Sarà un controllo su ordinanze, relazioni e referti. Un’analisi attenta e puntuale per far luce una volta per tutte sull’operato dei giudici nella vicenda della famiglia del bosco. A quattro giorni dall’ordinanza che ha disposto la sospensione della patria potestà, e il conseguente allontanamento dei figli in una casa famiglia, il ministero della Giustizia ha avviato gli accertamenti che porteranno a una decisione dello stesso Carlo Nordio su una vicenda che, oltre ad un caso giudiziario, sta diventando ogni giorno di più un caso politico e, soprattutto, mediatico.
A confermarlo indirettamente è il fatto che la maggioranza dei consiglieri togati ha avanzato al Csm l’apertura di una pratica a tutela dei giudici del Tribunale dei minorenni dell’Aquila, da giorni ormai bersaglio di critiche e, nel caso della presidente Cecilia Angrisano, anche di minacce e insulti. Alcune affermazioni pubbliche, spiegano i magistrati, “trascendono la legittima critica a un atto giudiziario e finiscono per colpire direttamente l’operato dei magistrati del Tribunale per i minorenni, esponendoli a una indebita pressione anche mediatica”.
Nel frattempo è giunta la nota con la quale il ministero dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha puntualizzato come sia stato rispettato l’obbligo scolastico dei minori che veniva contestato invece sia da una relazione dei servizi sociali che dagli stessi magistrati abruzzesi. Toccherà ora al Guardasigilli prendere una decisione in merito all’ordinanza delle polemiche. In base alle valutazioni del caso, Nordio potrà decidere di archiviare, disporre una sanzione o, se rilevate particolari problematicità, avviare un’inchiesta o inviare gli ispettori. Al Tribunale dei minorenni dell’Aquila nessuno rilascia dichiarazioni ufficiali anche se nei corridoi sono in molti a difendere la decisione dei giudici con l’auspicio che la famiglia anglo-australiana possa presto tornare unita. Per questo l’avvocato Giovanni Angelucci è al lavoro per presentare il ricorso entro il termine del 29 novembre. Non è escluso che Nathan e Catherine possano in qualche modo venire incontro alle richieste dei servizi sociali, adeguando la casa nella quale vivono – anche dal punto di vista igienico-sanitario – e consentendo ai loro figli di frequentare la scuola. Per il momento, però, Nathan – il papà dei tre minori che ora sono in casa famiglia con la mamma – ha deciso di non rilasciare ulteriori dichiarazioni. La decisione è maturata al termine di una riunione con le alte famiglie ‘neorurali’ che vivono nella zona, una trentina in tutto. Da parte del sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, è stato ribadito il pieno sostegno sia alla famiglia, sia al tribunale per collaborare e trovare una soluzione condivisa.
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