Quasi 170 euro per le vendite di fine stagione e circa 68 per riempire le calze di giochi, dolciumi e altri regali: questi i calcoli del Codacons e di Confesercenti per le spese degli italiani in vista dell'Epifania, per un totale di quasi 250 euro. Piu' ottimisti sono i tecnici della Confcommercio che calcolano una spesa media di 330 euro a famiglia per un giro d'affari complessivo di 5,2 miliardi per i Saldi invernali 2018 con 15,6 milioni di famiglie non disposte a rinunciare ai prezzi scontati. Secondo un sondaggio commissionato a Nomisma dall'associazione dei commercianti oltre sei italiani su dieci prevedono di acquistare da domani almeno un articolo in saldo puntando soprattutto sull'abbigliamento. In questi giorni gli italiani stanno facendo anche le ultime spese per la Befana: anche grazie alla concomitanza con i Saldi secondo un sondaggio di Confesercenti-Swg - riempiranno le calze non solo con i dolci circa la meta' degli italiani con una spesa di circa 68 euro a testa (in aumento del 15% sull'anno scorso) e una spesa complessiva di circa 1,8 miliardi. Per la Befana ci si regaleranno abiti e dolci ma anche viaggi con circa 2,4 milioni di persone in partenza (500.000 in piu' rispetto all'Epifania 2017). E' in crescita la percentuale di coloro che prevede acquisti (61,4% contro i 58,5% dell'anno scorso) mentre si confermano le donne le piu' interessate allo shopping in saldo (il 67,9% contro il 55,4% degli uomini). Gli uomini, soprattutto nel Nord Est, spenderanno leggermente di piu' delle donne, oltre 200 euro. Gli uomini preferiranno recarsi nei negozi di fiducia/abituali al contrario delle donne che hanno intenzione di cercare il prezzo "piu' conveniente" presso altri negozi. E' in crescita del 15% la percentuale degli acquisti in saldo on line. Gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente capi di abbigliamento (per il 93,7% contro il 92,1% del 2017), calzature (per il 77,1% contro il 79,2% dello scorso anno), accessori (sciarpe e guanti) per il 35,1% (erano il 32,1% nella previsione del 2017) e biancheria intima (29% contro il 27,4% dello scorso anno).
Leggi Tutto »Petizione online per chiedere lo stop agli aumenti sull’autostrada
Una petizione online, lanciata sul portale Change.org, per chiedere la revoca della concessione delle autostrade A24 e A25 al gestore Strada dei Parchi e "rinegoziare termini nuovi e piu' convenienti per i cittadini", dopo l'aumento dei pedaggi. L'istanza, promossa dal sindaco di Aielli (L'Aquila), Enzo Di Natale, e' stata sottoscritta da oltre 33mila persone in circa 24 ore e le adesioni continuano a crescere minuto dopo minuto. La petizione e' rivolta al presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, e al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso.
Leggi Tutto »A Pescara per tre giorni i vertici del Movimento 5 Stelle
Tre giorni di full immersion all'Aurum di Pescara per il 'Villaggio Globale per il Programma di Governo 2018': il 19, 20 e 21 gennaio prossimi Pescara ospitera' sia la presentazione della piattaforma Rousseau che i corsi di formazione a Cinque Stelle alla quale parteciperanno i parlamentari delle commissioni e i referenti nazionali di Rousseau, dalla Taverna a Fico, da Di Battista a Toninelli. I corsi si occuperanno di vari argomenti e vedranno la partecipazione di sindaci e assessori dei 45 comuni governati dal M5S, dai rifiuti alla lettura dei bilanci pubblici, alla scrittura dei documenti, sul fronte europeo con i parlamentari Ue per le problematiche inerenti fondi e regolamenti. Secondo la referente nazionale Rousseau Enrica Sabatini, gia' candidata sindaca a Pescara, al momento ci sono oltre mille prenotazioni da tutta Italia e il numero delle adesioni e' destinato ad aumentare.
Leggi Tutto »Crolla la spesa che le famiglie italiane dedicano all’abbigliamento
Crolla la spesa che le famiglie italiane dedicano all'abbigliamento (-24,8%); mentre s'impenna il costo dell'abitazione (+19,3%). Guardando la lista degli acquisti di 10 anni fa, e confrontandola con quella di oggi, si notano molti cambiamenti, avvenuti all'interno di un saldo rimasto quasi inalterato. Se nel 2006 il budget medio mensile era di 2.461 euro, nel 2016 è arrivato a 2.524 euro, con un incremento di appena 63 euro (+2,6%). I dati contenuti nelle tabelle dell'Istat, ed elaborati dall'Adnkronos, confermano le difficoltà che da anni sta attraversando il settore dell'abbigliamento e calzature, denunciato dai commercianti che operano nel settore.
La divisione nelle due categorie principali (alimentare e non alimentare) mostra che ad essere penalizzato è stato il comparto alimentare, che ha visto ridurre la spesa mensile da 467 euro a 448 euro (-4,1%). Le uscite per i beni non alimentari sono invece passate da 1.994 euro a 2.076 euro, con un incremento del 4,1%. All'interno della macro area si registrano però delle eccezioni, come la quota che viene destinata per l'acquisto di vestiti e scarpe, che è passata da 157 euro a 118 euro. Si tratta di 39 euro in meno al mese, che corrisponde a un taglio annuale di 468 euro. In crescita la spesa per la salute, con la quota destinata ai servizi sanitari che passa da 86 euro a 114 euro, registrando un incremento del 32,6% nel decennio. In forte calo, invece, le uscite destinate alla voce trasporti, che passano da 362 euro a 271 euro, con un calo del 25,1%. La quota già risicata, destinata all'istruzione, si riduce ulteriormente passando da 27 euro a 14 euro (-45,4%). Per il tempo libero e cultura le uscite nel 2006 erano pari a 111 euro e dieci anni dopo sono arrivate a 130 euro (+17,1%). Cambia anche la spesa delle famiglie italiane per prodotti alimentari, con la voce 'frutta e verdura' che cresce da 84 euro a 102 euro (+21,4%) e quella 'carne' che scende da 106 euro a 93 euro (-12,3%). Per latticini e uova le uscite arrivavano a 64 euro nel 2006 e sono scese a 58 euro nel 2016 (-9,4%); in calo anche la quota destinata ai prodotti ittici, che da 42 euro è arrivata a 36 euro (-14,3%).
Leggi Tutto »I governatori e i social network, per D’Alfonso buona performance
Circa 5 milioni di pagine indicizzate, poco meno di 3 milioni di follower sui principali siti di networking, quasi 42 mila risultati conteggiati su youtube. Sono questi i numeri generati dai governatori delle regioni italiane alla base del Regional Popularity Index di Demoskopika per il 2017. Tre i presidenti sul podio per popolarità complessiva misurata dal sistema di rating di Demoskopika: Debora Serracchiani, Marcello Pittella e Luca Zaia. Maglia nera, sul versante opposto, al governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. Debora Serracchiani (Friuli Venezia Giulia) risulta, in assoluto, la più popolare tra tutti i suoi colleghi delle altre realtà territoriali dimostrando di possedere, più di tutti, una maggiore popolarità su web e social. Per lei il Regional Popularity Index ha raggiunto il valore massimo ottenuto, ossia 124,6, su cui pesano significativamente i posizionamenti ottenuti dalla governatrice del Friuli Venezia Giulia al vertice delle classifiche parziali di tre dei cinque canali osservati: facebook, twitter e google search. Spiccano, nel dettaglio, al momento della rilevazione, gli oltre 193 mila like sulla sua pagina di facebook, i 291 mila follower di twitter e ben 353 mila pagine indicizzate su google. A seguire, a debita distanza, Marcello Pittella (Basilicata) che, forte principalmente del suo primato italiano su youtube, risultando in relazione alla popolazione residente tra i più presenti, ottiene il secondo posto nel medagliere del Regional Popularity Index con un valore pari a 108,3. A completare il podio della social popularity, il governatore del Veneto, Luca Zaia. A lui, il sistema di misurazione ideato da Demoskopika, attribuisce un valore pari a 105,1 merito principalmente del primo posto nell'instagram ranking e del secondo posto nel facebook ranking ottenuto grazie ad una dote complessiva di circa 312 mila like e follower.
Buone perfomance di popolarità, inoltre, per altri quattro governatori regionali, con valori al di sopra della media. Si tratta di Giovanni Toti (Liguria) con un valore pari a 102,3, Luciano D'Alfonso (Abruzzo) con un valore pari a 100,9, Catiuscia Marini (Umbria) con un valore pari a 100,3 e Michele Emiliano (Puglia) con un valore pari a 100,1. Nella parte centrale del Regional Popularity Index si collocano, in ordine decrescente nel sistema di misurazione, altri sette governatori: Paolo Di Laura Frattura (Molise) con un valore pari a 99,9, Vincenzo De Luca (Campania) con un valore pari a 99, Nicola Zingaretti (Lazio) con un valore pari a 98,9, Enrico Rossi (Toscana) con un valore pari a 98,2. E, a seguire, Mario Oliverio (Calabria) con un valore pari a 97,7, Nello Musumeci (Sicilia) con un valore pari a 96,3 e Francesco Pigliaru (Sardegna) con un valore pari a 94,9. In coda alla classifica, infine, con risultati e perfomance più deludenti in relazione alla loro popolarità sul web, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni che ha ottenuto un valore pari a 92,2 seguito verso il basso della classifica generale da Luca Ceriscioli (Marche) con un valore pari a 92,1, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) con un valore pari a 91,4 e, infine, Sergio Chiamparino (Piemonte) con un valore pari a 91.
Leggi Tutto »Bollette, arrivano i rincari per luce e gas
Sono partiti dal primo gennaio i rincari di luce e gas. La famiglia tipo registrerà un incremento del +5,3% per le forniture elettriche mentre per quelle gas del +5%. Gli aumenti sono stati comunicati dall'Autorità per l'energia sottolineando che per l'elettricità è stato decisivo l'incremento dei prezzi all'ingrosso e dei costi per adeguatezza e sicurezza mentre per il gas arriva il previsto effetto invernale.
I rincari per le bollette di luce e gas comunicati dall'Autorità per l'energia comporteranno "nel dettaglio, per l'elettricità la spesa (al lordo delle tasse) per la famiglia-tipo nell'anno compreso tra il 1° aprile 2017 e il 31 marzo 2018 di circa 535 euro, con un aumento del +7,5% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente (1° aprile 2016 - 31 marzo 2017) corrispondente ad un aumento di circa 37 euro l'anno. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta del gas, specifica l'Authority nella sua nota di aggiornamento, sarà di circa 1.044 euro, con un rialzo del +2,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente, corrispondente ad un aumento di circa 22 euro l'anno.
Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Care concittadine e cari concittadini, un saluto cordiale e un grande augurio. A tutti coloro che sono in Italia e agli italiani che si trovano all'estero.
Tra poco, inizierà il 2018.
Settant'anni fa, nello stesso momento, entrava in vigore la Costituzione della Repubblica, con il suo patrimonio, di valori, di principi, di regole, che costituiscono la nostra casa comune, secondo la definizione di uno dei padri costituenti.
Su questi valori, principi e regole si fonda, e si svolge, la nostra vita democratica. Al suo vertice, si colloca la sovranità popolare che si esprime, anzitutto, nelle libere elezioni.
Come sapete ho firmato il decreto che conclude questa legislatura del Parlamento e, il 4 marzo prossimo, voteremo per eleggere le nuove Camere.
E' stato importante rispettare il ritmo, fisiologico, di cinque anni, previsto dalla Costituzione.
Insieme ad altri esiti positivi, andremo a votare con una nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, omogenea per le due Camere.
Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese.
Mi auguro un'ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese.
Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta.
Questo mi induce a condividere con voi una riflessione.
Nell'anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto.
In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora - i ragazzi del '99 - vennero mandati in guerra, nelle trincee.
Molti vi morirono.
Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica.
Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell'Europa.
Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo.
Assistiamo, persino, al riaffacciarsi della corsa all'arma nucleare.
Abbiamo di fronte, oggi, difficoltà che vanno sempre tenute ben presenti. Ma non dobbiamo smarrire la consapevolezza di quel che abbiamo conquistato: la pace, la libertà, la democrazia, i diritti.
Non sono condizioni scontate, né acquisite una volta per tutte. Vanno difese, con grande attenzione, non dimenticando mai i sacrifici che sono stati necessari per conseguirle.
Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l'avvenire, così deformando il rapporto con la realtà.
La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro.
Occorre preparare il domani. Interpretare, e comprendere, le cose nuove. La velocità delle innovazioni è incalzante; e ci conduce in una nuova era, che già cominciamo a vivere.
Un'era che pone anche interrogativi sul rapporto tra l'uomo, lo sviluppo e la natura. Basti pensare alle conseguenze dei mutamenti climatici, come la siccità, la limitata disponibilità di acqua, gli incendi devastanti.
Si manifesta, a questo riguardo, una sensibilità crescente, che ha ricevuto impulso anche dal magistero di Papa Francesco, al quale rivolgo gli auguri più fervidi.
Cambiano gli stili di vita, i consumi, i linguaggi. Mutano i mestieri, e la organizzazione della produzione. Scompaiono alcune professioni; altre ne appaiono.
In questo tempo, la parola "futuro" può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così. Le scoperte scientifiche, la evoluzione della tecnica, nella storia, hanno accompagnato un'idea positiva di progresso.
I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità.
L'autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre.
La cassetta degli attrezzi, per riuscire in questo lavoro, è la nostra Costituzione: ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita.
L'orizzonte del futuro costituisce, quindi, il vero oggetto dell'imminente confronto elettorale.
Il dovere di proposte adeguate - proposte realistiche e concrete - è fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese.
Non è mio compito formulare indicazioni.
Mi limito a sottolineare, ancora una volta, che il lavoro resta la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro. E' necessario che ve ne sia in ogni famiglia. Al tempo stesso va garantita la tutela dei diritti e la sicurezza, per tutti coloro che lavorano.
Tanti nostri concittadini vivono queste festività in condizioni di disagio, per le conseguenze dei terremoti, che hanno colpito larga parte dell'Italia centrale. A loro desidero far sentire la vicinanza di tutti.
Gli interventi per la ripresa e la ricostruzione proseguono e, talvolta, presentano difficoltà e lacune. L'impegno deve continuare in modo sempre più efficiente fino al raggiungimento degli obiettivi.
Esprimo solidarietà ai familiari delle vittime di Rigopiano e della alluvione di Livorno; ai cittadini di Ischia, che hanno patito gli effetti di un altro sisma. E a tutti coloro che, nel corso dell'anno, hanno attraversato momenti di dolore.
Un pensiero particolare va ai nostri concittadini vittime dell'attentato di Barcellona. Il loro ricordo, unito a quello delle vittime degli attentati all'estero degli anni precedenti, ci rammenta il dovere di mantenere la massima vigilanza nella lotta al terrorismo.
Riguardo a questo impegno, vorrei ribadire la riconoscenza nei confronti delle nostre Forze dell'Ordine, dei nostri Servizi di informazione, delle Forze Armate, ripetendo le stesse parole di un anno fa: "Anche nell'anno trascorso hanno operato, con serietà e competenza, perché in Italia si possa vivere con sicurezza rispetto a quel pericolo, che esiste ma che si cerca di prevenire".
Si è parlato, di recente, di un'Italia quasi preda del risentimento.
Conosco un Paese diverso, in larga misura generoso e solidale. Ho incontrato tante persone, orgogliose di compiere il proprio dovere e di aiutare chi ha bisogno. Donne e uomini che, giorno dopo giorno, affrontano, con tenacia e con coraggio, le difficoltà della vita e cercano di superarle.
I problemi che abbiamo davanti sono superabili. Possiamo affrontarli con successo, facendo, ciascuno, interamente, la parte propria. Tutti, specialmente chi riveste un ruolo istituzionale e deve avvertire, in modo particolare, la responsabilità nei confronti della Repubblica.
Vorrei rivolgere, in chiusura, un saluto a quanti, questa sera, non stanno festeggiando perché impegnati ad assolvere compiti e servizi essenziali per tutti noi: sulle strade, negli ospedali, nelle città, per garantire sicurezza, soccorso, informazione, sollievo dalla sofferenza.
A loro, ringraziandoli, esprimo un augurio particolare.
Auguri a tutti; e buon anno.
Leggi Tutto »Pescara, riflettori puntati sul concerto in piazza Salotto di Vinicio Capossela
Conto alla rovescia per la festa del 31 dicembre dalle 22,30 in piazza della Rinascita con Vinicio Capossela e per il primo concerto evento del 2018 il primo di gennaio alle 19, con Ermal Meta, stesso palco. Si muoveranno in tantissimi anche da fuori regione per brindare al 2018 con la musica di Vinicio Capossela, un vero e proprio big della musica italiana. Lo spettacolo comincerà direttamente dalle 22,30 circa e fino alla mezzanotte. Il countdown sarà con una speciale edizione di Pescara Mapping, i fuochi d’artificio li avremo solo sulla facciata del Palazzo Arlecchino, versione videomapping. La serata si chiuderà con il Dj set di Vangelis che andrà avanti dopo il concerto. Alle 19 del primo gennaio salirà sul palco salirà Ermal Meta. Un artista che si è affermato sia come autore di nomi enormi della musica italiana che come interprete, con i premi riscossi a Sanremo l’anno scorso.
Leggi Tutto »Fisco, la mappa delle tasse italiane secondo Unimpresa
La mappa del fisco locale in Italia mostra aliquote pesanti in sette citta'. A Roma 4,82% di Irap, 4,23% di addizionali Irpef, 1,06% di Imu; a Torino 4,13% di addizionali Irpef, 1,06% di Imu e 0,33% di Tasi; a Napoli 4,97% di Irap, 1,06% di Imu e 0,33% di Tasi; a Genova e Bologna 3,13% di addizionali Irpef, 1,06% di Imu e 0,33% di Tasi; ad Ancona 4,73% di Irap, 1,06% di Imu e 0,33% di Tasi; a Campobasso 4,97% di Irap, 3,43% di addizionali Irpef, 1,06% di Imu. E' quanto fa sapere in una nota Uninpresa il cui vicepresidente Pucci dice: "Troppe differenze di tasse a livello territoriale, serve un ragionamento complessivo e una riforma fiscale organica". La mappa del fisco e' stata realizzata dal Centro studi di Unimpresa. Secondo questo studio, dunque, Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Ancona e Campobasso sono le citta' "piu' tassate" d'Italia. Sono i capoluoghi di Regione con le aliquote fiscali piu' alte relative a Irap, Irpef, Imu e Tasi. Queste sette citta' hanno, in tre casi su quattro, i livelli piu' alti di imposte sulle imprese e sulle famiglie, sui capannoni industriali e sulle case. Con due "punti", nella classifica dei tributi territoriali, figurano poi Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Potenza, Trieste e Catanzaro. Un solo "punto", invece, per Milano, Cagliari, L'Aquila, Aosta, Trento e Bolzano. Fisco light a Venezia, unica citta' che non risulta mai tra quelle con aliquote elevate.
L'analisi dell'associazione - basata su dati dell'Agenzia delle Entrate, della Corte dei conti e del Dipartimento Finanze - prende in considerazione le aliquote Iperf (definite dalle regioni), il totale delle addizionali Irpef (regioni e comuni), l'Imu e la Tasi. La classifica e' stata realizzata sulla base di "punti" attribuiti alle citta' e alle relative regioni che applicano aliquote particolarmente elevate nei quattro principali tributi pagati anche su base territoriale. In totale sono stati assegnati 41 "punti" in relazione alle aliquote dello scorso anno: piu' e' alto il punteggio, piu' e' elevato il livello del prelievo tributario a carico dei contribuenti (cittadini e imprese). "Ci sono troppe differenze a livello territoriale per quanto riguarda il prelievo fiscale- spiega ancora Pucci- e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa cosi' come gli investimenti delle imprese. Serve un ragionamento complessivo, che il governo dovra' fare quando, auspichiamo al piu' presto, vorra' lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica". Nella classifica, il Centro studi di Unimpresa assegna da uno a quattro punti: piu' e' alto il punteggio, piu' e' pesante la mano del fisco. Sono dunque sette le citta' col fisco al top, con tre "punti" accumulati.
Due punti, nella classifica di Unimpresa sul fisco locale, ad altre sette citta': Firenze (per l'Imu all'1,06% e la Tasi allo 0,33%), Palermo (per l'Irap al 4,82% e l'Imu all'1,06%), Perugia (per l'Imu all'1,06% e la Tasi allo 0,33%), Bari (per l'Irap al 4,82% e l'Imu all'1,06%), Potenza (per l'addizionale Irpef al 3,13% e l'Imu all'1,06%), Trieste (per l'Imu all'1,06% e la Tasi allo 0,33%) e Catanzaro (per l'Irap al 4,82% e l'Imu all'1,06%). Milano (per l'Imu all'1,06%), Cagliari (per la Tasi allo 0,33%), L'Aquila (per l'Irap al 4,82%), Aosta (per l'Imu all'1,06%), Trento (per la Tasi allo 0,35%) e Bolzano (per la Tasi allo 0,40%) hanno invece un solo "punto". Venezia (che ha zero "punti") e' l'unica citta' dove il prelievo e' sempre sotto le soglie piu' alte: nel capoluogo della regione Veneto fisco leggero perche' si paga il 3,90% di Irap, il 2,03% di addizionali Irpef (1,23% regionale e 0,80% comunale), lo 0,81% di Imu e lo 0,29% di Tasi. Per quanto riguarda l'Irap, l'aliquota piu' alta, pari al 4,97%, si trova a Napoli (Campania) e Campobasso (Molise), mentre a Roma (Lazio), Palermo (Sicilia), Bari (Puglia), Catanzaro (Calabria) e l'Aquila (Abruzzo) il prelievo dell'imposta regionale sulle attivita' produttive si attesta al 4,82%. Per quanto riguarda l'Irpef, la somma delle addizionali comunali e regionali porta il prelievo piu' alto a Roma: nella Capitale d'Italia l'aliquota totale e' del 4,23%, considerando il 3,33% della regione Lazio e lo 0,90% del Comune; seguono, poi, Torino col 4,13% (3,33% del Piemonte e 0,80% del Comune), Campobasso col 3,43% (2,63% del Molise e 0,80% del Comune) e col 3,13% Genova (2,33% della Liguria e 0,80% del Comune), Bologna (2,33% dell'Emilia Romagna e 0,80% del Comune) e Potenza (2,33% della Basilicata e 0,80% del Comune). Per quanto riguarda l'Imu, l'aliquota massima (1,06%) e' applicata in 16 grandi citta' su 21 esaminate nel rapporto: Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Potenza, Campobasso, Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Trieste, Ancona, Catanzaro, Milano e Aosta. Si "salvano" solo Cagliari (0,96%), L'Aquila (0,81%), Trento (0,895%), Bolzano (1,00%) e Venezia (0,81%). Per quanto riguarda la Tasi, l'aliquota piu' alta e' a Bolzano (0,40%) mentre a Trento si paga lo 0,35%. Le altre citta' "piu' tassate" sul versane del mattone, con un'aliquota pari allo 0,33%, sono: Torino, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Trieste, Ancona, Cagliari, Trento e Bolzano.
Leggi Tutto »Aumento in vista dei pedaggi per le autostrade A24 e A25
Levata di scudi di politici e associazioni contro "il rischio di aumento del 13 per cento dei Pedaggiautostradali sulle autostrade A24 e A25" che collegano l'Abruzzo con il Lazio. Per il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, se ci dovesse essere l'aumento "sarebbe un salasso per quella che e' gia' l'autostrada piu' cara d'Italia e di fatto l'unica possibilita' di collegamento dell'Abruzzo, e dell'Abruzzo interno in particolare, verso Roma e non solo. Non e' una scelta equa neppure questa, e graverebbe su territori che stanno gia' affrontando problemi immani. Non lo sarebbe per i cittadini, per le imprese, per i lavoratori". Per presidente e direttore di Confartigianato Abruzzo, rispettivamente Luca Di Tecco e Daniele Giangiulli, "l'aumento dei Pedaggi e' vergognoso, e' un ennesimo rincaro che potrebbe divenire realta' se venissero confermate le voci circa l'accordo, giunto al termine di una lunga trattativa tra Strada dei Parchi, Ministero dei Trasporti e Ministero dell'economia". I due attaccano il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso. Il direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, in una lettera aperta chiede un incontro con il governatore D'Alfonso, prefigurando "un'ulteriore perdita competitiva del Sistema produttivo abruzzese nel momento in cui, con fatica, esso sta cercando di poter fruire degli ancor debolissimi segnali di ripresa economica e occupazionale". Sulla questione interviene anche Massimo Carugno della Segreteria Nazionale Psi. "La Strada dei Parchi applica una sentenza del Tar che annulla il blocco degli aumenti imposto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti nel 2014. Se per andare da Pescara a Roma si spendevano 17,30 euro dal 1 gennaio ci vorranno circa 20. Siamo a livelli di quasi il doppio di quello che si paga sulla Milano-Bari. Questa regione, che dovrebbe vivere di turismo, e' penalizzata proprio sui costi della mobilita'. Autostrade a prezzi astronomici e treni che viaggiano a passo di lumaca rischiano di azzerare qualunque forma di interesse turistico per l'Abruzzo".
La replica di Strada dei Parchi
"Il 29 dicembre il Governo ha disposto un aumento del pedaggio sulle autostrade A24 e A25 gestite da Strada dei Parchi SpA. Si tratta di un aumento del 12,89% per le tratte di A24 e A25. E' un aumento importante, conseguenza diretta del blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal Ministero e della mancata approvazione, da quattro anni, del Piano Economico Finanziario di A24 e A25". E' quanto si legge in una nota di Strada dei Parchi Spa diffusa in serata. "Ricordiamo che a partire dal 2014 e per il 2015 e 2016 il Ministero ha imposto tariffe calmierate rispetto agli aumenti previsti dalla Concessione, ignorando la clausola contrattuale del ristoro degli investimenti realizzati dalla Concessionaria sulla tratta autostradale, senza di contro adottare forme compensative alternative". "Sul punto - prosegue la nota - il Tar del Lazio ha condannato l'inerzia del Ministero, tanto che la Magistratura Amministrativa, con propria sentenza, ha ripristinato le condizioni previste nei contratti di concessione. La politica degli aumenti tariffari della Concessionaria non e' il frutto di una decisione autonoma e unilaterale di SdP. Al contrario, e' puntualmente regolata dal contratto di concessione, messo a gara dal Concedente e sottoscritto con Strada dei Parchi aggiudicataria della gara di concessione, che ha portato alla privatizzazione della gestione di A24 e A25". "E' la Legge, dunque - continua il comunicato - che stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe, in base a un mix di parametri che considerano il prezzo di concessione, pari a oltre 750 milioni di euro oltre interessi corrisposto in rate annuali, l'incremento del tasso di inflazione, il totale degli investimenti effettuati, gli ammortamenti e i costi di gestione. Vieppiu' inoltre che per ogni euro di pedaggio incassato dalla Strada dei Parchi, solo 43 centesimi restano nella disponibilita' della concessionaria per garantire la gestione e la manutenzione dell'infrastruttura, mentre i restanti 57 centesimi vanno a vario titolo allo Stato". "Come sopra accennato, Strada dei Parchi e' l'unica Concessionaria, inoltre, che corrisponde un prezzo di concessione all'Anas, pari a 55,9 milioni di euro ogni anno, ricavati, anch'essi, dai pedaggi. Nel periodo 2003/2015, il Concessionario ha corrisposto all'Anas 670 milioni di euro, che certamente non sono finiti nella manutenzione delle strade abruzzesi, a differenza degli 830 milioni di investimenti effettuati da Strada dei Parchi nel medesimo periodo di riferimento. E' bene sottolineare che la situazione attuale, che vede fare i conti con aumenti tariffari consistenti, e' frutto della mancata approvazione da ben oltre 5 anni del Piano Economico e Finanziario della Societa' da parte del Ministero dei Trasporti, da quando cioe' e' entrata in vigore la legge 228/2012. Tale norma avrebbe consentito non solo di adeguare l'infrastruttura autostradale ai nuovi standard di sicurezza antisismici, ma anche di rinegoziare, 5 anni fa, termini e condizioni del contratto di Concessione, al fine di conseguire aumenti tariffari sostenibili per l'utenza". "Dall'ottobre 2013, prima che scadesse il vecchio PEF valido per il periodo regolatorio 2009-2013, sono state presentate da Strada dei Parchi ben 12 versioni di Piano Economico Finanziario, tutte caratterizzate da livelli di incremento tariffario nell'ordine dell'1% oltre l'inflazione. Il Ministero non ha considerato quanto proposto da Strada dei Parchi, e nel novembre 2016 ha imposto la propria soluzione, che prevede l'adeguamento in sede delle strutture, senza tuttavia esprimersi sull'impatto che detta soluzione avra' sugli incrementi tariffari programmati. Questa e' la situazione oggi per Strada dei Parchi, mentre e' opportuno ricordare che il Ministero ha gia' definito con altre Concessionarie piani di investimento, attivando le procedure con Bruxelles. Ma non c'e' ancora il piano di messa in sicurezza definitivo per A24 e A25". "Tra il 2003 e il 2017 Strada dei Parchi ha sostenuto ingenti investimenti per la realizzazione di opere importantissime. Le Complanari di Roma, per cominciare: opere che hanno reso piu' sicuri e veloci l'ingresso e l'uscita dalla Capitale, per un importo complessivo di 258 milioni di euro; il raddoppio del tratto autostradale in direzione Teramo, gli interventi di messa in sicurezza dei viadotti, la dotazione del traforo del Gran Sasso di nuovi e piu' moderni sistemi antincendio, l'automazione delle stazioni di servizio, la posa di pavimentazione drenante su 100 chilometri di rete. A tutto cio' vanno aggiunti i lavori di riqualificazione dell'intera autostrada ereditata dalla vecchia gestione della Sara (vent'anni senza lavori di manutenzione). Tutte opere e investimenti che Strada dei Parchi ha effettuato mantenendo intatti i livelli occupazionali, senza tagliare un solo posto di lavoro e nonostante le rilevanti perdite di esercizio, alle quali e' stato fatto fronte con importanti immissioni di capitale da parte degli azionisti (ad oggi circa 180 milioni di euro) e non certo con l'aumento dei pedaggi". "E' doveroso segnalare che Strada dei Parchi e' tra le poche Concessionarie ad aver completato tutti gli investimenti previsti nella Convenzione del 2009 nonche' tutte le manutenzioni ordinarie dal 2003 al 2017. E' intenzione di Strada dei Parchi - conclude la nota - continuare a migliorare la viabilita' autostradale abruzzese, con opere e investimenti importanti sul fronte della sicurezza e della modernizzazione. Detto impegno potra' essere attuato solo dopo che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avra' approvato un progetto sostenibile sia dal punto di vista della tariffa, sia sociale sia tecnico".
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