Pietro del Morrone e l’Abruzzo

di Alessandro D’Ascanio*

Riusciremo mai a preservare questa diade – apparentemente espressione dei migliori auspici identitari- dalla litania scontata e retorica, ricorrente e asfissiante, meccanica e compulsiva dei luoghi comuni più triti e molesti sulla nostra bella regione?

La disputa sull’appartenenza di campanile di Pietro del Morrone che, di tanto in tanto, torna a campeggiare in cronaca, diverrà un anello ulteriore della catena del nostrano stupidario abruzzese? Dopo l’etichetta di maniera dell’”Abruzzo forte e gentile”, la caricatura della “Pescara veloce città dannunziana”, una nuova disputa su “Pietro aquilano o sulmonese”?

Circa dieci anni addietro, il sommo Raffaele Colapietra, “angelo sterminatore” del regno del banale  e dell’impreciso, sapiente distruttore delle comode semplificazioni, insostituibile provocatore nell’accezione di “suscitatore di mutamenti  di prospettiva”, ebbe e a dire, e precisamente nel luogo più proprio del grande uomo di cui andiamo discutendo: “Pietro non è di Aquila, né di Sulmona, Pietro è di Roccamorice, del luogo dove scelse di vivere per decenni e dove fondò Santo a Spirito a Maiella, luogo simbolico del suo messaggio e prima sede di istituzione del suo ordine monastico etc.”

Ora, lungi da me il voler rivendicare ulteriori primazie locali – a mia volta – sulla scorta di un’utilizzazione piuttosto perfida di un’affermazione, peraltro di verità piuttosto palmare, del più autorevole degli aquilani! E tuttavia …

Una rilettura equilibrata e complessiva della relazione tra la biografia di Pietro e i luoghi dell’Abruzzo andrebbe condotta da parte degli studiosi della cristianità medievale, a prescindere dal cattivo condizionamento di manifestazioni culturali del tempo presente espressioni evidenti di quel processo di “invenzione delle tradizioni” tramite il quale l’autentico e l’artefatto, il vero e il verosimile, la storia e il marketing territoriale tendono a mescolarsi.

La questione non è connettere L’Aquila e Sulmona in un nuovo, ennesimo, Parco tematico come si proponeva di fare durante la passata estate, con un’enfasi degna di miglior causa.

Occorrerebbe, viceversa, ripartire dalle origini storiche del fenomeno umano e religioso “Pietro”, dalla Maiella, da Santo Spirito a Maiella in primo luogo, per connettere tutti i punti nodali della sua esistenza, senza gerarchie territoriali e legami esclusivi, ma riscoprendo e valorizzando l’intero spettro biografico della sua esistenza terrena, lasciandosi guidare dalle fonti e da chi sia in grado di interrogarle.

In tal senso, saremmo in grado di restituire al visitatore, al pellegrino e al turista un’immagine più completa e coerente del personaggio storico, più rispondente alla sua peculiare concezione cristiana, più autentica, ricca e interessante.

*storico, sindaco di Roccamorice

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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