L’Osservatorio

Auto, crescita dell’8,1% delle immatricolazioni

 Secondo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a settembre il mercato italiano dell'auto totalizza 166.956 immatricolazioni, con una crescita dell'8,1% rispetto allo stesso mese del 2016. I volumi immatricolati nei primi nove mesi dell'anno in corso ammontano a 1.533.710 unita', il 9% in piu' rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2016. "Segno positivo anche a settembre per il mercato auto, seppur con una crescita piu' contenuta di quella registrata ad agosto, complice anche un giorno lavorativo in meno nel mese appena trascorso (21 giorni contro 22 a settembre 2016) - commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA. Si tratta, in ogni caso, dei volumi piu' alti, per questo mese, dal 2009, quando il mercato supero' le 190.000 unita'. Anche la chiusura del trimestre e' buona, con volumi superiori del 9% a quelli dell'analogo trimestre del 2016. Osservando il mix delle vendite, si rileva una variazione tendenziale positiva per tutte le alimentazioni, con le immatricolazioni di autovetture a metano in rialzo per il secondo mese consecutivo; le immatricolazioni di auto a GPL ancora in crescita a doppia cifra, da dicembre 2016 ad oggi, con l'eccezione del mese di aprile; le vendite di auto ibride ed elettriche a presentare la miglior performance, con una quota complessiva del 3,7% del totale immatricolato a settembre. Buon successo infine, per i modelli italiani, sei dei quali compaiono nella classifica delle auto piu' vendute nel nono mese dell'anno". 

Analizzando le immatricolazioni per alimentazione1 a settembre 2017 la quota di mercato delle auto a benzina sale, passando dal 29,8% di agosto al 31,1% (32,9% a settembre 2016), mentre per le auto diesel la quota passa dal 57,4% di agosto al 57,5% (57,1% a settembre 2016). La quota di mercato delle auto ibride ed elettriche prosegue la sua crescita, salendo al 3,7% a settembre 2017, contro il 3,6% del mese precedente (e il 2,7% di un anno fa). Scende la quota del GPL: dal 7,2% di agosto al 5,8% di settembre 2017 (5,3% un anno fa). Piccolo miglioramento per la quota di penetrazione delle auto a metano, che passa dall'1,9% di agosto al 2% a settembre (2,1% a settembre 2016). Guardando al mercato per segmenti, Fiat Panda e Fiat 500 sono i due modelli piu' venduti tra le citycar e insieme sfiorano il 60% di quota del segmento A. Lancia Ypsilon e' il modello piu' venduto nel segmento delle utilitarie (segmento B), mentre Fiat Tipo e' in testa nel segmento delle medie inferiori (segmento C). Fiat 500L e' il modello piu' venduto nel segmento dei piccoli monovolumi (quasi il 50% di quota) e in generale di tutti i monovolumi. Fiat 500X e Jeep Renegade sono i SUV piu' venduti, e rappresentano 1/3 dei SUV piccoli, mentre Fiat 124 Spider e' la piu' venduta tra le "Sportive"

Secondo l'indagine ISTAT, a settembre aumenta in misura consistente l'indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010=100), che passa da 111,2 a 115,5. Anche l'indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi) registra un incremento, passando a da 107,1 a 108. In riferimento al clima di fiducia dei consumatori, il saldo relativo all'opportunita' attuale di acquisto di beni durevoli, tra cui anche l'autovettura, dopo il calo di agosto, risulta in aumento (da -50 a -38,3), cosi' come quello relativo alle intenzioni future di acquisto. Secondo le stime preliminari ISTAT, a settembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dell'1,1% rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto). La lieve frenata dell'inflazione e' dovuta principalmente al ribasso dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,7%, da +4,4% di agosto). Nel comparto dei Beni energetici non regolamentati, guardando all'andamento dei prezzi dei carburanti, si rilevano lievi rialzi per il Gasolio, i cui prezzi salgono dell'1,1% su base mensile (+4,4% la variazione annua, da +4,8% di agosto), e per la Benzina, che aumenta anch'essa dell'1,1% rispetto ad agosto, mostrando una crescita annua del 3,9% (in attenuazione dal +4,6% registrato nel mese precedente). Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 47.302 immatricolazioni (+5%), con una quota di mercato del 28,3%. Nei primi nove mesi del 2017, le immatricolazioni complessive ammontano a 447.870 (+9,1%), con una quota di mercato del 29,2%. I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano nel complesso 47.020 immatricolazioni nel mese (+5,2%), con una quota di mercato del 28,2%. Andamento positivo per i brand Fiat (+2,7%), Alfa Romeo (+13,9%) e Jeep (+44,3%). 

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Marco Minniti è il ministro più apprezzato dagli italiani

E' Marco Minniti, l'uomo della sinistra che piace anche alla destra, il ministro più apprezzato dagli italiani, il politico che sta tentando di disinnescare la "bomba" ad orologeria dell'emergenza immigrazione. Lo rivela l'ultimo sondaggio Index Reserch realizzato per Piazza Pulita, la trasmissione de La 7 condotta da Corrado Formigli, che ha realizzato un focus sulla fiducia nei confronti dei 16 ministri del Governo Gentiloni. In vetta alla classifica, proprio il ministro degli Interni (33%): classe 1956, originario di Reggio Calabria, qualcuno dice che stia studiando per diventare il successore di Gentiloni. In seconda posizione Dario Franceschini (32%), ministro per i Beni Culturali, sul terzo gradino del podio il ministro della Giustizia Andrea Orlando (29%). Segue nel gradimento Graziano Delrio (28%), il fedelissimo di Matteo Renzi, alla guida del dicastero delle Infrastrutture e Trasporti. Quinto è il professor Pier Carlo Padoan (26%), l'economista che vorrebbe mettere la firma sull'uscita dell'Italia dal lunghissimo tunnel della crisi. A seguire Maurizio Martina (25%), ministro dell'Agricoltura, che precede la prima donna della classifica, Beatrice Lorenzin alla Salute (23%). Solo dopo arriva Roberta Pinotti, titolare della Difesa (20%). Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico si piazza a pari merito con Anna Finocchiaro ai Rapporti con il Parlamento (18%). In undicesima posizione Maria Anna Madia (Pubblica Amministrazione, 15%), a scendere troviamo Gianluca Galletti (14%), ministro dell'Ambiente. In penultima posizione il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a pari merito con Angelino Alfano, ministro degli Affari Esteri e fondatore di Alternativa Popolare e il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli (12%). Chiude la lista il titolare dello Sport Luca Lotti (10%).

Per quanto riguarda le intenzioni di voto, rimangono stabili gli equilibri tra Pd, M5S e i partiti di centrodestra che uniti, arrivano al 34,4%. In leggera ripresa l'M5S, sostanzialmente invariato il Pd. Lo rivela l'ultimo sondaggio Index Research. Alla domanda "Se ieri si fossero tenute le elezioni politiche, lei per quale partito avrebbe più probabilmente votato?" il 26,8% degli intervistati ha indicato il Movimento 5Stelle, lo 0,3% in più rispetto alla scorsa settimana. Il Partito Democratico con il 25,1% rimane praticamente inchiodato. Supera la soglia del 14% Forza Italia (14,1%) a meno di un punto dalla Lega Nord che si attesta al 14,8%. Sul fronte della fiducia nei leader Rimane Matteo Renzi il leader italiano con il più alto gradimento, l'ex premier guida la classifica seguito a due punti di distanza da Luigi Di Maio, il candidato premier del M5S. In terza posizione il leader della lega Nord Matteo Salvini, in leggero calo ma comunque avanti di due punti rispetto a Silvio Berlusconi. Subito dopo insegue Giorgia Meloni, ultimo Pierluigi Bersani. 

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White economy, la nuova classica delle regioni italiane

Analizzando a livello regionale il numero di progetti di efficientamento energetico portati avanti durante il 2017, Avvenia ha stilato una graduatoria che vede la Lombardia al primo posto tra le regioni energeticamente più virtuose, seguita da Lazio e Toscana. In queste 3 regioni si è concentrata la quota più significativa di progetti. La white economy coinvolge oggi in Italia 800 mila aziende, con un valore aggiunto per il 2017 pari a 185 miliardi di euro. Rispetto alla graduatoria 2016 il Lazio è salito dunque al secondo posto, mentre la Toscana è scesa in terza posizione. E tra le regioni emergenti, la Campania è salita al quarto posto, seguita dal Piemonte, che è quinta. Le prime 5 regioni da sole rappresentano il 52% dei progetti di efficientamento energetico. Mentre tra le prime 10, in ordine crescente per numero di progetti, si posizionano anche Emilia Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Marche. E queste prime 10 regioni totalizzano l'86% dei progetti. Le rimanenti 10 regioni (Liguria, Valle d'Aosta, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Sardegna, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise) rappresentano invece il 14%. E tra loro le ultime 3 (Calabria, Basilicata e Molise) totalizzano appena l'1%

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Sondaggio Index-Research: Zaia il governatore più amato

Luca Zaia (Veneto), Sergio Chiamparino (Piemonte), Michele Emiliano (Puglia), Enrico Rossi (Toscana), Maurizio Marcello Pittella (Basilicata) sono i primi 5 Governatori d'Italia secondo i “Monitor” di Index Research dedicati alle Regioni, il monitoraggio semestrale che rileva la soddisfazione nei confronti del lavoro dei Presidenti di Regione. il presidente del Veneto è apprezzato dal 58,3% dei cittadini intervistati. Secondo l'istituto di ricerca diretto da Natascia Turato, dunque, a conquistare la medaglia d'oro nel primo semestre 2017 è un'amministrazione della Lega Nord. Luciano D'Alfonso invece è al 14mo posto su 18 posizioni rilevate, con un calo registrato - secondo l'indagine - del 2.7 per cento. 

A sorpresa, al secondo posto Sergio Chiamparino (56,4%), presidente del Piemonte eletto con il Pd. La sua è stata una vera e propria scalata: in un anno ha guadagnato ben sei posizioni accrescendo il suo consenso del 6,2%. Sul terzo gradino del podio Michele Emiliano: il Governatore della Puglia, che nel 2016 guidava la classifica, è scivolato di due posizioni, conquistando il 56,1% dei consensi, l'1,3% in meno rispetto all'ultima rilevazione. Salgono di un posto rispettivamente Enrico Rossi (Pd), Governatore della Toscana con il 53,3% e Maurizio Marcello Pittella della Basilicata (53,5%). Scende invece Giovanni Toti (FI), presidente della Liguria, che ha dovuto cedere tre posizioni perdendo lo 0,6%. Perde punti anche Nicola Zingaretti (Pd): il Presidente della Regione Lazio scivola dalla settima alla nona posizione e il suo consenso scende sotto la soglia del 50%. In grande ascesa invece Roberto Maroni (Lega Nord) alla guida della Lombardia, che dagli ultimi posti della classifica nel 2016 sale all'undicesima posizione guadagnando cinque punti e mezzo. La prima donna in classifica è Catiuscia Marini, Governatore dell'Umbria al tredicesimo posto (45,6%), dopo di lei Debora Serracchiani (Pd), presidente del Friuli Venezia Giulia, quartultima in classifica (44,7%). Si conferma all'ultimo posto il siciliano Rosario Crocetta con solo il 26,8% dell'apprezzamento, prossimo alla scadenza.

 

 

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Uil, con incentivi 2,2 milioni di contratti stabili in 2 anni

Con gli sgravi contributivi del biennio 2015-2016 sulle assunzioni a tempo indeterminato sono stati attivati 2,2 milioni di contratti stabili (comprese le trasformazioni). Lo sottolinea la Uil nel secondo Rapporto sulle politiche del lavoro sulla base delle Comunicazioni obbligatorie diffuse dal ministero del lavoro e i dati Istat. Il Rapporto curato dal segretario confederale Guglielmo Loy sottolinea che sono invece arrivate per ora, per il 2017, 74.000 domande per l'incentivo occupazione Sud e 49.000 per l'incentivo occupazione giovani all'interno del programma Garanzia giovani. La Uil a proposito degli incentivi annunciati per l'anno prossimo (sgravio del 50% dei contributi per due anni per le assunzioni stabili dei giovani fino a 29 anni) ha sottolineato l'esigenza di porre le basi per una concorrenzialita' strutturale in termini di costi tra contratto a tempo indeterminato e contratto a termine. Secondo la Uil sarebbe utile aumentare il contributo addizionale sul contratto a termine (ora all'1,4%) e ridurre l'aliquota contributiva del contratto stabile.

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Coldiretti: il vino torna a tavola, +5% Doc e +6% spumanti

Storico ritorno del vino sulle tavole degli italiani nel 2017 con un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%). E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea dalla quale si evidenzia che, dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualita' come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%). Una buona notizia per il vigneto Italia divulgata dalla Coldiretti al giro di boa della vendemmia, che, con piu' della meta' dell'uva gia' raccolta, si festeggia nei mercati di Campagna Amica dove nel week end grandi e piccini possono pigiare l'uva, partecipare alle prime lezioni del Sommelier del mosto, assaggiare dolci a base di succo di uva o degustare i vini del territorio.

Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono piu' che dimezzati toccando il minimo storico dall'unita' di Italia con una stima di 33 litri a persona alla anno, il calo si e' arrestato anche se i livelli nazionali restano di molto inferiori a quelli della Francia dove il consumo di attesta sui 45 litri. Complessivamente con 31,8 milioni di ettolitri di vino consumati nel 2016, gli Usa sono il primo consumatore mondiale seguiti da Francia (27 milioni di ettolitri, dall' Italia (22,5 milioni di ettolitri), dalla Germania (20,2 milioni di ettolitri e dalla Cina 17,3 milioni di ettolitri, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Oiv, l'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. Nel bicchiere degli italiani un vero successo registrano i vini locali, oggi sempre piu' protagonisti sugli scaffali dei supermercati, dal Lambrusco al Chianti, dal Montepulciano d'Abruzzo alla Barbera, fino al Nero d'Avola, al Vermentino, al Muller Thurgau, al Gutturnio, in alternativa ai vitigni internazionali. Ma a crescere nel carrello sono anche quelle produzioni autoctone che, dopo aver rischiato la scomparsa, sono state recuperate e rilanciate dagli agricoltori, dal Pecorino al Primitivo, dal Pignoletto alla Ribolla Gialla, dal Custoza al Valpolicella Ripasso ma anche il Negroamaro, il Lagrein e il Traminer. Oltre che sulle tavole tricolori, il vino italiano trionfa anche all'estero dove ha messo a segno un nuovo record storico delle esportazioni, con un aumento dell'8% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell'export agroalimentare nazionale, secondo l'analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo semestre. A spingere la domanda oltre confine sono le vendite di spumante che con un balzo del 14% in molti casi sfidano ormai alla pari lo champagne

Si tratta di una ottima notizia in un anno difficile per la vendemmia che nel 2017 sara' tra le piu' scarse dal dopoguerra a causa del maltempo e siccita'. Le previsioni danno un calo dei raccolti record del 25% per una produzione che oscilla tra i 40 e i 42 milioni di ettolitri. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede comunque che le uve Made in Italy saranno destinate per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. Nonostante il calo, l'Italia manterra' il primato produttivo mondiale davanti alla Francia dove le prime stime per il 2017 danno una produzione in forte diminuzione sul 2016, per un totale stimato attualmente tra i 36-37 milioni di ettolitri a causa delle gelate tardive. E non va meglio neanche in Spagna dove a ridurre la produzione e' la siccita' che sta mettendo a dura prova i viticoltori, dopo che alcune zone erano state colpite dalle gelate tardive e dove le ultime stime prevedono una produzione intorno ai 35 milioni di ettolitri. "Il vino italiano e' cresciuto scommettendo sulla sua identita', con una decisa svolta verso la qualita' che ha permesso di conquistare primati nel mondo e in Italia", ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che "occorre ora sostenere lo sforzo delle imprese proseguendo sulla strada della semplificazione ottenuta con l'approvazione del Testo Unico "taglia burocrazia", che e' il frutto di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore piu' dinamico del Made in Italy a tavola". Dalla vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunita' di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone, con una ricaduta occupazionale che riguarda sia chi e' impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia chi e' occupato in attivita' connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall'industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.

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Inail: nei primi otto mesi del 2017 +1,3% denunce d’infortunio

In linea con l'andamento rilevato tra gennaio e luglio, anche nei primi otto mesi di quest'anno si conferma l'incremento dell'1,3% delle denunce d'infortunio pervenute all'Inail. Nel periodo gennaio-agosto, infatti, sono state 421.969, 5.229 in piu' rispetto allo stesso periodo del 2016, per effetto di un aumento infortunistico dell'1,3% registrato per i lavoratori (quasi 3.400 casi in piu') e dell'1,2% per le lavoratrici (oltre 1.800 in piu'). All'incremento hanno contribuito soltanto la gestione Industria e servizi (+2,0%) e quella Conto Stato dipendenti (+3,3%), mentre le gestioni Agricoltura e Conto Stato studenti delle scuole pubbliche statali hanno fatto segnare un calo pari, rispettivamente, al 4,8% e all'1,9%. A livello territoriale le denunce d'infortunio sono aumentate al Nord (oltre seimila casi in piu') e, in misura piu' contenuta, al Centro (+197), mentre sono diminuite al Sud (-800) e nelle Isole (-207). Gli aumenti piu' sensibili, sempre in valore assoluto, si sono registrati in Lombardia (+2.743 denunce) ed Emilia Romagna (+1.942), mentre le riduzioni maggiori sono quelle rilevate in Sicilia (-651) e Puglia (-639). Nel solo mese di agosto sono state rilevate 36.369 denunce, 1.528 in piu' rispetto all'agosto 2016 (+4,4%) e oltre cinquemila in piu' rispetto all'agosto 2015 (+16,7%). Il numero dei giorni lavorativi e' stato identico sia per i mesi di agosto 2016-2017 (22) sia per l'intero periodo gennaio-agosto (168).

CASI MORTALI - Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'Istituto nei primi otto mesi di quest'anno sono state 682, 31 in piu' rispetto ai 651 decessi dell'analogo periodo del 2016 (+4,8%) e 70 in meno rispetto ai 752 eventi mortali registrati tra gennaio e agosto del 2015 (-9,3%). Le "fotografie" scattate il 31 agosto del 2016 e del 2017 evidenziano, per il totale dei due primi quadrimestri, un aumento di 48 casi (da 526 a 574) nella gestione Industria e servizi (+9,1%), una diminuzione di quattro casi (da 92 a 88) in Agricoltura (-4,3%) e un calo di 13 casi (da 33 a 20) nel Conto Stato (-39,4%). Nei confronti "di periodo", le variazioni percentuali delle denunce di infortunio mortale presentate all'Inail finora hanno fatto registrare, rispetto al 2016, un segno positivo, su cui hanno pesato in modo decisivo i dati della gestione Industria e servizi. Se Agricoltura e Conto Stato hanno avuto nei vari periodi del 2017 andamenti sempre decrescenti rispetto all'anno precedente, infatti, la gestione Industria e servizi presenta, nei vari periodi presi in considerazione, aumenti compresi tra il +10% e +20%, con un picco nel mese di gennaio (quasi il 75% di casi mortali in piu' rispetto allo stesso mese del 2016: 89 decessi contro 51). Dal confronto "di mese" emerge, viceversa, un calo delle denunce: i 51 decessi del solo mese di agosto 2017 sono due in meno rispetto ai 53 dell'agosto 2016 e, estendendo il campo di osservazione, 10 in meno rispetto ai 61 casi con esito mortale dell'agosto 2015. L'incremento rilevato nel confronto tra i primi otto mesi del 2016 e del 2017 e' legato principalmente alla componente maschile, i cui casi mortali sono aumentati di 28 unita', da 587 a 615 (+4,8%), mentre quella femminile ha fatto registrare un aumento di tre casi, da 64 a 67 decessi (+4,7%). Dall'analisi territoriale emerge un aumento di 31 casi delle denunce di infortuni con esito mortale nel Nord-Ovest (Liguria +13 decessi, Lombardia +10, Piemonte +8), di 10 casi nelle Isole (Sicilia +13, Sardegna -3) e di quattro al Sud (Abruzzo +16, Calabria +2, Campania -8, Basilicata -5 e Molise -1). In diminuzione, invece, le denunce nel Nord-Est (-12 casi), dove spiccano in particolare i dati del Veneto (-18) e del Friuli Venezia Giulia (+7), e quelle del Centro, per il quale si registra un calo di due decessi, sintesi di una riduzione di quattro casi sia in Toscana che in Umbria e di un aumento di sei casi nel Lazio.

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE - Le denunce di malattia professionale pervenute all'Inail nei primi otto mesi del 2017 e protocollate sono state 39.318, 1.153 in meno rispetto allo stesso periodo del 2016 (-2,8%). Dopo anni di continua crescita, il 2017 sembra dunque contraddistinguersi per il trend in diminuzione, comunque contenuto, delle tecnopatie denunciate, gia' rilevato anche nei mesi scorsi. Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, con quelle del sistema nervoso e dell'orecchio, continuano a rappresentare le malattie piu' denunciate (78,8% del complesso dei casi)

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Istat, export in calo a luglio

Rispetto al mese precedente, a luglio 2017 si registra una diminuzione per le esportazioni (-1,4%) e una crescita per le importazioni (+0,9%). Lo rende noto l'Istat. Il calo congiunturale dell'export coinvolge sia i mercati extra Ue (-1,8%) sia, in misura minore, l'area Ue (-1,1%). Tutti i raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione, a eccezione dei beni di consumo (+0,6%). Nel trimestre maggio-luglio 2017, rispetto al trimestre precedente, l'export risulta stazionario ed è sintesi dell'aumento delle vendite dell'area Ue (+0,7%) e della diminuzione di quelle dell'area extra Ue (-0,8%). Nello stesso periodo le importazioni registrano una crescita (+1,0%). A luglio 2017 la crescita tendenziale dell'export si mantiene positiva (+5,1%) e riguarda sia l'area Ue (+6,2%) sia quella extra Ue (+3,8%); l'aumento dell'import (+10,5%) è determinato da un forte dinamismo degli acquisti da entrambe le aree di sbocco (+12,1% per l'area Ue e +8,2% per l'area extra Ue). Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita dell'export, si segnalano articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+22,8%), autoveicoli (+14,0%), sostanze e prodotti chimici (+7,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,6%), prodotti delle altre attività manifatturiere (+5,7%) e macchine e apparecchi n.c.a. (+5,4%). Rispetto ai principali mercati di sbocco, si segnala la marcata crescita tendenziale delle esportazioni verso Stati Uniti (+9,9%) e Regno Unito (+7,9%). A luglio 2017 il surplus commerciale è di 6,6 miliardi (+7,8 miliardi a luglio 2016). 

 Nei primi sette mesi dell'anno l'avanzo commerciale raggiunge 25,6 miliardi (+45,3 miliardi al netto dei prodotti energetici) con una crescita sostenuta sia per l'export (+7,6%) sia per l'import (+11,2%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A luglio 2017 l'indice dei prezzi all'importazione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente e aumenta dell'1,8% nei confronti di luglio 2016. A luglio 2017, la flessione congiunturale dell'export (-1,4%) è determinata da entrambe le aree di interscambio: -1,8% per l'area extra Ue e -1,1% per l'area Ue. Rispetto al mese precedente l'aumento dell'import (+0,9%) è la sintesi della crescita degli acquisti dall'area Ue (+2,4%) e di una diminuzione dall'area extra Ue (-1,4%). Nel trimestre maggio-luglio 2017 la stazionarietà congiunturale dell'export è la sintesi della crescita delle vendite verso l'area Ue (+0,7%) e di una diminuzione di quelle verso l'area extra Ue (-0,8%). Nello stesso periodo l'incremento congiunturale dell'import (+1,0%) è determinato esclusivamente dagli acquisti dall'area Ue (+2,1%). 

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Cgia: la Sanità ha un debito con i fornitori di quasi 23 miliardi

Fino ad oltre un anno di ritardo per pagare i propri fornitori: l'amministrazione della sanita' italiana e' ancora troppo lenta e il debito accumulato e' arrivato a 22,9 miliardi di euro. Lo rileva la Cgia di Mestre analizzando la "Relazione sulla gestione delle Regioni" della Corte dei Conti, relativa al 2015, ultima rilevazione disponibile. Sebbene negli ultimi anni lo stock sia in calo, l'ammontare del debito commerciale del nostro SSN non e' ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici. Soprattutto nel Mezzogiorno, le Asl sono in affanno con i pagamenti, mettendo cosi' in seria difficolta' moltissime Pmi. "Non e' da escludere che in alcune regioni, in particolar modo del Sud, avvengano degli accordi informali tra le parti, per cui le Asl o le case di cura impongono ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli, ad esempio, praticati nel settore privato", spiega il coordinatore dell'Ufficio studi degli Artigiani di Mestre, Paolo Zabeo, analizzando le cause che hanno determinato l'accumulazione di una cifra cosi' rilevante. "Se e' noto che le Asl pagano da sempre con molto ritardo - rileva Zabeo - e' altrettanto vero che in molti casi le forniture continuano ad essere acquistate con forti differenze di prezzo tra le varie regioni". La sanita' regionale piu' indebitata e' quella del Lazio, con 3,8 miliardi di euro: a seguire la Campania con 3 miliardi di euro, la Lombardia con 2,3 miliardi, la Sicilia e il Piemonte entrambe con 1,8 miliardi di euro ancora da onorare. Se, invece, rapportiamo il debito alla popolazione residente, il primato spetta al Molise, con 1.735 euro pro capite. Seguono il Lazio con 644 euro per abitante, la Calabria con 562 euro pro capite e la Campania con 518 euro per ogni residente. Va comunque segnalato che dal 2011 il debito complessivo e' in costante calo ed e' sceso di 15 miliardi di euro (-39,7%). A livello regionale le contrazioni piu' importanti si sono verificate nelle Marche (-69,5), in Campania (-55,4) e in Veneto (-51). Solo nel Molise e in Umbria la situazione e' peggiorata: nel primo caso la crescita e' stata del 39,7%, mentre nel secondo caso del 57,7. L'anno scorso la peggiore pagatrice e' stata l'Azienda sanitaria regionale del Molise, che ha pagato i propri fornitori con un ritardo medio ponderato di 390 giorni. L'Asp di Catanzaro, invece, ha saldato i propri debiti dopo 182 giorni, mentre l'Asl Napoli 1 Centro ha rinviato il saldo fattura rispetto gli accordi contrattuali di 127 giorni. Le aziende sanitarie piu' virtuose, invece, sono state l'Usl Umbria 1 e l'Azienda sanitaria universitaria di Trieste. Nel primo caso gli impegni economici assunti sono stati onorati con 24 giorni di anticipo rispetto alle indicazioni da contratto, nel secondo caso di 13. Per quanto concerne i tempi medi di pagamento praticati nel 2016 e riferiti alle sole forniture di dispositivi medici (fonte Assobiomedica), in Molise il saldo della fattura e' avvenuto mediamente dopo 621 giorni, in Calabria dopo 443 giorni e in Campania dopo 259 giorni. Se teniamo conto che la legge in vigore stabilisce che i pagamenti delle strutture sanitarie debbano avvenire entro 60 giorni dall'emissione della fattura, nessun valore medio regionale rispetta questo termine. Tuttavia, ricorda il segretario della Cgia, Renato Mason, il servizio sanitario nazionale resta fra i migliori in Europa.

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Il numero operatori nel settore idrico è in discesa

 Il numero operatori nel settore idrico è sceso da 2.600 del 2014 a 2.100 di quest'anno. Nonostante la riduzione di 500 unità ''la frammentazione caratterizza ancora'' la gestione della rete. Lo afferma l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, in audizione nella commissione Ambiente della Camera. Delle attuali 2.100 gestioni, osserva ancora l'Authority, sono circa 1.300 le entità in cui il servizio non risulta ancora affidato a un gestore unico, che sono collocate prevalentemente nell'Italia meridionale e insulare. Gli approfondimenti compiuti in ordine alla costituzione degli enti di governo ''hanno messo in luce la permanenza di contesti potenzialmente critici, seppur con elementi di differenziazione'', si osserva nella relazione consegnata al parlamento. Le arre a rischio si trovano, in particolare, nel Lazio, in Calabria, in Abruzzo, in Molise, in Calabria e in Sicilia. 

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