Mai cosi’ poco pane sulle tavole degli italiani con i consumi che crollano al minimo storico ad appena 80 grammi a testa al giorno, con l’addio ad una pagnotta su 3 (-33%) in poco piu’ di un decennio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa al Villaggio contadino di Roma in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Il calo degli acquisti – sottolinea la Coldiretti – ha avuto una accelerazione negli ultimi anni con il consumo di pane che nel 2010 era di 120 grammi a testa al giorno, nel 2000 di 180 grammi, nel 1990 a 197 grammi e nel 1980 intorno agli 230 grammi che sono valori, comunque molto lontani da quelli dell’Unita’ d’Italia nel 1861 in cui – ricorda la Coldiretti – si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno. Ma non tutto il pane e’ fresco, spesso si tratta di impasti surgelati, realizzati anche all’estero, e la cui cottura e’ terminata sul punto vendita. Per legge e’ denominato “fresco” il pane ottenuto secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o alla surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di lievitazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante. Con il taglio dei consumi – e’ la riflessione della Coldiretti – si e’ verificata una svolta anche nelle abitudini a tavola.
Sale l’interesse per il pane biologico e, con l’aumento dei disturbi dell’alimentazione, sono nati nuovi prodotti senza glutine e a base di cereali alternativi al frumento. Sempre piu’ apprezzate – precisa la Coldiretti – sono dunque le varianti salutistiche e ad alto valore nutrizionale: a lunga lievitazione, senza grassi, con poco sale, integrale, a km 0 come il pane realizzato direttamente dai produttori agricoli di Campagna Amica anche con varieta’ di grano locali spesso di varieta’ salvate dall’estinzione.