio e del paesaggio. Coldiretti Abruzzo sul tema dei cinghiali ha presentato innumerevoli proposte e indicazioni sulle misure da mettere in campo per contrastare il fenomeno della fauna selvatica. Con particolare riferimento a tre aspetti fondamentali: la salvaguardia dell’incolumità pubblica, la tutela del reddito delle imprese e la diminuzione della spesa pubblica in tema di costi sociali e di specifici indennizzi. “Ancora una volta ribadiamo che è necessaria una presa di posizione forte da parte delle istituzioni  – conclude Coldiretti Abruzzo – è finito il tempo delle parole, bisogna andare oltre i fatti e arrivare alla soluzione. Ricordiamo inoltre che i danni da fauna selvatica, da due anni, sono sottoposti alle procedure previste dal regolamento comunitario sugli aiuti di stato e, di conseguenza, i rimborsi sono tardivi ed insufficienti ma anche condizionati al raggiungimento di una soglia minima di 15 mila euro (de minimis)”.  

 

 

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Latte, scatta obbligo etichetta made in Italy anche per formaggi

Scatta definitivamente l'obbligo di indicare in etichetta l'origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari come burro, formaggi, yogurt per impedire di spacciare come Made in Italy i derivati ottenuti da latte di allevamenti stranieri. Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare che è scaduto il termine di 180 giorni per smaltire le scorte di confezioni con il sistema di etichettatura precedente all’entrata in vigore dal decreto Indicazione dell'origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Una tutela in più anche per i prodotti abruzzesi tradizionali che rientrano nell’elenco approvato dal Ministero delle politiche agricole quali la scamorza, il pecorino, la caciotta o il caciocavallo abruzzese o la prelibata giuncata della tradizione casearia regionale: da oggi sarò possibile verificare in etichetta se il latte con cui sono prodotti è italiano.

L’obbligo di indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, si applica - spiega la Coldiretti - al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e sarà riconoscibile in etichetta dalle seguenti diciture:

  1. a)    "Paese di mungitura": nome del Paese nel quale è stato munto il latte;
  2. b)    "Paese di confezionamento e trasformazione": nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo della seguente dicitura: "origine del latte": nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate - precisa la Coldiretti - le seguenti diciture: "latte di Paesi UE" per l'operazione di mungitura, "latte condizionato o trasformato in Paesi UE" per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu' Paesi situati al di fuori dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: “latte di Paesi non UE” per l'operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi non UE” per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Per le violazioni si applicano le sanzioni di cui all'art. 4, comma 10, della legge 3/2/2011, n. 4.

1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia (di cui 15 mila in Abruzzo allevate da 600 aziende lattiero-casearie ad indirizzo prevalente) ma anche pecore, capre e bufale possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt che - sottolinea la Coldiretti – è garantita da livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d`Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 50 formaggi a denominazione di origine protetta realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione.

“L`obbligo di indicare l`origine in etichetta - continua Coldiretti Abruzzo - salva dall`omologazione l`identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali italiani di cui 14 abruzzesi censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la biodiversità delle razze bovine tra cui, in Abruzzo, le apprezzate Bruna alpina e Pezzata rossa. Si conclude positivamente una lunga battaglia di Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani – aggiunge Coldiretti Abruzzo - Con l'etichettatura di origine si dice finalmente basta all'inganno del falso Made in Italy che finora ha riguardato il latte o i tanti derivati come le stesse scamorze e mozzarelle fatte con materia prima o addirittura cagliate provenienti dall'estero. Il prossimo appuntamento – ricorda Coldiretti Abruzzo - è per il 16 febbraio 2018 per il riso e il 17 febbraio 2018 per la pasta con l’entrata in vigore dei due decreti interministeriali per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta”.

 

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