Export, stimata da Sace crescita del 2,6 per cento nel 2023 per i servizi

L’impatto del Terziario nell’export di beni e servizi e’ sempre piu’ centrale nelle dinamiche economiche internazionali e per l’Italia e’ prevista una crescita del 2,6 per cento delle esportazioni nel 2023. Il dato è dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Terziario di Manageritalia, in collaborazione con Sace, dal titolo “I servizi nel mondo di oggi e di domani: un treno che non si puo’ perdere”.

Il rapporto, riferisce un comunicato stampa di Sace, si focalizza sull’export dei servizi, che e’ la componente piu’ dinamica del commercio a livello globale, con una crescita del 56 per cento tra il 2010 e il 2019 (piu’ del doppio rispetto al commercio dei beni), sino a rappresentare il 25 per cento dell’export totale e il 50 per cento del suo valore aggiunto. Dopo l’arresto dovuto alla crisi pandemica, nel 2021 c’e’ stato un forte rimbalzo degli scambi a livello internazionale, ma i servizi, pur segnando una crescita elevata (+17,2 per cento), non sono riusciti a recuperare i livelli pre-crisi. A livello europeo si conferma la dinamica globale, mentre restringendo la lente sull’Italia la performance e’ stata meno positiva: a partire dal nuovo millennio l’export di servizi del nostro Paese ha iniziato ad accumulare ritardo rispetto alla media europea e, soprattutto, ai principali partner.

L’Italia, mentre si configura come un Paese ad alta vocazione all’export di beni, grazie alla contraddistinta capacita’ manifatturiera, fatica infatti a distinguersi nella fornitura di servizi all’estero, con un peso di questi ultimi sul Pil modesto rispetto ai principali peer. Tra il 2011 e il 2019, l’export di servizi e’ cresciuto a un tasso medio annuo del 4,1 per cento, che scende all’1,1 per cento considerando anche l’ultimo biennio. Nei primi dieci mesi del 2022 le esportazioni hanno segnato una crescita del 37,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Il trend positivo dovrebbe perdurare, secondo le stime, anche nel 2023, con un +2,6 per cento, e nel triennio successivo (+3,6 per cento, in media l’anno). Come emerge dal rapporto, e’ bene comunque sottolineare che i servizi sono sempre piu’ intriseci al processo produttivo moderno e funzionali allo scambio di beni con l’estero, costituendo circa un quarto del valore aggiunto dell’export manifatturiero italiano.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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