Economia

Coronavirus, Cia Abruzzo: La grande distribuzione venda più cibo italiano

“Chiedo con forza alla rete commerciale regionale di riservare al cibo italiano ogni spazio di vendita disponibile, facendo ricorso all'approvvigionamento estero solo in caso di necessità”. Lancia un monito il Presidente di Cia - Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro Di Zio, richiamando la Grande Distribuzione Organizzata a dimostrare il senso etico delle proprie scelte, e la responsabilità sociale di un settore in grado di contribuire in maniera determinante alla tenuta del Paese dal punto di vista economico e sociale, oltre che ambientale.

 

“Oggi la pandemia in atto determina una situazione senza precedenti, e garantire l'approvvigionamento salvando con ogni mezzo il mercato interno è di importanza vitale. L'invito di ieri a consumare italiano deve trasformarsi in imperativo morale oggi”, afferma Di Zio che chiede a ipermercati, supermercati e negozi di generi alimentari di mettere a disposizione anche spazi per l’acquisto di piante, piantine (anche da orto) e fiori di produzione locale o di provenienza nazionale.

“Un modo per consentire un colorato, e forse anche terapeutico, addobbo di case e balconi, dando anche un minimo di respiro ad un settore, quello florovivaistico, oggi allo stremo. Un settore che solitamente realizza in questo periodo il 60-80% del proprio fatturato e che invece è oggi costretto a distruggere mesi di duro lavoro dopo ingenti spese ed investimenti”.

“Al cittadino consumatore chiediamo di aggiungere un pizzico di consapevolezza in più al giaà grande senso di responsabilità che sta dimostrando nella frequenza e nelle modalità di approvvigionamento che questo particolare momento richiede ed impone”, continua Di Zio, “Consumare latte fresco, latticini freschi, farine, frutta, ortaggi e carni locali dà l'opportunità ai produttori della rete territoriale e nazionale di sopravvivere in questo delicato momento, continuando a mantenere ambiente e paesaggio”.

Il Presidente della Confederazione regionale invita, infine, le autorità locali a vigilare affinché vengano repressi tentativi di speculazione sul prezzo di alcuni generi alimentari.

“La forzata permanenza a casa fornisce l'opportunità di riscoprire e recuperare il rapporto con l'arte culinaria del territorio. Da questo punto di vista l'approssimarsi della Pasqua fornisce una straordinaria occasione di celebrare la festività con i piatti che la tradizione propone”, conclude Di Zio, “Sarà il modo di vivere un minimo di normalità in questo periodo così particolare e difficile”.

 

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Coldiretti, esigenza braccianti soprattutto nel Fucino, orticoltura a rischio  

“Per garantire la disponibilità di alimenti e sopperire alla mancanza di manodopera potranno collaborare nei campi anche i parenti lontani fino al sesto grado, in una situazione in cui molti sono senza lavoro, reddito e con difficoltà anche per la spesa. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il decreto Cura Italia prevede per l’emergenza Coronavirus che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro ne subordinato ne autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.

Potranno dunque collaborare alla raccolta dei prodotti agricoli anticipata dal caldo inverno – sottolinea la Coldiretti – anche nonni, genitori, figli, nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini, figli di cugini, cugini dei genitori e figli dei cugini dei genitori, fratello/sorella del coniuge, zio del marito rispetto alla moglie e viceversa, cugino/a del marito rispetto alla moglie e viceversa.

Si tratta di una prassi molto diffusa in agricoltura nel passato quando anche lontani parenti – continua la Coldiretti - tornavano in fattorie, cascine e masserie di famiglia in occasione delle campagne di raccolta piu’ importanti, dalla vendemmia alla raccolta delle olive, per collaborare attivamente e ricevere magari in cambio frutta, verdura, olio o vino.

“Una partecipazione che negli ultimi anni era praticamente scomparsa anche per i vincoli burocratici ed amministrativi e che ora è stata resa urgente dalla stretta degli ingressi alle frontiere che ha fermato l’arrivo nelle campagne italiane di lavoratori dall’estero dai quali dipende ¼ dei raccolti nazionali” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre un intervento a livello comunitario per creare corsie verdi alle frontiere interne dell’Unione Europea per la circolazione dei lavoratori agricoli al fine di garantire gli approvvigionamenti nella filiera alimentare”.

A livello nazionale il Cura Italia prevede nello specifico – spiega la Coldiretti - l’estensione dal quarto al sesto grado del rapporto di parentela/affinità per l’utilizzo in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo di parenti ed affini (Art. 105 D.L. 18/2020) disciplinato originariamente dall’articolo 74 della legge Biagi. Un intervento positivo per le attività agricole, e relative attività connesse, che consente di avvalersi di una platea più ampia di soggetti in una situazione in cui con l‘emergenza Coronavirus è diventato – precisa la Coldiretti - piu’ difficile il reperimento della manodopera per le necessità produttive.

“E’ ora necessaria pero’ subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne” continua il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il momento attuale rende necessaria una radicale semplificazione per favorire la diffusione di uno strumento con importanti effetti sull’economia e il lavoro e che si era dimostrato valido nel favorire l’occupazione e l’emersione del sommerso”.

Con il blocco delle frontiere rischiano di mancare all’appello i 370mila lavoratori regolari stranieri che arrivano ogni anno dall’estero che in Italia trovano regolarmente occupazione stagionale in agricoltura fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti. La comunità di lavoratori agricoli più presente in Italia – conclude Coldiretti – è quella rumena con 107591 occupati, davanti a marocchini con 35013 e indiani con 34043, che precedono albanesi (32264), senegalesi (14165), polacchi (13134), tunisini (13106), bulgari (11261), macedoni (10428) e pakistani (10272) secondo le elaborazioni Coldiretti che ha collaborato al Dossier statistico Immigrazione 2019.

Sono molti i “distretti agricoli” del nord dove i lavoratori immigrati rappresentano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale ma anche in Abruzzo la presenza di immigrati nei campi è molto diffusa con particolare riferimento alla zona del Fucino che vive principalmente di orticoltura e dove in questi giorni gli agricoltori stanno provvedendo al trapianto di ortaggi quali finocchi, radicchio e insalate varie, tra qualche settimana si semineranno le patate, mentre nel mese di maggio inizieranno i primi raccolti di ortaggi.

In tal senso, su sollecitazione del Presidente della Coldiretti Ettore Prandini il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova è intervenuto per prorogare i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne. La proroga secondo la circolare del Ministero degli Interni – conclude la Coldiretti – dura fino al 15 giugno e riguarda i permessi di soggiorno in scadenza dal 31 gennaio al 15 aprile ai sensi dell’articolo 103 comma 2 del D.L. 18.

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Coronavirus, la Fater inizierà la produzione di mascherine chirurgiche

Fater spa, l'azienda leader in Italia nei prodotti assorbenti per la persona con i marchi Pampers e Lines, realizzerà, a partire dalla prossima settimana, 250mila mascherine chirurgiche che verranno donate alla Protezione Civile Italiana, che provvederà alla loro allocazione. Ulteriori quantitativi di mascherine, da produrre nelle successive settimane, saranno messi a disposizione della Protezione Civile a prezzo di costo. Fater ha costituito un team di esperti di prodotto e di tecnologia per verificare la possibilità di realizzare presso lo stabilimento di Pescara mascherine di tipo chirurgico. Ieri sono stati completati con successo i test tecnici sulla linea e i test di performance. La mascherina è stata testata presso un laboratorio accreditato e ha superato i test di efficacia di filtrazione batterica, respirabilità e rischio biologico per dispositivi medici. Il progetto è stato sviluppato grazie all'impegno e alla competenza di tutte le persone coinvolte, che sono riuscite ad adattare una linea produttiva che realizzava assorbenti igienici femminili. L'azienda porrà tutto l'impegno ad avviare le produzioni pur avendo presente la fragilità della linea di approvvigionamento delle materie prime, a causa della situazione connessa al covid-19, e le difficoltà tecniche connesse a una prima nuova produzione. Il General Manager di Fater Piero Tansella ha dichiarato: "In questi momenti sentiamo il nostro lavoro come servizio verso gli altri. Abbiamo cercato di mettere le capacità delle persone Fater a disposizione per realizzare la produzione delle mascherine chirurgiche, oggi così necessarie. Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che hanno reso possibile questa iniziativa in tempi rapidissimi e in mezzo a tante difficoltà. In questo modo vogliamo dare il nostro contributo per essere al fianco delle persone e soprattutto del personale medico e infermieristico che è di esempio per l'intero Paese".

"Con grande soddisfazione apprendiamo la notizia che da lunedì la Fater, multinazionale presente nel nostro territorio, inizierà la produzione di un importante quantitativo di mascherine chirurgiche certificate dall'Istituto Superiore di Sanità. La notizia era nell'aria dopo che da giorni erano circolate indiscrezioni anche sui quotidiani nazionali". Questo il commento dell'assessore regionale alle attività Produttive Mauro Febbo che sottolinea come "questo governo regionale, all'indomani della Circolare interpretativa del Ministero della Salute, relativa agli art.15 e 16 del Decreto n.18 del 17 Marzo, si è messa subito al lavoro per rispondere al grido di aiuto che si alzato dagli ospedali, dalle strutture sanitarie, dagli operatori sanitari e dai territori sull'assenza di mascherine e dispositivi sanitari per la protezione personale. In questi giorni con la mia Direzione siamo stati da supporto a quelle aziende abruzzesi che stavano decidendo la riconversione industriale e avevano necessità dell'apporto della Regione. Infine - conclude Febbo - mi preme sottolineare come il progetto, a totale tecnologia abruzzese ed a governance della Fater, è un ulteriore esempio della vitalità del Cluster Clip che come Regione abbiamo deciso di cofinanziare nei Programmi di Sviluppo ed approvati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Infatti questa iniziativa conferma la qualità delle nostre scelte operate dalla Regione Abruzzo sulla politica industriale”. 

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Confcommercio lancia il grido d’allarme per le imprese

Misure urgenti straordinarie per supportare le piccole e medie imprese dell'Abruzzo. A lanciare il grido d'allarme e' il presidente della Confcommercio Pescara, Franco Danelli, che aggiunge: "Solo nella nostra provincia sono gia' piu' di mille quelle che potrebbero non riaprire al termine dell'emergenza Coronavirus". Saracinesche abbassate, incassi azzerati, ma le spese continuano tra utenze e affitti. "Ogni serranda che restera' abbassata sara' una ferita per il nostro territorio", tuona. Il presidente della Confcommercio Pescara chiede quindi di aumentare da 600 a mille euro per tre mesi il bonus attualmente previsto per le partite Iva; di cancellare e non semplicemente sospendere imposte e contributi dei mesi di marzo, aprile e maggio con abolizione del limite di fatturato; di cancellare per il primo semestre tutti i tributi locali invocando per i Comuni l'aiuto del Governo; di sospendere per il primo semestre e poi rateizzare il pagamento delle bollette delle utenze; di aumentare dal 60% al 100% il credito di imposta sulle locazioni commerciali per almeno tre mesi con tassazione zero per i proprietari che riducono il canone di piu' del 50% e di facilitare l'accesso al credito a tasso zero con la garanzia dei Confidi mediante contributi in conto interessi statali e regionali.

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Studio Cgia, burocrazia e normative bloccano 115 miliardi di euro

A causa dell'emergenza coronavirus restano bloccati dallo Stato 115 miliardi: è l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre. "Tra i debiti commerciali non ancora onorati (53 miliardi di euro) e la mancata apertura di tantissimi cantieri relativi a infrastrutture strategiche e a opere pubbliche minori distribuite lungo il Paese (per un valore di 62 miliardi), la nostra Pubblica amministrazione blocca complessivamente 115 miliardi di spesa che sarebbero indispensabili per fronteggiare l'attuale situazione economica", è la denuncia sollevata dalla Cgia. "Mentre aspettiamo che i 27 Paesi dell'Ue trovino un accordo per consentire l'utilizzo dei coronabond - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi dell'associazione degli artigiani, Paolo Zabeo - nel frattempo sarebbe opportuno che la nostra Pa pagasse i propri fornitori e fosse in grado di avviare le tante opere pubbliche che, ironia della sorte, sono in buona parte quasi tutte finanziate. Se sbloccate, queste misure darebbero una prima importante iniezione di liquidità al sistema economico del Paese, invece, la cattiva burocrazia e il malfunzionamento della macchina pubblica continuano a rappresentare un problema molto serio, quanto la rovinosa caduta che l'economia italiana si appresta a subire nei prossimi mesi".Mai come in questo momento, infatti, sottolinea la Cgia, le famiglie e le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, avrebbero bisogno di liquidità e "nonostante le misure messe in campo dal Governo si continua a non affrontare il cuore del problema".

Inoltre, sottolinea la Cgia, stando al monitoraggio realizzato dall’Ance attraverso il sito sbloccacantieri.it, sarebbero quasi 750 le opere pubbliche ferme nel nostro Paese che non consentono di investire 62 miliardi di euro. Oltre a scuole, strade, ospedali ci sono "anche una trentina di grandi opere infrastrutturali strategiche, la quasi totalità già finanziate, che non decollano a causa degli intoppi burocratici relativi alle procedure amministrativo-progettuali richieste, alle guerre giudiziarie in atto tra le imprese o a seguito del tira e molla in corso tra la politica centrale e quella locale". 

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Via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai

“Abbiamo ottenuto finalmente il chiarimento dal Governo sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai”. Lo rende noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte nel sottolineare che sul sito del Governo è stata pubblicata la Faq nella quale si precisa che “la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita”.

Una notizia importante anche per l’Abruzzo, in cui il florovivaismo – dice il presidente di Coldiretti regionale di Coldiretti Silvano  Di Primio “è un settore strategico che fornisce una Plv di circa 50milioni di euro annui su 385 ettari dedicati tra serre e piano campo per un totale di circa 250 aziende specializzate. Allo stato attuale sono circa 2.500 gli addetti in Abruzzo che ruotano intorno a questo settore e che, come gli altri settori, si trovano in gravissime difficoltà”.

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Restart, dieci milioni di euro per le imprese del cratere

 Con il programma 'Restart' in arrivo 10 milioni di euro a sostegno delle micro, piccole e medie imprese del cratere. E' quanto deliberato ieri nel corso della Giunta della Regione Abruzzo e a darne notizia sono l'assessore alle Aree interne, Guido Quintino Liris, e quello alle Attivita' produttive, Mauro Febbo. Si tratta di uno stanziamento deciso, spiegano, per far fronte all'emergenza in corso in un territorio dove ancora si sentono le conseguenze del terremoto 2009. "In particolare la delibera dispone un duplice canale di intervento: da un lato un'azione di agevolazione per l'accesso al credito bancario, attraverso la costituzione di un apposito Fondo di garanzia, e dall'altro, la concessione diretta da parte della Regione Abruzzo di contributi a fondo perduto. Una misura- aggiungono gli assessori- su cui stiamo lavorando da mesi e che ha richiesto una attenta analisi. Ancora una volta la Giunta Marsilio dimostra di essere efficace e pronta in piena emergenza, con un provvedimento rapido e specifico. Il blocco delle tante imprese causato Coronavirus- concludono Liris e Febbo- avra' un impatto economico molto vasto e assicurare da subito credito alle Pmi significa sostenere quella che e' l'ossatura dell'economia abruzzese, gia' colpita da una crisi da cui non e' mai uscita"

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Borgia: serve un altro Piano Marshall per infrastrutture

"Faremo tutto quello che potremo per dare sollievo alle attivita' produttive messe in crisi da questa vicenda. Anche perche' le banche sono piene di liquidita' e questo in sostanza non e' denaro privato ma pubblico grazie agli interventi della Bce. Vorremmo aiutare le filiere in difficolta', a patto che non siano pannicelli caldi: quel denaro dovra' servire a fare fatturato, non ad indebitare nuovamente le imprese, se no poi si finisce in crisi per credito. Quindi serve un piano serio, un altro Piano Marshall per infrastrutture, insistente, serio". Interviene cosi' Michele Borgia, docente universitario e presidente della Bcc di Cappelle sul Tavo.

La Banca, 25 mila clienti nell'area metropolitana di Pescara, un bacino di 400 mila persone dove viene generato il 35% del pil abruzzese, e che gestisce il 10% dei prestiti erogati in tutta la regione, e' uno degli istituti piu' a contatto con la piccola media realta' economica locale.  "Ora che i vincoli di bilancio si sono allentati - prosegue il docente - ci sono condizioni favorevoli per quel tipo di rilancio: la politica ci aiuti pero'". Dal territorio intanto arrivano i primi segnali: "al momento grosse difficolta' da parte delle ''partite Iva" non ne abbiamo, ma riceviamo questo si' tante telefonate di chi teme ripercussioni. Noi siamo una banca etica, siamo sul territorio e dobbiamo dare beneficio a quelle attivita', ristoratori, commercianti, edili ecc, che operano a stretto contatto col territorio. Ma vorrei tranquillizzare tutti: anche noi regoleremo la nostra attivita' e correggeremo il tiro strada facendo se riterremo di doverlo fare. Non siamo i medici dell'economia, non ci poniamo sul loro nobile livello, ma non abbiamo certezze precostituite, questo voglio dirlo", chiude Borgia.

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Coronavirus, 120 agenzie di viaggio chiedono a Marsilio l’annullamento dei tributi

Annullamento dei contributi previdenziali per almeno 8 mesi, istituzione di un fondo di emergenza, sospensione ed annullamento di tributi locali e tasse regionali (Ires, Irpef, Imu, Tasi), nonche' del pagamento delle utenze, istituzione di un tavolo di crisi presso la Regione con tutti gli operatori turistici, al fine di studiare ed attuare una serie di misure per salvare le imprese turistiche, che contano migliaia di addetti. Sono le richieste che un gruppo di oltre 120 titolari di agenzie di viaggio, di aziende del settore privato di noleggio pullman ed NCC abruzzesi hanno inviato in una missiva al presidente della Regione Marco Marsilio, all'assessore al turismo e alle attivita' produttive Mauro Febbo e a tutti i consiglieri regionali.

Il settore che ruota intorno ad agenzie di viaggio e noleggio di pullman ed Ncc, che conta un migliaio di addetti, ha completamente azzerato i fatturati di marzo e dei mesi precedenti nel giro di poche settimane, a seguito delle tante richieste di annullamenti e di rimborsi di pratiche presenti e future. Per le agenzie di viaggio l'impatto negativo e' a doppio senso, anche a causa delle innumerevoli restrizioni che hanno posto in essere i vari Paesi del mondo, per cui oggi piu' che mai esiste la fondata preoccupazione che neanche dopo l'emergenza saranno in grado di svolgere la loro attivita' lavorativa. "Chiediamo - continuano nella lettera le 120 agenzie di viaggio - misure dirette di sostegno nei confronti del nostro settore duramente, tra i piu' colpiti dalla diffusione del Coronavirus e di rappresentare al Governo le nostre richieste, affinche' modifichi le misure prese, e si arrivi ad un'azione congiunta anche con l'istituto di previdenza sociale per richiedere annullamento e non sospensione dei contributi previdenziali per almeno 8 mesi, un fondo di emergenza per il comparto e' un tavolo tecnico per il rilancio del settore in ginocchio, che rischia di lasciare senza lavoro un migliaio di addetti. Speriamo che le nostre istanze possano essere poste tra le priorita' dell'agenda politica regionale". 

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Coronavirus, dalla Camera di Commercio di Chieti – Pescara 200 mila euro per le imprese

Nuove risorse, messe in campo dalla Camera di Commercio di Chieti Pescara, nella battaglia contro il coronavirus. Dopo un contributo straordinario di 5 milioni di euro, l'ente camerale abruzzese ha stanziato altri 200mila euro a favore delle strutture ospedaliere Covid-19 di Atessa e Penne, raccogliendo gli accorati appelli lanciati dalle Asl locali. Il denaro servira' per attivare, nell'arco di tre settimane, 20 posti di terapia sub intensiva nei locali occupati in precedenza dai reparti di Ginecologia e Riabilitazione dell'ospedale di Atessa e realizzare, in soli 15 giorni, 30 posti letto Covid, a bassa intensita' di cura, presso il reparto di Medicina del presidio ospedaliero di Penne. "Stiamo continuando a lavorare giorno e notte per contrastare questa emergenza - commenta il presidente Gennaro Strever - Di fronte a un vacillamento del sistema sanitario nazionale e regionale e' giusto che, laddove possibile, si intervenga subito e con risorse economiche e organizzative concrete".

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