Primo Piano

Sette aree costiere a rischio inondazione in Italia: ci sono Pescara, Martinsicuro e Fossacesia

Sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione per l'innalzamento del mar Mediterraneo: dall'Abruzzo alla Puglia, dalla Sicilia alla Sardegna e alla Toscana. E' questa la stima dell'Enea, grazie a nuove misure, sulla perdita di decine di chilometri quadrati di territorio dell'Italia entro fine secolo. Salgono così a una ventina in totale le aree costiere in pericolo a causa dei cambiamenti climatici e delle caratteristiche geologiche del nostro Paese.

Secondo l'Enea - che ha presentato oggi a Roma, in un convegno dedicato a cambiamenti climatici e innalzamento del mar Mediterraneo, le nuove mappe del rischio allagamento - le nuove sette aree sono quelle di Pescara, Martinsicuro (Teramo e la foce del Tronto), Fossacesia (Chieti), Lesina (Foggia), Granelli (Siracusa), Valledoria (Sassari) e Marina di Campo sull'Isola d'Elba. Le altre aree già individuate riguardano quella compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, il golfo di Taranto, Oristano e Cagliari; ma anche la Versilia in Toscana, Fiumicino e Fondi nel Lazio e la zona dell'Agro pontino, mentre in Campania il rischio ricade sulla piana del Sele e sul Volturno, in Sicilia sull'area di Catania e alle Isole Eolie. Alla giornata di lavoro sul clima, organizzato dall'Enea, prendono parte esperti italiani e internazionali tra cui il ministero dell'Ambiente, il Mit di Boston, il Cnr, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici); al convegno è stato presentato un nuovo modello climatico su cui Enea sta lavorando in collaborazione col Mit, e che integra grazie a un supercalcolatore dati oceanografici, geologici e geofisici per ottenere previsioni sull'innalzamento del mar Mediterraneo più dettagliate e a breve termine.

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Accise carburanti, in 10 anni gettito aumentato del 26,6 per cento

Negli ultimi 10 anni il gettito per accise su prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi è aumentato di 5,4 miliardi, passando dai 20,3 miliardi nel 2008 ai 25,7 miliardi nel 2017 (+26,6%). Lo rileva una ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro realizzata su elaborazione di dati del Def e della Commissione europea, nella quale si evidenzia come il prezzo della benzina in Italia sia oggi quarto più caro d’Europa. Con 1,623 euro al litro, il costo del nostro carburante è infatti dell’11,2% più alto di quello della media europea: il pieno in Italia costa il 5,2% in più rispetto alla Francia, il 10,1% in più rispetto alla Germania e addirittura il 26,3% in più rispetto all'Austria. Peggio, in Europa, fanno soltanto Olanda (1,688 euro al litro), Danimarca (1,671 euro) e Grecia (1,624 euro).Il prezzo pagato dai consumatori finali, segnala ImpresaLavoro, risente fortemente della componente relativa a tasse e accise: in Italia prelievo statale rappresenta infatti addirittura il 62,9% del prezzo finale contro il 59,9% della media europea, il 52,3% della Spagna, il 60,4% della Germania e il 61,5% della Francia. Un discorso analogo vale per il diesel. Con un prezzo di 1,501 euro al litro, è il secondo più caro d'Europa. Ci precede solo la Svezia con 1,548 euro al litro. In Italia un pieno costa quindi il 10,7% più della media europea, il 16,1% più della Germania e il 21,7% in più rispetto all’Austria. Anche in questo caso le tasse rappresentano una quota cospicua del prezzo finale: il 59,2% contro il 54,2% della media europea. Attualmente incidono sul prezzo del carburante ben 17 diverse accise, deliberate dal 1935 ad oggi.(Segue) ECO Milano, 3 lug. (LaPresse) - Negli ultimi 10 anni il gettito per accise su prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi è aumentato di 5,4 miliardi, passando dai 20,3 miliardi nel 2008 ai 25,7 miliardi nel 2017 (+26,6%). Lo rileva una ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro realizzata su elaborazione di dati del Def e della Commissione europea, nella quale si evidenzia come il prezzo della benzina in Italia sia oggi quarto più caro d’Europa. Con 1,623 euro al litro, il costo del nostro carburante è infatti dell’11,2% più alto di quello della media europea: il pieno in Italia costa il 5,2% in più rispetto alla Francia, il 10,1% in più rispetto alla Germania e addirittura il 26,3% in più rispetto all'Austria. Peggio, in Europa, fanno soltanto Olanda (1,688 euro al litro), Danimarca (1,671 euro) e Grecia (1,624 euro).Il prezzo pagato dai consumatori finali, segnala ImpresaLavoro, risente fortemente della componente relativa a tasse e accise: in Italia prelievo statale rappresenta infatti addirittura il 62,9% del prezzo finale contro il 59,9% della media europea, il 52,3% della Spagna, il 60,4% della Germania e il 61,5% della Francia. Un discorso analogo vale per il diesel. Con un prezzo di 1,501 euro al litro, è il secondo più caro d'Europa. Ci precede solo la Svezia con 1,548 euro al litro. In Italia un pieno costa quindi il 10,7% più della media europea, il 16,1% più della Germania e il 21,7% in più rispetto all’Austria. Anche in questo caso le tasse rappresentano una quota cospicua del prezzo finale: il 59,2% contro il 54,2% della media europea. Attualmente incidono sul prezzo del carburante ben 17 diverse accise, deliberate dal 1935 ad oggi.

 

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Sono 7000 ogni anno i decessi per infezioni ospedaliere

Decontaminazione non corretta e utilizzo eccessivo di antibiotici alla basa delle infezioni ospedaliere che mietono più morti di quanto ne provochino gli incidenti stradali. Sono 7000 ogni anno i decessi per infezioni ospedaliere contro i 3500 avvenuti sulle strade. E' l'allarme lanciato dagli esperti del settore nel corso del forum nazionale promosso dal Centro Studi Mediterranea Europa a Napoli. "Il fenomeno è estremamente preoccupante", ha sottolineato Massimo Clementi, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università San Raffaele di Milano, che ha svolto una "Lectio Magistralis".

Il record di infezioni dopo un intervento chirurgico lo detiene la Valle d'Aosta, con 500 casi ogni 100mila dimessi. Seguono la Liguria con 454 e l'Emilia Romagna con 416. Distanziate di poco la Lombardia, il Veneto, l' Umbria e la città di Trento che ne contano sui 300, caso più caso meno. Nel Lazio si è toccato il tetto dei 211 mentre in tutto il Sud solo la Calabria supera quota 200. La più virtuosa è l'Abruzzo con sole 70 infezioni. Secondo il "Rapporto 2016 sulle resistenze all'antibiotico e sull'uso di antibiotici rilevati nelle strutture Ospedaliere della Campania", nei nosocomi si registrano circa 50mila casi di infezioni causate per il 22% dall'Escherichia Coli, per il 12,5% dallo Staphylococcus Aureus e per il 9% dal Klebsiella Pneumoniae. I reparti dove è più facile contagiarsi? Terapia Intensiva (20,60% dei casi), Medicina (15,33%) e Chirurgia (14,20%) condividono il triste primato delle infezioni. "Le Infezioni Correlate all'assistenza (ICA), rappresentano oggi uno dei più spinosi problemi in Sanità a livello Globale", ha detto l'infettivologo napoletano dell'Ospedale Cardarelli, Alessandro Perrella. "In Italia, ha proseguito Perrella, la maggior parte delle ICA sono dovute a specie batteriche che presentano resistenza agli antibiotici. Tuttavia, circa il 50 per cento delle ICA sono sostanzialmente prevedibili e pertanto evitabili, attraverso una serie di comportamenti professionali definiti come 'sicuri'. Il corretto controllo di tali fattori passa attraverso l'attuazione di tutti i correttivi necessari".

Nella sua relazione il professor Roberto Lombardi del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche dell'Inail ha evidenziato, estrapolando i contenuti di uno studio del Ceis dell'Università di Tor Vergata, l'impatto dell'adozione di buone prassi, di ricerca mirata e di innovazione tecnologica in tema di decontaminazione e disinfezione sulla spesa pubblica, attuando la vigente normativa di settore. Secondo lo studio menzionato per ogni infezione ospedaliera vanno in fumo tra i 9mila e i 10mila euro. All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, Domenico Falco (presidente del Corecom Campania), Maria Galdo (Società Italiana Farmacisti Ospedalieri), Stefania D'Auria (Hcrm - Hospital & Clinical Risk Managers), Oreste Caporale (dirigente medico del dipartimento igiene e medicina del lavoro e prevenzione, Azienda Universitaria "Federico II" di Napoli), Maria Rosaria Esposito (Anipio, Società Scientifica Nazionale Infermieri Specialisti nel Rischio Infettivo) Nicola Ammaccapane e Gennaro Carrino (vicepresidente e segretario generale del Centro Studi Mediterranea Europa)

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Valentinetti: Non si puo’ speculare politicamente sull’uomo

"Non si puo' speculare politicamente sull'uomo, qualunque uomo che continua a soffrire e morire in uno specchio di mare dove tutta l'Europa si bagna e tutta l'Europa si dovrebbe specchiare". Questo il monito lanciato da monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara, nell'omelia della messa trasmessa questa mattina in diretta da Rai Uno. "Gli immigrati - ha sottolineato il presule - sono vittime delle guerre che hanno generato distruzione e morte, solo l'umanita' nutrita dalla fede puo' essere la salvezza del genere umano".

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Lolli: nasce Osservatorio per gestire le politiche del credito

Un Osservatorio regionale in grado di regolare, programmare e coordinare l'attività di tutti gli attori principali del mondo bancario locale: dalle imprese agli istituti di credito, dalle istituzioni ai Confidi. La proposta è stata lanciata stamane dal vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, nel corso del convegno "L'evoluzione del credito in Abruzzo. Quali prospettive per le Pmi", che ha affrontato la nuova stagione delle politiche del credito che la Regione Abruzzo ha intenzione di portare avanti insieme con la Fira. E proprio il nuovo ruolo della finanziaria regionale, diventata da poco società in house della Regione Abruzzo, è stato al centro della proposta di Lolli.

"La Fira in questo contesto è destinata a recitare un ruolo principale, quale motore dell'Osservatorio regionale facendo da collante tra i diversi attori del mondo bancario. Questo confronto continuo - ha aggiunto Lolli durante il convegno - si rende necessario per coinvolgere le banche in una rinnovata strategia regionale in materia di politica del credito. Una strategia in grado di venire incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese, che più di tutte hanno avvertito i segnali della crisi economica. In questi difficili anni le grandi imprese sono riuscite a mettere sul campo anticorpi giusti investendo in ricerca e innovazione e ora che il mercato è ripartito quegli investimenti daranno frutti. Per le Pmi invece - aggiunge Lolli - la nostra attenzione guarda alla capacità di credito bancario in modo da consolidare la ripresa economica.

L'Osservatorio servirà proprio a questo, nella certezza che solo il confronto diretto degli attori è in grado di trovar gli strumenti giusti per agevolare l'accesso al credito". Al centro del progetto voluto dalla Regione ci sarà, come detto, la Fira. "Saremo chiamati ad un nuovo compito - ha spiegato il presidente Alessandro Felizzi - La Fira torna al centro delle politiche finanziarie della Regione andando a gestire quell'Osservatorio che dovrebbe aprire nuovi scenari nella politica del credito. La nuova stagione parte da qui - ha concluso Felizzi - non come stampella della Regione ma come parte pro-attiva delle politiche di sviluppo e consolidamento del credito". 

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Cgia, in arrivo la scadenza delle imposte d’inizio estate da 19 miliardi

Lunedi' arriva "l'ingorgo fiscale" di inizio estate da 19 miliardi. Lo afferma l'ufficio studi della Cgia, ricordando che la scadenza, fissata per oggi, e' slittata essendo un giorno prefestivo: gli imprenditori avranno 2 giorni di tempo in piu' per recuperare la liquidita' necessaria per onorare le richieste del fisco. L'Ufficio studi della Cgia segnala che tra il versamento del saldo 2017 e il primo acconto di quest'anno, le imprese saranno chiamate a pagare l'Ires (Imposta sui redditi delle societa' di capitali), mentre i lavoratori autonomi e gli altri percettori di reddito dovranno versare l'Irpef e le addizionali regionali e comunali Irpef. Inoltre, tutti gli imprenditori saranno chiamati a versare il saldo dell'anno scorso e l'acconto di quest'anno dell'Irap (Imposta regionale sulle attivita' produttive) e l'iscrizione per l'anno 2018 alle Camere di Commercio. Pertanto, nelle casse pubbliche e' previsto un gettito complessivo pari a 19,2 miliardi di euro "Non sara' facile - dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - superare indenni l'ingorgo fiscale di inizio estate. Quello di lunedi' sara' un vero e proprio stress test che mettera' a dura prova la tenuta finanziaria di tantissime piccole e micro imprese che tradizionalmente sono sottocapitalizzate e a corto di liquidita'. Speriamo che in tempi ragionevolmente brevi il nuovo governo provveda a tagliare drasticamente le imposte e decida di distribuire su tutto l'arco dell'anno le scadenze fiscali che, invece, continuano irragionevolmente ad essere concentrate in particolar modo a giugno e a novembre". Quest'anno la normativa fiscale consente comunque di pagare le imposte entro il 20 di agosto, con una maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo. Un po' di tempo in piu' rispetto ai canonici 30 giorni aggiuntivi consentiti normalmente, in quanto la data cade ai primi di agosto e, automaticamente, slitta al giorno 20 dello stesso mese in osservanza di una norma che da qualche anno ha stabilito che tutti gli adempimenti fiscali che scadono tra il primo e il 20 agosto possono essere effettuati entro quest'ultima data. Nel 2018, pertanto, la possibilita' di ritardare il versamento puo' essere fatto pagando 4 euro in piu' ogni 1.000 dovuti al fisco. Una opzione che le imprese possono "beneficiare" fino al 20 agosto.

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Chieti, in Giunta il progetto di fattibilità del nuovo ospedale

"Nella prossima seduta verrà portata in Giunta la fattibilità ovvero la partenza della gara del progetto del nuovo ospedale di Chieti. Una progettazione importante, ma soprattutto una istruttoria importante. Oggi presentiamo i lavori di 48 mesi di istruttoria, attorno ad un grande progetto che è stato ostacolato in ogni modo". Lo ha detto questa mattina in conferenza stampa l'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, presentando la proposta di project financing del nuovo ospedale di Chieti.

"Stiamo parlando di un progetto che come dicevo è stato ostacolato in ogni modo con due ricorsi all'Anac e con altri esposti, raccontando tante falsità sia sui numeri del piano economico finanziario del progetto, sia sullo stesso progetto che nel corso dei 48 mesi si è notevolmente modificato. Vorrei ricordare, su Chieti abbiamo riaperto la struttura del vecchio ospedale, riaperto il Cardiochirurgico e oggi mettiamo a gara europea un ospedale nuovo di 498 posti letto che ovviamente, risolve, una volta per tutte, le criticità che il Tribunale aveva sollevato con le sue perizie, ed evidentemente allo stesso tempo mette a gara una operazione che costa molto meno della prima bozza presentata, un' altra cosa che non è stata mai volutamente raccontata da chi si è opposto e ha ostacolato in ogni modo questa grande realizzazione perché - ha spiegato l'assessore Paolucci - i canoni complessivi passano da 61 milioni di euro della prima proposta a 21 milioni, con un ribasso di due terzi dei costi. Parliamo di un ospedale che rispetto alla prima proposta viene stravolto in senso positivo perché hanno lavorato attorno a questa progettazione più volte rivista tanti primari, operatori, parte della Asl e un gruppo di lavoro che ha migliorato e di molto il progetto iniziale di una grande opera, e permettetemi di parlare del grande tema di come vengono utilizzate le risorse, ed in questo senso è davvero vergognoso che si sia provato a porre come equivalenza le risorse che purtroppo noi paghiamo per le cartolarizzazioni, per i debiti del quinquennio 2000-2005, con risorse che invece mettiamo a garanzia e che probabilmente non spenderemo perché i 21 milioni di euro vanno persino a gara per cui conosceranno un ulteriore abbattimento a garanzia degli investimenti per la collettività. La sede del nuovo ospedale sarà a Colle dell'Ara e li ci sarà insieme alla palazzina M, cardiochirurgico, dove oggi esiste il parcheggio sottostante la zona dell'obitorio, nascerà la nuova struttura e allo stesso tempo, dove ci saranno le demolizioni di quello che oggi staticamente non regge, ci saranno nuovi parcheggi e nuovi servizi per il nuovo ospedale che - ha concluso Paolucci - dalla progettazione nascerà in 66 mesi e anche questo è un ulteriore abbattimento di tempi che abbiamo voluto perché l'iniziale progetto prevedeva 70 mesi e quindi parliamo di quasi 5 anni e mezzo . Il costo dell'ospedale sarà di 285 milioni di euro, rispetto agli iniziali 526 milioni. 

Febbo: pronto ad andare in Procura 

 "Appena verrà pubblicata la Delibera relativa al Project Financing del nuovo ospedale di Chieti annunciata dall'assessore Paolucci mi recherò in Procura della Repubblica". Lo ha detto il Consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo, intervenuto dopo le parole di Paolucci che in conferenza stampa questa mattina aveva annunciato che "nella prossima seduta utile verrà portata in Giunta la fattibilità ovvero la partenza della gara del progetto del nuovo ospedale di Chieti". Febbo ha poi aggiunto: "Un intervento passato per urgente ma che ha avuto una tempistica di oltre 50 mesi; un project financing che doveva essere portato avanti da chi è titolato, ossia dalla Asl di Chieti che ha bocciato e rigettato la proposta, e non dagli uffici della Regione Abruzzo. Credo invece - ha detto l'esponente di Forza Italia - che dietro questa proposta si nasconda ben altro, tutto a danno della Città di Chieti e della sua Università, non permetterò mai che questo avvenga". 

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Indagine Cresa sull’industria manifatturiera, accelera la crescita e aumenta l’occupazione

L'indagine sulla congiuntura manifatturiera relativa al 2017 conferma l’operatività ed efficacia della collaborazione tra Confindustria Abruzzo e CRESA e si base sulle indagini su 205 aziende manifatturiere con almeno 10 addetti, realizzata dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo e i dati sono stati elaborati e commentati dal CRESA.

“Il sistema manifatturiero rafforza i segnali di ripresa già mostrati nel primo semestre del 2017, - osserva il Presidente del CRESA Lorenzo Santilli - con risultati sul mercato interno migliori di quelli sull’estero e buone prospettive anche sul fronte internazionale”.

“Il focus sulla Digitalizzazione, - afferma il Presidente di Confindustria Abruzzo Agostino Ballone – dopo quello su Industria 4.0 della scorsa rilevazione, conferma che molto bisogna ancora lavorare nella nostra regione per far comprendere le opportunità offerte dalle moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione, quale valore aggiunto che l’applicazione della digitalizzazione apporta al business. Confindustria Abruzzo ribadisce l’impegno nella creazione del Digital Innovation Hub quale strumento indirizzato a fornire al sistema delle imprese i giusti supporti tecnici per guardare con fiducia alle sfide del domani”.

Silvano Pagliuca, Consigliere Incaricato Centro Studi Confindustria Abruzzo, alla luce degli esiti dell’ultimo focus sulla Digitalizzazione, rimarca l’esigenza irrinunciabile di intraprendere un processo di digital transformation realmente sinergico tra le imprese e la Pubblica Amministrazione. “Rimane fondamentale però - continua Pagliuca- una coerente rivoluzione culturale che, al fine di aumentare la competitività dell’intero sistema economico, inneschi cambiamenti soprattutto organizzativi e manageriali, ma anche sociali. Cie, Spid, Anpr e PagoPa, le grandi differenze tra regioni da colmare per il bene del sistema produttivo nel suo complesso”.

La regione mostra ampi segni di crescita: la produzione e il fatturato, a fronte di un aumento medio nazionale rispettivamente del 3% e dello 0,7%, crescono del 4,7% e del 3,7%. L’export mostra un incremento dell’1,7% e la crescita del portafoglio ordini internazionali del 4,3% apre buone prospettive anche per il primo scorcio del 2018, gli ordini nazionali fanno registrare un + 1,3%, l’occupazione un + 1,2%.

Sono le medie imprese (50-249 addetti) a mettere a segno nel complesso i migliori risultati con una crescita strutturale degli indicatori superiore alla media regionale. La produzione segna un aumento del 5,9%, il fatturato del 7,6%, l’export del 3,9%, gli ordini interni ed esteri del 4,5%. Qualche nube permane sul fronte dell’occupazione che segna un incremento debole (+0,5%), assai inferiore a quello fatto registrare dalle altre classi dimensionali di aziende.

Le piccole imprese (10-49 addetti) riportano per tutti gli indicatori valori positivi e nel caso del fatturato estero (3,0%) e dell’occupazione (1,2%) rispettivamente migliore e uguale a quelli medi regionali.  Particolarmente positivo l’andamento sui mercati internazionali che nel primo semestre del 2017 mostrava valori negativi. Più debole la ripresa sul mercato interno. Produzione, fatturato, export e ordine esteri fanno registrare aumenti dell’ordine del 3%, ordini interni ed occupazione dell’1%.

Meno incoraggianti le performance delle grandi imprese (250 addetti e più) che tuttavia mostrano un deciso miglioramento rispetto al primo trimestre 2017 quando gli indicatori hanno assunto valori inferiori all’1%. Nel periodo in esame le grandi imprese fanno registrare variazioni generalmente inferiori alla media regionale con le sole eccezioni della produzione e dell’occupazione leggermente superiori rispetto ad essa.

Sotto il profilo provinciale, si rileva che è Pescara a mostrare le migliori performance di produzione, fatturato, ordini interni e occupazione e un andamento meno favorevole delle altre province  sotto il profilo della competitività internazionale, L’Aquila e Teramo fanno registrare variazioni superiori alla media abruzzese con particolare riguardo per export e ordini esteri e una sostanziale stazionarietà dell’occupazione, Chieti a mostrare la crescita nel complesso più contenuta con esclusione dell’occupazione che aumenta più che a livello medio regionale.

Nonostante le buone performance registrate nell’anno in esame, il clima di opinione è moderatamente positivo con aspettative a sei mesi di incrementi che prevalgono di poco sulle previsioni di contrazioni.

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Corte dei conti, ‘buco’ nella rottamazione delle cartelle

Il quadro dei conti pubblici appare "fragile" e soggetto a rischi, il debito eccessivo mina le capacita' di crescita del Paese e il livello di evasione desta "preoccupazione": mancano all'appello circa 10 miliardi di introiti della rottamazione delle cartelle esattoriali. A lanciare l'allarme e' la Corte dei Conti che ha dato il via libera al rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2017 mettendo l'accento sulla "forte crescita" della spesa complessiva e sul flop nel rilancio degli investimenti pubblici. Dalla magistratura contabile arriva anche un'apertura al reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, previsto nel contratto di governo con la Lega. La congiuntura "peggiora" e in Italia, mette in guardia la Corte, sul piano delle prospettive economiche-finanziarie si registrano "nuove fragilita' sulle tendenze di medio-lungo termine dei nostri conti pubblici". La tutela della finanza pubblica non puo' prescindere dall'esigenza "di ricondurre il debito pubblico su un sentiero di sicura sostenibilita' e di recuperare la crescita in termini di prodotto interno lordo" perche' "un eccessivo livello di debito limita la capacita' progettuale di medio e lungo periodo con riflessi sui tassi di interesse e sulla complessiva stabilita' finanziaria del Paese: in definitiva sulle sue potenzialita' di crescita". Nessuna scorciatoia quindi, ammoniscono i magistrati contabili: bisogna "effettuare scelte molto caute e interventi di politica economica molto selettivi". Anche sul fronte dei tagli di spesa, perche' va assicurato alla collettivita' "un adeguato profilo qualitativo del livello dei servizi, operando una puntuale verifica del proficuo utilizzo delle risorse pubbliche". Nel 2017, ricorda la Corte dei Conti, "la pur limitata dinamica espansiva della spesa pubblica e' per intero attribuibile al sotto settore degli Enti di previdenza, con un aumento della spesa totale dell'1,5%, che comunque vedono drasticamente ridotto il ritmo di crescita che nel periodo 2000 -2009 aveva superato il cinque percento medio", ha spiegato il presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo Ermanno Granelli. In particolare, se si guarda alla spesa, "i vincoli posti, da un lato, in termini di equilibrio del bilancio e di razionalizzazione (per amministrazioni locali e spesa sanitaria), dall'altro, in termini di effetti dei diversi interventi di riforma delle pensioni (per gli enti di previdenza)" hanno prodotto "miglioramenti decisivi". 

 Sul fronte delle coperture, la Corte mette in guardia sul ricorso ai proventi della lotta all'evasione fiscale che "non ha dato i risultati sperati". Per i magistrati contabili, " sarebbe bene che la copertura delle spese con i ricavi del recupero fosse disposta solo a risultati effettivamente conseguiti, distinguendo fra ricavi straordinari e ricavi ipoteticamente connessi a recuperi strutturali, con particolare riferimento al consolidamento della fedelta' fiscale". E proprio il livello di evasione crea "preoccupazione", come dimostrano gli esiti della rottamazione delle cartelle esattoriali: mancano versamenti per 9,6 miliardi. "A fronte di un ammontare lordo complessivo di crediti rottamati di 31,3 miliardi, l'introito atteso ammonta a 17,8 miliardi", osserva la Corte dei Conti sottolineando che "di tale importo sono stati riscossi nei termini solo 6,5 miliardi, comprensivi degli interessi per pagamento rateale. A tale somma deve aggiungersi la parte rateizzata ancora da riscuotere pari a 1,7 miliardi comprensivi di interessi". Pertanto "dei 17,8 miliardi previsti in base alle istanze di definizione pervenute, 9,6 miliardi non sono stati riscossi e costituiscono omessi versamenti. Per una parte di queste posizioni debitorie si puo' affermare che l'istanza di rottamazione ha avuto essenzialmente finalita' dilatorie rispetto all'espletamento delle procedure esecutive". La Corte apre infine alla proposta del reddito di cittadinanza ma con dei paletti. "La nostra comunita' nazionale - osserva la Procura generale - ruota attorno al concetto di cittadinanza che esprime appartenenza e condivisione, un concetto tutt'altro che astratto. Ogni volta che alla cittadinanza si associa un nuovo diritto, non si puo' non esprimere soddisfazione. Il nuovo diritto la irrobustisce e corrobora. Cosi' e' anche per il diritto al reddito di cittadinanza". Tuttavia, conclude la magistratura contabile, "sarebbe bene ricordare a tutti anche l'esistenza altrettanto importante, sovente dimenticata, dei doveri di cittadinanza".

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Lavoro, Lolli presenta il piano straordinario agli amministratori

Parte da Pescara l'azione di sensibilizzazione e promozione del nuovo Piano straordinario su lavoro e formazione presentato dal vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, la settimana scorsa. Nella città adriatica il vicepresidente Lolli ha infatti incontrato amministratori pubblici, operatori del settore, rappresentanti sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, per indicare le linee del Piano straordinario che prevede "l'avvio nel giro di qualche settimana di importanti bandi Fse in grado di generare occupazione con posti di lavoro a tempo indeterminato".

"Si tratta - ha confermato Lolli - di un'azione straordinaria che proprio per la sua natura ha bisogno del sostegno degli amministratori e operatori del settore che stanno sul territorio. Mi rivolgo a loro perché sono loro i primi a conoscere le reali esigenze del territorio e i bisogni dei propri amministrati; noi con il piano straordinario abbiamo voluto creare qualche agile strumento che aiuti aziende e lavoratori ad incrociare domanda e offerta di lavoro".

Già in sede di presentazione del Piano straordinario Giovanni Lolli rivolse un appello agli amministratori e operatori del settore per agevolare l'attuazione del Piano. L'incontro di questa mattina a Pescara, al quale era presente anche il sottosegretario Mario Mazzocca, in questo senso, è il primo di una serie che vedrà il vicepresidente della Giunta regionale ma anche altri componenti del governo regionale organizzare incontri e dibattiti sull'attuazione del Piano. Si toccheranno le città capoluogo di provincia, ma anche centri che magari hanno bisogno, per le condizioni economiche, di un'attenzione particolare legate all'attuazione degli strumenti del Piano straordinario.

Giovanni Lolli ha comunque confermato che per le prossimi settimane, tra giugno e luglio, usciranno i bandi Garanzia Over e Incentivi all'assunzione, a settembre prenderà il via il programma Garanzia Giovani 2, mentre è in fase di pubblicazione l'avviso pubblico Scienza della vita che prevede incentivi alle imprese che assumo ricercatori. 

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