Primo Piano

Marco Rapino: basta demagogia, sulla questione immigrazione il Pd ha idee molto chiare

“La campagna elettorale è entrata nel vivo e lo si evince da chi cerca di strumentalizzare in maniera irresponsabile la questione immigrazione, alzando i toni, istigando all’odio verso “lo straniero” e paventando irrealistiche soluzioni – dichiara il segretario regionale Pd Abruzzo Marco Rapino -.

Il Pd, al contrario, ha idee chiare su come gestire i flussi migratori e del ruolo che l’Italia deve giocare in Europa. Siamo coscienti che la principale sfida che ci attende nei prossimi anni si chiama Mediterraneo e noi vogliamo che la UE sia protagonista di pace. Per farlo, però, dobbiamo superare gli accordi di Dublino, cioè quelli in cui è stato sancito che i richiedenti asilo sono un problema del paese di primo sbarco. Un principio scellerato, approvato dal governo Berlusconi, che per l’Italia si è rivelato disastroso e che noi vogliamo cambiare. Un primo obiettivo è la creazione di un fondo europeo della difesa, che possa gradualmente portare all’istituzione di una guardia costiera e di frontiera comune. Sarà fondamentale, poi, fissare il traguardo di un’intelligence europea, con l’istituzione di un procuratore unico: la lotta al terrorismo passa da una maggiore integrazione delle strutture e dalla condivisione delle risorse disponibili. Infine, la creazione del mercato unico della difesa, dalla revisione delle norme sugli appalti per le industrie del settore fino alla collaborazione sul tema della cybersecurity.

Al contempo, siamo anche certi che sia fondamentale tutelare e valorizzare gli italiani all’estero. Creeremo un’anagrafe dei ricercatori italiani all’estero con aree di competenza, titoli, riconoscimenti e pubblicazioni, in modo da favorire la mobilità e la creazione di nuove collaborazioni, facilitando il contatto tra i ricercatori italiani emigrati e il sistema italiano. Amplieremo il riconoscimento ufficiale di titoli, lauree, master, dottorati, specializzazioni post-laurea, abilitazioni e specializzazioni mediche per facilitare non solo il rientro in patria e la collocazione lavorativa di chi li ha ottenuti, ma anche la mobilità all’interno dell’Unione Europea. Vogliamo garantire ai nostri connazionali residenti all’estero un’assistenza sanitaria “non di emergenza” in Italia per 60 giorni non continuativi all’anno per i primi 3 anni di permanenza all’estero, e per 30 giorni non continuativi nel quarto e quinto anno”.

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Coldiretti, scatta l’obbligo per le etichette sulla pasta

L’etichetta di origine obbligatoria che permette di conoscere l’origine del grano impiegato nella pasta e del riso mette fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso su quattro senza che questo fosse fino ad ora indicato in etichetta. E’ quanto afferma la Coldiretti Abruzzo in occasione dell’entrata in vigore dei due decreti interministeriali sull’indicazione dell’origine obbligatoria del riso e del grano per la pasta in etichetta dopo 180 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che cade esattamente il 13 febbraio per il riso e il 14 febbraio per la pasta.

Una scelta applaudita dal 96% dei consumatori che - sottolinea la Coldiretti - chiede  venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine di tutti gli alimenti e confermata in Italia anche dal Tar del Lazio che ha precisato come sia “prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori considerato anche l’esito delle consultazioni pubbliche circa l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario.

L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine - precisa la Coldiretti - non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del territorio. Escono finalmente dall’anonimato e saranno riconoscibili nelle etichette della pasta 4,3 miliardi di chili di grano duro italiano che insieme ai 1,5 miliardi di chili di riso garantiscono all’Italia il primato in Europa. 

Secondo quanto previsto dal decreto le confezioni di pasta secca prodotte in Italia – spiega la Coldiretti – dovranno d’ora in poi avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.  Si tratta del risultato della guerra del grano lanciata da Coldiretti con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza per difendere dal rischio di abbandono della coltivazione piu’ diffusa in Italia realizzata spesso in aree marginali senza reali alternative.

Coldiretti comunica poi, sulla scorta di un sondaggio nazionale Coldiretti/Ixè, che per quasi 6 italiani su 10 (58%) la pasta è il vero simbolo del Made in Italy nel mondo, seguita dall’olio extravergine d’oliva (19%) e dal vino (18%). La passione degli Italiani per la pasta è confermata – spiega Coldiretti – dal fatto che sono i maggiori consumatori con 23,5 a testa davanti a Tunisia (16 kg), Venezuela (12 kg), Grecia (11,2 kg), Svizzera (9,2), Usa e Argentina (8,8 kg), tallonati da Iran e Cile (8,5 kg) e Russia (7,8 kg). Non è un caso – precisa la Coldiretti - che l’80% degli italiani mangia pasta o pane almeno una volta al giorno. 
Sul piano qualitativo la tendenza è verso pasta con grani 100% italiani e con un’immagine di forte legame ai territori di origine. Una tendenza che ha portato – sottolinea la Coldiretti – al prepotente ritorno dei grani nazionali antichi come il Senatore Cappelli e alla rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale del grano impiegato, da Ghigi a Valle del grano, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, fino a “Voiello”, che fa capo al Gruppo Barilla, senza dimenticare molte linee della grande distribuzione. Una opportunità resa possibile da un milione e 350mila ettari di coltivazioni di grano duro con un raccolto che – precisa la Coldiretti - quest’anno sfiorerà i 4 miliardi e 300 milioni di chili concentrato nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% del totale nazionale ma anche in Abruzzo che, con 20mila aziende produttrici di cereali e 87mila ettari dedicati (di cui 34.500 coltivati a grano duro) vanta una produzione di circa 1.400.000 quintali di solo grano duro per un valore di circa 35 milioni di euro.

Nel mondo – evidenzia la Coldiretti – l’Italia conserva il primato sulla produzione di pasta con 3,2 milioni di tonnellate all’anno davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia. Ma è proprio sui mercati mondiali che si avvertono i primi campanelli di allarme visto che, in controtendenza rispetto all’andamento del Made in Italy all’estero che ha superato la storica cifra di 41 miliardi di euro, si riducono invece le esportazioni italiane di pasta che nel 2017 hanno fatto segnare un preoccupante calo in valore del 4% secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat.

Si tratta – sottolinea la Coldiretti - degli effetti della rapida moltiplicazione di impianti di produzione all’estero, dagli Stati Uniti al Messico, dalla Francia alla Russia, dalla Grecia alla Turchia, dalla Germania alla Svezia.

Il settore infatti – aggiunge la Coldiretti – sta affrontando i pesanti effetti della delocalizzazione che dopo aver colpito la coltivazione del grano sta adesso interessando la trasformazione industriale con pesanti conseguenze economiche ed occupazionali. L’etichetta di origine puo’ quindi rappresentare – conclude la Coldiretti - una svolta per invertire la tendenza e valorizzare il Made in Italy dai campi alla trasformazione industriale.

“Finalmente sarà possibile sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, proibito sul grano italiano, o se il riso viene dai campi della Birmania sequestrati alla minoranza Rohingya, contro la quale è in atto una pulizia etnica”, ha affermato in occasione del Pasta day promosso oggi da Coldiretti il presidente nazionale Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’importanza di sostenere con la trasparenza scelte di acquisto piu’ consapevoli da parte dei consumatori”.

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Commissioni Bilancio e Territorio in apertura della settimana del Consiglio regionale

Le sedute straordinarie delle Commissioni Bilancio (Prima) e Territorio (Seconda) danno il via alla settimana politica dell’Emiciclo. Convocate entrambe per il pomeriggio di oggi, lunedì’ 12 febbraio, le Commissioni affronteranno tematiche legate ai nuovi assetti del territorio regionale e altri interventi di modifica a leggi in vigore su economia e infrastrutture. Nello specifico, la Commissione Bilancio, convocata alle ore 15.00, si occuperà di “Disposizioni per l’istituzione del Comune di Nuova Pescara” con le audizioni del Sindaco di Francavilla e dei Presidenti dei Consigli comunali di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Altro argomento all’ordine del giorno il progetto di legge denominato “Abruzzo 2019 - Una legge per l'Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES)”, sul punto verrà ascoltato il sindaco dell’Aquila. Infine, la Commissione Bilancio tratterà i seguenti progetti di legge: “Modifiche alla legge regionale 30 agosto 2017, n.49 (Norme per il sostegno alle piccole imprese operanti nei territori della Regione interessati dagli eventi sismici del 2016 e 2017) e altre disposizioni di carattere finanziario”; “Partecipazione del Consiglio regionale alla costituzione dell’associazione denominata ‘L’Abruzzo in Europa’”. La Commissione Territorio e Ambiente, convocata alle 17.00, esaminerà i seguenti provvedimenti: “Sostituzione dell'articolo 4 della legge regionale 30 novembre 2017, n. 57 (Norme per il sostegno alle piccole imprese operanti nei territori   delle   Regione   interessati   dagli   eventi   sismici   del   2016   e  2017) e altre disposizioni di carattere finanziario”; “Programma triennale della viabilità regionale 2008 -2010. Rimodulazione dell'intervento (…) denominato ‘Opere di messa in Sicurezza della S.S. n. 17: ricostruzione del ponte di Scipio S.R. 17 Km. 83+450 dell'importo di euro 1.300.000,00’. Approvazione del nuovo intervento di pari importo, denominato ‘Interventi di manutenzione straordinaria e potenziamento ed adeguamento della rete stradale di competenza provinciale’: opere di messa in sicurezza della S.S. 5 e della S.S. 17”. Per l’approfondimento di quest’ultimo punto saranno ascoltati il Presidente della Giunta Regionale, il Presidente della Provincia di Pescara, i sindaci di Bussi, Popoli e Collepietro e il Responsabile Ufficio Viabilità della Regione Abruzzo.

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ELearning, sempre piu’ frequentate le piattaforme del sapere on demand

Il settore della conoscenza condivisa, del sapere in rete, in una parola dell'elearning, cresce rapidamente anno dopo anno. Apprendere online padroneggiando le tecnologie multimediali e digitali disponibili su internet genera un giro di affari che Docebo calcola in 240 miliardi di dollari nel 2023. In Europa parliamo di un'area di mercato che vale oggi circa 8 miliardi di dollari di ricavi, secondo stime Ambient Insight Research, su un valore globale di quasi 47 miliardi di dollari, con gli Stati Uniti che da soli rappresentano praticamente la meta' del comparto elearning mondiale (23,3 miliardi di dollari). La spesa maggiore e' per i contenuti, oltre 33 miliardi di dollari, ovviamente, seguita da quella tecnologica in piattaforme e servizi. Qualche dato c'e' anche sui corsi online piu' frequentati, che sono per il 16,8 per cento di business & management, per l'11,3 per cento di scienze naturali, per il 10,8 per cento di scienze sociali, per il 9,7 per cento di informatica, quindi materie umanistiche e medicina e scienze mediche e sanitarie. L'elearning e' considerata di fatto una delle industrie col maggiore tasso di crescita, dal 2000 ad oggi del 900 per cento. Secondo lo studio Brandon Hall, questo tipo di apprendimento da remoto e in tempo reale, in genere, richiede dal 40 per cento al 60 per cento in meno della disponibilita' di tempo da parte degli studenti, per imparare gli stessi concetti rispetto alla modalita' tradizionale in aula. Una delle piu' grandi community online per il sapere on demand e' Superprof.it, che raggiunge oggi 3,4 milioni di utenti di 16 paesi diversi, con 2 milioni di insegnanti e oltre 1000 aree disciplinari. Vincitrice del Premio internazionale "Tour de France Digital 2016", Superprof ha generato finora 16 milioni di ore di lezione disponibili in 6 lingue dall'Europa al Brasile, dal Cile al Messico, dall'India agli USA. Creata nell'agosto 2013 da Wilfried Granier e Yann Le'guillon, la startup ha come scopo quello di offrire, grazie al suo marketplace, una condivisione delle conoscenze senza limiti e di facile accesso, grazie ad uno strumento che permette di mettere in contatto coloro che desiderano imparare e chi desidera insegnare. Un servizio presente anche nel nostro Paese e nella Top 10 delle discipline piu' frequentate on demand troviamo: matematica, inglese, sport, francese, piano, supporto scolastico, chitarra, spagnolo, disegno, canto. Nel 2015 in tutto il mondo, sono stati stimati da Class Central in 35 milioni gli studenti di corsi online, che hanno visto coinvolte oltre 4.000 universita'. 

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Pagano: in Senato per affrontare le emergenze dell’Abruzzo

"Il mio impegno in Senato nasce dall'esigenza di mettere a disposizione degli abruzzesi la mia esperienza di amministratore per dare rappresentativita' alla voce dell'Abruzzo su uno scenario nazionale ed europeo. Ci sono emergenze sulle quali non possiamo piu' permetterci incertezze o ritardi, e mi riferisco all'emorragia di posti di lavoro, alla fortissima disoccupazione giovanile, alla sicurezza del territorio e alla gestione dell'immigrazione: non e' piu' il tempo dei proclami, delle frasi di circostanza, della vuota retorica. Forza Italia intende affrontare seriamente questi problemi, perche' dalla loro soluzione passa una nuova stagione di crescita dell'Abruzzo". Lo ha detto il candidato al Senato di Forza Italia e coordinatore regionale, Nazario Pagano, in occasione dell' inaugurazione del comitato elettorale di Forza Italia Abruzzo, a Pescara, in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo.

"Il ruolo di un senatore e' quello di portare sul tavolo le istanze del territorio, di battersi per esso, di intercettare occasioni e opportunita'. Noi abbiamo potenzialita' enormi ma inespresse. Dobbiamo guardare all'Europa non con diffidenza o sudditanza, ma come una grande partner che puo' dare forza ai nostri progetti", aggiunge Pagano sottolineando che "Forza Italia mette in campo non solo le individualita', ma anche il concetto di una squadra di centrodestra unita per raggiungere gli obiettivi comuni". All'inaugurazione hanno partecipato i candidati di Fi e della colazione. Sono intervenuti anche i sindaci di Montesilvano Francesco Maragno, di Chieti Umberto Di Primio, di Penne Mario Semproni e l'ex sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia

"Il rischio in questo Paese e' l'antipolitica. Il grillismo e' il nuovo fascismo, altro che quello contro cui la sinistra vuole sfilare a Macerata. Il fascismo e' l'insulto al Parlamento, il fascismo e' l'appello diretto al popolo, e' l' inganno del popolo, e' l'autoritarismo di un movimento dove comanda uno attraverso un computer. Questo e' il nuovo fascismo". Lo ha detto Gianfranco Rotondi, candidato di Forza Italia nel proporzionale alla Camera nel collegio Chieti-Pescara, parlando all'inaugurazione del Comitato elettorale di Forza Italia Abruzzo stamane nel capoluogo adriatico. "Chi ha cultura di sinistra, chi ha creduto nella Costituzione - ha aggiunto Rotondi - non puo' dare un voto perso al Pd che ormai e' terzo dappertutto; puo' anche fare per una volta e una volta sola una scelta razionale: votare Forza Italia per fermare l'antipolitica, salvera' questo Paese e forse anche la sinistra che dal giorno dopo potra' rigenerarsi". "Il mio appello - ha concluso Rotondi - e' alle elettrici e agli elettori abruzzesi: non sciupate il voto perche' il vero fascismo e' alle porte ma non e' quello contro cui si sfila a Macerata".

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Cgia Mestre: nel 2018 lavoreremo 5 mesi per pagare le tasse

Oltre a commemorare la Festa della Repubblica, la Cgia segnala che il prossimo 2 giugno gli italiani celebreranno anche il tanto sospirato "tax freedom day". In altre parole, dopo 5 mesi dall'inizio del 2018 (pari a 152 giorni lavorativi), il contribuente medio italiano avrà assolto tutti gli obblighi fiscali dell'anno (Irpef, accise, Imu, Tasi, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, etc.) e dal 2 giugno inizierà a guadagnare per se stesso e per la propria famiglia. Un esercizio, fa sapere la Cgia, del tutto astratto che, comunque, dà la dimensione di quanto sia smisurato il prelievo fiscale e contributivo dai portafogli degli italiani. In che modo si è giunti a individuare il 2 giugno come il "giorno di liberazione fiscale" del 2018? L'Ufficio studi ha preso in esame la stima del Pil nazionale di quest'anno e l'ha suddiviso per 365 giorni, ottenendo così un dato medio giornaliero. Successivamente, ha considerato le previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i percettori di reddito verseranno nel 2018 e le ha rapportate al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ha consentito di calcolare il "giorno di liberazione fiscale" di quest'anno. "Al netto di eventuali manovre correttive - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - quest'anno la pressione fiscale è destinata a scendere di mezzo punto percentuale rispetto al dato medio del 2017, per attestarsi, al lordo dell'effetto del bonus Renzi, al 42,1 per cento. Una discesa ancora troppo lenta e quasi impercettibile che, per l'anno in corso, è ascrivibile, in particolar modo, alla crescita del Pil e solo in minima parte alla diminuzione delle tasse". Sebbene sia in calo dal 2013, negli ultimi 25 anni il "tax freedom day" più "precoce" si è verificato nel 2005. 

Dal 2014 ad oggi ci siamo "svincolati" sempre prima dal pagamento delle tasse perché la pressione fiscale ha iniziato a diminuire a seguito della cancellazione della Tasi sulla prima casa, dell'introduzione del "bonus Renzi" e di una serie di misure di alleggerimento dell'Irap sul costo del lavoro, per l'abolizione temporanea dei contributi previdenziali in capo ai neo assunti con un contratto a tempo indeterminato, per il taglio dell'Ires, per la ripresa del Pil e anche a seguito del blocco delle tasse locali. Dal 2016, infatti, va ricordato che, ad eccezione della Tari, tutte le altre imposte locali (Imu, Tasi, Irap, addizionali regionali/comunali Irpef, Tosap, bollo auto, etc.) sono state congelate per legge. "Al netto delle strepitose promesse elettorali annunciate in queste ultime settimane da una buona parte dei big politici – conclude Paolo Zabeo - entro la fine di quest'anno chi sarà chiamato a governare il Paese dovrà recuperare quasi 12,5 miliardi di euro per sterilizzare l'ennesima clausola di salvaguardia, altrimenti dal 1° gennaio 2019 l'aliquota Iva del 10 per cento salirà all'11,5 e quella attualmente al 22 si alzerà al 24,2 per cento". Nel 2016 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione con i paesi Ue) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 2 giugno (154 giorni lavorativi), vale a dire 4 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell'area euro e 9 se, invece, il confronto è realizzato con la media dei 28 Paesi che compongono l'Unione europea. Se confrontiamo il "tax freedom day" italiano con quello dei nostri principali competitori economici, solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore (+21), mentre tutti gli altri hanno potuto festeggiare la liberazione fiscale con un netto anticipo. In Germania, ad esempio, 7 giorni prima di noi, in Olanda 12, nel Regno Unito 27 e in Spagna 28. Il paese più virtuoso è l'Irlanda; con una pressione fiscale del 23,6 per cento consente ai propri contribuenti di assolvere gli obblighi fiscali in soli 86 giorni lavorativi.

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Cresa, i giovani investono sull’istruzione

Una societa' nella quale i giovani, soprattutto le ragazze, investono molto sull'istruzione; critica invece la situazione della formazione professionale e del long-life learning. Elevata l'incidenza dei Neet, dei giovani che non studiano ne' lavorano, e allarmante lo scarso possesso di competenze alfabetiche, numeriche e digitali. E' il quadro che emerge da un focus su istruzione e formazione in Abruzzo pubblicato dal Cresa. Sale nel complesso il grado di istruzione della popolazione regionale. Segnali positivi provengono dall'incremento della quota di popolazione con elevato grado di scolarizzazione: gli incrementi degli ultimi anni sono particolarmente consistenti per i titoli di studio secondari di II grado (scuola superiore), buoni, ma meno robusti per quelli terziari (universita'): la quota di popolazione regionale tra i 25-64 anni con al massimo il diploma di scuola superiore supera nel 2016 il 42% per gli uomini e il 41% per le donne, quella con titolo universitario rispettivamente sfiora il 14% e supera il 20%. Particolarmente positivo anche il dato sulla continuita' scolastica: il 55%, piu' che nel resto del paese, dei giovani residenti si iscrive a corsi universitari nell'anno successivo al conseguimento del diploma. Buono anche il dato sull'abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni che si attesta nel 2016 sul 14% per la componente maschile e non raggiunge il 5% per quella femminile, valori nel complesso sensibilmente piu' bassi di quelli delle principali ripartizioni territoriali (Obiettivo Europa 2020: <10%). Sotto il profilo della formazione scolastica e universitaria i dati mettono in evidenza forti differenze di genere a vantaggio delle donne. 

Critica la situazione della formazione professionale e di quella continua (long life learning) rilevata nel focus del Cresa su istruzione e formazione. In Abruzzo, come nel resto del Mezzogiorno, esigua e ampiamente al di sotto del livello minimo fissato da Europa 2020 nel 15% e' la quota di popolazione 25-64 anni che ha partecipato ad attivita' di istruzione o formazione (7%) dato che, per le donne, evidenzia anche un forte calo rispetto a dieci anni prima. La situazione non migliora se si considera la quota di popolazione maschile 18-24 anni con al massimo la licenza di scuola media inferiore che nel 2015 non risulta inserita in alcun programma di formazione (23%, 17/o posizione nella graduatoria regionale ordinata per valori decrescenti). Assai piu' bassa la percentuale riguardante le donne (5%). A rendere piu' preoccupante la situazione si aggiunge l'elevata percentuale di giovani (15-29 anni) Neet (not in Education, Employment or Training "non studente ne' occupato ne' in formazione") che raggiunge in Abruzzo il 27% della popolazione maschile, in aumento dal 2004 di circa 14 punti percentuali, e il 19% di quella femminile, in calo rispetto a dieci anni prima di circa l'8%. Sotto il profilo di genere, nel complesso si osserva che, a differenza di quanto si registra per l'istruzione, particolarmente grave la carenza di formazione professionale e l'insufficienza di apprendimento permanente fatto registrare dalla componente femminile

 Scoraggiante il livello di competenze alfabetiche, numeriche e digitali degli abruzzesi, che riportano valori ampiamente inferiori alla media nazionale e superiori nel complesso solo a quelli del Mezzogiorno e si posizionano negli ultimi posti delle graduatorie delle regioni piu' virtuose. E' quanto emerge dal focus del Cresa su istruzione e formazione degli abruzzesi; evidenziato anche un basso interesse per la partecipazione alle attivita' culturali. In Abruzzo, come nel resto del Paese, sono le donne a mostrare valori piu' elevati in ambito alfabetico (200 contro 190) e gli uomini nel campo numerico (198 contro 189) e in quello dell'alta competenza digitale (17,6% contro 15%). Su quest'ultimo influisce negativamente la piu' elevata percentuale di popolazione anziana femminile che fa osservare un livello di scolarizzazione inferiore a quello maschile cui si aggiunge la minore propensione delle donne non piu' giovani a utilizzare i mezzi informatici anche a causa dei maggiori impegni derivanti dalla attivita' di cura familiari che assorbono gran parte del loro tempo. Assai bassa nel 2015 la partecipazione ad attivita' culturali, intendendo per partecipazione ad attivita' culturali lo svolgimento una volta l'anno di almeno tre attivita' tra: andare quattro volte al cinema; almeno una volta a teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica, leggere almeno quattro libri o un quotidiano almeno tre volte a settimana. Nel 2015 ha partecipato ad attivita' culturali il 25% della popolazione regionale maschile e il 23% di quella femminile, valori che relegano l'Abruzzo nelle ultime posizioni della classifica delle regioni ordinate per valori decrescenti (rispettivamente 14 e 15 posto, seguito solo dalla Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, e, per gli uomini anche dalla Basilicata). Negli ultimi 10 anni presi in considerazione l'indicatore mostra un andamento decrescente, con un attenuarsi della differenza di genere che tuttora persiste a vantaggio degli uomini (-3% per la componente maschile e -1% per quella femminile).

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Marco Rapino: Il programma del Pd guarda alle famiglie 240 euro al mese per ciascun figlio

 

Piccole cose concrete. È così che Matteo Renzi definisce gli interventi e gli impegni del programma elettorale del Pd. Fra questi, però, c’è tutto un pacchetto dedicato alle famiglie che è molto più di una piccola cosa e che potrebbero davvero ridurre in modo significativo disuguaglianze e povertà, anche in Abruzzo, dove sono presenti 556.444 (dato del 2016)”. Con queste parole il segretario Pd regionale Marco Rapino illustra uno dei temi più sentiti dai cittadini della nostra regione e non solo.

Come Pd – spiega Rapino -, proponiamo che alle famiglie con figli venga corrisposto un assegno di 240 euro mensili per ciascun figlio minorenne e di 80 euro mensili per figli maggiorenni a carico fino ai 26 anni di età. Una misura del valore di 9,6 miliardi di euro l’anno, di cui beneficerebbero soprattutto i lavoratori autonomi e famiglie con redditi bassi.

Oltre questo intervento è in programma un bonus di 400 euro mensili come contributo per acquistare servizi di scuole nido e baby sitter per i primi tre anni del bambino. Un disegno coerente e realistico, che ha non solo l’obiettivo di aiutare le famiglie, ma anche di incentivare l’offerta di lavoro delle madri, ancora sostanzialmente inferiore rispetto alla media europea.

Un intervento tangibile, possibile grazie all’abolizione degli strumenti attualmente esistenti, pochi, iniqui e non certo mirati a combattere la povertà (basti all’Anf, che esclude i lavoratori autonomi, e alle detrazioni Irpef del tutto o in gran parte inutilizzati da chi non paga imposta perché risulta percettore di un reddito basso).

La nostra visione delle famiglie è chiara: sono loro il futuro dell’Italia e dell’Abruzzo ed è su di esse che dobbiamo puntare. Senza demagogia, come fanno i nostri avversari, e con cifre alla mano che rendono realistica la nostra proposta”.

 

 

 

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Cna, in Abruzzo perse 4.206 imprese in 5 anni 

"Ogni chiusura e' un danno economico per il territorio, ma anche una perdita di saperi, competenze e mestieri. Abbiamo avanzato una serie di proposte alla Regione, che pero' non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l'artigianato". Con queste parole Savino Saraceni, presidente regionale di Cna, lancia l'allarme sulla crisi del comparto in Abruzzo, certificata dallo studio compiuto da Aldo Ronci su dati Movimprese. Dallo studio di Ronci emerge come in Abruzzo, negli ultimi 5 anni, l'insieme delle imprese attive sia diminuito di 4.206 unita', passando da 131.072 del 2012 a 126.866 del 2017, evidenziando una flessione del 3,21%, valore doppio rispetto all'1,71% nazionale. Nel 2017 il saldo tra nuove iscrizioni delle imprese e cancellazioni mette in luce un incremento di 563 unita', che si traduce una crescita dello 0,38%, piu' modesta rispetto al dato nazionale dello 0,75%. Se inoltre al saldo si somma il dato relativo alle cancellazioni d'ufficio, nel 2017 il numero delle imprese attive in Abruzzo subisce una flessione di 197 unita' rispetto all'anno precedente. Il quadro e' ancora piu' critico nel settore dell'artigianato, considerando che in Abruzzo nel 2012 erano attive 34.909 imprese, scese a quota 30.451 nel 2017, con un decremento di 4.458 unita', che in valori percentuali si traduce in una flessione del 12,77% (contro il -7,73% registrato a livello nazionale). Il saldo tra iscrizioni e cessazioni, nell'artigianato abruzzese, nel 2017 evidenzia un decremento di 600 unita', frutto di 1.668 iscrizioni e 2.268 cancellazioni. La flessione maggiore riguarda la provincia di Chieti (-221 imprese). A seguire L'Aquila (-160), Pescara (-138) e Chieti (-81). I decrementi percentuali delle quattro province abruzzesi sono tutti superiori al dato nazionale (-0,84%). Le imprese artigiane, in Abruzzo, hanno subito variazioni negative in quasi tutte le attivita' economica, ma in particolare nelle costruzioni (-345 unita'), nell'industria manifatturiera (-161), nei trasporti (-42) e nella ristorazione (-28). In lieve controtendenza i settori pulizia e giardinaggio (+20 unita') e servizi alla persona (+12).

"Con la riforma del titolo V della Costituzione le competenze in materia di artigianato sono state demandate esclusivamente alle Regioni - rimarca il direttore regionale di Cna, Graziano Di Costanzo -. In Abruzzo c'e' la legge 23 del 2009 che non e' mai stata finanziata e noi a fine anno avevamo chiesto alla Regione, in virtu' degli avanzi di bilancio, di finanziare con 7 milioni di euro la nostra proposta articolata in 10 punti, che avrebbe generato un impatto su 3.000 imprese e creato tra i 500 e i 700 posti di lavoro. Non abbiamo avuto riscontri - prosegue Di Costanzo -. La realta' e' che si presta molta attenzione alla grande e media impresa, dimenticando che in Abruzzo il 54% degli occupati lavora in aziende che hanno tra 0 e 9 dipendenti".

La replica della Regione Abruzzo

 "Nel terzo trimestre 2017 i registri delle Camere di commercio abruzzesi hanno rilevato la nascita di 1.589 imprese e la cessazione di 1.390, il saldo e' positivo (+199) e diventa ancor piu' consistente (+425) al netto delle cancellazioni d'ufficio". Lo scrive Andrea Catena, consigliere per le relazioni politiche e sindacali del presidente della Giunta regionale d'Abruzzo, replicando a quanto diffuso oggi dalla Cna che, registrando negli ultimi 5 anni una diminuzione del numero di imprese di 4.206 unita' (-3,21%), ricordava di aver "avanzato una serie di proposte alla Regione che pero' non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l'artigianato". "Sia il rapporto Svimez sia i piu' recenti dati Istat sull'occupazione - continua Catena - dimostrano che l'Abruzzo continua ad essere ragione traino del Mezzogiorno con 512mila occupati: abbiamo recuperato i livelli pre-crisi, con un tasso di occupazione del 59,2% superiore alla media nazionale e il piu' alto dal 2002". "Il sistema imprenditoriale regionale ha fatto rilevare un tasso di crescita pari a 0,29, quasi allineato a quello nazionale (0,30), che pone l'Abruzzo al settimo posto tra le regioni. Lo stock di imprese registrate in Abruzzo al 30 settembre 2017 ammonta a 148.055, +0,1% rispetto al trimestre precedente. E' quanto emerge da elaborazioni che il Cresa ha svolto sulla base di dati Infocamere-Movimprese, il Sistema informativo delle Camere di Commercio".

La controreplica di Mauro Febbo

"La Regione vorrebbe nascondere il disastro economico che incombe sull'economia regionale, ma i dati diffusi dalla Cna, ma anche del Cresa e Bankitalia, sono incontrovertibili e confermano tutte le nostre preoccupazioni denunciate in questi ultimi mesi nel corso dei quali abbiamo rimarcato come l'Abruzzo sia in forte ritardo. Quindi, Catena, nuovo ventriloquo, farebbe bene a studiare e a lavorare (non come ha sempre fatto in qualita' di funzionario di partito o incaricato) sull'andamento dei dati". Questo il commento del consigliere regionale Mauro Febbo. "L'analisi effettuata dal professor Ronci, considerato a tutti i livelli un esperto economista, e' riferita agli ultimi cinque anni, incluso il 2017, e non a un trimestre, mettendo a fuoco il problema di un comparto fondamentale come l'artigianato. A fronte di questa crisi la Regione fa finta di niente, anzi non utilizza le risorse, quelle vere, europee. Tant'e' che anche in sede di approvazione, a dicembre scorso, dell'ultimo Bilancio di previsione 2018 l'esecutivo regionale non ha voluto inserire nessuna risorsa o misura di sostegno all'artigianato, cosi' come richiesto attraverso i nostri emendamenti, che la maggioranza delle Regioni italiane utilizzano". "Ricordo - aggiunge Febbo - che il numero totale delle imprese attive abruzzesi, dal 2013 al 2017, ha subito una flessione di ben 4.206 unita' influenzata proprio dalla dinamica delle imprese artigiane. Pertanto - conclude Febbo - il Presidente D'Alfonso che gira con il suo megafono Bob nei mercati rionali abbia il coraggio di spiegare il ritardo dei fondi europei e il lassismo del suo esecutivo nell'aggredire la crisi economica che attanaglia l'artigianato e la piccola impresa".

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Zte, Italia al centro della strategia europea

"L'Italia e' al centro della nostra strategia europea. L'Italia e' al centro della logistica europea, abbiamo aperto il nostro centro di formazione in Italia. La tecnologia 5G avra' un ampio utilizzo che gradualmente cambiera' la nostra vita". Lo ha detto Xiao Ming vice presidente della societa Zte (multinazionale cinese) e presidente della Zte Europa-America in occasione dell inaugurazione nel capoluogo di regione del primo centro 5G in Italia, il cui segnale e' stato acceso poco fa. "Zte - ha aggiunto Ming - si sta posizionando come fulcro dell'industria tecnologica". 

 "Negli ultimi anni le relazioni bilaterali tra Cina ed Italia hanno avuto un rapido sviluppo nel settore economico-commerciale, politico e scientifico. Nell'anno passato l'interscambio tra i due paesi e' stato di 50 miliardi di dollari e piu 10 per cento di export verso l'Italia. In questo periodo gli investimenti in Italia hanno fatto registrare un enorme aumento". Lo ha detto a L'Aquila Xu Xiaofeng consigliere economico dell'ambasciata cinese a Roma nel corso della cerimonia di inaugurazione del primo centro 5G d'Italia. Secondo il rappresentante dell'ambasciata cinese in Italia, nell ultimo periodo gli investimenti cinesi in Italia sono stati quantificati in 12 miliardi di dollari. E sempre grazie alle relazioni bilaterali con l'Italia e' stato ppssibile lanciare un satellite. Per Xiaofeng "la nascita oggi all'Aquila del centro 5G rappresenta un altro successo della collaborazione tra i due paesi. Il Governo italiano presta molta attenzione alla 5G. L' Italia e' stato il primo paese ad aver dato le frequenze in tutto il territorio per questa nuova tecnologia. Sia in Cina che in altri paesi la Zte ha avuto un buon risultato. Il governo cinese offre piena assistenza per la Zte impegnata in Italia". 

 "L'Aquila da sempre e' stata la culla della ricerca e della cultura, come altre citta' storiche italiane. La tecnologia e' la nuova dimensione della cultura e L'Aquila e' il naturale insediamento per questo settore". Lo dice Gianni Letta, intervenuto all'inaugurazione del primo centro italiano per la ricerca sul 5g di Zte all'Aquila. "Questo insediamento- prosegue- insieme alle grandi intelligenze abruzzesi potra regalare qualcosa di avveneristico. Zte dara' un grande contribuito, a loro l'invito di dare tutto quello che serve per lo sviluppo di queste nuove tecnologie e il consiglio di non dimenticare mai i valori su cui sorge questa citta'", conclude

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