Difesa degli animali

Due nuovi cuccioli di camoscio nel Parco della Majella

"Se 'rinascita' deve essere allora la scena ripresa oggi nell'aura faunistica del Camoscio appenninico di Lama dei Peligni e' decisamente un buon auspicio. Bellissime le immagini dei due nuovi cuccioli di camoscio nati che saltellano e pascolano tra i ginepri, scoprendo l'asprezza delle rocce che saranno il loro rifugio, sotto lo sguardo attento delle mamme". E' quanto si legge in una nota del Parco nazionale della Majella. "Il 'camoscio piu' bello del mondo'- come molti lo definiscono e giustamente ricorda il Parco Nazionale della Majella- ha ormai una popolazione stabile sull'Appennino e la colonia piu' consolidata e' proprio nel Parco abruzzese dove se ne contano 1.500. E molto, per la loro tutela e l'ottima salute di cui oggi godono, lo si deve alle tante attivita' che negli anni sono nate attorno a loro, a cominciare dal 'captive breeding', ovvero l'allevamento in area faunistica, condotto per anni dai tecnici del Parco a Lama. Un'azione che ha consentito di rafforzare la popolazione e contribuire alla nascita delle due neo colonie sui Sibillini e sul Sirente".

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Il 12 per cento degli over 75 ha un cane

 Il 12,1% delle famiglie di soli anziani di 75 anni e più ha uno o più cani (443 mila famiglie). La quota è più alta (15,5%)se la famiglia è composta da una coppia (con o senza figli) o da fratelli o amici che vivono insieme, più bassa se gli anziani vivono da soli (11%). Lo si legge in una analisi sulla vita degli over75. Sono soprattutto le famiglie di soli anziani residenti in comuni piccoli o medi (meno di 50mila abitanti) ad avere un cane (16,1%). La quota si riduce se le famiglie risiedono nei grandi comuni (più di 50mila abitanti) o in quelli in centro e periferia di aree metropolitane (7,1%)

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Coronavirus, gli animali domestici non sono contagiosi secondo l’Iss

 "Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiche' la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, e' importante proteggere gli animali di pazienti affetti da COVID-19, limitando la loro esposizione". Queste le parole del prof. Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento sicurezza alimentare, nutrizione e sanita' pubblica veterinaria dell'Istituto Superiore di Sanita' che ha pubblicato sul sito un rapporto dal titolo "Infezione da SARS-CoV-2 tra gli animali domestici". L'Ente Nazionale Protezione Animali ringrazia il professore e tutto l'Istituto Superiore di Sanita' "per aver fatto chiarezza in un momento cosi' delicato in cui e' importantissimo ribadire che non vi e' possibilita' che gli animali domestici contagino gli umani". Nel rapporto viene sottolineato infatti come "gli animali siano stati incolpevoli "vittime". "Tuttavia - scrive l'ISS - la possibilita' che gli animali domestici possano contrarre l'infezione pone domande in merito alla gestione sanitaria degli animali di proprieta' di pazienti affetti da COVID-19. La raccomandazione generale e' quella di adottare comportamenti utili a ridurre quanto piu' possibile l'esposizione degli animali al contagio, evitando, ad esempio, i contatti ravvicinati con il paziente, cosi' come si richiede agli altri membri del nucleo familiare". Questo in caso di positivita' al virus del proprietario, per tutelare l'animale. Per la presidente nazionale dell'Enpa si "tratta dunque di una prudenza per la tutela degli animali domestici4" ed e' un bene che sia l'Iss che l'Organizzazione mondiale per la salute continuino a sottolineare che non esiste nessun pericolo di contagio da animale a uomo. Il professor Agrimi ha anche ricordato nel rapporto che "gli animali domestici contribuiscono alla nostra gioia e al nostro benessere, soprattutto in periodi di stress come quelli che stiamo vivendo. In assenza di sintomi riferibili a COVID-19 e se non si e' in isolamento domiciliare, passare del tempo con il proprio animale domestico e accompagnare il proprio cane nell'uscita quotidiana (nel rispetto della normativa) contribuisce a mantenere in salute noi stessi e i nostri amici animali". 

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Oltre il 52 per cento degli italiani ha un animale in casa

Gli italiani amano gli animali, in particolare cani e gatti, al punto che oltre la meta' della popolazione li ha in casa ma prendersi cura di loro e' un "lusso". Lo rivela della Lav, la Lega Anti Vivisezione, dalla quale si evince che, nonostante l'accresciuta propensione degli italiani a convivere con cani e gatti, e di un rapporto sempre piu' empatico e solidale con questi Animali in particolare, il randagismo resta un fenomeno molto diffuso soprattutto nel Mezzogiorno. La LAV per il quarto anno consecutivo ha raccolto in un rapporto i dati di Regioni e Province Autonome. Secondo Ilaria Innocenti, responsabile per l'associazione, degli Animali familiari e autrice dell'indagine, benche' dal 2017 la situazione relativa al randagismo sia lievemente migliorata, sono ancora molti gli interventi, soprattutto al Centro-Sud e nelle Isole, da mettere in atto per sconfiggere il fenomeno: controlli e prevenzione in primis assieme a politiche di adozione e gestione responsabile degli Animali. Comparando i dati relativi agli anni 2018 con quelli del 2017, esclusi quelli della Calabria che non ha fornito indicazioni, emerge come il randagismo sia in apparentemente in flessione, ma con delle significative discrepanze tra Nord, Centro e Mezzogiorno, dove seppur diminuito del 6% rispetto al 2017, il numero dei cani detenuti in canile e' ancora molto alto. Su 98.596 cani presenti nei canili rifugio, infatti, ben il 67,1% si trova in quelli del Sud e delle Isole. Tale trend positivo e' confermato anche a livello nazionale, dove si registra una diminuzione pari al 4,2% delle presenze nei canili rifugio

Diminuiscono anche gli ingressi nei canili sanitari. Nel 2018 sono stati 85.177 e il 40% dei cani e' stato restituito al detentore. Molto bassa pero' la media di restituzione nel Mezzogiorno, pari ad appena l'8%, percentuale che sale man mano che ci si sposta verso il Nord Italia, con un 38% al Centro fino ad arrivare a un 72% di media per le regioni del Nord. La bassa percentuale di restituzioni registrata nel Mezzogiorno e' un segnale inequivocabile di come nel Sud e nelle Isole l'obbligo di identificazione dei cani sia ancora largamente disatteso e della conseguente necessita' di campagne di microchippatura gratuite, iniziative che farebbero risparmiare molto i comuni: il costo di un microchip si aggira intorno ai 4 euro contro i circa 1.300 euro che si spendono per mantenere un cane in canile per un solo anno. Ancora esigue sono state poco piu' di 35.000, ma in aumento del 13% le sterilizzazioni dei cani. Nel 2018 sono stati sterilizzati 4.073 cani in piu' rispetto al 2017. Le regioni in cui si e' registrato il maggior aumento sono: Campania, Sicilia, Abruzzo e Piemonte. Il dato e' positivo, ma occorre implementare ulteriormente le sterilizzazioni anche attraverso campagne di controllo delle nascite rivolte a cani di proprieta' a rischio di riproduzione incontrollata che come ben sappiamo sono una delle fonti che piu' alimentano il randagismo canino. I dati sui gattili e quelli sulle colonie feline sono spesso lacunosi. In base a quelli che ci sono stati forniti nel Centro-Nord sono presenti 85 gattili, questi sarebbero quasi inesistenti al Sud e nelle Isole, che ne registrano appena 7 e dove si rileva anche una scarsa attenzione per le colonie feline (8.039 colonie registrate contro le 54.939 del Centro-Nord) e per la sterilizzazione dei gatti (poco piu' di 16.000 l'anno contro i poco piu' di 51.000 del Centro-Nord). 

Gli italiani amano gli animali al punto che il nostro Paese e' secondo in Europa per numero di presenze in famiglia: ci sono nel 52% delle nostre case. Secondo il Rapporto Italia di Eurispes riferito al 2019, sono membri effettivi della famiglia (per il 76,8% degli intervistati), i migliori amici (60%) per alcuni veri e propri "figli non umani" (32,9%). Il randagismo e' un grave problema per gli animali coinvolti che, traumatizzati dall'abbandono o nati da animali in liberta' e che per vari motivi non sono in grado di provvedere a se' stessi, sono costretti a una vita di stenti, esposti a malattie e a continui pericoli, tra cui gli incidenti stradali che possono costituire un rischio anche per l'incolumita' pubblica. Ma il randagismo rappresenta anche un ingente problema economico, basti pensare che nel 2018 si sono spesi 345.086,00 euro al giorno per il mantenimento dei cani detenuti nei canili, (stima estremamente conservativa) nonche' un danno di immagine a livello turistico per le Regioni in cui il fenomeno e' piu' diffuso. Le adozioni nel 2018 fanno registrare per il terzo anno consecutivo una flessione, seppur minore rispetto agli anni precedenti, pari al -1% (nel 2016 erano calate dell'8,6% e nel 2017 dell'8,4%): "una tendenza probabilmente influenzata da un regime fiscale poco amico degli Animali - sottolinea la LAV - tra IVA al 22% (come per alcuni beni di lusso) sulle prestazioni veterinarie e il cibo per Animali non tenuti a scopo di lucro, l'elevato costo dei farmaci veterinari, e l'esigua detrazione fiscale sulle spese veterinarie, il sistema Italia non si dimostra ancora capace di assecondare con atti utili e concreti la propensione degli italiani a prendersi cura di cani e gatti, introducendo un regime fiscale che potrebbe risultare vantaggioso anche in termini di prevenzione del randagismo". Pochi giorni fa, ricorda l'associazione, sotto la pressione della campagna LAV #IPIUTASSATI, la Commissione Bilancio del Senato ha approvato in prima lettura un emendamento con cui viene aumentata la soglia delle spese veterinarie sostenute per gli Animali familiari, detraibili ai fini fiscali. Con l'emendamento in questione - presentato dai Senatori De Petris (LeU), Cirinna' (PD), Russo (M5S), Unterberger (SVP), Perilli (M5S) - viene infatti aumentata la spesa veterinaria detraibile, per chi tiene Animali a scopo non di lucro, da un massimo di 387,34 euro a un massimo di 500 euro. Cio' significa che, a fronte delle spese veterinarie sostenute per un totale di 500 euro o piu' - peraltro aggravate da un'aliquota IVA ingiusta, perche' pari al 22%, come previsto per i beni di lusso - il cittadino potra' avere un rimborso fino a 73,59 euro (fino ad oggi il massimo rimborsabile era di soli 49,06 euro)

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Fondi per la lotta al randagismo

"Il MoVimento 5 Stelle continua la sua battaglia per la protezione degli animali e, contestualmente, contrastare il randagismo. Per questo sono stati approvati due importanti emendamenti al ddl di Bilancio: il primo prevede lo stanziamento di un milione di euro per 2020, il 60% di queste risorse sono destinate all'Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna per la realizzazione di piani straordinari di prevenzione e controllo del randagismo. Il secondo, invece, stanzia 500 mila euro l'anno, dal 2020 al 2022, per campagne di informazione e sensibilizzazione per gli animali di affezione, le cui modalità saranno definite dal ministro della Salute. L'obiettivo è sensibilizzare e responsabilizzare la popolazione sul tema dell'abbandono degli animali d'affezione e delle adozioni". Lo annunciano, in una nota congiunta, le senatrici del MoVimento 5 Stelle Loredana Russo e Silvana Giannuzzi, rispettivamente prime firmatarie dei due emendamenti approvati. 

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Un bando per una borsa di studio in ‘pet therapy’ all’Università

Un bando per una borsa di studio in 'pet therapy' rivolto a laureandi che vogliano impegnarsi in una tesi di filosofia dedicata alle relazioni uomo-animale: a bandirlo il Dipartimento di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Firenze in collaborazione con il centro di ricerca Antropozoa, nato come divisione operativa dell'Associazione Antropozoa, da oltre 20 anni impegnata negli interventi assistiti con gli animali nel panorama nazionale e la prima ad aver portato gli amici a quattro zampe all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. La pet therapy puo' diventare cosi' materia di indagine etica in una tesi. Al bando possono partecipare gli studenti con laurea triennale in filosofia iscritti al secondo anno del corso di laurea magistrale in Scienze filosofiche o logica, filosofia e storia della scienza dell'Ateneo fiorentino. La laurea dovra' essere conseguita entro la sessione di aprile 2021 e il bando scade il 31 gennaio 2020. "Questo premio - sottolinea Matteo Galletti, ricercatore di Filosofia morale dell'Universita' di Firenze - nasce da un comune interesse per la relazione uomo-animale e dalla necessita' di approfondire un aspetto pratico come l'intervento assistito con gli animali e l'interesse teorico- filosofico con ricadute applicative sulla bioetica sul benessere umano e animale". Il bando e' stato presentato oggi dal professore Galletti e da Francesca Mugnai, presidente di Antropozoa, nella sede del Dipartimento di filosofia a Firenze.

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Pet therapy, valutare l’impatto sugli animali

 "I benefici della Pet therapy sull'umano sono ormai conclamati, ma raramente ci si ferma a pensare sull'impatto che gli interventi assistiti hanno sul cane, aspetto invece fondamentale". Lo ha detto Francesca Mugnai, referente scientifico del Centro ricerca di Antropozoa, intervenendo a Firenze a un convegno sugli interventi assistiti con gli animali (Iaa). I massimi esperti internazionali si sono interrogati su come gli animali vivono il loro impegno al fianco degli umani, quali conseguenze fisiche e mentali ha su di loro la presenza in ambienti ospedalieri o di cura, nelle carceri o con bambini e adulti con problematiche di vario tipo. La Pet therapy, hanno detto gli esperti, necessita di una riflessione approfondita e di dibattito bioetico non solo sull'impatto che l'animale ha sull'uomo, ma anche dell'uomo sull'animale. Tra i relatori, c'erano anche il professor Dennis C. Turner, massimo esperto di Pet therapy al mondo, Marie-Jose Enders-Slegers, presidente dell'Iahaio, organismo di riferimento internazionale sugli Iaa, la dottoressa Karin Hediger, psicoterapeuta dell'Istituto di psicologia dell'Universita' di Basilea. Gli esperti si sono anche confrontati sui fenomeni di zoonosi inversa: "Gli animali impiegati negli Iaa - ha evidenziato Dario Deni, dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana - oltre ad essere potenziali vettori per la trasmissione di microrganismi patogeni, possono diventare loro stessi vittime di infezioni contratte dall'uomo durante lo svolgimento delle attivita' e costituire un potenziale serbatoio per microrganismi antibiotico-resistenti, che possono essere introdotti nelle strutture sanitarie". Sull'impatto delle zoonosi inverse correlate all'attivita' di Iaa lavorera' l'osservatorio che il Centro di ricerca antropozoa sta creando insieme all'Istituto zooprofilattico.

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In America crescono i dog cafè

Arrivano i dog cafè per gli amici a 4 zampe. A Los Angeles ce ne sono numerosi e così a New York e in altri stati. Esistono a Londra, Parigi e Seul. In Italia al momento non ancora ma arriveranno perchè ovunque nel mondo è fortissimo il trend della pet economy, il business legato all'amore per gli animali domestici che trattiamo come membri della famiglia e per i quali spendiamo come per i nostri figli. Secondo dati recenti la pet economy è alla pari e con caratteristiche simili alla baby care, alla cura dei bambini.

I dog cafè di Los Angeles, prevedono oltre ad una zona super fornita di ogni tipo di accessori e con servizio di toelettatura, anche un'area relax in cui trascorrere il tempo, consumando bevande e giocando con cuccioli di cane che volendo possono essere, seguendo determinate procedure, anche adottati. Sono oltre che dog cafè anche adopted house (anche molti cat cafè lo fanno) e spesso sono collegati ad associazioni no profit sui diritti degli animali e parte dei ricavati va al sostegno delle attività di queste organizzazioni.

Ed è esploso il settore food: si trova una varietà cibo di ogni tipo, spesso conservato anche in frigo come per il food destinato agli umani. La voglia di viziare i nostri pets è tale che il settore maggiormente in crescita sembra essere, a giudicare dalle file fuori e dal numero di negozi, quello delle pasticcerie per cani. In mostra, con forme che vanno dal classico osso al più raffinato cake, decine di dolcetti, glassati, con topping di ogni tipo, e ingredienti per accontentare i golosoni. Tra i tanti, la Bakery for dogs al Farmers Market di Los Angeles, è un'istituzione cittadina: esiste da 11 anni, è stata la prima in città ed è ad oggi la più frequentata oltre ad aver dato origine a varie succursali in California. Ovviamente, come per tutto qui ormai, si può ordinare via app e ritirare in negozio senza fare la coda oppure farsi consegnare a casa, torte di compleanno per cani incluse.

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Il 50% dei proprietari porterà il proprio gatto con sé in villeggiatura

Il 50% dei proprietari porterà il proprio gatto con sé in villeggiatura e il 79,5% di chi non lo porterà lo farebbe volentieri, almeno ogni tanto. E' quanto emerge dal sondaggio sulle ''Gatto-vacanze 2019'' svolto da Feliway,il brand per la serenità dei gatti, attraverso la sua community Facebook,che conta oltre 795.000 proprietari e amanti dei gatti . La scelta prevalente nella community è il soggiorno balneare (53,8%), seguito dalle destinazioni di montagna (per il 24,4%), senza tralasciare la campagna o collina (13%) e il lago (8,4%). Che sia  in villeggiatura o in città il leitmotiv dell'estate felina sembra essere il detto ''Casa Dolce Casa'': la maggior parte dei gatti vacanzieri alloggerà infatti in una casa delle vacanze o in residence (86%), mentre per chi resta a casa sarà l'abitazione abituale il luogo di permanenza (86%), dove Micio verrà accudito da persone di fiducia del proprietario. Solo l'11% passerà le vacanze senza il proprietario ospite da amici o parenti e il 2,5% in una pensione per gatti. Spesso, però, le vacanze con Micio sono fonte di difficoltà non solo durante il trasporto ma anche nell'ambientamento una volta giunti nel luogo di soggiorno: se il 30% dei gatti sembra amare i viaggi e si adatta agevolmente al nuovo ambiente, quasi il 70% manifestaun disagio transitorio o duraturo nell'abituarsi alla nuova realtà. Un disagio a cui i proprietari pongono rimedio portando i giochi e gli oggetti preferiti del proprio micio (28,7%), facendolo giocare spesso (21,3%), facendogli tante coccole (18%) e ricorrendo all'aiuto dei feromoni (19%), sostanze non farmacologiche che inviano ai gatti un messaggio naturale di benessere. '

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Un nuovo canile intercomunale a Spoltore

Un sito unico, nel quale sorgeranno tre strutture: il canile sanitario della Asl, un rifugio per cani e un'oasi felina. E' l'area intercomunale che sorgera' a Spoltore  e che sara' anche al servizio di Pescara. Ad annunciarlo, dopo un apposito incontro che si e' svolto ieri, e' il sindaco del capoluogo adriatico, Carlo Masci, nel corso di un colloquio informale con i giornalisti. "Stiamo lavorando in sinergia con il Comune di Spoltore - dice il sindaco - per liberare definitivamente l'area di via Raiale, dove oggi sorge il canile. Nonostante gli sforzi dei volontari della Lega nazionale per la difesa del cane, che lavorano al meglio e che ringrazio di cuore, quella struttura e' ridotta in condizioni indecenti ed e' inconcepibile che sia quello il canile di una citta' come Pescara". Sottolineando di "avere nel cuore" quei cani e i volontari della Lndc e che, in attesa della realizzazione della nuova struttura, che potrebbe essere pronta in 6-12 mesi, gli ospiti dell'attuale canile potrebbero essere trasferiti altrove a spese del Comune, Masci afferma che "la civilta' di una citta' si determina anche in base al modo in cui vengono trattati gli animali".

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